Grecia, cosa accade se esce dall'euro: bancomat chiusi, inflazione alle stelle, miseria e pioggia di tasse
La Grecia è sull'orlo del baratro. Ma cosa accadrà in caso di default e abbandono della moneta unica? Una risposta ha provato a darla Repubblica. Si parte dalla corsa agli sportelli bancomat e dal probabile blocco dei conti correnti e del movimento dei capitali, così come accadde a Cipro. Dunque si opererebbe la conversione dall'euro alla dracma di tutti i contati, i depositi, i crediti, i debiti e le pensioni. La dracma subirebbe una pesante svalutazione, stimata tra il 40 e il 70 per cento (così come si svaluterebbero i risparmi dei greci). Come conseguenza, l'export avrebbe un forte impulso, controbilanciato però dal pesantissimo (quasi insostenibile) aumento dei conti dell'import, una fattispecie che farebbe crollare la Grecia in una spirale di disperazione economica. Di conseguenza, schizzerebbe l'inflazione: si stima del 20 per cento. Per contrappasso, crollerebbe il potere d'acquisto delle famiglie, con conseguente recessione e disoccupazione. Atene, inoltre, non potrebbe accedere più a prestiti internazionali, se non a tassi altissimi, insostenibili. Per far cassa, dunque, il Tesoro sarebbe costretto a nuove tasse o a un nuovo impietoso piano di tagli della spesa pubblica. Sempre da un punto di vista bancario, gli istituti ellenici non avrebbero più accesso alla Bce. N deriverebbe una violenta crisi bancaria, con svalutazione degli attivi. In questo contesto, conclude Repubblica, non potrebbe essere esclusa una nazionalizzazione delle banche. Uno scenario da incubo, in tutto e per tutto.
Nessun commento:
Posta un commento