Canone più basso e spot solo su un canale. Ecco la rivoluzione Rai dei saggi di Renzi
Una sola rete che raccolga la pubblicità; il servizio pubblico finanziato dal canone (ridimensionato), dagli spot e da un contributo dello stato; un ridimensionamento del Sic, il paniere delle risorse dei media. Questo in estrema sintesi il piano per rivoluzionare la Rai messo a punto da nove esperti chiamati da Renzi (gratuitamente) a preparare per il governo un documento che verrà reso pubblico entro l'estatee poi sottoposto al dibattito.
I nove saggi, che da tempo si riuniscono in gran segreto nell'ufficio del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, si sono dati come obiettivo di cambiare la legge Gasparri sulla tv e a cascata i destini di Viale Mazzini ed ora sembra che un primo documento, anticipato nei suoi contenuti da Repubblica, sia pronto. Il gruppo - formato dal giurista Fabio Bassan, da Antonio Sassano (ingegnere, docente a Tor Vergata); da Matteo Maggiore (ex Bbc, ora all'Ocse), Francesco Siliato (Sole24ore); gli ex consiglieri Rai Stefano Balassone e Carlo Rognoni; Stefano Cuppi consulente per il digitale terrestre; un dirigente dell'Agcom, un giornalista di Rai International - immaginano una svolta che avvicini l'Italia alla Francia, all'Inghilterra, alla Spagna. Premono perché nessuna rete pubblica ospiti spot con la sola eccezione di RaiUno. Oggi la legge Gasparri autorizza i canali statali a raccogliere inserzioni per il 12% di ogni ora. Nel nuovo regime RaiUno, secondo Repubblica, potrebbe spingersi al 18% proprio perché unica ad avere pubblicità.
Come farà la Rai a sopravvivere senza spot? I saggi sostengono che basterà il canone, che il governo Renzi si appresta a modificare collegandolo alla spesa delle famiglie, all'evasione che sarà così ridimensionata, e da un contributo che lo Stato garantirà ogni anno alla sua televisione, un contributo diretto alle attività di servizio pubblico come quello che si è imposto in Europa.
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