Alitalia, come cambiano le tratte e le tariffe con l'ingresso di Etihad
Gli effetti dell'ingresso della compagnia araba Etihad nel capitale di Alitalia saranno rivoluzionari. Un totale cambio di paradigma per il traffico aereo, soprattutto per quello intercontinentale. Fiumicino diventerà lo snodo principale per i voli verso Stati Uniti e Sud America. Inoltre si concentreranno su Roma passeggeri provenienti dall'hub di Abu Dabi oltre che quelli delle compagnie partecipate (Air Berlin, Darwin, Air Serbia, Aer Lingus). Secondo quanto anticipa Repubblica aumenteranno i viaggi a lungo raggio dagli attuali 85 a ben oltre i 100 a settimana.
Libero monopolio - Più voli e più scelta, di solito, si traducono in più concorrenza e quindi prezzi dei biglietti più bassi. O almeno così è stato grazie alle compagnie low cost come Easyjet e Ryanair, soprattutto a Milano con Malpensa e a Bergamo con Orio al Serio. Le tariffe, per i voli che sfruttano questi scali sono rimaste calmierate negli ultimi anni. Ma ora la musica potrebbe cambiare. Infatti gli emiri tra le condizioni poste avrebbero avanzato quella di una limitazione del libero mercato, e hanno chiesto al governo italiano un intervento per limitare la concorrenza delle low cost, per esempio riducendo l'avvio di nuove tratte. L'obiettivo (non dichiarato) è quello di permettere così da Linate - base scelta da Etihad - di alzare a proprio piacimento i prezzi per voli domestici ed europei da parte delle compagnie della galassia araba (tra cui, appunto, Alitalia).
La crisi - A questa situazione va aggiunta la crisi nera delle compagnie a basso costo italiane: Meridiana fatica a volare, Windjet è fallita da tempo, Air Dolomiti fa da spalla a Lufthansa per i collegamenti con la Germania. A Etihad, dunque, non mancheranno anche gli "aiutini" di stato, camuffati da rifinanziamento del fondo volo per garantire ammortizzatori sociali ai nuovi esuberi del baraccone Alitalia.
I dubbi - Il rischio, dunque, è che Etihad con la complicità dello Stato riesca a monopolizzare le tratte a medio raggio per l'Europa (proprio quelle più sfruttate dalle compagnie low-cost). Il medesimo rischio lo corrono le tratte domestiche: già in passato erano stati imposti prezzi troppo elevati. L'antitrust, dunque, vigilerà (ammesso che il governo non garantisca alla compagnia di bandiera una moratoria simile e quella del 2008).
La rivoluzione - Rispetto ad Air France - l'altro vettore che era in corsa per l'ingresso in Alitalia - con Etihad cambiano radicalmente anche le nuove prospettive della compagnia di bandiera. I francesi puntavano su una trasformazione di Alitalia che scommettesse sul mercato Italiano e su Parigi ed Amsterdam (dagli questi due scali sarebbero partiti i voli intercontinentali della compagnia transalpina e di Klm). Ora, però, cambia tutto: gli emiri puntano sul rafforzamento della flotta di Alitalia con parte dei 140 jet a lungo raggio ordinati a Boeing ed Airbus, per una spesa complessiva di quasi 100 miliardi. Dunque, con gli emiri, l'Italia e Alitalia scommetteranno sul mercato internazionale.
Rischio Malpensa - Lo snodo principale, come detto, dovrebbe essere Fiumicino, dal quale decolleranno i voli per Nord e Sud America E' poi previsto un aumento delle destinazioni a lungo raggio, da 85 a oltre 100 alla settimana. Per contrappasso, un altro punto critico è quello che riguarderà Malpensa, l'aeroporto milanese per il quale 15 anni fa per l'ammodernamento è stato speso 1 miliardo di soldi pubblici. Etihad punterà su Linate, ed il rischio è quello di marginalizzare Malpensa, dove stando alle previsioni i voli intercontinentali passeranno da 11 a 25 alla settimana, cargo compresi.
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