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martedì 13 maggio 2014

On. Comi (FI): Renzi vuol contare in Europa ma non ha un ministro per le politiche comunitarie

On. Comi (FI): Renzi vuol contare in Europa ma non ha un ministro per le politiche comunitarie 


a cura di Gaetano Daniele 



Made in, iva unificata e fisco europeo: al fianco di Confcommercio per portare avanti queste battaglie in sede europea

"Nel giorno in cui il premier Renzi è a Milano per rinnovare il suo appoggio a Expo 2015 - che definisce un appuntamento internazionale imperdibile per l'Italia - vorrei ricordare che a Bruxelles ci sono parlamentari impegnati con un lavoro quotidiano a difendere gli interessi e le eccellenze italiane. Mentre il nostro governo non ha ritenuto nemmeno di eleggere un ministro per le Politiche Comunitarie. Dov'è il Governo Renzi, ogni volta che servono interventi, convocazioni di tavoli, incontri con le associazioni di categoria? Fin quando l'Europa non sarà al centro delle politiche del governo italiano, sarà sempre complesso occupare il posto che il nostro Paese merita nel contesto globale". Lo ha dichiarato l'Onorevole Lara Comi, eurodeputata e candidata alle Europee 2014 con Forza Italia, intervenendo a Milano alla presentazione, presso la sede di Confcommercio, del Manifesto per l'Europa.



"I dodici punti che compongono il Manifesto - ha proseguito l'Onorevole Comi - riassumono alcune delle battaglie che ho portato avanti in questi 5 anni e su cui intendo continuare a battermi e mi trovano quindi completamente d'accordo: la tutela del made in, innanzitutto, per combattere un mercato, quello del falso, che vale 17 miliardi e comporta una perdita di 185 mila posti di lavoro. Siamo riusciti a imporre l'obbligatorietà del marchio d'origine per i prodotti extra Ue, ora va vinta la battaglia in sede al Consiglio sinora bloccata dagli interessi della Germania. E poi la creazione di un fisco europeo: servono norme comuni e quindi una sola aliquota Iva. E infine, un accesso più regolare e concreto ai fondi europei, di cui l'Italia riesce a spendere solo la metà. Peggio di noi fanno soltanto Malta, Romania e Croazia".

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