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lunedì 17 febbraio 2014

Spese pazze: Arrestato Gennaro Salvatore (Psi), ex Capogruppo di Caldoro

Spese pazze: Arrestato Gennaro Salvatore (Psi), ex Capogruppo di Caldoro 


Gennaro Salvatore (Psi), ex Capogruppo di Caldoro
Sul politico pendeva da tempo la richiesta di custodia cautelare, solo la scorsa settimana la firma del gip. Si trova agli arresti domiciliari. Rimborsi per sigarette, chewingum e tintura per capelli (da donna)


E' agli arresti domiciliari il consigliere regionale della Campania, Gennaro Salvatore. La Guardia di finanza (sezione reati contro la pubblica amministrazione) ha eseguito una ordinanza emessa dal gip di Napoli. Il reato contestato è peculato continuato.

La vicenda si iserisce nel filone di indagini che hanno ad oggetto i finanziamenti pubblici che i consiglieri della Regione Campania e i relativi gruppi consiliari utilizzavano a fini personali. Salvatore è consigliere ed ex capogruppo del gruppo "Nuovo Psi-Caldoro presedente".

Le investigazioni - si legge in una nota della Procura - hanno consentito di acquisire un quadro indiziario "grave" a carico del consigliere Salvatore, nei "confronti del quale sono state rilevate operazioni di prelievo in contanti per un importo di 95.955 euro, con riferimento alle spese che o non sono state mai documentate ovvero sono state documentate con contabili palesemente incongruenti rispetto alle finalità istituzionali in vista del quuale il contributo era erogato".

Nei confronti di Salvatore è statai anche disposto un decreto di sequestro preventivo per un importo pari alle somme illecitamente apprese.

Tra gli scontrini consegnati da Gennaro Salvatore, il consigliere regionale oggi destinatario di un'ordinanza agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Napoli, figurano anche acquisti di gomme da masticare, sigarette, articoli per la casa e di una tintura di capelli per donna costata 87 euro.

Nel corso dell'indagine, Salvatore, che si presentò in Procura per rendere dichiarazioni, attribuì tali presunte irregolarità alla disorganizzazione della raccolta degli scontrini e chiamò in causa anche i suoi collaboratori. In particolare sostenne di aver ritenuto che le somme spese per il gruppo non fossero soggette ad obbligo di rendicontazione e ciò avrebbe determinato una produzione di fatture in maniera confusa


Fonte: Repubblica.it


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