NAPOLI. LA SEDE DI EQUITALIA
NEL MIRINO
di Sabatino Laurenza
Esplosioni e paura nella notte
in corso Meridionale, a Napoli, dove tre ordigni sono esplosi davanti
la sede di Equitalia. Gli scoppi, avvenuti quasi in contemporanea,
hanno rotto i vetri e causato danni alle saracinesche provocando
allarme tra i condomini dell'edificio e la chiusura, questa mattina,
degli uffici. Al momento della deflagrazione, fortunatamente, non
c'erano passanti nelle immediate vicinanze, sul posto è intervenuta
la polizia scientifica che ha effettuato i primi rilievi tecnici. Gli
ordigni, secondo quanto è emerso dai primi rilievi della polizia,
sono stati collocati nell'intercapedine tra le saracinesche e le
vetrate. Equitalia ha sede al pianterreno di un edificio che si trova
di fronte ad una grande sede di Poste Italiane, a pochissima distanza
dalla stazione centrale delle Ferrovie. Nella sede viene svolta
attività di riscossione dei tributi per l'utenza dell' area
orientale della città. Nelle ultime settimane attentati del genere
si stanno moltiplicando. Le pallottole, le bombe inviate ad Equitalia
e alle banche sono solo i sintomi di una rabbia che la classe
politica e i grandi capitali hanno creato con decenni di stupro della
democrazia e della giustizia, di negazione di dignità e diritti nel
nome del profitto. Il governo spaccia per necessaria ed equa una
manovra ingiusta che altro non è che una violenza verso il popolo
italiano, una violenza che è ben più grave di quella della bomba di
Equitalia perché manda sempre più famiglie sul lastrico, "obbliga"
gli anziani a rubare per sopravvivere, quindi permettere ai soliti
pochi di accumulare e vivere nel lusso più sfrenato. Equitalia è la
società pubblica italiana incaricata della riscossione nazionale dei
tributi, ed è quindi interessata a servire bene le banche e le
multinazionali in modo da poter raccogliere, da bravi cagnolini, le
briciole che cadono dalla tavola del padrone. E quando chi dovrebbe
servire il popolo non ascolta e anzi reprime, quando nessuna protesta
viene ascoltata, nessuna proposta valutata, quando i servi del popolo
lo tradiscono permettendo che pochi ladri lo stuprino, allora il
popolo stesso si incazza e dice basta. Allora partono le lettere con
le pallottole e le bombe. E se razionalmente le condanno e continuo a
sostenere la necessità della nonviolenza, dall'altra emotivamente
sostengo che una scossa va data, ma con metodi pacifici. Dobbiamo
ribellarci a questa politica. È ora di smettere di girare lo sguardo
e attendere che il Governo o chi per lui salvi la situazione. Il
Paese non è del Governo. È nostro e dobbiamo riprenderne il
controllo.
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