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giovedì 6 luglio 2017

LO SFOGO DELL'AVVOCATO Bossetti, il sospetto atroce: la prova che può salvarlo? Pazzesco, perché spunta ora

Brescia, la difesa di Bossetti attacca la procura di Bergamo: "Sul processo..."



Un sospetto che da tempo aleggia sul processo a carico di Massimo Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio adesso sta diventando una certezza secondo il suo avvocato difensore, Claudio Salvagni. L'arringa che domani sarà fatta in aula per il processo di Appello a Brescia non avrà i toni polemici che tutti si aspettano: "Sarà violenta - assicura l'avvocato - Bossetti è una vittima sacrificale".

Da giorni si parla del colpo a sorpresa da parte della difesa, quella foto satellitare del campo di Chignolo, dove era stato trovato il corpo di Yara. Da quello scatto realizzato il 24 gennaio 2011 non risulterebbe la presenza del corpo di Yara. L'accusa ha sempre sostenuto che Yara fosse morta la stessa sera in cui è scomparsa, il 26 novembre 2010, proprio in quel campo. Il suo corpo sarebbe stato trovato a febbraio 2011, ma un mese prima in quell'area non risulterebbe nulla. Per questo i difensori di Bossetti sono certi che tutto l'impianto accusatorio sia destinato a saltare.
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Ma c'è un altro colpo di scena, ben più preoccupante che l'avvocato Salvagni ha lanciato. Il sospetto diventato certezza non è tanto il ritrovamento della foto, ma "il fatto che della stessa fotografia la procura di Bergamo fosse già in possesso e ne abbia sempre negato l'esistenza, impedendo alla difesa di Bossetti di prenderne visione. Ce l'hanno nascosta. Salta fuori solo quando hanno saputo che l'avevamo. Come mai non era nel fascicolo del processo e neppure in quello del pm Letizia Ruggeri? Ecco perché - attacca l'avvocato - io oggi posso insinuare che in questa inchiesta ci sia stato un depistaggio".

Corea, frase atomica di Trump La minaccia dalla Russia Il caos: rischio guerra totale

La Russia minaccia Trump: "Soluzione militare in Nordcorea avrebbe..."



jean H. Lee è una ex inviata per l'Associated press a Pyongyang e oggi lavora come analista al Wilson center. Pochi come lei si intendono di Nordcorea e l'intervista che ha rilasciato a La Repubblica all'indomani del test balistico eseguito con successo dal governo di Pyongyang non lascia presagire nulla di buono. Sopratutto perchè, spiega, "Trump continua a invocare l'aiuto della Cina: ma è complicato. Che tipo di controllo ha davvero Pechino sul pericoloso vicino? Non è chiaro. E poi: chi potrebbe mai volere a Pechino il collasso di uno Stato pronto a inondare la regione di profughi? Oltretutto, per i predecessori di Kim Jong-un la Cina era tutto: protezione e sicurezza. Lui invece si sente più autonomo con la bomba". Certo, per la Nordcorea, la Cina continua ad essere un partner commerciale importante, come rivela il tweet diffuso oggi dal presidente Trump, che conferma in tutto i timori della lee riguardo al ruolo della Cina: "Il commercio tra Cina e Corea del Nord è cresciuto di quasi il 40% nel primo trimestre. Tantissimo per la Cina che lavora con noi. Ma dovevamo provarci!», ha scritto Trump.

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Una frase, quel "dovevamo provarci" che sembra lasciar intendere un seguito, con gli Stati Uniti che ormai da mesi apertamente minacciano un intervento armato contro il regime nordcoreano. Intanto, oggi, Russia e Cina presenteranno al Consiglio di sicurezza Onu la loro iniziativa congiunta per la soluzione della crisi nella penisola coreana, firmata ieri in occasione della visita a Mosca del presidente cinese Xi Jinping. Ma il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov non ha perso tempo nel lanciare un monito che suona quasi una minaccia agli Stati Uniti: "Per Russia e Cina è assolutamente chiaro che ogni tentativo di giustificare una soluzione bellica, usando le risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu come pretesto, è inaccettabile e porterà a conseguenze imprevedibili nella regione», ha ammonito Lavrov. Nella loro dichiarazione, Mosca e Pechino chiedono a Pyongyang lo stop ai test missilistici e a Washington e Seul di mettere fine alle esercitazioni militari congiunte.

mercoledì 5 luglio 2017

Cardito (Na): L’avv. Marco Mazza con un tackle al 90° cerca di contrastare l’assunzione dei due staffisti

L’avv. Mazza con un tackle al 90° cerca di contrastare l’assunzione di...


di Gaetano Daniele



In data 04.07.2017, l’avv. Marco Mazza, consigliere del Partito Democratico, lo stesso partito del Sindaco Cirillo, invia una pec al segretario comunale ponendo alcuni dubbi sulla legittimità degli atti predisposti per la selezione di altri due staffisti. 

Il consigliere l’ha mandato a dire alla maggioranza e al Sindaco anche mediante facebook con il seguente post: “Il Bando per le due persone da assumere al Comune, prevede che costoro debbano svolgere:

- le competenze proprie dell'Ufficio Pubbliche Relazioni;
- l’ orientamento dei cittadini sui percorsi amministrativi;
- l’ informazione e comunicazione sulle iniziative dell'Ente indirizzata ai media e alla cittadinanza.

Tuttavia, il Bando stesso non richiede particolari competenze in dette attività, seppur esse siano, in questi tempi, di fondamentale importanza per la cittadinanza.

Dovremmo annullare la procedura, ripeterla da capo e chiedere scusa a tutti gli oltre 30 partecipanti.”

 Anche se la pec sembra finalizzata a rimuovere i vizi degli atti amministrativi, in realtà l’avv. Marco Mazza, noto professionista carditese, più volte ha preso le distanze sull’assunzione di altre due figure “C” da mettere a disposizione del Sindaco e della giunta con mansioni da semplici portaborse, uscieri o acchiappa elettori. Infatti, giova ricordare che il consigliere ha sempre sostenuto l’utilità di assumere personale in possesso di qualifiche di alta professionalità volta a colmare le lacune della pianta organica comunale. 

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Nella pec il consigliere - l’unico tra le fila della maggioranza a prendere le distanze dall’amministrazione quando l’atto o l’azione politica è indecorosa, a differenza di chi osanna solo  - rammenta poi che per le mansioni di segreteria del Sindaco già è stato assunto una figura “C” e quindi, implicitamente, denuncia l’inopportunità di assumerne altri due staffisti.

L’intenzione del legislatore, nel prevedere con l’art. 90 del TUEL un’eccezione alla regola generale dell’assunzione nella P.A. mediante concorso pubblico, era quella di consentire ai membri delle giunte (Sindaci ed assessori) di avere al loro fianco personale di fiducia che potesse coadiuvarli nell’azione di programmazione e di controllo politico. Una sorte di assessori con specifiche professionalità da affiancare a quelli squisitamente politici. C’è da dire anche che nei piccoli comuni come quello di Cardito, le stanze degli assessorati coincidono con gli uffici comunali. Per fare un esempio: l’assessore ai lavori pubblici quando va al Comune si siede - ove fosse necessario - dietro la scrivania del funzionario dell’ufficio. Quindi, se stessimo parlando di un grande Comune dove gli assessori hanno loro uffici distinti e separati da quelli degli uffici di gestione (come prescrive tra l’altro anche la riforma del 2014 dell’art. 90 del TUEL), oppure di uno staff composto da tre o quattro figure di alto profilo professionale (di ctg. “D”), allora servirebbero e come due o tre persone da coadiuvarli nelle mansioni di segreteria. 

La polemica accesa innanzitutto dai consiglieri di opposizioni (Pisano e Santucci), muove proprio su queste motivazioni. Spendere 180 mila euro circa per tre anni, per tre segretari con mansioni da portaborse, autista, o uscieri, in un comune come quello di Cardito sono davvero tanti. Indipendentemente dalla pezza a colori che qualcuno non mancherà di mettere. Eppure chi critica o denuncia cerca di dare una mano a chi amministra, a differenza di chi fa finta di essere sempre d’accordo, oppure ha paura di sedersi nelle fila delle opposizioni.

Cardito (Na): I cori pro Cirillo e l'asse Barra-Saviano

 I cori pro Cirillo e l'asse Barra-Saviano



di Sossio Barra




Siamo ormai agli sgoccioli, manca poco tempo per le vacanze. E di questi tempi la politica si avvia verso il riposo. Ma a Cardito, invece, arriva la controtendenza perché lo scenario locale offre molti spunti di riflessione alla cittadinanza. Ma passiamo ai fatti. 

Già diverse settimane il Partito Socialista dello storico leader Rocco Saviano si è spaccato in due fazioni. Nel partito è rientrato l'ex vicesindaco ed ex delfino dello stesso Saviano, Luigi Iorio, che alle scorse elezioni si è candidato a sindaco con una lista civica contro il centrosinstra dell'attuale sindaco Peppe Cirillo. 

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Sul versante opposto Rocco Saviano ha portato con sé una grossa parte dell'ex componente socialista che ha deciso di seguirlo nella nuova avventura targata Articolo Uno, il nuovo movimento politico guidato da D'Alema e Bersani nato dalla scissione dal Pd. L'ex consigliere comunale, da politico navigato, ha portato al centro del dibattito il rapporto sul piano politico di Articolo Uno con la coalizione di governo targata Pd. Ora anche i bambini sanno che Saviano alle scorse elezioni ha sostenuto Cirillo sindaco con la lista del Psi racimolando circa 1300 voti ed esprimendo in Assise due consiglieri comunali: Pasquale Chiacchio e Michele Fusco. Sappiamo la storia com'è andata a finire. Fusco e Chiacchio abbandonarono poco tempo dopo il partito per questioni che ancora oggi non sono chiare. Ma alla fine o ti chiami Partito Socialista, o ti chiami Articolo Uno, rimane la scelta di campo fatta nel 2015. In virtù di tutto questo Saviano, forte del suo impegno pro Cirillo,  ha avviato una serie di riunioni col primo cittadino per rimarcare la sua posizione nei confronti della maggioranza richiedendo un posto in Giunta. 

Il sindaco nel frattempo aveva già deciso di confermare gli assessori in carica chiedendo ad Andrea Russo di nominare l'ultimo membro dell'esecutivo dopo le famose dimissioni di Giuseppe Di Micco. Ma non è tutto. Nel pomeriggio di martedì 4 luglio Saviano ha avuto un incontro col gruppo di Peppe Barra. Va detto che questo incontro era nell'aria da qualche settimana e pare che l'abbia voluto fortemente il leader del decennio, il quale ha raggiunto tutti poco dopo. Alla base della riunione ci sarebbe l'ipotesi per mettere in campo un'asse collaborativa per il futuro proprio fra Articolo Uno e i barriani. Ed è una presa di posizione molto forte che proveremo a chiarire ulteriormente nei prossimi giorni

A Caserta, al Bar "Il Bacio", il Maestro-Pasticciere, Giuseppe De Luca fa impazzire i suoi clienti con il "CORNETTO" a lievitazione naturale

A Caserta, al Bar "Il Bacio", il Maestro-Pasticciere, Giuseppe De Luca fa impazzire i suoi clienti con il "CORNETTO" a lievitazione naturale


di Giuseppe Topa





"Bar il Bacio" Una delle migliori cornetterie di Caserta e provincia. In oltre 10 anni abbiamo testato un gran numero di cornetterie del casertano e dopo numerosi assaggi, ma soprattutto dopo aver ascoltato il parere di numerosi clienti, provenienti anche da altre zone, siamo arrivati alla conclusione che uno dei cornetti più buoni di Caserta, lo si può assaggiare appunto al "Bar Il Bacio", dove il Maestro-Pasticciere, Giuseppe De Luca, continua a stupire con il "Cornetto" a lievitazione naturale.

  • È morbido, grande e a mezza sfoglia;
  • Non è friabile (nel senso che non si frantuma in mille pezzi dopo un morso);
  • È altamente digeribile;
  • È buono anche se lo si farcisce con pietanze salate (affettati, creme salate da spalmare, ecc.) e non necessariamente con cioccolato e creme dolci;

Il sapore e la morbidezza rimangono pressappoco intatti anche se lo si mangia a distanza di tre o quattro giorni. Insomma, una realtà golosa che tende a crescere nel tempo. 


La Cornetteria "Il Bacio" la trovi in Piazza Gianturco, 59 - Afragola (Na). La Grafferia "Il Bacio" in Piazza Vanvitelli, aperta tutta la notte; e la Caffetteria "Il Bacio" in Via Roma. 


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"CI POSSONO COLPIRE" Usa, sparato il 1° missile Via alla guerra di Corea? Kim, l'Apocalisse è vicina

Stati Uniti-Corea del Sud, lancio di missili: risposta a...



Stati Uniti e Corea del Sud rispondono al regime comunista di Pyongyang. Dopo il lancio di un missile balistico intercontinentale da parte della Corea del Nord - vettore in grado di colpire l'Alaska -, dalle basi Usa e sudcoreane situate proprio in Corea del Sud, sono stati lanciati alcuni missili di precisione in acque territoriali di Seul. La notizia è stata riferita da autorità militari statunitensi: l'ottavo battaglione di stanza nell'area ha riferito che il lancio di missili è stata una risposta diretta al lancio nordcoreano, una prova di forza volta a dimostrare il sostegno statunitense all'alleato sudcoreano. La guerra, dunque, è sempre più vicina.

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Dopo l'ultimo test orchestrato da Kim Jong-un, gli Stati Uniti hanno chiesto al Consiglio di sicurezza Onu una riunione d'emergenza. Il punto è che per la prima volta anche Washington ha ammesso che il regime comunista ha utilizzato un missile in grado di colpire gli Stati Uniti. "Hanno usato un missile intercontinentale", ha affermato chiaro e tondo il Pentagono. Una svolta, dunque, che gli stessi americani sono stati costretti a riconoscere. Tanto che anche Rex Tillerson, il segretario di Stato a stelle e strisce, ha invocato una "azione globale" contro il regime di Pyongyang. "Ogni Paese - ha affermato Tillerson - deve dimostrare che la Corea del Nord subirà delle conseguenze". Un chiaro riferimento alla Cina, accusata neppur troppo velatamente di fare poco e nulla contro la Corea del Nord.

Pensioni, maxi-buco da 2 mld di euro. Psicosi: chi rischia di non ricevere più i soldi

Pensioni, la grana del cumulo contributivo: mancano due miliardi



Mancano all'appello due miliardi di euro. Che non si sa come e da dove far saltare fuori. Sono quelli che servirebbero per la copertura finanziaria del cosiddetto cumulo contributivo, esteso dall'ultima legge di Stabilità anche per i professionisti (medici, ingegneri, avvocati e via dicendo), che abbiano nel corso della loro vita lavorativa effettuato versamenti contributivi all'Inps ma anche ad altre gestioni previdenziali e che ora vogliano unificare le quote per andare in pensione prima o per avere una pensione più alta. Tutto questo gratuitamente e non con i costi esorbitanti delle ricongiunzioni.

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L'estensione di questa possibilità anche ai professionisti riguarda centinaia di migliaia di lavoratori. Solo la cassa degli ingegneri e architetti (Inarcassa) ha fatto presente che sono circa 65mila i professionisti delle due categorie interessati, per un onere di 550 milioni di euro. E si parla solo di una cassa. Come riporta il quotidiano Il Giorno, i tecnici dell'Adepp (Associazione degli enti provatizzati) hanno fatto una stima dei costi complessivi che supera i due miliardi di euro.

Il pasticcio è dovuto al fatto che quando la misura è stata introdotta nella legge di Bilancio, ai ministeri del Lavoro e dell'Economia hanno previsto una copertura finanziaria pari a meno di 100 milioni di euro per l'anno in corso. E ora non sanno dove e come trovare la montagna di risorse che manca. Secondo indiscrezioni riportate sempre da Il Giorno, i tecnici dei due ministeri che fanno capo a Poletti e Padoan sarebbero alla ricerca di un cavillo che faccia saltare il congegno o che lo renda talmente inutilizzabile da vanificarlo. A danno di centinaia di migliaia di professionisti che stanno aspettando di presentare la domanda.