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giovedì 2 febbraio 2017

Napoli Centro immigrati, l'orrore sessuale: cos'ha fatto la bestia a una 62enne: stava nell'hotel extra lusso

Napoli, immigrato nigeriano stupra operatrice di 62 anni



Un immigrato nigeriano di 25 anni, ospite di un centro accoglienza allestito nel lussuoso Hotel Le Chateau di Giugliano (Napoli), è stato accusato di avere sequestrato e violentato una operatrice di 62 anni. Il ragazzo è stato arrestato dai Carabinieri. 

Nel corso delle prime indagini è stato accertato che si era introdotto nell'ufficio della donna e dopo aver bloccato la porta aveva cominciato a compiere atti sessuali sulla operatrice. Durante la violenza un'altra operatrice ha bussato alla porta e il 25enne ha fatto si che la vittima aprisse, per non destare sospetti. La seconda signora ha intuito che stava accadendo qualcosa di grave dallo sguardo terrorizzato della 62enne e ha dato l'allarme chiamando subito il 112. Giunti sul posto i Carabinieri hanno liberato la vittima e bloccato il soggetto, che dopo le formalità di rito è stato portato al carcere di Poggioreale.

Italia: sì ai clandestini, via i cristiani Documento vergogna: ci suicidiamo

L'Italia accoglie i clandestini e caccia i cristiani: così il Paese si sta suicidando


di Tommaso Montesano



Vorrà dire che anche un operaio ucraino si imbarcherà in Libia, visto che l’unico modo per entrare in Italia è farlo illegalmente.

Paradossi delle politiche sull’immigrazione: da una parte l’Italia, e l’Unione europea, accusano Donald Trump di discriminazione per il bando anti-islam; dall’altra Roma, e quindi Bruxelles, ormai da anni fanno altrettanto ai danni di chi musulmano e africano non è. Come gli ucraini, appunto, ma anche i moldavi, i filippini e i peruviani, tradizionali bacini etnici dove pescare domestici e badanti. Tutti bloccati dal «decreto flussi» del governo, che di fatto ha azzerato l’immigrazione legale, regolata dalle quote che ogni anno il ministero dell’Interno, di concerto con il ministero del Lavoro, assegna per tipologie di ingressi (etnie e categorie professionali), a tutto vantaggio degli arrivi irregolari.

Il Testo unico sull’immigrazione del 1998 prevede che il Viminale, ogni dodici mesi, elabori la tabella con gli ingressi consentiti sul territorio nazionale. Si tratta di uno strumento non solo per governare il flusso migratorio, aprendo le porte solo alle persone di cui effettivamente c’è bisogno - dal punto di vista lavorativo - ma anche per rafforzare i rapporti bilaterali con i Paesi di provenienza dei migranti, conditio sine qua non per rendere effettivi i rimpatri degli irregolari.


STRUMENTO BLOCCATO
Peccato che da almeno due anni questo strumento per favorire l’immigrazione a basso impatto sociale - per la maggior parte rivolta a cittadini dell’Est e a lavoratori di religione cristiana del Sudamerica - sia sostanzialmente fermo. Il «decreto flussi» per il 2017, che sarà emanato a breve, non dovrebbe discostarsi da quello varato per il 2016. Dovrebbero essere circa 30mila i lavoratori extra-Ue cui l’Italia aprirà le porte legalmente. Nel 2016 erano stati 30.850. In questo numero, però, sono comprese sia le conversioni, «in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e per lavoro autonomo, di permessi di soggiorno rilasciati ad altro titolo», sia le ammissioni «per motivi di lavoro subordinato stagionale».

Quest’ultima voce, secondo le prime bozze del decreto per il 2017, dovrebbe assorbire circa 17mila ingressi previsti per il nuovo anno. Per tutti gli altri a caccia di un permesso di soggiorno non stagionale, i posti a disposizione dovrebbero essere, nella migliore delle ipotesi, un migliaio. Tutto questo mentre l’immigrazione senza regole, di origine musulmana, continua: a ieri erano già 4.504 gli stranieri sbarcati sulle nostre coste dall’inizio dell’anno. Numeri di poco inferiori a quelli registrati, nello stesso periodo, nel 2016 (5.273), quando alla fine furono 181.436 i richiedenti asilo entrati in Italia. Il numero più alto mai registrato. Insomma, per chi non proviene da Africa e Medio Oriente entrare in Italia per lavorare in pianta stabile nel nostro Paese sarà praticamente impossibile. A meno di non varcare i confini nazionali, ecco il paradosso, attraversando il Mediterraneo grazie agli scafisti.


LA DENUNCIA
«Una persona che vuole entrare rispettando le regole non può entrare. Questa gestione del fenomeno è tutta sbagliata. I più arrabbiati di tutti sono i migranti regolari», attacca Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia. Dorota Shkurashivska, presidente dell’associazione Azazello, un’associazione di stranieri dell’est Europa, soprattutto ucraini, residenti in Italia, conferma: «L’Italia respinge gli europei ucraini, moldavi, bielorussi e gli altri cristiani del Sudamerica o delle Filippine, ma in compenso accoglie a braccia aperte africani e musulmani che arrivano tramite la Libia».

Altro che Trump. «Da anni l’Italia e la Ue favoriscono l’immigrazione africana e musulmana a scapito degli immigrati che provengono dal resto del mondo. Questa non si chiama discriminazione etnica e religiosa?», si chiede la donna. Oltretutto in Ucraina, notizia di ieri, continua l’offensiva russa nel Donbass. Il ministero degli Esteri di Kiev ha denunciato l’uso, da parte di Mosca, di armi vietate dagli accordi internazionali. «E questa non sarebbe guerra? Va finire che i miei connazionali non avranno altra scelta che quella di provare a entrare irregolarmente». Per Dorota Shkurashivska l’immobilismo sul fronte dei flussi ha una spiegazione semplice: «Tutta l’immigrazione viene assorbita da chi sbarca illegalmente in Italia».

La brutta storia di molestie a scuola Ministro Fedeli, arriva un'altra botta

La brutta storia di molestie a scuola Ministro Fedeli, arriva un'altra botta



"Sento il bisogno di rivolgermi a lei perché ho perso fiducia nell’istituzione che prima di tutte deve accogliere e tutelare i nostri ragazzi: la scuola". Nella drammatica lettera pubblica uscita sul Corriere del Mezzogiorno un genitore scrive al titolare dell'Istruzione Valeria Fedeli per raccontare la vicenda che ha coinvolto la figlia, che, dice, "oggi una quindicenne distrutta, svuotata, insicura".

"Tutto è cominciato nell’aprile del 2015 - racconta il papà - quando un suo professore ha iniziato a molestarla e perseguitarla. L'ha isolata dai suoi amici. Ovviamente la ragazzina ha cominciato a non studiare, a dimenticare, lei, la più brava della classe. Non capivo il perché e me ne faccio una colpa. Questo dolore lo porto dentro. Una notte, erano le tre, sento lo squillo del cellulare della mia bambina. Alle 3 di notte? Approfitto che lei vada in bagno, prendo il telefono e scopro che è lui, il professore. Chiedo spiegazioni e a quel punto mia figlia crolla, tra le lacrime, mi racconta che sono mesi di persecuzione, che l’abbraccia e la bacia davanti a tutti. E mi dice la cosa peggiore di tutte: non te l’ho detto perché ho solo te, non ho più la mamma, se perdo anche te mi metteranno in orfanotrofio. Ho pensato di morire, in quel momento". "Siamo andati dai carabinieri", che hanno "accertato che questa bestia in soli due mesi le ha fatto più di tremila telefonate, le ha inviato più di 600 messaggi", spiega ma "mentre il pubblico ministero ha chiesto gli arresti domiciliari, il gip ha disposto soltanto il divieto di avvicinamento".

 "Ancor più grave è il fatto che quell’uomo continua a insegnare nella stessa scuola", denuncia il genitore. "Sta lì, continua a insegnare ai nostri figli. Che razza di legge consente una cosa del genere? Di chi possiamo ancora fidarci?", aggiunge, e conclude: "Mia figlia è sola in questa storia: non ha la mamma, non ha amici. Ha dovuto cambiare liceo e città. Lei, lui invece no. Lo trova giusto?".

"Re" Napolitano: "Non si deve votare" Massacrato: Salvini, una frase terminale

Il vizio rosso di Napolitano: "Meglio non votare". Salvini lo massacra: "Traditore, ti devono processare"



"Nei Paesi civili alle elezioni si va a scadenza naturale e a noi manca ancora un anno. In Italia c'è stato un abuso del ricorso alle elezioni anticipate". Non è più presidente in carica, ma Giorgio Napolitano mantiene quel suo vizietto: rinviare il più a lungo possibile le urne. Intercettato dai cronisti in Senato, al presidente emerito scappa una riflessione sullo scenario politico destinata a far discutere, e molto. "Bisognerebbe andare a votare o alla scadenza naturale della legislatura, o quando mancano le condizioni per continuare ad andare avanti - spiega con calma Re Giorgio -. Per togliere le fiducia ad un governo, deve accadere qualcosa. Non si fa certo per il calcolo tattico di qualcuno". Una bella mazzata per Matteo Renzi, che Napolitano quand'era al Quirinale ha accompagnato per mano fino a Palazzo Chigi e che ora scarica, servendo un assist a Gentiloni, Mattarella, D'Alema e anche a Berlusconi.

Non è un caso che i più inviperiti con Napolitano siano i leghisti, tra i più accesi sostenitori del ritorno al voto, con qualsiasi legge elettorale. "Nei Paesi civili - nota polemicamente Matteo Salvini - chi tradisce il proprio Popolo viene processato, non viene mantenuto a vita come parlamentare, presidente e senatore". Per chiarire il concetto, su Facebook e Twitter parte l'hashtag #napolitanovergogna. E Roberto Calderoli rincara la dose: "Napolitano sostiene che in un Paese civile si vota alla scadenza naturale della legislatura? Caro presidente emerito in tutti i Paesi civili i cittadini scelgono chi deve governarli con il proprio voto, ci dica in quale Paese civile ci sono quattro premier consecutivi non votati dal popolo ma scelti dal palazzo? In quale paese civile è dal 2011 che non c'è un premier scelto dal popolo? E già che ci siamo in quale paese civile un ex presidente della Repubblica continua a voler fare il presidente in carica?". 

"O fai così o addio Pd: andiamo via" Bersani sbrocca: "Renzi, basta ca..."

Bersani, ultimatum a Renzi: "Senza il Congresso, scissione Pd"



Dopo settimane di chiacchiere, voci e indiscrezioni, Pierluigi Bersani lo dice chiaro e tondo: la scissione è una opzione. "Se Renzi forza, rifiutando il Congresso e una qualunque altra forma di confronto e di contendibilità della linea politica e della leadership per andare al voto, è finito il Pd". Non erano voci, dunque: il presunto smacchiatore di giaguari vuole rompere davvero e rifarsi il suo partitino, la cosa rossa. Chiarissimo il diktat: senza congresso il Pd si spacca. E ora, con il voto a giugno che pare un'opzione praticabile (e chiesta a gran voce proprio da Renzi) i tempi per un eventuale congresso si accorciano in modo netto.

Bersani lancia la sua sfida in un'intervista all'Huffington Post, dove aggiunge anche che in caso di scissione "non nasce la cosa 3 di D'Alema, di Bersani o di altri, ma un soggetto ulivista, largo plurale, democratico". Il ritorno all'Ulivo, insomma. E ancora, all'ex premier, con tono sprezzante: "Non incontro Renzi, parlo in pubblico. E mi piacerebbe farlo nel Pd, dove è preoccupante il restringimento degli spazi democratici". Quando nell'intervista si ricorda a Bersani che Renzi afferma che il Congresso, dopo il 4 dicembre, non lo ha voluto la minoranza, lui risponde: "Cazzate. Scriva così che non si scandalizza nessuno. Vogliamo dirci la verità? Per anticipare il Congresso servono le dimissioni del segretario. Evidentemente qualcuno non si vuole dimettere, e infatti il Congresso anticipato non l'ha mai proposto. Ora dico io: chiamalo come vuoi, Congresso, primarie, ma un luogo di confronto e di contendibilità lo chiedo".

mercoledì 1 febbraio 2017

Incontriamoci in Curia: intervista a don Stefano Rega / Video

 Intervista al Direttore della Pastorale delle Vocazioni in vista della Giornata Vocazionale per i Giovani di domenica 12 febbraio 2017


intervista di don Francesco Riccio
a cura di Gaetano Daniele



In occasione della Giornata Vocazionale per i Giovani, in programma domenica 12 febbraio 2017 al Seminario Vescovile di Aversa, “Incontriamoci in Curia” oggi accende i riflettori sull’Ufficio per la Pastorale delle Vocazioni, intervistando il direttore Mons. Stefano Rega.

“C’è una grande sinergia con gli altri uffici della curia”, ci racconta Mons. Rega, “insieme si è deciso di focalizzare l’incontro vocazionale di domenica prossima sul tema che sarà al centro del Sinodo del 2018: giovani, fede e discernimento vocazionale”. Illuminati nella riflessione dal contributo di Don Armando Matteo, docente di teologia fondamentale e autore del libro “La prima generazione incredula”, il confronto con le giovani generazioni verterà sul punto centrale del prossimo Sinodo, ma anche sull’interessante indagine che lo stesso don Armando ha svolto nel suo testo, un’indagine sui giovani che, più che essere contro Dio, sono senza Dio, famiglia, lavoro.

“Confronto, dunque, ma anche ascolto, seguendo le indicazioni che ci hanno dato la Chiesa e il nostro vescovo, Mons. Angelo Spinillo: metterci in ascolto dei nostri giovani e lavorare non per loro, ma insieme a loro”, conclude Mons. Rega.

3 febbraio 2017: come cambia l’Istituto Caracciolo di Aversa

3 febbraio 2017: come cambia l’Istituto Caracciolo di Aversa



a cura di Gaetano Daniele



In occasione dell’Open Day verrà ufficialmente presentato l’ampliamento dell’offerta formativa

Venerdì 3 febbraio 2017, dalle ore 10:30 alle ore 12:30, la comunità scolastica dell'Istituto Paritario "Card. Innico Caracciolo" apre le proprie porte in occasione dell’Open Day.

Non è la prima volta che l’Istituto Scolastico che ha sede nel Seminario Vescovile di Aversa organizza un evento finalizzato a far conoscere più da vicino le attività curriculari ed extracurriculari riguardanti il percorso formativo intrapreso dagli studenti.

Quest’anno, però, l’Open Day assume un’importanza particolare perché, nell’occasione, il Coordinatore Didattico del “Caracciolo”, don Carlo Villano, presenterà ufficialmente l'ampliamento dell'offerta formativa e la riorganizzazione del tempo scuola. Novità sostanziali, dunque, che riguarderanno tanto il Liceo Classico quanto il Liceo Scientifico.

Dopo la conferenza, che vedrà la presenza del Vescovo di Aversa S. E. Mons. Angelo Spinillo, spazio alla visita guidata che vedrà gli alunni dell’istituto condurre i presenti alla scoperta delle aule scolastiche, della Biblioteca Paolo VI e della Pinacoteca, dove ci si soffermerà per ammirare le preziose opere qui conservate.