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giovedì 2 febbraio 2017

Italia: sì ai clandestini, via i cristiani Documento vergogna: ci suicidiamo

L'Italia accoglie i clandestini e caccia i cristiani: così il Paese si sta suicidando


di Tommaso Montesano



Vorrà dire che anche un operaio ucraino si imbarcherà in Libia, visto che l’unico modo per entrare in Italia è farlo illegalmente.

Paradossi delle politiche sull’immigrazione: da una parte l’Italia, e l’Unione europea, accusano Donald Trump di discriminazione per il bando anti-islam; dall’altra Roma, e quindi Bruxelles, ormai da anni fanno altrettanto ai danni di chi musulmano e africano non è. Come gli ucraini, appunto, ma anche i moldavi, i filippini e i peruviani, tradizionali bacini etnici dove pescare domestici e badanti. Tutti bloccati dal «decreto flussi» del governo, che di fatto ha azzerato l’immigrazione legale, regolata dalle quote che ogni anno il ministero dell’Interno, di concerto con il ministero del Lavoro, assegna per tipologie di ingressi (etnie e categorie professionali), a tutto vantaggio degli arrivi irregolari.

Il Testo unico sull’immigrazione del 1998 prevede che il Viminale, ogni dodici mesi, elabori la tabella con gli ingressi consentiti sul territorio nazionale. Si tratta di uno strumento non solo per governare il flusso migratorio, aprendo le porte solo alle persone di cui effettivamente c’è bisogno - dal punto di vista lavorativo - ma anche per rafforzare i rapporti bilaterali con i Paesi di provenienza dei migranti, conditio sine qua non per rendere effettivi i rimpatri degli irregolari.


STRUMENTO BLOCCATO
Peccato che da almeno due anni questo strumento per favorire l’immigrazione a basso impatto sociale - per la maggior parte rivolta a cittadini dell’Est e a lavoratori di religione cristiana del Sudamerica - sia sostanzialmente fermo. Il «decreto flussi» per il 2017, che sarà emanato a breve, non dovrebbe discostarsi da quello varato per il 2016. Dovrebbero essere circa 30mila i lavoratori extra-Ue cui l’Italia aprirà le porte legalmente. Nel 2016 erano stati 30.850. In questo numero, però, sono comprese sia le conversioni, «in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e per lavoro autonomo, di permessi di soggiorno rilasciati ad altro titolo», sia le ammissioni «per motivi di lavoro subordinato stagionale».

Quest’ultima voce, secondo le prime bozze del decreto per il 2017, dovrebbe assorbire circa 17mila ingressi previsti per il nuovo anno. Per tutti gli altri a caccia di un permesso di soggiorno non stagionale, i posti a disposizione dovrebbero essere, nella migliore delle ipotesi, un migliaio. Tutto questo mentre l’immigrazione senza regole, di origine musulmana, continua: a ieri erano già 4.504 gli stranieri sbarcati sulle nostre coste dall’inizio dell’anno. Numeri di poco inferiori a quelli registrati, nello stesso periodo, nel 2016 (5.273), quando alla fine furono 181.436 i richiedenti asilo entrati in Italia. Il numero più alto mai registrato. Insomma, per chi non proviene da Africa e Medio Oriente entrare in Italia per lavorare in pianta stabile nel nostro Paese sarà praticamente impossibile. A meno di non varcare i confini nazionali, ecco il paradosso, attraversando il Mediterraneo grazie agli scafisti.


LA DENUNCIA
«Una persona che vuole entrare rispettando le regole non può entrare. Questa gestione del fenomeno è tutta sbagliata. I più arrabbiati di tutti sono i migranti regolari», attacca Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia. Dorota Shkurashivska, presidente dell’associazione Azazello, un’associazione di stranieri dell’est Europa, soprattutto ucraini, residenti in Italia, conferma: «L’Italia respinge gli europei ucraini, moldavi, bielorussi e gli altri cristiani del Sudamerica o delle Filippine, ma in compenso accoglie a braccia aperte africani e musulmani che arrivano tramite la Libia».

Altro che Trump. «Da anni l’Italia e la Ue favoriscono l’immigrazione africana e musulmana a scapito degli immigrati che provengono dal resto del mondo. Questa non si chiama discriminazione etnica e religiosa?», si chiede la donna. Oltretutto in Ucraina, notizia di ieri, continua l’offensiva russa nel Donbass. Il ministero degli Esteri di Kiev ha denunciato l’uso, da parte di Mosca, di armi vietate dagli accordi internazionali. «E questa non sarebbe guerra? Va finire che i miei connazionali non avranno altra scelta che quella di provare a entrare irregolarmente». Per Dorota Shkurashivska l’immobilismo sul fronte dei flussi ha una spiegazione semplice: «Tutta l’immigrazione viene assorbita da chi sbarca illegalmente in Italia».

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