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sabato 28 gennaio 2017

CHI COMANDA DAVVERO Boschi, le mani sul governo Gentiloni ko: che gli ha fatto

Le mani della Boschi sul governo: le sue mosse, Gentiloni al tappeto



Un colpaccio per la Boschi. Anzi, un doppio colpo. L'ex ministro, oggi sottosegretario del governo, avrebbe fatto due promozioni illustri. Secondo Il Giornale, si tratta di due esperti giuristi alla guida del Dipartimento affari giuridici e legislativi (Dagl) della Presidenza del Consiglio. Sono l'avvocato dello Stato e consigliere del Gestore dei servizi energetici (Gse), Carlo Sica, e del consigliere di Stato ed ex commissario dell'Autorità per l'energia, Luigi Carbone. Il primo è stato capo vicario del dipartimento negli anni scorsi per il secondo governo Berlusconi e ha lavorato anche per gli esecutivi di D'Alema, Prodi, Letta e Renzi.

Se le nomine andassero davvero a buon fine, la Boschi rafforzerebbe ulteriormente il proprio potere. Il Dagl, infatti, era occupato fino al mese scorso da Antonella Manzione, il capo dei vigili di Firenze portato da Matteo Renzi a Roma e poi traslocato al Consiglio di Stato. Il premier Paolo Gentiloni aveva inizialmente stoppato il primo blitz di Boschi impedendole di avvicendare Manzione (con cui non era mai stata in sintonia) con il suo fedelissimo ex capo del legislativo Cristiano Ceresani. Difficile sarà opporsi in questo caso vista la grossa caratura dei nomi. La Boschi, secondo Il Giornale, mira ad ampliare la propria sfera di influenza. In questo senso si avvale della collaborazione dell'avvocato d'affari romano Andrea Zoppini, suo uomo di fiducia, che le avrebbe proposto i candidati. 

OLTRE IL NAZARENO FI diventa comunista Il patto con la Camusso

Forza Italia appoggia la Cgil sulla Carta dei diritti universali del lavoro



Sono trascorsi (ieri) 23 anni da quel 26 gennaio 1994 in cui Silvio Berlusconi annunciò in tv la sua discesa in campo con il famosissimo "L'Italia è il Paese che amo". Agli italiani, il Cavaliere sentiva "il dovere civile di offire al Paese un'alternativa credibile al governo delle sinistre e dei comunisti". Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, c'è stato (c'è tuttora?) un patto "del Nazareno" col Pd, ossia con la versione renziana di quelle "sinistre".

Con la Cgil, invece, nisba. Sempre su due sponde opposte. Almeno fino a ieri. Quando Forza Italia ha emanato un comunicato, come riporta Il Fatto Quotidiano, in cui spiega che "chiederà di incardinare quanto prima la legge di iniziativa popolare sulla 'Carta dei diritti universali del lavoro' per cui la Cgil (sì proprio quella della Camusso, ndr) ha raccolto 1,2 milioni di firme. E' ora di riaprire la discussione sui temi del lavoro". Il tutto, riporta sempre Il Fatto, dopo un incontro tra i forzisti Renata Polverini, Sestino Giacomoni e Gabriella Giammanco con Susanna Camusso. Sì, proprio quella della Cgil.

"Renzi, sei fuori come un balcone" Feltri scatenato, Matteo demolito

Vittorio Feltri: "Renzi è fuori come un balcone"


di Vittorio Feltri



Matteo Renzi è contento perché immagina che la questione della legge elettorale (tema che alla gente comune e perfino a me non importa un accidente) sia in via di risoluzione e a giugno si possa andare a votare. Fossi in lui non sarei tanto ottimista dato che ci vorrà un mese prima che la Corte costituzionale pubblichi le motivazioni della sentenza. Cosicché si giungerà a marzo per iniziare a studiare un nuovo sistema che vada bene alla Camera e al Senato, secondo i desideri del capo dello Stato e della stessa Consulta.

Quanto tempo occorrerà al Parlamento per raggiungere un accordo, scrivere il testo (preferibilmente senza errori) e approvarlo? Tre mesi non saranno sufficienti, conoscendo i nostri polli. Pertanto l'idea di aprire i seggi a giugno sembra campata in aria.

Ma al di là di queste considerazioni ovvie, basate sull'esperienza, chiedo all'ex presidente del Consiglio quale sia il vantaggio di anticipare di un semestre le consultazioni.

Non conviene addentrarsi troppo nelle questioni tecniche che incitano alla fuga sia i lettori che gli elettori, visto che sono già abbastanza nauseati della politica, come risulta da ogni indicatore.

Non siamo stupidi perché non comprendiamo la fretta di votare del segretario Pd. Non la comprendiamo per il semplice fatto che lui non ne spiega la ratio. Oddio sappiamo che ha urgenza di rientrare in gioco e di mettersi alla prova nella speranza di riconquistare il potere e di vendicarsi di coloro che lo hanno buttato in un angolo. Ma si tratta di motivazioni psicologiche che non hanno nulla di razionale.

Oggi (e probabilmente anche domani) i democratici dispongono di un patrimonio di consensi pari al 30 per cento. Una cifra che non fa scattare il premio di maggioranza, la soglia per ottenere il quale è del 40 per cento. Mancano dieci punti. Dove intende raccattarli caro Matteo? Non credo si illuda che qualcuno glieli regali e si autocandidi a sparire dalla circolazione.

Indubbiamente lei è incline a rottamare amici e nemici, ma non pretenderà che ci siano in giro dei volontari che si offrono quali vittime. I soli in grado di aiutarla sono Verdini e Alfano, ragazzi vispi e generosi, ma purtroppo per loro (e per Renzi) non hanno nel cassetto tanti suffragi da donare al leader del Pd. Certamente se anziché un sistema proporzionale ce ne dessimo uno maggioritario, sarebbe meno ardua la operazione per strappare in Italia una maggioranza renziana. Ma al momento un mutamento radicale della legge non è ipotizzabile, tanto più che Berlusconi un giorno sì e l'altro pure dichiara che il proporzionale sarebbe una panacea. Per me sarebbe una idiozia, ma io conto quanto il due di briscola.

Scusi caro Renzi ma lei è sicuro di stare bene? A me dà l'impressione di essere fuori di testa. La sconfitta, per altro cercata con puntiglio, perché lei si è ostinato ad abolire il bicameralismo a parole, ma in pratica lo ha confermato mantenendo in vita un aborto di Senato (un controsenso), le ha fatto perdere la sinderesi e non solo la poltrona.

Parecchi stupidi mi hanno accusato di essere renziano, in realtà non lo sono mai stato, ma se lei fosse stato un po' feltriano, appena appena, oggi sarebbe ancora a Palazzo Chigi. Invece si è fatto prendere da una sorta di delirio di onnipotenza e ha inanellato una serie di sciocchezze evitabilissime. Alle quali ora si aggiunge la fregola di correre a votare quando mancano i presupposti per vincere.

Si dia una calmata e si impegni a sistemare il partito e a renderlo più serio, poi cerchi eventualmente qualche alleato affidabile, e solo a ristrutturazione avvenuta tenti l'avventura elettorale senza rompersi le ossa in manovre velleitarie. Non ci vuole molto, un annetto. La gatta che non ha pazienza fa i micetti ciechi.

venerdì 27 gennaio 2017

"Più burqa e meno tacchi...": l'islam all'Università, a Milano

"Più burqa e meno tacchi": lezioni di Islam all'Università Cattolica di Milano



Aria di novità presso l'Università Cattolica di Milano, situata a pochi metri dalla Basilica di Sant'Ambrogio, baluardo del cattolicesimo ambrosiano in Italia. Gabriele Iungo, italiano di fede musulmana parecchio conosciuto a Milano, sarà infatti uno dei nuovi docenti di un master di storia, istituzioni e norme.

Il giovane, riporta il Giornale, è stato visto di recente a Torino, a un convegno dedicato ai "Luoghi di culto nello spazio urbano della super diversità", dove Iungo è intervenuto sul tema "Moschea e madrasa: culto e cultura nei processi di integrazione civile e di contrasto all'integralismo".

Durante il suo discorso ha fatto molto discutere una frase sulla figura della donna, una contrapposizione tra donna musulmana e una invece occidentale; la prima, secondo Iungo, è "culturalmente educata a coprire il capo con un velo, con dignità regale", mentre la seconda è "socialmente costretta a camminare sui tacchi con penosa difficoltà". Alcune critiche sono sorte tra le donna musulmane laiche che hanno sempre combattuto contro l'oscurantismo di stampo islamico, ma son valsi a ben poco i loro reclami dato che secondo l'associazione Giovani musulmani, nota per le sue vedute leggermente più ampie, Iungo ha completamente ragione e anzi, commenta: "In quest'epoca se una donna protegge la sua dignità indossa il velo".

Ma non è finito qui il delirio islamico e infatti durante il discorso sono stati toccati molti altri argomenti in modo abbastanza originale, come il disinteresse verso l'elezione di Trump ("é sempre il re dei re a governare"), oppure il terremoto, visto dal docente come naturale connessione con le recenti scelte politiche italiane. Insomma, Iungo ha espressamente detto che i tragici eventi degli ultimi mesi sono legati alle unioni civili, e Dio ora ci starebbe punendo. Paolo Branca, direttore del master di Iunga e prestigioso docente alla Cattolica, ha tessuto le lodi del giovane, che detiene tra le altre cose il primato di essere il primo musulmano a pubblicare un articolo su Avvenire.

Baby squillo, scandalo sessuale a Milano Il giro di ragazzini: chi trema adesso

Baby squillo, scandalo sessuale a Milano. Il giro di ragazzini: chi trema adesso


di Salvatore Garzillo



Insospettabili, incensurati, padri di famiglia con un lavoro rispettabile. Uomini dai 30 ai 60 anni, operai, commercianti, liberi professionisti, imprenditori. Sono tutti finiti nelle maglie dell'indagine della procura di Milano per un giro di prostituzione minorile in cui sono coinvolti ragazzini dai 12 ai 17 anni. Le loro prestazioni costavano dai 50 ai 100 euro ma a volte si accontentavano anche di abiti griffati, un paio di occhiali nuovi, una ricarica del cellulare.

È in questo modo che si alimentava la rete di prostituzione omosessuale scoperta dai carabinieri e che dopo un anno di lavoro ha portato all'emissione di un' ordinanza di custodia cautelare per prostituzione minorile nei confronti di nove italiani residenti tra Milano e Pavia (di cui due con precedenti specifici). Uno è all'estero in attesa di essere raggiunto dal mandato di cattura europeo, due sono in carcere, sei ai domiciliari, tra cui due indagati trovati in possesso di una pistola e di 60 grammi di cocaina e 700 pasticche di ecstasy. Droga che si ipotizza possa essere stata usata come merce di scambio per i rapporti sessuali.

L'inchiesta coordinata dal pm Andrea Fraioli è iniziata circa un anno fa quasi per caso, dopo un controllo dei carabinieri della stazione di Lainate a un uomo sorpreso in auto con un 12enne. L'automobilista provò a giustificarsi, cercò di convincere i militari che si era trattato di un equivoco ma i suoi tentativi di spiegare cosa stessero facendo assieme a quell'ora e in quel posto finì solo per peggiorare la sua situazione. Da quel momento si è lentamente delineato un mondo sommerso fatto di sfruttatori (altri 4 indagati oltre ai nove delle custodie) e minorenni smaliziati che si comportavano da professionisti del settore e che erano disposti a tutto «per elevare le proprie condizioni economiche e di vita», come hanno spiegato gli investigatori.

Nel provvedimento firmato dal gip Livio Cristofano si legge chiaramente che i ragazzini «versavano in una situazione di disagio sociale, economico ed esistenziale» e che pur di ottenere un guadagno «accettavano di prostituirsi con uomini di età matura». Ma i carabinieri aggiungono che «altre volte lo facevano solo per gioco, tanto per testare il proprio "appeal" sugli adulti». Stando a quanto emerge dagli atti, i ragazzini coinvolti nel giro erano quattro (uno di loro, però, non figura nelle imputazioni della misura cautelare), tra cui due sudamericani e un italiano e con età compresa tra i 12 e i 17 anni all'epoca dei fatti contestati. Sono nati tra il 2002 e il 1997 e, dunque, alcuni di loro ora sono maggiorenni.

Il contatto con i clienti avveniva tramite passaparola ma più spesso attraverso due siti di incontri. Quello con il maggior traffico di questo tipo si chiamava "Planet Romeo", un portale (al momento estraneo alla specifica vicenda giudiziaria) che nella sua homepage riporta questa descrizione: «Ci piacciono i ragazzi, proprio come a te! Quello che era nato come un sito amatoriale ora è diventato una delle più grandi community online del Pianeta per uomini gay, bisessuali e transgender! Scopri da solo il perché».

Belen e Stefano, addio per sempre Ecco quanti soldi le deve dare lui

Belen e Stefano si separano: lui deve darle mille euro al mese




Si sono detti ufficialmente addio Belen Rodriguez e Stefano De Martino. La showgirl argentina e il ballerino hanno infatti firmato la separazione consensuale in un'aula del Tribunale di Milano. Riporta il Messaggero che i due non si sono parlati, non si sono nemmeno guardati in faccia. Niente alimenti: Belen Rodriguez riceverà dall'ex marito mille euro al mese per le spese del piccolo Santiago. Che vivrà con la mamma a Milano. Il Tribunale deciderà anche sugli incontri: due fine settimana al mese, durante i quali sarà De Martino, residente a Roma, ad andare a Milano, per trascorrere due giorni con il bambino. Poi i canonici quindici giorni delle vacanze estive, ad agosto, e le feste alternate. Almeno così hanno concordato Belen e Stefano nel documento sottoscritto e presentato ai giudici. 

Sollecito, la vergogna e la vendetta: quanto vuole farsi pagare dallo Stato

Sollecito chiede un maxi risarcimento: "L'Italia mi deve 516 mila euro"



"Ingiusta detenzione": è con questa motivazione che Raffaele Sollecito ha chiesto allo Stato italiano un risarcimento per coprire i debiti creati a causa del delitto di Meredith Kercher, da cui è stato assolto. Durante un'intervista alla tv pubblica britannica Bbc, l'ex imputato chiede allo Stato Italiano "il massimo del risarcimento, all'incirca 516mila euro, ma comunque non è sufficiente a compensare quanto la mia famiglia ha speso. Sono passati 10 anni dall'inizio di questo incubo. Abbiamo dovuto vendere i nostri appartamenti ma abbiamo ancora dei debiti, all'incirca 400mila euro. Il risarcimento, quindi, servirebbe giusto a coprire i debiti ancora in piedi".

Si terrà domani, venerdì 27 gennaio, l'udienza della Corte d'Appello di Firenze in seguito alla richiesta di Sollecito. L'ex-studente pugliese però non sarà presente, saranno gli avvocati a curare i suoi interessi. Nell'intervista, Sollecito ha tenuto a sottolineare: "Spero che i giudici capiscano che il risarcimento servirebbe solo a ripulirmi dai debiti. La prima vittima dell'omicidio è stata Meredith, ma non è stata la sola. I genitori di Amanda, le nostre famiglie... ce ne sono molte altre, uccise dagli errori persecutori".