Visualizzazioni totali

sabato 28 gennaio 2017

"Renzi, sei fuori come un balcone" Feltri scatenato, Matteo demolito

Vittorio Feltri: "Renzi è fuori come un balcone"


di Vittorio Feltri



Matteo Renzi è contento perché immagina che la questione della legge elettorale (tema che alla gente comune e perfino a me non importa un accidente) sia in via di risoluzione e a giugno si possa andare a votare. Fossi in lui non sarei tanto ottimista dato che ci vorrà un mese prima che la Corte costituzionale pubblichi le motivazioni della sentenza. Cosicché si giungerà a marzo per iniziare a studiare un nuovo sistema che vada bene alla Camera e al Senato, secondo i desideri del capo dello Stato e della stessa Consulta.

Quanto tempo occorrerà al Parlamento per raggiungere un accordo, scrivere il testo (preferibilmente senza errori) e approvarlo? Tre mesi non saranno sufficienti, conoscendo i nostri polli. Pertanto l'idea di aprire i seggi a giugno sembra campata in aria.

Ma al di là di queste considerazioni ovvie, basate sull'esperienza, chiedo all'ex presidente del Consiglio quale sia il vantaggio di anticipare di un semestre le consultazioni.

Non conviene addentrarsi troppo nelle questioni tecniche che incitano alla fuga sia i lettori che gli elettori, visto che sono già abbastanza nauseati della politica, come risulta da ogni indicatore.

Non siamo stupidi perché non comprendiamo la fretta di votare del segretario Pd. Non la comprendiamo per il semplice fatto che lui non ne spiega la ratio. Oddio sappiamo che ha urgenza di rientrare in gioco e di mettersi alla prova nella speranza di riconquistare il potere e di vendicarsi di coloro che lo hanno buttato in un angolo. Ma si tratta di motivazioni psicologiche che non hanno nulla di razionale.

Oggi (e probabilmente anche domani) i democratici dispongono di un patrimonio di consensi pari al 30 per cento. Una cifra che non fa scattare il premio di maggioranza, la soglia per ottenere il quale è del 40 per cento. Mancano dieci punti. Dove intende raccattarli caro Matteo? Non credo si illuda che qualcuno glieli regali e si autocandidi a sparire dalla circolazione.

Indubbiamente lei è incline a rottamare amici e nemici, ma non pretenderà che ci siano in giro dei volontari che si offrono quali vittime. I soli in grado di aiutarla sono Verdini e Alfano, ragazzi vispi e generosi, ma purtroppo per loro (e per Renzi) non hanno nel cassetto tanti suffragi da donare al leader del Pd. Certamente se anziché un sistema proporzionale ce ne dessimo uno maggioritario, sarebbe meno ardua la operazione per strappare in Italia una maggioranza renziana. Ma al momento un mutamento radicale della legge non è ipotizzabile, tanto più che Berlusconi un giorno sì e l'altro pure dichiara che il proporzionale sarebbe una panacea. Per me sarebbe una idiozia, ma io conto quanto il due di briscola.

Scusi caro Renzi ma lei è sicuro di stare bene? A me dà l'impressione di essere fuori di testa. La sconfitta, per altro cercata con puntiglio, perché lei si è ostinato ad abolire il bicameralismo a parole, ma in pratica lo ha confermato mantenendo in vita un aborto di Senato (un controsenso), le ha fatto perdere la sinderesi e non solo la poltrona.

Parecchi stupidi mi hanno accusato di essere renziano, in realtà non lo sono mai stato, ma se lei fosse stato un po' feltriano, appena appena, oggi sarebbe ancora a Palazzo Chigi. Invece si è fatto prendere da una sorta di delirio di onnipotenza e ha inanellato una serie di sciocchezze evitabilissime. Alle quali ora si aggiunge la fregola di correre a votare quando mancano i presupposti per vincere.

Si dia una calmata e si impegni a sistemare il partito e a renderlo più serio, poi cerchi eventualmente qualche alleato affidabile, e solo a ristrutturazione avvenuta tenti l'avventura elettorale senza rompersi le ossa in manovre velleitarie. Non ci vuole molto, un annetto. La gatta che non ha pazienza fa i micetti ciechi.

Nessun commento:

Posta un commento