Sicari, dalle Olimpiadi alla paralisi in ospedale: "Aiutatemi, sto morendo"

Ieri atleta azzurra, oggi bloccata su di un letto d'ospedale, senza cure, vicina alla morte. Questa è la triste storia di Vincenza Sicari, 37 anni, che nel 2008 aveva raggiunto il picco della sua carriera, classificandosi 29esima nella maratona delle Olimpiadi di Pechino. Oggi, purtroppo, la sua vita è molto diversa. Come racconta il Tempo, Vincenza è su un letto dell'ospedale Sant'Andrea a Roma, senza possibilità di guarigione. Tutto è iniziato nel 2013 quando l'atleta ha cominciato ad accusare affaticamento muscolare, febbri spossanti e frequenti formicolii: i sintomi di un tumore al timo. Il lungo calvario è iniziato proprio dall'operazione per rimuovere il brutto male che è stato seguito da una polmonite e che l'ha portata, in seguito, ad essere paralizzata dal tronco in giù. A Milano, dal professor Mariani è arrivata una terribile sentenza: si tratta di un problema neuromuscolare del quale non si conoscono le cause. Niente diagnosi, niente cura.
Quello di Vincenza oggi è un grido di aiuto, un aiuto per la sua lotta continua, per la sua maratona più difficile, quella per la sopravvivenza: "Ho una mutazione genetica che sembrerebbe il primo caso in Italia, secondo quanto emerge dalle biopsie ma nessuno fa niente per curarmi. Ho 37 anni, sono ridotta a pesare 30 chili e non mi muovo più. [...] Spero che qualcuno dall'alto si renda conto di quello che sta succedendo e prenda in mano questa situazione. [...] Io voglio solamente ripetere gli esami, poi se qualcuno ha sbagliato in passato se la vedrà con gli avvocati. Sono sicura di non avere una malattia rara, questa è l'unica cosa che mi dà la forza di andare avanti". Vincenza, nonostante lo sconforto, non è sola: sono tantissime le iniziative per raccogliere fondi ogni anno, lo stesso presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha preso a cuore la vicenda, così come la Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera) e l'onorevole Matteo dell'Osso del Movimento 5 Stelle, affetto da sclerosi multipla. Ora si aspetta solo pazientemente che la domanda di Vincenza di essere trasferita al Policlinico di Tor vergata, per poter ripetere gli esami, venga accolta.