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giovedì 6 luglio 2017

Sorpreso mentre comprava cocaina, arrestata la star del cinema italiano. E in casa... / Guarda

Roberto Brunetti, arrestato Er Patata: sorpreso mentre acquistava cocaina



È stato arrestato l'attore Roberto Brunetti, celebre tra il grande pubblico col nome di "Er Patata": è finito in manette con l'accusa di detenzione di sostanze stupefacenti, nel dettaglio cocaina, fumo e hashish. Ad arrestarlo i carabinieri del nucleo operativo della Compagnia Trastevere: il giudice del tribunale monocratico di Roma ha disposto gli arresti domiciliari. Er Patata è stato sorpreso in strada mentre acquistava una dose di cocaina, e nei successivi controlli a casa, i militari hanno trovato un chilo di hashish e un chilo di marijuana. Mica noccioline. Già nel 2009 Brunetti era stato fermato in circostanze analoghe: gli trovarono 100 grammi di hashish nascosti sotto alla sella del motorino.

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Brunetti è celebre in particolare grazie alla partecipazione ad alcune commedie di grande successo di fine anni Novanta, quali Fuochi d'artificio di Leonardo Pieraccioni e Paparazzi di Neri Parenti (dove si presentava col suo soprannome). Nella sua carriera, anche produzioni più impegnate come Fatti della banda della Magliana e Romanzo criminale, entrambe del 2005 e tutte e due ispirate alle vicende della banda della Magliana. Dal 2012, anno in cui uscì nelle sale Il rosso e il blu, non è più apparso sul grande schermo. Per sedici anni è stato il compagno della collega Monica Scattini, ma la loro storia si è conclusa nel 2011

Caivano (Na): ESCLUSIVA CONSIGLIO COMUNALE - Fissato per domani 7 luglio ore 19:00

ESCLUSIVA CONSIGLIO COMUNALE - Fissato per domani 7 luglio ore 19:00 


di Gaetano Daniele



Sarà un Consiglio comunale "infuocato" quello di domani, venerdì 7 luglio ore 19.00, presso l'edificio scolastico di Via Bellini - Rione Scotta - . In questi giorni sono state tante le voci che si sono alternate sul sindaco Simone Monopoli, rimasto ormai solo al comando, sulla sua giunta e sull'intero consiglio comunale. 

Allo stato attuale, il sindaco Simone Monopoli, non ha più una maggioranza di governo. E' rimasto solo. I consigli e le strategia adottate hanno prodotto questo: un totale fallimento politico. 

LA PROSPETTIVA SVIZZERA SULLE OBBLIGAZIONI.

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Due anni di litigi interni. Dopo la fuoriuscita "giusta" della Lista Civica La Svolta, anche Forza Italia, lascia la maggioranza, ma a differenza della Lista Civica La Svolta, la lascia con un piede dentro e uno fuori: appoggio esterno. "Valutiamo di volta in volta", hanno dichiarato. Un "do ut des?". Una presa di posizione che tende ancora una volta a paralizzare il Paese. 

Insomma, è vero che la Politica è anche Spot, ma qui siamo proprio al "fischio maschio senza raschio" a no: al "whisky maschio senza rischio" no no: al "whisky maschio senza raschio, col fischio". In breve, speriamo che domani, la politica non prenda un'altra volta fischi per fiaschi.

I punti all'ordine del giorno:

  • Mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio comunale 
  • Approvazione verbali seduta precedente
  • Interrogazioni ed interpellanze 
  • Bilancio stabilmente riequilibrato 
  • Determinazioni assunte dall'amministrazione comunale sui rilievi del Ministero degli Interni 
  • Approvazioni criteri per l'elaborazione del nuovo regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi
  • TARI 2017 Determinazione rate e scadenza di pagamento

QUINTA TAPPA Tour de France, pazzesco Fabio Aru, l'impresa d'orgoglio in salita: il trionfo dell'italiano

QUINTA TAPPA Tour de France, Fabio Aru vince in salite la quinta tappa



Fabio Aru si impone sul primo arrivo in salita del Tour de France. Il campione d’Italia ha vinto in solitaria la quinta tappa della Grande Boucle, la frazione di 160,5 km da Vittel a La Planche des Belles Filles. Lo scalatore dell’Astana è partito a poco più di 2 km dall’arrivo facendo il vuoto alle sue spalle. Secondo Daniel Martin a 16", terzo Chris Froome a 20", arrivato insieme a Richie Porte. Il britannico con questo piazzamento sottrae la maglia gialla dalle spalle del compagno di squadra Geraint Thomas.

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Bene anche il francese Romain Bardet, quinto, e il britannico Simon Yates, sesto, rispettivamente a 24" e 26" dal ciclista sardo. Ottavo posto per Alberto Contador, poco più indietro Nairo Quinta, a 34«. Decima l’ormai ex maglia gialla Geraint Thomas, che ha ceduto nel chilometro finale. In classifica generale adesso il capitano del team Sky precede lo stesso Thomas, a 12", e Faio, risalito fino al terzo posto, a 14" da Froome. Domani è in programma la sesta tappa, una frazione adatta ai velocisti di 216 km da Vesoul a Troyes.

DOTTORE, ADESSO PARLO IO! Un nuovo strumento dà voce ai pazienti oncologici italiani

Un nuovo strumento dà voce ai pazienti oncologici italiani



di Matilde Scuderi



Il questionario americano per la valutazione degli effetti collaterali 'Patient reported outcomes - common terminology criteria for adverse event' (Pro-Ctcae) da oggi è disponibile in lingua italiana.

Nato sotto il segno dell'empowerment del paziente, il questionario americano 'Patient reported outcomes - common terminology criteria for adverse event' (Pro-Ctcae) è uno strumento di valutazione che permette agli individui colpiti da neoplasie di segnalare gli effetti collaterali delle terapie in piena autonomia, svincolandosi dalla mediazione del medico e fornendo dati utili alle ricerche cliniche. Fino ad oggi il Pro-Ctcae era disponibile solo in lingua inglese ma adesso, dopo due anni di intenso lavoro, è stata resa disponibile sul sito web del National cancer institute anche la versione italiana. Per mantenere intatta la funzionalità dello strumento è stato necessario verificare la sua adattabilità al contesto culturale e di linguaggio, assicurandosi mediante interviste cognitive con i pazienti che i termini usati fossero compresi e significassero per tutti la stessa cosa; e tutto questo è stato fatto tenendo conto di molteplici fattori: genere, età, grado di cultura. Insomma, una cosa non facile ma che è stata resa possibile grazie a una alleanza tra pazienti e ricercatori; alleanza che ha portato alla costituzione, nel 2014, dell’Italian Pro-Ctcae study group formato da: Federazione delle associazioni di volontariato oncologico (Favo), Istituto nazionale dei tumori di Napoli, Fondazione Smith Kline, ricercatori dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma, dell’Università statale di Milano, dell’ospedale policlinico San Martino di Genova e dell’università di Torino per l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), dell’ospedale di Cremona per il Gruppo oncologico italiano di ricerca clinica (Goirc) e del San Matteo di Pavia. La definizione della metodologia di validazione e l’analisi statistica dei dati è stata effettuata da Caterina Caminiti, ricercatrice dell'azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione di oltre 200 pazienti in 15 centri oncologici italiani, che hanno partecipato alle fasi di verifica della comprensione e validazione dello strumento da oggi disponibile, che ha richiesto la realizzazione di oltre 100 interviste dei pazienti a cura di Silvia Riva, dell’Università statale di Milano. “Abbiamo reso un servizio all’oncologia medica Italiana, dal momento che i Pro-Ctcae sono e saranno sempre più spesso usati negli studi clinici nazionali ed internazionali sui nuovi farmaci e la mancanza di una traduzione validata avrebbe di fatto escluso i centri Italiani dal contesto della ricerca più avanzata nei prossimi anni - spiega Francesco Perrone dell’Istituto nazionale tumori di Napoli - inoltre speriamo di superare la tendenza alla sottostima da parte dei medici delle tossicità con maggiore componente soggettiva. Non per negligenza, ma per le dinamiche tipicamente  insite nella relazione tra paziente e medico, che solo uno strumento apposito può superare”.

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Nei prossimi mesi, grazie alla collaborazione tra l’Italian Pro-Ctcae study group e la Federazione dei gruppi oncologici cooperativi italiani (Ficog) vedrà la luce un ampio studio che consentirà di validare ulteriormente lo strumento Italiano nelle diverse forme di tumore e con le diverse classi di farmaci antitumorali. “E soprattutto abbiamo uno strumento che migliora il rispetto per la persona malata poiché gli consente di essere al centro del processo valutativo dei nuovi farmaci, riportando in maniera diretta quanto gli effetti collaterali delle terapie oncologiche possono pesare sulla vita di tutti i giorni a livello relazionale, psico-fisico e in tutti i versanti dell’esistenza - afferma l’avvocato Elisabetta Iannelli, segretario generale Favo - grazie alla rilevazione effettuata mediante il  Pro-Ctcae, la rilevanza e la tollerabilità degli effetti collaterali di chemioterapia ed altre terapie oncologiche non saranno segnalati indirettamente dal curante ma direttamente dalla persona che li vive sulla propria pelle. Potrebbe accadere, infatti, che effetti come nausea o difficoltà di concentrazione possano essere avvertiti dal singolo paziente come fortemente invalidanti e pregiudizievoli per la propria qualità di vita  - conclude Iannelli - mentre per il curante gli stessi effetti potrebbero essere ritenuti meno rilevanti o gravi dal punto di vista strettamente clinico. È importante che ora il Pro-Ctcae venga utilizzato in tutte le sperimentazioni cliniche in ambito oncologico come strumento standard e ci auguriamo che le agenzie regolatorie e l'intera comunità scientifica ci aiutino a realizzare questo obiettivo”

SCHIAVI DEGLI SPECULATORI? Alta finanza, le relazioni pericolosissime del M5s Chi c'era al vertice / Foto

M5s, al loro convegno l'uomo di George Soros: sono al guinzaglio?


di Francesco De Dominicis 



Non è la prima volta che il Movimento Cinque Stelle flirta con l’alta finanza italiana e quella internazionale. E tra gli interlocutori privilegiati dei parlamentari pentastellati ci sono sempre gli alti funzionari di Mediobanca, una delle principali istituzioni finanziarie del nostro Paese. Sta di fatto che pezzi da novanta della finanza mondiale erano presenti, lunedì scorso, al super convegno organizzato dal vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, incidentalmente in corsa per indossare la giacca da candidato premier M5S.

Un evento assai lungo, dalle 8 e 30 della mattina fino alle 19, nel corso del quale hanno potuto dire la loro personaggi di spicco come il banchiere italiano Rainer Masera. Occhi puntati, in particolare, su Antonio Foglia, un nome non noto al grande pubblico, ma assai importante. Si tratta del fondatore della Banca del Ceresio, un super fondo con sede principale in Svizzera e diramazioni articolate anche a Londra. Foglia, tra altro, è al vertice di Quantum Endowment, uno dei fondi speculativi più importanti su scala globale, riconducibile a George Soros, che ha base nelle Antille Olandesi e nelle Isole Cayman, due paradisi fiscali.

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Secondo quanto risulta da fonti ben informate, tutte le principali banche italiane hanno mandato segugi e sherpa a seguire i lavori. L’evento è stato centrale. Tra i relatori, anche un manager assai noto nella finanza globale, come Jens Nordig, oggi amministratore delegato di Exante Data, con un passato nel colosso giapponese Nomura e nella major americana Goldman Sachs. I contatti tra l’alta finanza mondiale e il gotha dei Cinque Stelle deve sorprendere fino a un certo punto. Certo, per la base grillina tenere relazioni con gli avvoltoi finanziari, ritenuti i principali colpevoli della bufera e della crisi che va avanti dal 2008 è più di un affronto. Tuttavia, il Movimento fondato da Beppe Grillo è un soggetto politico ormai centrale nel panorama italiano e, a guardarla dal punto di vista dei cosiddetti poteri forti, non può essere ignorato né come (attuale) forza d’opposizione né come (futuro) pilastro di una possibile maggioranza di governo.

Eppure a novembre dello scorso anno, scattò la rivolta interna quando si seppe che due parlamentari grilline piuttosto in vista, Carla Ruocco e Barbara Lezzi, furono invitate a cena in un ristorante di Roma da alti dirigenti di Mediobanca (la più importante banca d’affari italiana), interessati a conoscere la «visione di governo» delle prime linee pentastellate. Uno studio dettagliato, quello del panorama politico del Belpaese, che portò gli analisti di Piazzetta Cuccia, già a marzo del 2016, a tratteggiare quella che - ancora oggi resta una delle possibili alleanze post elettorali: ovvero fondere assieme la borghesia inferocita capeggiata dalla Lega Nord di Matteo Salvini e il populismo che contraddistingue gli elettori «grillini».

Lo stesso Davide Casaleggio, punto di riferimento del Movimento, è ormai abituato a conversare con imprenditori, banchieri, esponenti della finanza. A maggio, per dire, si è seduto accanto ai megadirigenti di Microsoft, Ibm e Airbnb a un evento, nella Capitale, su internet organizzato dall’agenzia di stampa, tutt’ora di proprietà del gigante di Stato Eni. Contatti ben avviati anche con l’Enel, sempre per restare nel settore energetico, tra convenzioni firmate dai sindaci pentastellati e visite all’estero. I buoni rapporti coi salotti del Nord si sono concretizzati anche con le nomine del sindaco di Roma: Virginia Raggi ha piazzato il milanese Bruno Rota - un lungo trascorso a comandare l’azienda di trasporti di Milano, Atm - alla guida dell’Atac. Mentre ha lavorato in A2A (energia), Stefano Donnarumma, ora a capo di Acea. Qualcuno parla di scelta determinata solo dall’esperienza e la competenza. Altri azzardano manovre sottobanco e lottizzazioni.

LO SFOGO DELL'AVVOCATO Bossetti, il sospetto atroce: la prova che può salvarlo? Pazzesco, perché spunta ora

Brescia, la difesa di Bossetti attacca la procura di Bergamo: "Sul processo..."



Un sospetto che da tempo aleggia sul processo a carico di Massimo Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio adesso sta diventando una certezza secondo il suo avvocato difensore, Claudio Salvagni. L'arringa che domani sarà fatta in aula per il processo di Appello a Brescia non avrà i toni polemici che tutti si aspettano: "Sarà violenta - assicura l'avvocato - Bossetti è una vittima sacrificale".

Da giorni si parla del colpo a sorpresa da parte della difesa, quella foto satellitare del campo di Chignolo, dove era stato trovato il corpo di Yara. Da quello scatto realizzato il 24 gennaio 2011 non risulterebbe la presenza del corpo di Yara. L'accusa ha sempre sostenuto che Yara fosse morta la stessa sera in cui è scomparsa, il 26 novembre 2010, proprio in quel campo. Il suo corpo sarebbe stato trovato a febbraio 2011, ma un mese prima in quell'area non risulterebbe nulla. Per questo i difensori di Bossetti sono certi che tutto l'impianto accusatorio sia destinato a saltare.
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Ma c'è un altro colpo di scena, ben più preoccupante che l'avvocato Salvagni ha lanciato. Il sospetto diventato certezza non è tanto il ritrovamento della foto, ma "il fatto che della stessa fotografia la procura di Bergamo fosse già in possesso e ne abbia sempre negato l'esistenza, impedendo alla difesa di Bossetti di prenderne visione. Ce l'hanno nascosta. Salta fuori solo quando hanno saputo che l'avevamo. Come mai non era nel fascicolo del processo e neppure in quello del pm Letizia Ruggeri? Ecco perché - attacca l'avvocato - io oggi posso insinuare che in questa inchiesta ci sia stato un depistaggio".

Corea, frase atomica di Trump La minaccia dalla Russia Il caos: rischio guerra totale

La Russia minaccia Trump: "Soluzione militare in Nordcorea avrebbe..."



jean H. Lee è una ex inviata per l'Associated press a Pyongyang e oggi lavora come analista al Wilson center. Pochi come lei si intendono di Nordcorea e l'intervista che ha rilasciato a La Repubblica all'indomani del test balistico eseguito con successo dal governo di Pyongyang non lascia presagire nulla di buono. Sopratutto perchè, spiega, "Trump continua a invocare l'aiuto della Cina: ma è complicato. Che tipo di controllo ha davvero Pechino sul pericoloso vicino? Non è chiaro. E poi: chi potrebbe mai volere a Pechino il collasso di uno Stato pronto a inondare la regione di profughi? Oltretutto, per i predecessori di Kim Jong-un la Cina era tutto: protezione e sicurezza. Lui invece si sente più autonomo con la bomba". Certo, per la Nordcorea, la Cina continua ad essere un partner commerciale importante, come rivela il tweet diffuso oggi dal presidente Trump, che conferma in tutto i timori della lee riguardo al ruolo della Cina: "Il commercio tra Cina e Corea del Nord è cresciuto di quasi il 40% nel primo trimestre. Tantissimo per la Cina che lavora con noi. Ma dovevamo provarci!», ha scritto Trump.

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Una frase, quel "dovevamo provarci" che sembra lasciar intendere un seguito, con gli Stati Uniti che ormai da mesi apertamente minacciano un intervento armato contro il regime nordcoreano. Intanto, oggi, Russia e Cina presenteranno al Consiglio di sicurezza Onu la loro iniziativa congiunta per la soluzione della crisi nella penisola coreana, firmata ieri in occasione della visita a Mosca del presidente cinese Xi Jinping. Ma il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov non ha perso tempo nel lanciare un monito che suona quasi una minaccia agli Stati Uniti: "Per Russia e Cina è assolutamente chiaro che ogni tentativo di giustificare una soluzione bellica, usando le risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu come pretesto, è inaccettabile e porterà a conseguenze imprevedibili nella regione», ha ammonito Lavrov. Nella loro dichiarazione, Mosca e Pechino chiedono a Pyongyang lo stop ai test missilistici e a Washington e Seul di mettere fine alle esercitazioni militari congiunte.