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giovedì 6 luglio 2017

SCHIAVI DEGLI SPECULATORI? Alta finanza, le relazioni pericolosissime del M5s Chi c'era al vertice / Foto

M5s, al loro convegno l'uomo di George Soros: sono al guinzaglio?


di Francesco De Dominicis 



Non è la prima volta che il Movimento Cinque Stelle flirta con l’alta finanza italiana e quella internazionale. E tra gli interlocutori privilegiati dei parlamentari pentastellati ci sono sempre gli alti funzionari di Mediobanca, una delle principali istituzioni finanziarie del nostro Paese. Sta di fatto che pezzi da novanta della finanza mondiale erano presenti, lunedì scorso, al super convegno organizzato dal vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, incidentalmente in corsa per indossare la giacca da candidato premier M5S.

Un evento assai lungo, dalle 8 e 30 della mattina fino alle 19, nel corso del quale hanno potuto dire la loro personaggi di spicco come il banchiere italiano Rainer Masera. Occhi puntati, in particolare, su Antonio Foglia, un nome non noto al grande pubblico, ma assai importante. Si tratta del fondatore della Banca del Ceresio, un super fondo con sede principale in Svizzera e diramazioni articolate anche a Londra. Foglia, tra altro, è al vertice di Quantum Endowment, uno dei fondi speculativi più importanti su scala globale, riconducibile a George Soros, che ha base nelle Antille Olandesi e nelle Isole Cayman, due paradisi fiscali.

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Secondo quanto risulta da fonti ben informate, tutte le principali banche italiane hanno mandato segugi e sherpa a seguire i lavori. L’evento è stato centrale. Tra i relatori, anche un manager assai noto nella finanza globale, come Jens Nordig, oggi amministratore delegato di Exante Data, con un passato nel colosso giapponese Nomura e nella major americana Goldman Sachs. I contatti tra l’alta finanza mondiale e il gotha dei Cinque Stelle deve sorprendere fino a un certo punto. Certo, per la base grillina tenere relazioni con gli avvoltoi finanziari, ritenuti i principali colpevoli della bufera e della crisi che va avanti dal 2008 è più di un affronto. Tuttavia, il Movimento fondato da Beppe Grillo è un soggetto politico ormai centrale nel panorama italiano e, a guardarla dal punto di vista dei cosiddetti poteri forti, non può essere ignorato né come (attuale) forza d’opposizione né come (futuro) pilastro di una possibile maggioranza di governo.

Eppure a novembre dello scorso anno, scattò la rivolta interna quando si seppe che due parlamentari grilline piuttosto in vista, Carla Ruocco e Barbara Lezzi, furono invitate a cena in un ristorante di Roma da alti dirigenti di Mediobanca (la più importante banca d’affari italiana), interessati a conoscere la «visione di governo» delle prime linee pentastellate. Uno studio dettagliato, quello del panorama politico del Belpaese, che portò gli analisti di Piazzetta Cuccia, già a marzo del 2016, a tratteggiare quella che - ancora oggi resta una delle possibili alleanze post elettorali: ovvero fondere assieme la borghesia inferocita capeggiata dalla Lega Nord di Matteo Salvini e il populismo che contraddistingue gli elettori «grillini».

Lo stesso Davide Casaleggio, punto di riferimento del Movimento, è ormai abituato a conversare con imprenditori, banchieri, esponenti della finanza. A maggio, per dire, si è seduto accanto ai megadirigenti di Microsoft, Ibm e Airbnb a un evento, nella Capitale, su internet organizzato dall’agenzia di stampa, tutt’ora di proprietà del gigante di Stato Eni. Contatti ben avviati anche con l’Enel, sempre per restare nel settore energetico, tra convenzioni firmate dai sindaci pentastellati e visite all’estero. I buoni rapporti coi salotti del Nord si sono concretizzati anche con le nomine del sindaco di Roma: Virginia Raggi ha piazzato il milanese Bruno Rota - un lungo trascorso a comandare l’azienda di trasporti di Milano, Atm - alla guida dell’Atac. Mentre ha lavorato in A2A (energia), Stefano Donnarumma, ora a capo di Acea. Qualcuno parla di scelta determinata solo dall’esperienza e la competenza. Altri azzardano manovre sottobanco e lottizzazioni.

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