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sabato 24 giugno 2017

A Parlemo grossi guai grillini Firme false: 14 rinvii a giudizio C'è un big e due parlamentari

Firme false M5S: 14 rinvii a giudizio. Fra loro il deputato Riccardo Nuti



Tutti i 14 indagati nell'inchiesta sulle firme false sono stati rinviati a giudizio. Il gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle palermitano il 3 ottobre dovrà presentarsi davanti ai giudici della quinta sezione del tribunale di Palermo per l'inizio del processo che li vede coinvolti. Nessuno di loro ha scelto il rito abbreviato, e sul processo già incombe la prescrizione che maturerà nel 2018. Fra i 14 indagati ci sono 3 deputati nazionali e due deputati regionali. Si è dimesso il consigliere regionale Giorgio Ciaccio: "Stop. Finisce qui il mio cammino nelle istituzioni, continuerò a sposare la causa del M5S fuori. Nei prossimi giorni formalizzerò le dimissioni".

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Le indagini riguardano le firme che il movimento di Beppe Grillo depositò a sostegno della lista per le amministrative del 2012 nel capoluogo della Sicilia. Tutto era partito da un esposto anonimo. Gli imputati rispondono, a vario titolo, della violazione della legge regionale che ha recepito il testo unico in materia elettorale e di falso. I rinvii a giudizio arrivano anche per il deputato Riccardo Nuti, che nel 2012 si candidò a sindaco di Palermo e le parlamentari Claudia Mannino e Giulia De Vita. Insieme ad un gruppo di attivisti si erano accorti di un errore che avrebbe compromesso la presentazione della lista e avrebbero deciso quindi di ricopiare tutto, correggendo vizio formale. Il falso materiale riguarda Busalacchi, Di Vita, Mannino, e gli attivisti Alice Pantaleone, Stefano Paradiso, Riccardo Ricciardi, Pietro Salvino, Tony Ferrara, Giuseppe Ippolito e i deputati regionali Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca. A Nuti, in qualità di candidato sindaco, viene imputato di aver fatto uso delle sottoscrizioni ricopiate.

Vittorio Feltri: "I soldi? Piuttosto che alle banche, diamoli alle mignotte: sono più oneste"

Feltri: "I soldi? Piuttosto che alle banche, diamoli alle mignotte: sono più oneste"



di Vittorio Feltri


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Quando sento parlare di banche, istintivamente metterei la mano alla fondina della pistola, pronto a sparare. Peccato che non sia abitualmente armato, altrimenti qualche colpo lo avrei sparato. Succede che molte di esse siano in difficoltà, in bolletta, e non mi spiego perché. Gli italiani sono grandi risparmiatori. Non lo dico io bensì le statistiche da cui si evince che, nonostante la crisi economica ormai endemica, i nostri compatrioti sono formichine che amano accumulare euro, a costo di grandi sacrifici, e cercano di garantirsi un gruzzolo: perché non si sa mai, perché la vecchiaia va affrontata con le tasche piene, perché se un figlio non ce la fa bisogna aiutarlo.

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Diciamolo in modo chiaro. Ciascuno di noi si rivolge alla banca sotto casa. Ne conosciamo il direttore e anche gli impiegati. Ci rechiamo agli sportelli con fiducia, convinti che il tempio del denaro non ci tradirà. Ci era mai passato per la testa che gli istituti di credito avrebbero tradito. Oggi scopriamo con stupore che, invece, molti di essi sono sul punto di fallire e trasaliamo. Pare impossibile. Ci domandiamo dove abbiano messo tutti i quattrini depositati e come li abbiano malamente investiti. Vogliamo saperlo, ma nessuno dice niente. Leggiamo qua e là che sono in sofferenza e pensiamo: se patiscono le banche a cui abbiamo dato i soldi, figuriamoci quanto patiamo noi che rischiamo di perderli. I giornali informano: molti di coloro che hanno ottenuto prestiti da esse, dai loro funzionari, non sono in grado di restituirli. Se è così, e stentiamo a crederlo, non comprendiamo la ragione per la quale siano stati versati capitali a gente che non ha fornito garanzie. Difatti, se tu chiedi un mutuo per acquistare un bilocale hai molte probabilità ti venga concesso. Ma ti ipotecano i muri. Se non paghi un paio di rate, ti confiscano l’immobile, lo alienano e ti azzerano il debito, ma perdi il bene. Perché le banche non hanno agito con lo stesso criterio con le persone importanti a cui sono stati dati fior di milioni?

Ecco il mistero mai svelato. Ai poveracci insolventi si porta via l’alloggio automaticamente, ai ricchi bidonisti non si torce un capello, gli si condona la pendenza, interviene lo Stato a tappare i buchi prodotti dagli insolventi.

Al Monte dei Paschi di Siena sono stati regalati 8 miliardi per sistemare il bilancio disastrato dai furbetti amici dei banchieri; alle popolari venete, saccheggiate non si sa da chi, ne saranno regalati 3.5. Palanche dei contribuenti che versano tasse a dismisura non per ricevere servizi all’altezza di un Paese civile, ma per ripianare i passivi causati dai signori.

C’è qualcuno che va in galera avendo sottratto somme alle Casse rurali? E c’è qualcuno che viene punito per aver elargito cifre a mascalzoni che non le hanno poi restituite? Neanche uno è stato blindato. Neanche uno ha subito pignoramenti. I furfanti di ogni risma continuano a vivere da nababbi, non hanno subito alcun castigo. Ecco perché siamo furibondi sia con essi, sia con chi li ha favoriti (i banchieri dei miei stivali), sia il governo che, anziché perseguirli, li aiuta prelevando il valsente dalle tasche nostre. Colmo della presa per i fondelli, i politici - che ci fanno ribrezzo - hanno annunciato di istituire una commissione parlamentare per indagare sulle schifezze degli istituti di credito. E uno immagina che essa farà giustizia, accerterà la verità e le responsabilità, mettendo i ferri a chi ha sgarrato. Illusione. Intanto le commissioni parlamentari - insegna la storia della repubblica - non hanno mai combinato nulla. Al punto che si dice servano solamente ad affossare ogni grana.

Nel caso specifico occorre precisare: poiché la scadenza naturale della legislatura è prevista per febbraio del prossimo anno, va da sé che l’inchiesta sulle banche non avrà tempo di esaurire i lavori e decadrà insieme con le Camere. Trattasi pertanto di squallida finzione destinata a fallire. Non si verrà a capo di nulla e si perpetuerà la solita fregatura: soldi gratis ai ladri e imposte ai risparmiatori, già defraudati. Un consiglio: piuttosto che versare denaro alle banche, andate a puttane, che sono più oneste.

Caivano (Na): BOOM ECCO LA VERITA'

Idea Nuova di traverso Teresa Fusco fuori da Forza Italia? 


di Gaetano Daniele



Trapelano le prime indiscrezione, forti. Uno tsunami interno alla maggioranza, senza precedenti. La riunione si è conclusa con un nulla di fatto. La consigliera dissidente di Forza Italia, Teresa Fusco, non in linea da tempo con il gruppo, ha dichiarato di lasciare. Un addio.  Anche se non ci spieghiamo come può un consigliere comunale che non sposa da tempo la linea del partito dichiarare di abbandonare il gruppo. Forse era ora, direbbe qualche forzista. Sul tavolo, la questione della parità di genere. La consigliera Fusco, non in linea, da tempo, con i colleghi di partito, pare abbia chiesto di nominare in Giunta, una figura maschile e una femminile, discorso già bocciato in precedenza dal direttivo. 

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Insomma pretesti e cavilli burocratici pur di rimandare un problema, quello della Giunta Politica, ormai sgamato, come il Titanic, un Film già visto e rivisto. Ma questa volta non vince. La linea del partito è seria e dura. Basta. Forza Italia indietreggia. Forza Italia non ha mai fatto asso piglia tutto e non ha mai preteso deleghe, infatti la Giunte tecnica è stata nominata in toto dal primo cittadino. Per Forza Italia viene prima il Paese. Ma per governare seriamente ci vogliono gli uomini chiave. Ci vuole la politica, non i tecnici di Alto Profilo che al momento non sono riusciti nemmeno a cambiare una lampadina al semaforo. 

Ma non finisce qui. Stando sempre alle ultime indiscrezioni, oltre alla fuoriuscita dell'Avv. Teresa Fusco da Forza Italia, pare si sia messo di traverso anche il Segretario della Lista Civica Idea Nuova, Nicola Ambrosio, cognato del Sindaco, Simone Monopoli, che, nonostante da mesi si discuta della Giunta Politica, ad ogni proposta dei partiti, chiede tempo. Altro tempo. Solo tempo. Ad Idea Nuova manca sempre qualcosa e qualcuno. Eppure al Segretario della Civica, non mancava sapere il tema dell'incontro, rimandato da tempo dal Sindaco Monopoli, come l'ultima riunione andata in fumo. In breve, ad ogni incontro si perde un pezzo. Ad ogni riunione un buco. Il Paese intanto attende la fine del Film, Titanic. 

venerdì 23 giugno 2017

ESCLUSIVA IL NOTIZIARIO Ultim'ora: riunione di maggioranza in corso. Sul tavolo giunta politica e deleghe

Ultim'ora: riunione di maggioranza in corso. Sul tavolo giunta politica e deleghe 


di Gaetano Daniele




È in corso in questi minuti l'ennesima riunione di maggioranza, da indiscrezioni, per la seconda volta senza Sindaco. Sempre secondo indiscrezioni, oltre al Sindaco Monopoli, ci sono altre assenze importanti, tra cui Gaetano Ponticelli e Cinzia Buonfiglio. Il primo per motivi di lavoro, la seconda, a causa di un problema familiare. La riunione si sta svolgendo all'interno della casa comunale ed alla base c'è la questione legata alla giunta politica, di cui pare mandare al manicomio il primo cittadino, Monopoli, che in un primo momento sembrava propenso a questa apertura, e poi, come stiamo assistendo in queste ultime settimane, le dribbla. Insomma, uno scenario da sfida all'Ok Korral. Da un lato il Sindaco Monopoli e il Presidente del Consiglio comunale, Raffaele Del Gaudio, e dall'altro i partiti di maggioranza. In breve, prima i bagni e poi il Paese? Si spera di no. Si auspica in una Giunta Politica quanto prima, anche prima dell'estate per programmare appunto eventi che consentano a tutti i cittadini che rimangono in città di poter usufruire di servizi che al momento sembrano lontani anni luce, proprio come la giunta politica. Ma soprattutto, gli altri partiti che compongono la maggioranza, realmente sposano l'idea di Forza Italia, e quindi di una Giunta politica, o sotto sotto fingono? Ai bagni, prima i bagni? 

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"Chi farò ministro degli Interni, ecco chi metto agli Esteri". Governo-Cav, nomi pazzeschi

Berlusconi, il governo dei sogni: Montezemolo agli Esteri, Salvini agli interni



Silvio Berlusconi fa i nomi e i cognomi del governo che lui immagina. E come sempre fa sognare. Oggi all'Aria che tira, su La7, punzecchiato da David Parenzo, il leader di Forza Italia alla vigilia delle amministrative 2017 dichiara: "Vorrei un governo a guida Berlusconi con Luca Cordero di Montezemolo agli Esteri (sarebbe perfetto) e Matteo Salvini agli Interni, altro che Alfano!".

Il conduttore di La7 domanda: "In tutti questi anni di Governo, Angelino ha ritrovato il Quid?", Berlusconi: “Lo chieda a lui ma non mi pare! Chi ha  tradito e governato con la Sinistra non può governare con noi". E su Beppe Grillo: “Non mi faceva ridere come comico, in più si faceva pagare in nero. Lo sanno tutti!" Il presidente americano non lo conosco, ma di Trump mi piace la moglie! E' molto bella. L'ho vista in TV".

PERCHÉ È IMPORTANTE INTEGRARE LA VITAMINA D?

Recenti studi hanno rilevato una diminuzione dei livelli di Vitamina D nella popolazione europea. Le principali cause? Minore esposizione al sole ed impoverimento della dieta.

Quando Parenzo lancia la pubblicità spiegando che è molto importante, Berlusconi rilancia: "Avete ancora pubblicità? Malgrado il dumping della Rai? Bravi". "Vorrei far diventare la Rai una vera televisione pubblica, non come adesso".

E poi l'ultima profezia: "Il voto sarà a febbraio 2018. Gentiloni mi piace e Matteo Renzi, quando era sindaco, venne a trovarmi ad Arcore!". 

È morto a 84 anni Stefano Rodotà: addio all'ex comunista che flirtò con Grillo

Stefano Rodotà è morto a 84 anni: addio al giurista ex comunista 



All'età di 84 anni è morto a Roma il giurista Stefano Rodotà. Nato a Cosenza nel 1993, nella sua carriera politica ha militato nella Sinistra indipendente, nel Pci e nel Pds, di cui fu anche presidente. Nel 1992, il giurista fu anche vicepresidente della Camera dei deputati, mentre dal 1997 al 2005 fu presidente dell'Agcom. Ai tempi della rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale, nel 2013, fu proposta dal M5s come presidente della Repubblica, salvo poi essere bollato come "ottuagenario miracolato dalla rete". Insulti che il leader pentastellato gli rivolse dopo alcuni pareri di Rodotà non esattamente lusinghieri sul Movimento.

Nato negli anni del fascismo, il padre, insegnante di matematica di origine albanese poi iscritto al Partito d'azione, insegnava alle scuole medie e impartiva ripetizioni a Giacomo Mancini, il futuro leader socialista. Uno zio divenne segretario locale della Dc. La politica, insieme allo studio, fu sin dalla prima gioventù una sua passione. Nel 1953 arrivò a Roma per conseguire la laurea in legge. Dunque rifiutò un'offerta di Adriano Olivetti, che avrebbe voluto portarlo ad Ivrea.

Toyota C-HR

Coupé, Suv, Ibrido. King of the flow. Dalle linee così dinamiche che sembra muoversi anche quando è fermo. 



Prima dei quarant'anni Rodotà era già professore ordinario a La Sapienza, dove insegnava diritto civile. Non ha però mai abbandonato l'impegno politico: prima la militanza nei Radicali, dunque gli articoli sul Mondo di Pannunzio (a 22 anni il primo articolo finisce in prima pagina).

Caivano (Na): Cara Forza Italia, se ci sei batti un colpo

Cara Forza Italia, se ci sei batti un colpo 


di Sossio Barra




Ed eccoci qua. Pronti a tornare a raccontare il teatrino in salsa caivanese che si ripete ogni volta in maniera ciclica. Ormai pure i cittadini si sono stufati della crisi senza fine della maggioranza a guida Monopoli. O meglio, della crisi a fasi alterne del centrodestra, con a capo sempre lui, il Sindaco. E vi chiederete perché. Ma è la storia a confermare tutti i passaggi di una coalizione di governo nata per fare la discontinuità e che si è ritrovata più continua di Tonino Falco. 

Sembrava impossibile pensarlo nel 2015 quando l'elettorato scelse il progetto politico di Simone Monopoli. L'ex consigliere provinciale aveva condotto una dura opposizione durante la passata consiliatura ed era un professionista stimato in tutta la città. Da allora sono cambiate un po' di cose andando sempre in peggio. 

ECCO IL GELATO DEL FUTURO!

Un gruppo di bambini ha scoperto il gelato del futuro. Il risultato è sconvolgente! 



Monopoli aveva la possibilità di rivoltare la città come un calzino. Invece, e non sempre per colpa sua, si è ritrovato ad aprire fronti tutti i giorni. Una guerra continua. Ed i consiglieri comunali? Prima abbiamo parlato di una crisi a fasi alterne. Ed è maledettamente vero. Una specie di dissenso a singhiozzi. Dove sono finiti i consiglieri che volevano spedirlo a casa? 

Forza Italia a cosa aspetta a prendere le distanze dal sindaco? Anzi, dagli ultimi rumors pare addirittura che abbia ricucito lo strappo col primo cittadino. Legittimo, ci mancherebbe. Ma sarebbe l'ennesima conferma del vuoto assoluto sul piano politico dei forzisti che, di questo passo, rischiano di rinforzare la leadership di Monopoli. 

Se davvero fosse così, l'ex leader di opposizione può davvero dormire sogni tranquilli per altri 100 anni. Se davvero il dissenso è mirato a prendere le distanze da un progetto che non si ritiene più credibile, si deve avere il coraggio di fare un atto politico consequenziale. Altrimenti parliamo del nulla assoluto. Quindi, cara Forza Italia, se ci sei batti un colpo. La città non può essere ostaggio della schizofrenia azzurra. O carne o pesce. A voi la scelta.

Intanto, stasera ennesima riunione di maggioranza. Come finirà? L'ennesimo flop?