Firme false M5S: 14 rinvii a giudizio. Fra loro il deputato Riccardo Nuti
Tutti i 14 indagati nell'inchiesta sulle firme false sono stati rinviati a giudizio. Il gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle palermitano il 3 ottobre dovrà presentarsi davanti ai giudici della quinta sezione del tribunale di Palermo per l'inizio del processo che li vede coinvolti. Nessuno di loro ha scelto il rito abbreviato, e sul processo già incombe la prescrizione che maturerà nel 2018. Fra i 14 indagati ci sono 3 deputati nazionali e due deputati regionali. Si è dimesso il consigliere regionale Giorgio Ciaccio: "Stop. Finisce qui il mio cammino nelle istituzioni, continuerò a sposare la causa del M5S fuori. Nei prossimi giorni formalizzerò le dimissioni".
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Le indagini riguardano le firme che il movimento di Beppe Grillo depositò a sostegno della lista per le amministrative del 2012 nel capoluogo della Sicilia. Tutto era partito da un esposto anonimo. Gli imputati rispondono, a vario titolo, della violazione della legge regionale che ha recepito il testo unico in materia elettorale e di falso. I rinvii a giudizio arrivano anche per il deputato Riccardo Nuti, che nel 2012 si candidò a sindaco di Palermo e le parlamentari Claudia Mannino e Giulia De Vita. Insieme ad un gruppo di attivisti si erano accorti di un errore che avrebbe compromesso la presentazione della lista e avrebbero deciso quindi di ricopiare tutto, correggendo vizio formale. Il falso materiale riguarda Busalacchi, Di Vita, Mannino, e gli attivisti Alice Pantaleone, Stefano Paradiso, Riccardo Ricciardi, Pietro Salvino, Tony Ferrara, Giuseppe Ippolito e i deputati regionali Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca. A Nuti, in qualità di candidato sindaco, viene imputato di aver fatto uso delle sottoscrizioni ricopiate.
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