Stefano Rodotà è morto a 84 anni: addio al giurista ex comunista
All'età di 84 anni è morto a Roma il giurista Stefano Rodotà. Nato a Cosenza nel 1993, nella sua carriera politica ha militato nella Sinistra indipendente, nel Pci e nel Pds, di cui fu anche presidente. Nel 1992, il giurista fu anche vicepresidente della Camera dei deputati, mentre dal 1997 al 2005 fu presidente dell'Agcom. Ai tempi della rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale, nel 2013, fu proposta dal M5s come presidente della Repubblica, salvo poi essere bollato come "ottuagenario miracolato dalla rete". Insulti che il leader pentastellato gli rivolse dopo alcuni pareri di Rodotà non esattamente lusinghieri sul Movimento.
Nato negli anni del fascismo, il padre, insegnante di matematica di origine albanese poi iscritto al Partito d'azione, insegnava alle scuole medie e impartiva ripetizioni a Giacomo Mancini, il futuro leader socialista. Uno zio divenne segretario locale della Dc. La politica, insieme allo studio, fu sin dalla prima gioventù una sua passione. Nel 1953 arrivò a Roma per conseguire la laurea in legge. Dunque rifiutò un'offerta di Adriano Olivetti, che avrebbe voluto portarlo ad Ivrea.
Toyota C-HR
Coupé, Suv, Ibrido. King of the flow. Dalle linee così dinamiche che sembra muoversi anche quando è fermo.
Prima dei quarant'anni Rodotà era già professore ordinario a La Sapienza, dove insegnava diritto civile. Non ha però mai abbandonato l'impegno politico: prima la militanza nei Radicali, dunque gli articoli sul Mondo di Pannunzio (a 22 anni il primo articolo finisce in prima pagina).
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