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sabato 3 giugno 2017

Champions, Juventus al completo, Bale in panchina Max Allegri insegue il sogno triplete / La diretta

Cardiff, la finale Juventus-Real Madrid: la diretta dal Millenium Stadium



A Cardiff la Juventus di Massimiliano Allegri insegue il sogno di vincere ancora la Champions league dopo 21 anni e quattro finali perse. Nessuna sorpresa sulla formazione dei bianconeri, qualche sorpresa invece tra le fila del Real Madrid, visto che il beniamino di casa, Gareth Bale partirà dalla panchina. Al suo posto in campo Isco.

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Alle 19.30 entrambe le squadre sono arrivate al Milleniun stadium. Il primo a scendere dal bus bianconero nella pancia dello stadio è stato il tecnico Allegri seguito dal dg Beppe Marotta. Quindi il capitano Gigi Buffon coperto da occhiali scuri e uno a uno tutti i calciatori hanno messo piede nell’impianto di Cardiff, volti concentrati e pronti per il grande appuntamento. Facce più rilassate in casa Real, con il tecnico Zinedine Zidane che si è anche lasciato andare ad un sorriso. Da segnalare che al suo ingresso in campo per il classico sopralluogo, il grande ex Alvaro Morata ha salutato diversi tifosi juventini presenti. Prima ancora della squadra bianconera era arrivato lo staff degli arbitri guidato da Pierluigi Collina.


Le probabili formazioni:

Juventus (4-2-3-1):Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Pjanic; Dani Alves, Dybala, Mandzukic; Higuain. A disp.: Neto, Lichtsteiner, Benatia, Kean, Marchisio, Lemina, Cuadrado. All. Massimiliano Allegri

Real Madrid (4-3-1-2): Navas; Carvajal, Varane, Sergio Ramos, Marcelo; Modric, Casemiro, Kroos; Isco; Benzema, Ronaldo. A disp.: Casilla, Nacho, Danilo, Asensio, Bale, James, Morata. All. Zinedine Zidane

Arbitro: Felix Brych (GER) Assistenti: Mark Borsch, Stefan Lupp (entrambi GER). Quarto ufficiale: Milorad Mažić (SRB). Assistenti addizionali: Bastian Dankert, Marco Fritz (entrambi GER). Assistente arbitro di riserva: Rafael Foltyn (GER)

LA PAROLA AL DIRETTORE Matteo Renzi usa Angelino Alfano e poi lo getta Feltri, il terribile sospetto: "Che cosa c'è dietro"

Vittorio Feltri: Renzi usa Alfano e poi lo getta. C'è sotto qualcosa di personale?


di Vittorio Feltri



La rissa tra Matteo Renzi e Angelino Alfano forse è divertente per chi ama i pettegolezzi politici, ma non ha molto senso alla luce della realtà storica. Con la nuova incasinatissima legge elettorale (lo abbiamo scritto ieri e lo ribadiamo) l’Italia del terzo Millennio torna alla Prima Repubblica, avendo (pare definitivamente) adottato il sistema proporzionale: chi prende tanti voti si piglia tante poltrone. Chiedo scusa per la brutale semplificazione, a cui ricorro per non rompere gli zebedei ai lettori con un linguaggio tecnico incomprensibile a chi non abbia tempo da perdere. Vorrei ricordare a lorsignori che tuttavia, per mezzo secolo anche i partiti piccoli ebbero diritto d’accesso al Parlamento. Giusto o sbagliato che fosse, così fu.

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Adesso invece si provvede a creare uno sbarramento: la formazione che non raggiunge almeno il 5 per cento fischia l’Aida a casa sua e non a Montecitorio né a Palazzo Madama. La regola è una furbata che nega la rappresentanza politica alle esigue minoranze allo scopo di distribuire tutti i seggi ai giganti (si fa per dire). Roba legittima, intendiamoci. Ma quando Renzi, dopo aver usato il Nuovo Centrodestra quale stampella del proprio governo, sbatte Alfano nella pattumiera non compie un gesto elegante, semmai conferma di essere arrogante e incline a esercitare la professione poco nobile dello sfascia carrozze.

Tra l’altro Matteo sbaglia allorché scaricando Angelino afferma: caro mio, se tu hai fatto per dieci anni il ministro (della Giustizia, dell’Interno e degli Esteri) e non sei in grado col tuo partitino di superare il 5 per cento, si vede che non meriti di rimanere in politica.

La battuta è efficace, ma non tiene conto che ai tempi della egemonia democristiana (anni Sessanta, Settanta e successivi) lo Scudocrociato per stare in sella si avvaleva (oltre che dei socialisti) anche dei socialdemocratici e dei repubblicani che avevano dimensioni alfaniane. Rammento che La Malfa e Spadolini occuparono per lustri poltronissime governative e istituzionali pur appoggiando i glutei sul 2/3 per cento dei consensi popolari.

Facendo le dovute proporzioni, non si capisce perché Alfano non possa aspirare col suo piccolo seguito a rimanere in Parlamento. O c’è sotto qualcosa di personale che impedisce a Matteo di accettare Angelino, nei confronti del quale dovrebbe avere motivi di gratitudine per averlo aiutato a stare a galla tre anni? Dica chiaramente che gli è antipatico, però non tiri in ballo lo sbarramento, che è una specie di calcio di rigore concesso dall’arbitro per sudditanza psicologica verso il più forte o il più ricco. Dare la mano a chi ti ha dato la sua è un dovere. Secondo noi.

Un appunto va mosso anche a Silvio Berlusconi che ieri ha detto: bisogna votare subito poiché da dieci anni (quasi) gli italiani non scelgono il governo. No, amico. Rechiamoci immediatamente alle urne, siamo felici e contenti, ma il Cavaliere ci risparmi simili boutade.

Col proporzionale di cui egli è innamorato, gli elettori non indicheranno né il premier né la maggioranza che lo sosterrà. Si limiteranno a dare la preferenza ai partiti, i quali, una volta insediati, faranno le loro pastette per sostenere un esecutivo non certo imposto dai cittadini. La partitocrazia trionferà.

La triste confessione di Efe Bal: "Io sono perfetta e sono pronta, ma Berlusconi..."

Efe Bal: "Io sono perfetta per il partito animalista, ma Berlusconi non mi ama"



Lei è la trans più famosa d'Italia: Efe Bal, 40 anni appena compiuti, origini turche e prostituta di professione. Da sempre interessata alla politica, proprio di politica parla in un'intervista a Il Tempo. Chi voterebbe, oggi? "Sicuramente Salvini. Anni fa, dopo aver ottenuto la cittadinanza, avevo votato Silvio Berlusconi. Questa volta alle elezioni politiche andrò a votare di sicuro Salvini". E a Matteo Renzi ha mai pensato? "No, assolutamente. Renzi non mi va bene". Il punto, sottolinea Efe Bal, è che "non mi è mai piaciuto il Pd, sono troppo buonisti".

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Dunque, le chiedono cosa pensa del partito animalista. "Io ho tre cani che vengono dal canile", premette. Dunque aggiunge che "aiuto gli animali in difficoltà". Insomma, le piace il partito animalista appena fondato da Michela Vittoria Brambilla. Ma potrebbe avere successo? E qui, Efe Bal, si propone: "Potrebbe essere ed io potrei essere il volto ideale, qui a Milano tutti conoscono il mio amore per gli animali". Ma subito dopo essersi proposta, la trans spiega che per certo non verrà arruolata. Perché? "Berlusconi non mi ama", spiega.

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Il riscaldamento globale fa bene alla Terra: ecco il documento che smonta tutte le eco-balle

LE BALLE SUL CALDO Global warming, la scienza smonta gli ecocatastrofismo: perché il riscaldamento globale è antico e ha fatto bene alla Terra


di Francesco Carella



Si era già capito tutto pochi giorni fa al G7 di Taormina. Ora non ci sono più dubbi. Per gli Stati Uniti le politiche climatiche sancite dal Trattato di Parigi e incentrate sulla limitazione delle emissioni di gas serra nell'atmosfera sono carta straccia. In altre parole, Trump avanza seri dubbi sul legame automatico fra la civiltà industriale, l’inquinamento atmosferico e il mutamento climatico. La polemica, tutta politica, è già rovente, mentre il mondo scientifico, seguendo un percorso indipendente dalle ideologie, raggiunge, su questi temi, risultati a dir poco sorprendenti.

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Infatti, in due pubblicazioni («Earth’s climate: past and future» e «The anthropogenic greenhouse era began thousands of years ago») William F. Ruddiman (professore di scienze ambientali all’Università della Virginia) dimostra come le pratiche agricole dei nostri antenati abbiano avviato il pianeta al riscaldamento globale migliaia di anni prima che gli esseri umani iniziassero a bruciare carbone e a spostarsi in massa a bordo di automobili inquinanti. Infatti, l’incremento incomincia circa 8.000 anni fa, dopo l’introduzione della pratica della deforestazione con la conseguente nascita dell’agricoltura. «Gli alberi abbattuti, per fare spazio alle piantagioni, venivano bruciati o lasciati marcire - ricorda Ruddiman - con il risultato che il carbonio contenuto si ossidava ed arrivava in atmosfera sotto forma di CO2».

Altri scienziati sono riusciti a stabilire con precisione la fase in cui gli europei iniziano a piantare orzo, grano e piselli nelle aree precedentemente coperte da foreste naturali; ebbene, tale data coincide con l’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera iniziata 8000 anni addietro. C’è dell’altro. Circa 3000 anni or sono il medesimo fenomeno si era verificato con il metano, un altro gas che intrappola il calore.

Ma le novità non si fermano qui. Addirittura è stato scoperto che senza tali variazioni le attuali temperature nelle zone settentrionali dell’America e dell’Europa - a causa dei mutamenti climatici determinati dai cicli orbitali della Terra - sarebbero state più basse di due-tre gradi Celsius: un livello che non avrebbe consentito le quotidiane attività agricole.

A tal proposito, due geofisici americani, Stephen J. Vavrus e John E. Kutzbach, hanno condotto un esperimento per arrivare a conoscere - attraverso complicatissimi modelli climatici - quali sarebbero state le temperature dei nostri giorni qualora non avessimo avuto l’emissione di gas a effetto serra generati dall’attività umana. La simulazione ha dimostrato che la Terra sarebbe stata più fredda di quasi due gradi rispetto a oggi. Per meglio comprendere il valore di questo risultato, occorre ricordare che la temperatura media del pianeta all’apice dell’ultimo periodo glaciale - circa 20.000-22.000 anni fa - era di soli sei gradi inferiore a quella odierna.

«Se non avessimo avuto i gas serra prodotti prima dall’agricoltura e poi dall’industrializzazione moderna - concludono i due scienziati - oggi la temperatura della Terra si avvicinerebbe parecchio a quella della glaciazione». In altri termini, fin qui, abbiamo avuto un equilibrio perfetto fra natura e attività umana. Sarà così anche in futuro? William Ruddiman non ha dubbi. Analizzando una «carota» di ghiaccio lunga tre chilometri - estratta negli anni Novanta dalla stazione di Vostok in Antartide e contenente aria antica (sotto forma di bolle) intrappolata - ha scoperto che negli ultimi 400.000 anni la concentrazione di anidride carbonica è aumentata e diminuita seguendo un andamento regolare.

Partendo da queste osservazioni, egli si dice convinto che l’attuale riscaldamento è destinato probabilmente a durare altri 200 anni fino a quando non si esauriranno i combustibili fossili.  Dopodiché gli strati più profondi dell’Oceano inizieranno ad assorbire lentamente l’eccesso di C02 e determineranno un raffreddamento graduale del clima terrestre.

Se così stanno le cose i grandi della Terra, che periodicamente s’incontrano per fare il punto sul futuro del Pianeta - ma soprattutto gli ambientalisti in servizio permanente effettivo - farebbero bene a consultare alcune riviste scientifiche, prima di partire lancia in resta contro il sistema industriale. Un’ultima annotazione: la Nasa ha installato su Marte dei sofisticati rivelatori climatici che registrano un aumento delle temperature anche da quelle parti. E su quel lontano pianeta, a meno che ci sia sfuggito qualcosa, l’uomo non c’è.

Terrorismo al maxi-festival Migliaia di persone in fuga: Germania, l'ultimo incubo

Germania, evacuato il Rock am ring: "Allarme terrorismo". Migliaia in fuga



L'incubo del terrorismo colpisce anche uno dei più celebri festival musicali in Europa. Il Rock am Ring, dal 1985 la più popolare rassegna rock che si tiene in Germania, al Nurburgring, è stato interrotto a causa di una non meglio precisata "minaccia terroristica". Lo spiega sui suoi profili social l'organizzazione. "La polizia ci ha detto di interrompere il festival a causa di una minaccia terroristica - si legge su Facebook -. Chiediamo a tutti i partecipanti di allontanarsi dall'area e di dirigersi verso l'uscita e il campeggio in modo calmo e controllato". Sono state evacuate migliaia di persone.

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L'ordine di abbandonare il luogo del concerto, nonostante uno spiegamento di forze dell'ordine senza precedenti (nel parco erano disposti oltre mille agenti), è arrivato durante la prima giornata del festival, che doveva proseguire fino alla prossima domenica. Il caos si è scatenato mentre su uno dei palchi stava esibendosi di Liam Gallagher, uno dei fondatori degli Oasis. Decine di band erano nel programma di oggi, tra cui Bastille e i Rammstein.

Non è ancora stato chiarito che cosa abbia provocato l'interruzione del festival. La polizia di Coblenza ha comunicato che alla base della decisione "ci sono ragioni concrete legate a una possibile minaccia terroristica che non deve essere esclusa". Non è certo che il festival possa riprendere domani, sabato.

Fedeli, le parole horror: "Cade il governo? Prima..." Cosa le "sfugge" dalla bocca

LA MINISTRA SULLA LUNA Le priorità del ministro Fedeli: più soldi, quote rosa e cognome della madre, alla fine l'edilizia scolastica



Il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli è ormai sempre più lanciata a diventare la Boldrini del governo Gentiloni, legata a doppio filo con il presidente dalla Camera dall'attaccamento per la cause perse, o certamente marginali negli interessi degli italiani. Ora che la maretta tra Matteo Renzi e Angelino Alfano è diventato scontro all'arma bianca, la convinzione più diffusa è che Governo e Parlamento abbiano le ore contate. Con questa incertezza, mista a speranza, che incombe sulla testa dei ministri, si moltiplicano le riforme condannate a frenarsi giusto a un passo dal traguardo.

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Nella testa della Fedeli però non ci sono certo la riforma della Giustizia o la legge - da rifare - sulla legittima difesa, temi che toccano la carne viva degli italiani. Per la titolare dell'Istruzione il vero peccato ora che non veda la luce l'invenzione dello Ius soli nell'ordinamento giuridico italiano. E non solo, anzi come ricorda lei intervistata da Repubblica, c'è una legge trascurata da tutti - e chissà come mai - e che rischia di non vedere la luce: la legge sul cognome della madre. La Fedeli sarebbe anche angustiata dalla scomparsa delle quote rosa per le elezioni politiche, previste nell'Italicum ormai defunto. Per fortuna sul finale dell'intervista la Fedeli rinsavisce e si ricorda che le è piovuto in testa un miliardo e 300 milioni di euro destinati all'edilizia scolastica. Bastava riflettere un po' di più e le risposte migliori sarebbero arrivate per primi.