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giovedì 27 aprile 2017

Che succede dentro Forza Italia? Incarico alla bella ex di Minzo, Dago-bomba (maliziosa)

Forza Italia, un nuovo incarico alla Giammanco, ex di Minzolini. Dagospia, la voce maliziosissima (su Brunetta)



Sarà Gabriella Giammanco la nuova portavoce di Forza Italia in Sicilia. A nominare l'onorevole è stato il commissario azzurro sull'isola, Gianfranco Miccichè. "Sono certo che la Giammanco, politico capace e stimata giornalista, saprà dare alla causa azzurra in Sicilia un importante contributo", l'ha presentata così l'ex ministro nella nota all'agenzia Ansa. "Ringrazio di cuore il commissario Miccichè per la fiducia che ha riposto nella mia persona. È un onore aver ricevuto l'incarico di portavoce di Forza Italia in Sicilia", gli ha risposto la Giammanco, ex fidanzata di Augusto Minzolini, senatore di Forza Italia fresco di dimissioni da Palazzo Madama. "Cercherò di svolgere questo ruolo nel migliore dei modi, con equilibrio e spirito di squadra, per dare un contributo al concreto percorso di crescita e consolidamento del partito che Miccichè sta portando avanti nella nostra Sicilia". Tutto molto bene, ma Dagospia ci vede uno screzio dentro al partito. Dove? Nel commento di Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera, che ha parlato a proposito della bella Giammanco di "contributo fondamentale". Il commento viene giudicato "una freddura". Troppo maliziosi?

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"Il Dottore ha perso la testa. Incontri segreti e...". Boom: Ecco chi "sostituisce" Roberta

Rossi, l'indiscrezione di Chi: ha perso la testa per una blogger di nome Giorgia



Roberta Tirritto (nella foto sopra) già archiviata? Lei è (o forse meglio, era) la nuova fiamma di Valentino Rossi. Ma secondo Chi il fenomeno della MotoGp la avrebbe già...superata. Già, perché il rotocalco di Alfonso Signorini spiega che il Dottore "ha perso la testa per una blogger dalle curve esplosive, bombastiche". E ancora, si scopre che i due si sono conosciuti durante un Gran Premio dove lei era ospite di uno sponsor e Valentino, che già seguiva la ragazza sui social, ha voluto a tutti i consti il suo numero di telefono. "Da quel momento - si legge sul rotocalco - tante chat e incontri segreti". Il settimanale dunque rivela che la ragazza di nome fa Giorgia, ma per ora solo quello.

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VACCINI EFFICACI E SICURI HpV. Le donne senza vaccino sono ben 85 volte più a rischio

HpV. Le donne senza vaccino  sono ben 85 volte più a rischio


di Martina Bossi



In occasione della Settimana mondiale delle Vaccinazioni pubblichiamo questo commento di Massimo Andreoni, ordinario di malattie Infettive della facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli studi di Roma ‘Tor Vergata’ e past president della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali (Simit): "Non è chiaro cosa porti le persone a non vaccinarsi, evidentemente c'è una colpa dei medici e delle strutture sanitarie nazionali che non riescono a far comprendere il reale valore di questi strumenti. Ma è grave che si sia più attenti a ciò che i mezzi di informazione riferiscono, a volte in maniera incongrua, come spesso accade su siti dalla dubbia validità giornalistica".

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Simit ha già sottolineato quanto era necessario a conferma della validità, sicurezza ed efficacia della vaccinazione anti-HPV. Le considerazioni in merito agli effetti indesiderati di questa ed altre vaccinazioni e alle modalità con cui le stesse vengono rilevate, che hanno trovato ampio spazio nei media in questa occasione, necessitano tuttavia di un ulteriore commento. Una grande quantità di dati già disponibili documentano l’efficacia e la sicurezza della vaccinazione e il numero limitato di effetti indesiderati, che consistono soprattutto in dolore o arrossamento nella sede di vaccinazione. Studi anche recenti non hanno osservato un aumento della incidenza di malattie autoimmuni nelle ragazze vaccinate. L’origine internazionale e l’ampiezza di questi dati rende di scarso rilievo la discussione sulle carenze ipotizzate in merito alla rilevazione degli effetti avversi a livello locale. Le vaccinazioni riguardano ogni anno migliaia di persone in ogni nazione e milioni di persone nel mondo. Ognuna di queste persone può presentare, anche poco dopo una vaccinazione, un evento clinico del tutto indipendente dalla vaccinazione stessa.

La probabilità, ad esempio, di avere un infarto non è maggiore, a parità di età e di fattori di rischio come ipertensione, dislipidemia e fumo, in una persona che si è sottoposta a una vaccinazione rispetto a una che non l’ha fatto. Sul piano dell’impatto emotivo è invece purtroppo spesso difficile convincere che ‘l’evento’ vaccinazione non centri. È stato calcolato che dopo aver vaccinato con un qualunque ipotetico vaccino 10 milioni di persone, siano attesi in questa popolazione 5,75 casi di morte improvvisa nell’arco delle 6 settimane successive alla vaccinazione, senza alcuna relazione causale con la vaccinazione stessa: si parla in questo caso di background rate, o tasso di sfondo. Poiché il tasso di aborto spontaneo su un milione di gravide è di circa 397 casi al giorno, ne deriva che un pari numero di gravide su un milione di vaccinate abortirebbero il giorno dopo la vaccinazione. L’allarme potrebbe essere suscitato solo nel caso si verificasse da un numero molto più elevato di eventi rispetto all’atteso. Fino ad ora, purtroppo, sono invece state interrotte o rese inefficaci campagne vaccinali a seguito dell’osservazione di casi sporadici, addirittura in numero inferiore a quanto atteso come ‘tasso di sfondo’. È accaduto ad esempio in Israele nel 2006 durante la campagna antiinfluenzale e più recentemente in Italia, ove la diffusione mediatica di un potenziale rischio su basi del tutto ingiustificate ha comportato una marcata riduzione della adesione a questa vaccinazione. Va ricordato che anche quest’anno la grande maggioranza dei casi gravi confermati di influenza e dei decessi per influenza si è verificata in persone per cui vi era indicazione alla vaccinazione e che non erano state vaccinate.

Gli studi scientifici. "Studi scientifici hanno dimostrato che su 8mila casi di donne vaccinate si è avuto un solo caso di lesione precancerosa. Tra quelle, stesso numero, che hanno ricevuto placebo, si sono invece registrati 85 casi di lesione precancerosa. Ottantacinque volte tanto: basterebbe questo per dimostrare la validità di questo vaccino. Eppure sono bastate poche segnalazioni di manifestazioni post vaccinali, spesso difficilmente attribuibili allo stesso, per scatenare una sorta di gogna mediatica. Il vaccino per il papilloma virus, occorre ricordarlo, è in grado di prevenire l'infezione, e di ridurre così il rischio di sviluppo del tumore dell'utero. Basti pensare che il 70 per cento dei carcinomi uterini sono dovuti a dei virus per i quali il vaccino ci immunizza".

Gli effetti collaterali. "Occorrerebbe invece capire - conclude Massimo Andreoni - la natura degli effetti a distanza di un vaccino. Nessuno può confermare che questi non sarebbero comunque insorti, anche senza la somministrazione. Prima di attaccare questo strumento bisognerebbe capire quale sia l'effettiva causa di quello che viene considerato un effetto collaterale. E, di conseguenza, non occorre dare notizia certa di qualcosa che non abbia alcuna validità scientifica. Gli eventi avversi alla vaccinazione sono mediamente eventi semplici: da un lieve rialzo febbrile ad un arrossamento nel punto dell'inoculazione del vaccino. Gli eventi gravi sono eccezionali, rarissimi, ma questo vale per qualsiasi somministrazione di un farmaco".

"Suo padre donava sperma" Bossetti, la clamorosa svolta e un tragico sospetto. Ora...

Bossetti, il sospetto sul fratellastro: il padre donava sperma, chi è Ignoto 1?



Il caso-Bossetti sembra non finire mai. Già, perché ora, scodellata dal settimanale Oggi, arriva un'ultima clamorosa novità. Il celeberrimo Ignoto 1 e Massimo Bossetti potrebbero non essere la stessa persona. E Ignoto 1, per chi non lo ricordasse, è stato sempre identificato come il colpevole dell'omicidio di Yara Gambirasio, e dunque è stato identificato con Massimo Bossetti.

Il punto è che Ester Arzuffi è certamente la madre di Bossetti, poiché "la scienza non sbaglia", come ammette la stessa interessata. Ma forse non è la madre di Ignoto 1, ossia l'uomo che ha lasciato il suo Dna sugli slip di Yara. Questa è la rivelazione, potenzialmente clamorosa, che faranno davanti ai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Brescia il prossimo 30 giugno i difensori di Bossetti per giustificare la richiesta di una nuova superperizia sugli indumenti di Yara. Superperizia che, ad oggi, è sempre stata negata e che, ora, potrebbe ribaltare il caso.

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E ancora, a rendere il quadro ancor più complesso, c'è il fatto che dalla prima perizia era emerso un "Dna monco", poiché privo della parte mitocondriale, ovvero quella che viene trasmessa in linea materna. Sempre Oggi rivela anche un'intercettazione del 2012 tra la vedova e la figlia di Giuseppe Guerinoni, nella quale la donna confida alla figlia un tradimento dell'uomo ("Mi disse: Laura, scusami, ho fatto lo scemo") e la figlia Daniela sembra essere a conoscenza del fatto che il padre donava sperma a pagamento per delle inseminazioni artificiali. E infatti, due mesi fa in un'intervista su La7, Ester Arzuffi affermò di sospettare che il figlio Massimo e la gemella Laura Letizia possano essere frutto di una inseminazione artificiale. Gli "Ignoto 1" in giro, dunque, potrebbero essere parecchi. Una clamorosa possibilità di salvezza per Bossetti.

Paragone demolisce Macron "Chi c'è dietro al candidato": una (terrificante) verità

Macron, Gianluigi Paragone: "Sarà un presidente teleguidato dall'alta finanza"


di Gianluigi Paragone



Macron, il candidato moderno. Il presidente in pectore che andrà oltre i partiti tradizionali. Il giovane euro entusiasta. Riformista, solidarista, liberista e, visto che ci siamo, anche liberal quanto basta da sposare una donna più grande di lui di parecchi anni. Macron, il candidato a taglia unica, che va bene sia ai radical chic della sinistra francese che ai moderati che guardarono a Sarkozy con fiducia. Macron, il banchiere di Rothschild, l’amico dell’Europa e nemico dei nazionalismi.

Quante cose è questo Macron, la faccia pulita che un pezzo di Francia ha scelto per andare al ballottaggio contro la pericolosa xenofoba Marine Le Pen, che - per quanto ridimensionta - alla sfida a due è riuscita ad andarci. Macron è sostanzialmente tutto e nulla, come si addice ai leader moderni: non è importante avere l’esperienza per guidare un Paese, basta avere la rete di relazioni che contano. E lui ce l’ha. Ecco perché di tutte le definizioni con cui l’hanno descritto ne manca una, assai maliziosa, che tuttavia le contiene tutte: Macron, il presidente duttile, teleguidabile. Un altro presidente perfetto per quel sistema GangBank che racconto nel mio libro appena uscito sul perverso intreccio tra finanza e politica. Un altro di quei signori che entreranno e usciranno dalle banche d’affari: Rothschild, Goldman Sachs, Jp Morgan, Morgan Stanley e compagnia bella.

«Farò da argine ai nazionalismi - ha commentato - Hanno perso i partiti tradizionali». È vero, hanno perso i partiti tradizionali, ha vinto la finanza speculativa. Ma ovviamente in questo clima di melassa non suona strano a nessuno se i partiti tradizionali stiano perdendo dappertutto, sostituiti da contenitori a taglia unica, unisex guidati da giovani rottamatori. Nell’Europa del neoliberismo i partiti tradizionali sono ferri vecchi, pezzi di antiquariato perché antiquato è il mondo cui si riferivano. Se il lavoro è disarticolato, non ha senso un partito socialista. Se le piccole imprese affogano nella tempesta della globalizzazione finanziaria, nemmeno un partito liberale serve. Così come è fuorimoda un partito repubblicano senza una Repubblica sovrana.Nella politica moderna financo la Costituzione diventa un impiccio. Una costituzione che parli di lavoro e di impresa, di diritti e di Stato, non può essere la carta fondamentale per mancanza dell’oggetto in questione. Macron è il campione di una modernità costruita in laboratorio per distruggere gli Stati.

In Francia il sistema GangBank non poteva perdere: sarebbe stata la fine. Ora le paure sono finite: in Italia, la legge elettorale è funzionale all’eurismo distruttivo. La propaganda farà il resto: come potete fidarvi della Le Pen? Come potete mandare al governo i Cinquestelle o Salvini? Come pensate di uscire dall’euro? Non solo seminano il panico ma colpevolizzano pure la vittima: avete vissuto sopra le vostre possibilità! Adesso, state buoni.

La finanza che ci fa la morale è la stessa che ha truccato la partita, che ha creato le condizioni delle bolle e poi delle crisi. GangBank ha trasformato i cittadini in consumatori per lasciarli nudi di fronte al loro indebitamento.

Macron ha chiamato il suo movimento «En Marche!» ma dietro di lui non c’è il quarto stato. Però ha vinto, ha superato il modello dei partiti, e questo basta per mettere tutti all’angolo. È la vittoria del ragazzo con la faccia pulita, il candidato che rassicura, è la sintesi di tutti i buoni principi. È il Battista del leader globale che verrà, Mark Zuckerberg, quel Gesù della Silicon Valley mandato dal dio moderno. Quando lo chiameremo presidente, il buonismo diventerà atto di fede e allora bye bye opposizione e diritto di critica. Bastano loro, i buoni per definizione.

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Le 24 ore in cui è iniziata la guerra mondiale Cosa ci hanno nascosto: verso la catastrofe

Le 24 ore in cui hanno già fatto la guerra mondiale. Cosa ci hanno nascosto..



Sottomarini nucleari, portaerei, cacciabombardieri, hacker, riunioni eccezionali, minacce. Nel silenzio dei grandi media nel giro di 24 ore il mondo è precipitato nella guerra "calda". Protagonisti: Usa, Corea del Nord, Russia. E il conflitto si giocherà anche sul terreno e i cieli d'Europa. 

Per capire la gravità della situazione, sottolineava Repubblica, basta pensare all'iniziativa del presidente americano Donald Trump che ha convocato alla Casa Bianca, evento eccezionale, i 100 senatori democratici e repubblicani per affrontare la questione coreana. Poche ore prima, il Pentagono aveva inviato a Busan, in Corea del Sud, la devastante Uss Michigan, sottomarino macchina da guerra vera e propria piattaforma missilistica con 154 missili Tomahawk a bordo. Un deterrente contro eventuali altre provocazioni (nucleari) del dittatore nordcoreano Kim Jong-un che però, è il timore di molti analisti, potrebbe paradossalmente alzare la tensione nell'area.

C'è però un'altra aerea a incredibile densità militare che nelle ultime ore ha fatto registrare movimenti a dir poco inquietanti. È l'Estonia, dove una squadriglia di cacciabombardieri F-35 americani è atterrata a sorpresa per esercitazioni a due passi dal confine con la Russia. "Forse per dimostrare che sono veramente invisibili?", domanda Rampini su Repubblica. Contemporaneamente, il battaglione Nato schierato in Polonia ha cominciato le esercitazioni nel poligono di Orzysz, a un tiro di schioppo dal confine bielorusso. In campo ci sono 1.000 soldati Usa, britannici e romeni, che si aggiungono ai 1.200 soldati tra inglesi, francesi, canadesi e italiani già presenti.

La risposta della Russia a questi "schiaffi in faccia"? Il progetto per costruire la "più grande portaerei mai costruita, lunga tre campi da calcio" (secondo il Daily Mail il prezzo previsto, astronomico, è 20 miliardi di euro) è una parte del contrattacco. Gli hacker russi che starebbero per prendere di mira il candidato francese Macron (per favorire Marine Le Pen, dichiaratamente filo-Putin), una preoccupazione comune a tutte le cancellerie europee impegnate a respingere l'assalto populista. Anche per questo la Nato sta conducendo, proprio in queste ore e sempre in Estonia, la più grande esercitazione di cyber-guerra mai condotta. A Locked Shields ("scudi sigillati") partecipano 800 specialisti di 25 nazioni. Obiettivo: bloccare i pirati informatici che possono "bombardare" la politica occidentale. E la chiamano Guerra Fredda... 


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Primarie Pd, l'unico confronto tv Il pagellone: chi è uscito asfaltato Occhio: Renzi ha un grosso guaio

Primarie Pd, l'unico confronto tv tra Renzi, Orlando ed Emiliano: chi ha vinto



Come sparare sulla Croce Rossa. Matteo Renzi domina il primo e unico confronto a tre in tv su SkyTg24 contro Andrea Orlando e Michele Emiliano, gli altri due candidati alle Primarie per la segreteria del Pd. L'appuntamento con il voto è per domenica 30 aprile, ma il verdetto (anche nei sondaggi) appare già scritto. Di sicuro, in televisione l'ex premier asfalta i rivali.

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"Mi aspetto di avere il 50% più uno. L'affluenza è una incognita. Tutto ciò che ha la cifra di un milione davanti va bene...", esordisce Renzi. La prima domanda è tutta interna al mondo Pd, quindi piuttosto noiosa. Come la risposta di Emiliano, che spreca i suoi secondi lamentandosi del fatto che le primarie siano state indette in fretta e furia con voto in occasione del ponte del Primo maggio. Il tema è logoro, l'arma dialettica piuttosto spuntata. Certo, il governatore pugliese è un po' più efficacie rispetto a Orlando. Entrambi criticano Renzi per quanto non fatto al governo, ma perlomeno Emiliano non aveva incarichi nell'esecutivo a differenza di Orlando, che ha poi il difetto di essere sempre troppo sotto-traccia. Si gioca malissimo la carta della telefonata del Papa ("L'unica cosa che mi ha chiesto è stato pensare ai detenuti") e in una parola il suo rischio è di diventare "invisibile". Emiliano è più polemico, un po' più aggressivo, ma con argomenti triti come quando contesta il bonus 80 euro, rintuzzato da Renzi ("Non è una mancia, è redistribuzione di reddito. Se non lo capisci, caro Emiliano, significa  che non capisci come vive chi guadagna 1.000 euro al mese"). Se si dovesse fare un pagellone, Renzi vincerebbe con un comodo 7 (senza strafare, senza stupire), Emiliano strapperebbe un 5 per l'impegno, Orlando un 4 assai deludente. Il clima soporifero e l'assenza di avversari credibili oggi favorisce lo studente più brillante (del Pd) ma occhio, perché usciti dalla classe potrebbe non bastare.