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sabato 15 aprile 2017

Consip, l'inchiesta si ingrossa Fino a dove portano le carte Affare enorme: il Quirinale

CONSIP L'inchiesta si ingrossa Fino a dove portano le carte: s'indaga sull'appalto da 3 miliardi che arriva fino al Quirinale


di Roberta Catania 



Si allarga l'inchiesta Consip, abbracciando l'intero appalto "FM4". Si tratta del più oneroso appalto europeo, bandito per 2,7 miliardi di euro dalla Centrale acquisti della pubblica amministrazione nel marzo 2014, e che avrebbe dovuto affidare i servizi di pulizia e manutenzione nella pubblica amministrazione. Tra i vincitori c'è Alfredo Romeo, l'imprenditore napoletano finito in carcere per corruzione il primo marzo scorso, accusato dal dirigente Consip Marco Gasparri di avergli elargito 100mila euro di tangenti in tre anni. Per questo, a breve, la procura di Roma interrogherà di nuovo Gasparri, anch'egli sotto inchiesta per corruzione, per «fissare» le sue dichiarazioni in sede di incidente probatorio e garantirsi l'asso vincente del processo nei confronti di Romeo.

Dalla mossa scattata ieri mattina, però, si è capito che al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al pm Mario Palazzi non basta mettere alle corde l'imprenditore campano. I magistrati capitolini hanno delegato i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e i finanzieri del Nucleo Tributario di Napoli di acquisire gli incartamenti di tutte le 18 porzioni che hanno composto l'appetibile gara andata in mano a sole tre ditte, nonostante la corsa di tanti pretendenti. Una anomalia che aveva già attirato l'attenzione dell'Antitrust, che ha aperto un'istruttoria per accertare se le ditte si fossero «accordate» privatamente per «limitare la concorrenza». Adesso vuole vederci chiaro anche la procura di piazzale Clodio, che finora aveva analizzato solamente i lotti aggiudicati dalla Romeo Gestioni (3, 13 e 18). In particolare, si vuole capire meglio come sia stato attribuito il lotto numero 10, quello da 143 milioni di euro e che riguarda il centro di Roma.

Nei confini del bando (Municipio I) ci sono infatti tutti i palazzi del potere: Quirinale, Camera, Senato, Palazzo Chigi, Corte Costituzionale, i ministeri. Una porzione di gara contesa fino all'ultimo dalla Romeo Gestioni e Cofely, la ditta francese vicina a Denis Verdini che ha poi vinto di un punto e mezzo la battaglia e che Alfredo Romeo aveva denunciato di «scorrettezze».

Il lotto 10, pur essendo andato ad altri, è terreno scivoloso per l' imprenditore finito in carcere. Secondo il gip che aveva mandato Romeo in cella, su questa parte della gara si sarebbe «combattuta una lotta a suon di tangenti». Marco Gasparri, il capo ufficio acquisti di Consip, ha ammesso di aver preso soldi da Romeo e ha anche già raccontato ai pm che l'imprenditore era convinto di essere vittima «di un complotto in Consip e di essere discriminato». Per questo motivo, ha aggiunto Gasparri, Romeo si sarebbe mosso «tramite il più alto livello politico» per arrivare all' Amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, che la prossima settimana sarà all' Anac a spiegare perché il meccanismo di controllo sugli appalti non sia riuscito a evitare episodi di corruzione e spartizione delle gare pubbliche.

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Da ieri, nonostante la fiducia confermata dalla procura di Napoli, il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto si è messo in ferie. Indagato dai pm di Roma per falso ideologico e materiale, per l'omessa annotazione nell'informativa dell'esito negativo di una presunta attività di pedinamento e controllo da parte dei Servizi segreti e per l'attribuzione di un'intercettazione riguardo un incontro con babbo Renzi ad Alfredo Romeo, nonostante i suoi uomini sul brogliaccio delle trascrizioni avessero indicato che l'interlocutore era Italo Bocchino.

Di Maio insulta Renzi? Attenti: gira una voce, svolta epocale "Intesa, ma a una condizione"

Di Maio insulta Renzi, ma occhio: la voce clamorosa, "stanno parlando, c'è l'intesa ma a una condizione"



Un confronto tv tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio. Ovvero il probabile candidato premier del Pd contro il probabile candidato premier del Movimento 5 Stelle. I due non si amano, forse non si stimano nemmeno, di sicuro si accusano a vicenda. L'ultimo colpo basso arriva dal grillino: "Le fake news di Renzi inquinano il dibattito pubblico - scrive il deputato sul blog di Beppe Grillo -. Da qualche giorno ha ripreso ad andare in televisione e ad attaccare il Movimento 5 Stelle con argomentazioni false".

Eppure, in questo clima di coltellate reciproche, i rispettivi staff stanno trattando per un (epocale) confronto tv. "Il Movimento 5 Stelle è sempre disponibile a confrontarsi sui temi concreti anche con lui, glielo avevamo chiesto più volte durante la campagna referendaria, e si è sempre rifiutato - prosegue Di Maio -: anche per questo ha perso. Quindi quando vuole, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, noi siamo disponibili ad un confronto con lui". E i renziani, per bocca di Michele Anzaldi, rispondono. "Come tutti sanno - replica il suo responsabile comunicazione per le primarie, all'HuffingtonPost.it - Renzi non ha mai rifiutato alcun confronto, anzi neanche accettava il limite di tempo delle puntate. Con i 5Stelle, dopo le primarie, siamo pronti ad andare in tv a patto che non sia una sfida tra liceali. Deve esserci un tema concreto, come la legge elettorale o altre cose su cui c'è la necessità di far capire agli italiani le ragioni degli uni e degli altri. Deve essere costruttivo, non un inutile braccio di ferro. Sono i 5Stelle invece ad essere sempre stati indisponibili e pronti solo a collegamenti blindati dall'esterno". Le armi ci sono. Resta da capire campo di gioco e arbitro: Porta a porta da Bruno Vespa? Oppure uno specialone su La7 a casa di Enrico Mentana? O perché no il "campo neutro" di SkyTg24, su cui si giocherà già la partita delle primarie dem?

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Guerra in qualsiasi momento Cina horror: minaccia Trump Aerei sospesi, ora è il caos

La Cina: "Guerra in qualsiasi momento: non ci saranno vincitori". Sospesi i voli tra Pechino e Corea del Nord



Da lunedì prossimo non ci saranno più voli tra Pechino e Pyongyang. L'ultima decisione della compagnia Air China è solo uno dei segnali di altissima tensione tra la Cina e le due Coree, dopo l'annuncio di nuovi test nucleari da parte di Kim Jong Un. Il clima è ormai incandescente dopo le minacce della Nordcorea e dopo lo sgancio della bomba Moab da parte degli Usa, che hanno colpito giovedì in Afghanistan. Un avvertimento non solo all'Isis, ma a tutti gli altri fronti aperti da Donald Trump, da quello siriano all'ultimo in Asia. 

Al confine tra la Corea del Nord e quella del Sud la tensione è a livelli record, tanto che lo stesso ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha tagliato corto parlando di "un'atmosfera potenzialmente pericolosa" e di un conflitto che "potrebbe scoppiare in qualsiasi momento". Secondo Wang Yi una guerra su quel fronte "non avrebbe vincitori", portando a un'autodistruzione reciproca dalle conseguenze imprevedibili su altri scenari mondiali.

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Dalle previsioni catastrofiche, il ministro cinese è sostanzialmente passato alle minacce, solo implicitamente rivolte a Trump che negli ultimi giorni ha aumentato la pressione su Kim Jong-un: "Chi provocherà una guerra in Corea - ha detto il ministro di Pechino - dovrà assumersi una responsabilità storica e pagarne il prezzo. Il vincitore - ha aggiunto - non sarà colui che mantiene le posizioni più dure o che mostra di più i muscoli. Se una guerra avrà luogo, il risultato sarà una situazione nella quale nessuno uscirà vincitore".

Da Pechino credono ancora nel dialogo per risolvere la crisi diplomatica in corso. Da Pyongyang non sembrano però pensarla allo stesso modo, visto che attraverso l'agenzia di regime Kcna, un portavoce di Kim Jong Un ha definito il bombardamento americano in Siria "un atto d'aggressione insolente e barbaro". E le parole di Kim Jong-un stesso non hanno aiutato di sicuro ad abbassare i toni: "Se gli Usa vogliono, andremo alla guerra". Un destino che sembra quasi inevitabile sul trentottesimo parallelo.

Lo showdown potrebbe avvenire già nelle prossime ore. Sabato, infatti, il regime nordcoreano potrebbe eseguire un ultimo test con armi nucleari per festeggiare il 105° anniversario della nascita di Kim Il-Sung. Se il test venisse effettuato, riferiscono fonti di intelligence, gli Stati Uniti potrebbero davvero passare all'attacco. E le conseguenze, con la Cina, sono ancora tutte da comprendere.

La "magia nera" di Igor il russo: così è sparito E ora spunta un sensitivo, tremendo sospetto

La "magia nera" di Igor il russo: così è sparito. E ora spunta un sensitivo



Se non stessimo parlando di un assassino in fuga, si dovrebbe parlare di magia. Nera, in questo caso. Norbert Feher, conosciuto come Igor il Russo, sta facendo impazzire centinaia di agenti sulle sue tracce in un fazzoletto di pochi chilometri quadrati tra Budrio e Ferrara. Di lui si sono perse le tracce da 13 giorni: si sa solo che dopo aver ucciso un barista e un guardiapesca (e con il fondato sospetto che nel suo passato ci siano almeno altri due morti), si è dato alla macchia tra casolari diroccati, gabbiotti, canneti, boschi e canali. Un Rambo in salsa serba, spietato e indistruttibile. O forse un fantasma.

Nonostante l'efferatezza e qualche scivolone, ha guidato il Fiorino con cui si muoveva dopo il primo omicidio con i guanti, per non lasciare tracce. Qualcosa di lui però è rimasto. Per esempio la borsa della spesa, con le provviste che l'hanno sfamato nei primi giorni di fuga. Ora vive di niente: "Verdure, frutta, uova, galline", sottolineano gli inquirenti. In teoria potrebbe andare avanti un altro paio di settimane. Ha i cani molecolari alle calcagna, ma non sono ancora riusciti a trovarlo. Il sospetto, fondato, è che qualcuno lo stia aiutando. Sicuramente ha avuto appoggi durante la sua carriera da criminale, tra una rapina violenta e l'altra. Come ricorda Il Giornale, anche il metronotte ferito gravemente a Cosandolo lo scorso 29 marzo ha detto di averlo sentito parlare al cellulare mentre gli intimava di lasciargli la pistola calibro 9. Lo usava solo per mail e web, spiega chi lo sta inseguendo. Nessuna cellula telefonica agganciata, finora. Un fantasma, appunto. E forse per questo, tra una testimonianza dei suoi ex compagni di cella e l'altra, è spuntato anche un sensitivo.

L'interrogativo è: se n'è già andato? I militari sostengono che sia ancora nella "zona rossa", che resterà pattugliata palmo a palmo per altri 10 giorni. Eppure, continua il Giornale, si stanno già effettuando ricerche oltre le oasi fra Reno e Idice. Due giorni fa è stata rubata una zattera. Se fosse nelle mani del killer, il serbo sarebbe già lontano, verso il delta del Po. In più c'è il timore che durante le feste di Pasqua Igor possa assalire gli anziani rimasti soli o entrare nelle case di chi è via. Come un incubo che non vuole svanire.

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venerdì 14 aprile 2017

"Useremo le armi nucleari, pronti alla guerra con gli Usa" Kim Jong-un firma la sua fine

Corea del Nord: "Se gli Stati Uniti vogliono la guerra, siamo pronti. Useremo contro di loro le armi nucleari"



Donald Trump ha costruito "un circolo vizioso" di tensioni nella penisola coreana, con "una politica aggressiva e creando problemi alla Corea del Nord". Per questo Pyongyang è "pronta ad andare alla guerra e a usare il suo arsenale nucleare contro gli Usa se necessario". Parole di fuoco, parole pregne di follia, quelle del viceministro degli esteri nord-coreano, Hang Song Ryol in una intervista esclusiva alla Ap, in cui ha aggiunto che "se le provocazioni di Washington proseguiranno, Pyongyang è pronta a una risposta militare". Se ancora non fosse chiaro, ribadisce: "Se loro vogliono andremo alla guerra". Il viceministro nord coreano ha definito "spericolate" le manovre militari Usa - l'ultima, quella in Afghanistan - e ha concluso affermando che la Corea "ha un potente deterrente nucleare e certamente non resterà con le mani in mano di fronte a un attacco preventivo da parte americana". La guerra si fa sempre più vicina.

Caivano (Na): BOOM La consigliera Buonfiglio replica a Mimmo Falco: "Dichiarazioni Fuffa"

F.I: La consigliera Buonfiglio replica a Mimmo Falco: "Dichiarazioni Fuffa"


di Gaetano Daniele


Cinzia Buonfiglio
Consigliere comunale F.I


Non tarda ad arrivare la replica della consigliera forzista, Cinzia Buonfiglio, alle dichiarazioni apparse ieri su un blog online a firma del consigliere Domenico Falco, e che per detta della consigliera Buonfiglio sono dichiarazioni "FUFFA". E ai nostri microfoni dichiara: 

"In merito a quanto comparso su un blog online, a firma De Cicco, dove il consigliere comunale Domenico Falco asseriva, in riferimento alla sottoscritta, testualmente: "Potranno offendere, lanciare fango ma non riusciranno mai a coprire la verità....."; e ancora: "Caivano ha bisogno di serietà e di lealtà. Non di mezzucci e ricatti", prescindendo dall'evidente errore (orrore) grammaticale; e ancora prima: "... che il partito del Sindaco Monopoli resta al sostegno dell'amministrazione in quanto i problemi arrivano da una parte minoritaria dalla quale bisogna prendere le distanze". Chiedo al "Consigliere" Domenico Falco, di andare a denunciare fatti, misfatti e quanto altro è in sua conoscenza ad autorità competenti in merito a miei presunti ricatti, offese, o qualsiasi altra pretesa nei confronti del "Sindaco Monopoli". La sottoscritta - continua Buonfiglio - si è sempre distinta per serietà e onestà non chiedendo mai nulla nè all'amministrazione nè ad alcuna componente politica che possa essere rappresentata da Sindaco, assessori o chiunque altro. Dichiarazioni del genere - nota ancora la Consigliera Buonfiglio - sono lesive della mia persona e della mia dignità sia come donna che come consigliere comunale di questo Paese. Io sono certa di non aver ricevuto, perchè anche mai chiesto, niente a nessuno e sono pronta ad affrontare qualsiasi giudizio di qualsiasi persona di questo paese ma il signore succitato è pronto ad affrontare analogo giudizio!?. Se dovessimo sempre dar credito a voci e "inciuci" circolanti ci sarebbe ben donde da denunciare ma la sottoscritta si è da sempre sottratta a questi "mezzucci" che invece, a quanto pare, il consigliere Domenico Falco, non depreca ledendo la mia immagine. Voglio ancora essere convinta che il consigliere si sia prestato ad un gioco e che quelle dichiarazioni non siano effettivamente sue anche perché dovrebbe poi spiegarmi come potrebbe mai conoscere fatti che sono interni al partito e di cui il Sindaco Monopoli, sebbene autorevole, è solo una delle componenti. Io non baratto, non baratterò nè l'ho mai fatto in passato, la mia onestà con niente, nè con regali, nè con favori, nè con altro. Se e quando ci saranno appunti da fare sull'operato dell'amministrazione, come ho sempre fatto finora, sarà nelle sedi opportune che metterò a giudizio le mie valutazioni e non certo darò alla stampa voce per offendere altri da cui voglio mantenere le distanze". 

Insomma, la consigliera forzista Cinzia Buonfiglio non le manda di certo a dire, e forte della sua onestà, replica ferma alle offese ricevute.

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"Meglio darla...": ha 18 anni, perché vende la sua verginità Ecco le foto-bomba / Guarda

Germania, Alexandra, 18 anni, mette all'asta la verginità e incassa 2,3 milioni: andrà a studiare ad Oxford



Una ragazza ha realizzato il suo più grande sogno: riuscirà a studiare marketing ad Oxford grazie alla vendita della sua verginità. Un'idea che le è venuta dopo aver visto il film Proposta Indecente. La romena Alexandra Kefren aveva 15 anni e tanti sogni nel cassetto, e dopo la visione della pellicola, ha tratto la sua conclusione: una volta raggiunta la maggiore età, avrebbe messo in vendita la sua prima volta al miglior offerente. Compiuti i diciotto anni, si è rivolta all'agenzia Cinderella Escorts, la società tedesca di Jan Zakobielski, che ha messo all'asta sul web la sua verginità riuscendo a venderla per 2,3 milioni di euro ad un ricco uomo d’affari di Hong Kong. Il 20% dell'incasso andrà all'agenzia, mentre il resto andrà nelle tasche della ragazza. L’appuntamento tra la ragazza, che sarà accompagnata dall'agenzia, e il compratore è già fissato.

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A Novembre, Alexandra aveva partecipato alla trasmissione This Morning in onda sul canale britannico ITV, durante la quale aveva spiegato che i soldi li avrebbe spesi per i suoi studi e per aiutare i suoi genitori. "Ho avuto l'idea di vendere la verginità a 15 anni, dopo aver visto il film Proposta Indecente. Perché donarla ad un fidanzato che dopo poco ti lascerà, meglio darla al miglior offerente. Si considera ancora un tabù quello che è il diritto di gestire liberamente il proprio corpo e invece ognuno deve vivere come vuole". In realtà, i genitori pare che siano rimasti ovviamente turbati e sconvolti per la scelta della figlia. Ora starebbero pensando di disconoscerla.

L’agenzia a cui si è venduta, che è totalmente legale, offre diversi servizi: oltre a mettere all'asta la verginità delle ragazze, dispone di dodici escort-girl e due attrici porno. "Non accettiamo ragazze che non siano ancora mature e consapevoli perché vogliamo essere certi che le ragazze agiscano in totale coscienza e autonomia e che dietro di loro non ci siano condizionamenti da parte di altre persone che le spingono a fare questa scelta", ha spiegato  Zakobielski al quotidiano francese Liberation. Il titolare dell'azienda ha spiegato che il 20% è la giusta ricompensa per il lavoro svolto perché l’agenzia, oltre a mettere in contatto le ragazze con i miglior offerenti, le accompagna agli appuntamenti e si assicura che le transazioni economiche vadano a buon fine.