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sabato 15 aprile 2017

La "magia nera" di Igor il russo: così è sparito E ora spunta un sensitivo, tremendo sospetto

La "magia nera" di Igor il russo: così è sparito. E ora spunta un sensitivo



Se non stessimo parlando di un assassino in fuga, si dovrebbe parlare di magia. Nera, in questo caso. Norbert Feher, conosciuto come Igor il Russo, sta facendo impazzire centinaia di agenti sulle sue tracce in un fazzoletto di pochi chilometri quadrati tra Budrio e Ferrara. Di lui si sono perse le tracce da 13 giorni: si sa solo che dopo aver ucciso un barista e un guardiapesca (e con il fondato sospetto che nel suo passato ci siano almeno altri due morti), si è dato alla macchia tra casolari diroccati, gabbiotti, canneti, boschi e canali. Un Rambo in salsa serba, spietato e indistruttibile. O forse un fantasma.

Nonostante l'efferatezza e qualche scivolone, ha guidato il Fiorino con cui si muoveva dopo il primo omicidio con i guanti, per non lasciare tracce. Qualcosa di lui però è rimasto. Per esempio la borsa della spesa, con le provviste che l'hanno sfamato nei primi giorni di fuga. Ora vive di niente: "Verdure, frutta, uova, galline", sottolineano gli inquirenti. In teoria potrebbe andare avanti un altro paio di settimane. Ha i cani molecolari alle calcagna, ma non sono ancora riusciti a trovarlo. Il sospetto, fondato, è che qualcuno lo stia aiutando. Sicuramente ha avuto appoggi durante la sua carriera da criminale, tra una rapina violenta e l'altra. Come ricorda Il Giornale, anche il metronotte ferito gravemente a Cosandolo lo scorso 29 marzo ha detto di averlo sentito parlare al cellulare mentre gli intimava di lasciargli la pistola calibro 9. Lo usava solo per mail e web, spiega chi lo sta inseguendo. Nessuna cellula telefonica agganciata, finora. Un fantasma, appunto. E forse per questo, tra una testimonianza dei suoi ex compagni di cella e l'altra, è spuntato anche un sensitivo.

L'interrogativo è: se n'è già andato? I militari sostengono che sia ancora nella "zona rossa", che resterà pattugliata palmo a palmo per altri 10 giorni. Eppure, continua il Giornale, si stanno già effettuando ricerche oltre le oasi fra Reno e Idice. Due giorni fa è stata rubata una zattera. Se fosse nelle mani del killer, il serbo sarebbe già lontano, verso il delta del Po. In più c'è il timore che durante le feste di Pasqua Igor possa assalire gli anziani rimasti soli o entrare nelle case di chi è via. Come un incubo che non vuole svanire.

Gli Indispensabili Mutti.

Scopri tutte le differenze. 

venerdì 14 aprile 2017

"Useremo le armi nucleari, pronti alla guerra con gli Usa" Kim Jong-un firma la sua fine

Corea del Nord: "Se gli Stati Uniti vogliono la guerra, siamo pronti. Useremo contro di loro le armi nucleari"



Donald Trump ha costruito "un circolo vizioso" di tensioni nella penisola coreana, con "una politica aggressiva e creando problemi alla Corea del Nord". Per questo Pyongyang è "pronta ad andare alla guerra e a usare il suo arsenale nucleare contro gli Usa se necessario". Parole di fuoco, parole pregne di follia, quelle del viceministro degli esteri nord-coreano, Hang Song Ryol in una intervista esclusiva alla Ap, in cui ha aggiunto che "se le provocazioni di Washington proseguiranno, Pyongyang è pronta a una risposta militare". Se ancora non fosse chiaro, ribadisce: "Se loro vogliono andremo alla guerra". Il viceministro nord coreano ha definito "spericolate" le manovre militari Usa - l'ultima, quella in Afghanistan - e ha concluso affermando che la Corea "ha un potente deterrente nucleare e certamente non resterà con le mani in mano di fronte a un attacco preventivo da parte americana". La guerra si fa sempre più vicina.

Caivano (Na): BOOM La consigliera Buonfiglio replica a Mimmo Falco: "Dichiarazioni Fuffa"

F.I: La consigliera Buonfiglio replica a Mimmo Falco: "Dichiarazioni Fuffa"


di Gaetano Daniele


Cinzia Buonfiglio
Consigliere comunale F.I


Non tarda ad arrivare la replica della consigliera forzista, Cinzia Buonfiglio, alle dichiarazioni apparse ieri su un blog online a firma del consigliere Domenico Falco, e che per detta della consigliera Buonfiglio sono dichiarazioni "FUFFA". E ai nostri microfoni dichiara: 

"In merito a quanto comparso su un blog online, a firma De Cicco, dove il consigliere comunale Domenico Falco asseriva, in riferimento alla sottoscritta, testualmente: "Potranno offendere, lanciare fango ma non riusciranno mai a coprire la verità....."; e ancora: "Caivano ha bisogno di serietà e di lealtà. Non di mezzucci e ricatti", prescindendo dall'evidente errore (orrore) grammaticale; e ancora prima: "... che il partito del Sindaco Monopoli resta al sostegno dell'amministrazione in quanto i problemi arrivano da una parte minoritaria dalla quale bisogna prendere le distanze". Chiedo al "Consigliere" Domenico Falco, di andare a denunciare fatti, misfatti e quanto altro è in sua conoscenza ad autorità competenti in merito a miei presunti ricatti, offese, o qualsiasi altra pretesa nei confronti del "Sindaco Monopoli". La sottoscritta - continua Buonfiglio - si è sempre distinta per serietà e onestà non chiedendo mai nulla nè all'amministrazione nè ad alcuna componente politica che possa essere rappresentata da Sindaco, assessori o chiunque altro. Dichiarazioni del genere - nota ancora la Consigliera Buonfiglio - sono lesive della mia persona e della mia dignità sia come donna che come consigliere comunale di questo Paese. Io sono certa di non aver ricevuto, perchè anche mai chiesto, niente a nessuno e sono pronta ad affrontare qualsiasi giudizio di qualsiasi persona di questo paese ma il signore succitato è pronto ad affrontare analogo giudizio!?. Se dovessimo sempre dar credito a voci e "inciuci" circolanti ci sarebbe ben donde da denunciare ma la sottoscritta si è da sempre sottratta a questi "mezzucci" che invece, a quanto pare, il consigliere Domenico Falco, non depreca ledendo la mia immagine. Voglio ancora essere convinta che il consigliere si sia prestato ad un gioco e che quelle dichiarazioni non siano effettivamente sue anche perché dovrebbe poi spiegarmi come potrebbe mai conoscere fatti che sono interni al partito e di cui il Sindaco Monopoli, sebbene autorevole, è solo una delle componenti. Io non baratto, non baratterò nè l'ho mai fatto in passato, la mia onestà con niente, nè con regali, nè con favori, nè con altro. Se e quando ci saranno appunti da fare sull'operato dell'amministrazione, come ho sempre fatto finora, sarà nelle sedi opportune che metterò a giudizio le mie valutazioni e non certo darò alla stampa voce per offendere altri da cui voglio mantenere le distanze". 

Insomma, la consigliera forzista Cinzia Buonfiglio non le manda di certo a dire, e forte della sua onestà, replica ferma alle offese ricevute.

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"Meglio darla...": ha 18 anni, perché vende la sua verginità Ecco le foto-bomba / Guarda

Germania, Alexandra, 18 anni, mette all'asta la verginità e incassa 2,3 milioni: andrà a studiare ad Oxford



Una ragazza ha realizzato il suo più grande sogno: riuscirà a studiare marketing ad Oxford grazie alla vendita della sua verginità. Un'idea che le è venuta dopo aver visto il film Proposta Indecente. La romena Alexandra Kefren aveva 15 anni e tanti sogni nel cassetto, e dopo la visione della pellicola, ha tratto la sua conclusione: una volta raggiunta la maggiore età, avrebbe messo in vendita la sua prima volta al miglior offerente. Compiuti i diciotto anni, si è rivolta all'agenzia Cinderella Escorts, la società tedesca di Jan Zakobielski, che ha messo all'asta sul web la sua verginità riuscendo a venderla per 2,3 milioni di euro ad un ricco uomo d’affari di Hong Kong. Il 20% dell'incasso andrà all'agenzia, mentre il resto andrà nelle tasche della ragazza. L’appuntamento tra la ragazza, che sarà accompagnata dall'agenzia, e il compratore è già fissato.

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A Novembre, Alexandra aveva partecipato alla trasmissione This Morning in onda sul canale britannico ITV, durante la quale aveva spiegato che i soldi li avrebbe spesi per i suoi studi e per aiutare i suoi genitori. "Ho avuto l'idea di vendere la verginità a 15 anni, dopo aver visto il film Proposta Indecente. Perché donarla ad un fidanzato che dopo poco ti lascerà, meglio darla al miglior offerente. Si considera ancora un tabù quello che è il diritto di gestire liberamente il proprio corpo e invece ognuno deve vivere come vuole". In realtà, i genitori pare che siano rimasti ovviamente turbati e sconvolti per la scelta della figlia. Ora starebbero pensando di disconoscerla.

L’agenzia a cui si è venduta, che è totalmente legale, offre diversi servizi: oltre a mettere all'asta la verginità delle ragazze, dispone di dodici escort-girl e due attrici porno. "Non accettiamo ragazze che non siano ancora mature e consapevoli perché vogliamo essere certi che le ragazze agiscano in totale coscienza e autonomia e che dietro di loro non ci siano condizionamenti da parte di altre persone che le spingono a fare questa scelta", ha spiegato  Zakobielski al quotidiano francese Liberation. Il titolare dell'azienda ha spiegato che il 20% è la giusta ricompensa per il lavoro svolto perché l’agenzia, oltre a mettere in contatto le ragazze con i miglior offerenti, le accompagna agli appuntamenti e si assicura che le transazioni economiche vadano a buon fine.

Gregoraci straziante: "Ho perso. Nessuno...". Il terribile sospetto su come è finita con Briatore

Gregoraci, la frase su Instagram e il sospetto: è stato Flavio a scaricarla?



Le voci sulla rottura tra Elisabetta Gregoraci e Flavio Briatore assomigliano sempre più a una certezza, tanto che le foto di mister Billionaire, dal profilo Instagram della showgirl, sono sparite da tempo. E ora, l'ultima conferma arriva da un messaggio pubblicato dalla Gregoraci sul social: "Tutto lì, nel cuore. Tutto ciò che non sono più riuscita a stringere tra le mani, perché ho perso, perché non c'è più. Tutto lì, nel cuore dove nessuno me lo potrà strappare". Frasi malinconiche e un filo strazianti. Frasi che sembrano confermare la rottura e infittiscono il giallo: ma cosa è successo? Se ci si volesse prestare a una "esegesi" delle parole di Elisabetta, parrebbe che sia stato proprio Flavio a lasciarla...

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Vergogna di governo e Ong Beccati con le mani nel sacco: Losco traffico con gli scafisti

Governo e Ong complici degli scafisti


di Fausto Carioti



Se ne sono accorti in pochi, ma quello di ieri in Parlamento è stato un giorno meno inutile del solito. Si è capito qualcosa di più, infatti, su come è stato possibile che lo scorso anno sbarcassero in Italia 181mila immigrati - record di sempre - e su come riusciranno nel 2017 ad arrivarne il trenta per cento in più (è l'andazzo dei primi tre mesi, a dimostrazione che si può sempre migliorare).

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Dimenticate lo stereotipo degli scafisti brutti, sporchi e cattivi: se quello che è stato detto ieri è vero, questi signori ormai lavorano in tutta tranquillità e magari spesso nemmeno salgono su natanti che si limitano a percorrere poche miglia, quante ne bastano perché il loro carico si affidato a imbarcazioni perfettamente legali. Davanti alla Libia ce ne sono tante, che aspettano solo di raccogliere gli immigrati che scaricheranno sulle nostre coste. Navi pubbliche, come quelle dello Stato italiano; di Frontex, il programma dell' Unione europea che avrebbe dovuto tutelare i nostri confini marittimi; dell' operazione Sophia, gestita dalla Forza navale mediterranea della Ue. E mezzi privati, che appartengono alle organizzazioni non governative, sempre più attive: nel Mediterraneo centrale queste oggi schierano otto navi e un aereo, di cui dispongono grazie a fonti di finanziamento tanto cospicue quanto opache.

«Non ci sono mai stati così tanti mezzi pubblici dispiegati in mare da Ue e Italia», ha spiegato Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex, in videoconferenza con la commissione Difesa del Senato. Proprio per questo, avverte, una presenza così massiccia delle ong in quelle acque «è un paradosso».

Il risultato di questo eccesso di offerta di trasporto è un netto miglioramento della qualità del servizio, se così lo si può chiamare: «Prima», ha spiegato il dirigente di Frontex, «i soccorsi avvenivano a metà strada tra Sicilia e coste libiche, oggi invece avvengono a 20-25 miglia nautiche dalle coste libiche, a volte anche in acque territoriali». Appena gli immigrati si muovono dalla spiaggia, insomma, trovano chi sgomita per imbarcarli.

In alcuni casi, e Leggeri assicura di avere le testimonianze che lo provano, gli scafisti consegnano agli immigrati cellulari con memorizzati i numeri telefonici delle ong che poi li raccoglieranno in mare. Notare: non sono i trafficanti a chiamare le organizzazioni, le quali negano di avere contatti con loro, ma gli aspiranti richiedenti asilo, che invocano soccorso. Un meccanismo a suo modo efficiente, che gira a pieno ritmo con il benestare delle milizie libiche e dello Stato italiano.

Da quanto si è capito ieri, infatti, se le ong ormai controllano circa un terzo dei «salvataggi» in mare, è anche per l'aiuto che ottengono dal governo di Roma. Oscar Camps, direttore di una della organizzazioni più attive, la catalana Proactiva Open Arms, lo ha detto candidamente alla stessa commissione Difesa: «Noi lavoriamo in coordinamento con la Guardia costiera italiana».

Ma l' imbarazzo maggiore l'ha provocato Michael Buschheuer, che guida l'ong Sea-Eye, una di quelle "accusate" di ricevere finanziamenti dal miliardario di origine ungherese George Soros (cosa che Buschheuer nega). Parlando al comitato parlamentare di controllo sull'attuazione del trattato di Schengen, ha detto che «almeno nel cinquanta per cento» dei casi la sua organizzazione riceve indicazioni dal Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo, che dipende dal ministero dei Trasporti.

Secondo la testimonianza sua e di Camps, insomma, l' esecutivo italiano collaborerebbe con le organizzazioni non governative. È il motivo per cui la forzista Laura Ravetto, che presiede il comitato Schengen, ha convocato il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Il quale dovrà dare qualche spiegazione sul genere di rapporti, al momento niente affatto chiari, che il suo dicastero ha con le ong.

"I jihadisti uccideranno i vip" 007, l'inquietante sospetto: chi rischia la pelle adesso

Terrorismo, l'inquietante sospetto degli 007: "Ora i jihadisti ammazzeranno i vip", chi rischia la pelle adesso Tremano



L'islamista iracheno arrestato a Dortmund "non c'entra nulla" con le bombe esplose sotto il pullman del Borussia che ha mandato in ospedale un giocatore della squadra tedesca, lo spagnolo Bartra. E forse, confessano gli inquirenti tedeschi in evidente difficoltà, forse nemmeno l'attentato centra con la pista islamica. 

Eppure l'allarme sul terrorismo jihadista in Germania resta altissimo e sta prendendo piede un'ipotesi inquietante: nell'anno delle elezioni politiche tanto attese (e temute dalla cancelliera Angela Merkel) i fondamentalisti ispirati dall'Isis possano scegliere attori, cantanti, gente di spettacolo e vip. Vittime celebri per amplificare gli effetti del terrore.

"Tutti gli attori pagani, i cantanti, gli atleti ed altre celebrità in Germania ed in altre nazioni crociate - recita la rivendicazione dell'attentato di martedì sera, scritta in tedesco - sono sulla lista di morte dello Stato islamico. E sarà così fino a quando non saranno rispettare le seguenti condizioni: ritirare i Tornado dalla Siria, chiudere la base aerea di Ramstein". Proprio questo spostamento di obiettivi lascia scettici gli 007 di Berlino, visto che i seguaci del Califfato, come ricorda anche Il Messaggero, finora hanno sempre preferito colpire uomini e donne comuni, puntando più alla semplice quantità delle vittime. 

Ma c'è un precedente, pesante. Parigi 2015, quando l'Isis colpì allo Stade de France cercando la carneficina, trovata nella stessa sera al Bataclan, durante un concerto. Sport e spettacolo, ecco il target. E proprio in Germania l'amichevole tra la nazionale di casa e l'Olanda venne annullata per un allarme attentato, con la Merkel precipitosamente allontanata dagli spalti e messa in sicurezza.

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