Visualizzazioni totali

martedì 11 aprile 2017

ORDINE UEFA "Milan cacciato dalle coppe" Tutto inutile, addio Europa

Milan, se slitta il closing con i cinesi salta l'Europa League



Se il closing per il passaggio di proprietà dovesse slittare ancora (per ora la nuova scadenza è fissata al 14 aprile), il Milan sarà costretto a non partecipare alla prossima Europa League: una scadenza imposta dalla UEFA potrebbe rendere vani tutti gli sforzi e i sogni di gloria dei rossoneri sul campo. Si tratta della deadline per presentare il voluntary agreement (il piano di equilibrio tra investimenti e spese), fondamentale per ottenere il nulla osta per la partecipazione alle coppe eiuropee: il 21 aprile. Se per qualche motivo il closing dovesse essere posticipato, la prima data utile per la definitiva conclusione della trattativa sarebbe il 4 maggio, giorno in cui è convocata la riunione degli azionisti. Con questo scenario, il Milan sarebbe impossibilitato a presentare i documenti e quindi costretto a non poter prendere parte alla prossima Europa League.

STUDIO ALUR "Buoni risultati, ora dialogheremo con le autorità sanitarie mondiali"

"Buoni risultati, ora dialogheremo con le autorità sanitarie mondiali"


di Matilde Scuderi



“Siamo lieti di annunciare che i risultati dello studio di fase III 'Alur' avvalorano ulteriormente l’uso di alectinib nel trattamento di soggetti affetti da carcinoma polmonare positivo alla chinasi del linfoma anaplastico (Alk). I risultati di questo studio saranno alla base delle discussioni che sosterremo con le autorità sanitarie mondiali, per poter rendere alectinib disponibile ai pazienti il più velocemente possibile” queste le dichiarazioni di Sandra Horning, chief medical officer e head of global product development del gruppo farmaceutico svizzero Roche, dopo che i dati dello studio 'Alur' hanno evidenziato che i pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (Nsclc) alk-positivo metastatico hanno visto le proprie condizioni migliorare significativamente e senza progressione del tumore, laddove la terapia con chemioterapia a base di platino e crizotinib non era riuscita a fermare la crescita delle neoplasie. Lo scorso 16 febbraio 2017, in base ai risultati degli studi di fase I e II la Commissione europea ha approvato alectinib per i pazienti con nsclc alk-positivo trattati precedentemente con crizotinib Negli Stati Uniti e in nove altri Paesi in tutto il mondo, alectinib è, inoltre, approvato in monoterapia per i pazienti affetti da nsclc alk-positivo andati incontro a progressione durante il trattamento con crizotinib o intolleranti a questo medicinale. Oltre allo studio 'Alur', alectinib è attualmente oggetto di valutazione come opzione terapeutica di prima linea nello studio di fase III 'Alex' volto a confrontare alectinib e crizotinib nel nsclc alk-positivo. Si prevede che i dati dello studio 'Alex' verranno presentati nel corso di quest’anno.

Nel mondo, l’Nsclc alk-positivo, viene diagnosticato a circa 75mila persone ogni anno, più frequentemente in soggetti di giovane età e nelle donne, che costituiscono il 54 per cento dei pazienti. Inoltre, questa forma particolare di tumore al polmone viene di norma riscontrato in coloro che hanno un passato da ‘fumatori leggeri’ o nessuna storia di tabagismo. Alectinib si è dimostrato attivo nelle metastasi cerebrali, questo sta ad indicare la possibilità che il farmaco riesca a penetrare la barriera ematoencefalica. Il cervello, infatti, è protetto da una rete di cellule strettamente giunte tra loro che rivestono le pareti interne dei vasi sanguigni presenti nel cervello e nel midollo spinale. Per impedire alle molecole di agire sul cervello, la barriera ematoencefalica mette in atto una serie di espedienti, tra cui l’espulsione attiva delle stesse attraverso un processo noto come ‘efflusso attivo’. Il sistema di efflusso attivo non riconosce alectinib, il quale può quindi attraversare liberamente il tessuto cerebrale.

Con il Parmigianino la Menarini  ritrova le sue radici partenopee

Con il Parmigianino la Menarini ritrova le sue radici partenopee


di Maria Rita Montebelli


Da Sinistra: Ennio Troiano, Pier Luigi Leone de Castris e Alessandro Tosi

60 anni di volumi d’arte e 120 anni di presenza in Italia sono i traguardi tagliati nel 2016 da Menarini. Che per la sessantesima monografia dei libri d’arte, testimonianza di una consolidata vocazione artistica, sceglie un artista dalla fama complessa, come Girolamo Francesco Maria Mazzola, detto il Parmigianino (1503-1540), maestro della ‘maniera moderna’. “Menarini ama l’arte - commenta Ennio Troiano, direttore HR Corporate del Gruppo Menarini - e per la presentazione del suo sessantesimo volume d’arte ha scelto Napoli, tornando così anche alle sue radici. Menarini nasce infatti a Napoli nel 1866 dalla Farmacia Internazionale, che preparava farmaci per tutti i migranti italiani in partenza per le Americhe, e che era stata aperta dal bolognese Archimede Menarini in via Calabritto. Poi la sede fu spostata a Firenze, dove siamo oggi una multinazionale attiva in oltre 130 Paesi al mondo, impegnata nella ricerca, prevalentemente in ambito oncologico, e con la concreta speranza di offrire nuove cure per patologie ancora irrisolte. L’arte e la bellezza italiana accompagnano da sempre Menarini, che cura con particolare attenzione la propria collana di volumi d’arte da 60 anni. Quest’anno abbiamo deciso di coniugare la presentazione del volume dedicato al Parmigianino alla visita a Capodimonte, che custodisce una eccezionale testimonianza del suo genio artistico. Un modo per tornare a Napoli ed alle nostre origini”.

Per la presentazione dello splendido volume dedicato al Parmigianino la scelta è dunque caduta su Napoli, la città di Dio come la chiamava il drammaturgo francese Jean Cocteau, in antitesi e quasi ‘dispetto’ a Roma, la città dei papi. E le ragioni sono ben due. La prima è che la storia delle collezioni Farnese, dicotomizzate in epoca moderna tra la pinacoteca del Museo di Capodimonte e la superba collezione di arte antica del Museo Archeologico (Mann) di Napoli, è legata a filo doppio con la storia del ducato di Parma e Piacenza. La seconda è che a Capodimonte si conservano ben 4 meravigliose opere del Parmigianino, tre delle quali (l’Antea, il ritratto di Galeazzo Sanvitale, Sacra Famiglia con San Giovannino) illustrate dal professor Alessando Tosi nella monografia Menarini dedicata all’autore (edizioni Pacini). E queste 4 opere (la quarta, che per qualche ragione non trova spazio nella monografia, è la Lucrezia Romana) fanno parte dei 28 dipinti delle cosiddette collezioni farnesiane (il cui primo nucleo si deve a papa Paolo III, Alessandro Farnese) trasferite dal ducato di Parma e Piacenza a Napoli, nel 1734 da Carlo di Borbone (figlio di Elisabetta, ultima discendente dei Farnese) nel ‘suo’ museo di Capodimonte. “Sono incontri che non si possono dimenticare – asserisce Tosi – quelli con le opere del Parmigiano, siano esse quadri, disegni o incisioni”.

Dopo essersi ispirato e abbeverato allo stile puro e sovrano del Correggio, nella Parma del ‘500, il Parmigianino approda nella Roma di Raffaello, in un incontro che plasma il suo linguaggio, fatto anche di pazzia magica e magnetica. Un autore difficile, anche nelle attribuzioni, controverso e dalla storia personale poco leggibile, che culmina in un furore alchemico, per spegnersi a soli 37 anni. Poco noto al grande pubblico fino all’inizio di questo secolo, la sua fama ha subito un’accelerazione a partire dalla mostra del 2003, divisa tra Parma e Vienna, per approdare poi alla mostra allestita presso le Scuderie del Quirinale a Roma lo scorso anno, in un incredibile turbinio di pubblicazioni (sono addirittura 45 le monografie a lui dedicate dall’inizio degli anni 2000). Un dandy contemporaneo che - secondo una boutade dello Sgarbi - mutatis mutandis potrebbe ambire a rappresentare l’emblema del gay pride, oltre a diventare un mito di massa come il Caravaggio. Ma Parmigianino, pittore, suonatore di liuto e da ultimo alchimista è ben più che questo e per apprezzarlo appieno - scrive il Tosi - bisognerebbe essere un poeta, o uno scienziato o un medico, o un farmacista. O ancora un musicista, un maestro di liuto (strumento che Francesco padroneggiava realmente) un filosofo, un letterato o uno studioso di testi religiosi. Perché la sua arte, la sua ‘maniera moderna’, è ineffabile e inafferrabile proprio come le eleganti e curatissime mani inanellate dei suoi soggetti che sembrano appena sfiorare, senza mai toccare, gli oggetti.

Bellissime quelle di Galeazzo Sanvitale che con la mano guantata esibisce misterioso una moneta col numero 72, probabile riferimento cabalistico di Dio, mentre le sue vesti di alta sartoria italiana dialogano col bagliore da flash stampato su un’armatura e con una natura rigogliosa di fronde e fogliame maestoso che prorompe dalla finestra alle sue spalle. Sublimi nella loro nonchalance anche quelle dell’Antea che ti guarda fissa negli occhi, facendosi perdonare la deforme torsione del corpo, appesantito da abiti sontuosi e congelato in una posa innaturale, di ‘maniera’. Una bellezza algida che si declama attraverso i dettagli della raffinata acconciatura, dei gioielli preziosi ma delicati, delle vesti dai bagliori dorati, con la pelle di martora, adagiata sulla spalla, che sembra voler mordere la mano guantata. “Il Parmigianino - ricorda il professor Pierluigi Leone de Castris, ordinario di storia dell'arte moderna Università Suor Orsola Benincasa, Napoli - è uno dei più grandi esponenti della ‘maniera moderna’; le figure non devono necessariamente esprimere bellezza, ma grazia, attraverso la torsione del busto, del corpo. Sono intrecci di braccia, di gambe, di mani, in una ricerca sofisticata e intellettuale del movimento. Il volume - prosegue de Castris - anche grazie alle sue splendide foto e alla sua impeccabile veste editoriale, aiuterà senz'altro ad avvicinare il grande pubblico alla figura di Parmigianino. L'idea poi di presentare il volume stesso a Napoli, oltre a ricordare felicemente le origini della Menarini, consente di legare l'iniziativa allo straordinario nucleo di opere del pittore presenti nel Museo di Capodimonte, che ne rappresenta una sorta di efficace sintesi quasi monografica, dal felice esito giovanile del Galeazzo Sanvitale ai dipinti della maturità fra Roma e l'Emilia, come la Sacra Famiglia e l'Antea, e al prezioso manierismo della Lucrezia, ultimo quadro del pittore”.

Una fama ‘smarrita’ per anni quella di Parmigianino, a causa del suo spirito inquieto e della follia alchemica che lo travolge nei suoi ultimi anni, fino a farlo uscire di senno.  “E avesse voluto Dio - scrive il Vasari - ch’egli avesse seguitato gli studi della pittura, e non fosse andato dietro ai ghiribizzi di congelare mercurio per farsi più ricco di quello che l’aveva dotato la natura e il cielo!” Fama che adesso Menarini, con la sua preziosa monografia, ha contribuito a riportare, come merita, sotto la luce dei riflettori. “Con questo volume abbiamo scoperto un artista straordinario - conclude Lucia Aleotti, presidente del Gruppo Menarini - che ha arricchito la nostra preziosa collana di volumi d’arte che abbiamo iniziato nel 1956 e che comprende artisti da Leonardo da Vinci a Raffaello, da Bronzino a Tiziano”.

La mappa-disastro del voto grillino Città per città, ecco dove perdono

Amministrative 2017, i sondaggi stimano un crollo del M5S nei comuni: male al centro-nord




Da un lato ci sono i sondaggi a livello nazionale che fotografano il Movimento Cinque Stelle oltre il 30% e in continua ascesa. Dall'altro però c'è la concretezza delle prossime elezioni Amministrative, un test che per i grillini potrebbe portare poche soddisfazioni e tante ferite. A trenta giorni dalla chiusura della candidature, il voto è programmato per l'11 giugno, i dati emersi dalle rilevazioni di Euromedia e Ipsos sulle varie città chiamate al voto non portano buone notizie per Beppe Grillo.

Stando a oggi, le stime per i grillini sono più che nefaste al nord, riporta la Stampa, oltre che al centro dove non riuscirebbero a sfondare neanche al turno del ballottaggio. Certo c'è il Pd che soffre non poco in città dove storicamente ha vinto senza particolari affanni, ma ad avere la meglio in questa fase potrebbe essere più il centrodestra, in risalita nelle diverse realtà locali.
Secondo diversi sondaggi tra Padova e Verona, ad esempio, il M5S non andrebbe oltre il 20%, non trovando spazio tra lo strapotere della Lega in Veneto e lo scarso appeal che i grillini suscitano tra gli scontenti della sinistra padovana e veronese. I veri test per i grillini però saranno Genova e Parma. Nel primo caso il voto dimostrerà quanto possa averli danneggiati la polemica scoppiata nella città di Grillo e il suo stop d'imperio alla candidata vincitrice delle primarie interne. A Parma invece c'è il ribelle Pizzarotti, contro il quale i pentastellati dovranno sacrificare qualcuno.

L'onda grillina sembra più alta al sud, in particolare a Taranto, città dell'Ilva amministrata da un centrosinistra spaccato e un centrodestra alla ricerca di un'anima. Gli osservatori più attenti però escludono che il M5S possa sfondare a Lecce, dove il classico scontro centrodestra contro centrosinistra tiene ancora banco. E non è detto che il fenomeno possa tornare in voga in molte altre città italiane.

CONSIP Renzi, quel sospetto atroce sui giudici Attacco in tv: "Grillo? Adesso deve..."

Renzi a Porta a porta: "Succedono cose strane, ma la verità sta venendo a galla"



"È molto strano quello che sta accadendo, ma nessuna polemica. Ho totale fiducia nella magistratura, la verità sta venendo fuori". Matteo Renzi ha commentato a Porta a porta su Raiuno così l'ultimo sviluppo nell'inchiesta Consip, con l'aggiunta di un capitano del Noe tra gli indagati per falso dalla Procura di Roma. Il militare sarebbe accusato di aver attribuito all'imprenditore Alfredo Romeo la frase: "Renzi, l'ultima volta che l'ho incontrato", con riferimento al padre dell'ex premier. L'analisi più approfondita dell'intercettazione, invece, avrebbe fatto emergere che quella frase sarebbe stata pronunciata dall'ex parlamentare Italo Bocchino, collaboratore dell'imprenditore napoletano.

Da tempo Renzi si era tenuto lontano dalle telecamere, fino a oggi quando ha accettato l'invito di Bruno Vespa mentre le agenzie ribattevano l'iscrizione nel registro degli indagati dell'ufficiale dei carabinieri: "Sarebbe facile per me dire, essendo in corso un'indagine per falso 'eh avete visto'. Niente di tutto questo - ha aggiunto Renzi - Io chiedo che tutti abbiano la più totale fiducia nella magistratura. La verità alla fine viene a galla. E se avete visto i politici tentare di nascondere le carte, noi siamo diversi".


Le auto possono ancora migliorarci la vita.


Scopri tutte le tecnologie della Nuova gamma Renault. Anche domenica. 
Non poteva mancare l'affondo contro Beppe Grillo, che subito dopo l'apertura dell'inchiesta a carico di Tiziano Renzi aveva attaccato l'ex segretario del Pd dal suo blog: "A Beppe Grillo ho da dire una sola parola: caro Beppe Grillo, virgola, vergognati. Grillo - ha rincarato Renzi - gode a mettere in giro false notizie: prendono casi giudiziari, li mettono in giro in modo devastante. Non faccio l’esempio di mio padre, ma con Stefano Graziano, presidente dle Pd campano che il M5S diceva essere camorrista. È stato prosciolto da ogni accusa, ma ci fosse stato uno solo a dire scusa".

Alatri, terzo fermato: "È pericolosissimo" Chi è finito in manette, dove era nascosto

Fermato dai carabinieri Michel Fortuna: "Su di lui gravi indizi di colpevolezza"




Terzo fermo per l’omicidio di Emanuele Morganti, il giovane deceduto per le conseguenze di a un feroce pestaggio di cui è stato vittima davanti a una discoteca di Alatri, nel frusinate, il 26 marzo scorso. In manette, è finito Michel Fortuna, 24 anni. A eseguire il decreto di fermo emesso nei suoi confronti dalla procura, i carabinieri, che hanno bloccato il giovane a Frosinone, a casa di un parente.
A carico di Fortuna, "al pari di quanto già evidenziato nei confronti degli altri due soggetti sottoposti a fermo nei giorni scorsi - si sottolinea in una nota -, sono emersi, nel corso di articolata e complessa attività investigativa espletata dai militari del Comando Provinciale Carabinieri di Frosinone e diretta dai Pubblici Ministeri assegnatari dell’inchiesta, gravi indizi di colpevolezza circa il suo attivo coinvolgimento nel violento delitto".

Gli investigatori sottolineano inoltre che il decreto di fermo si è reso necessario "alla luce della rilevantissima pericolosità desumibile dal comportamento gravissimo posto in essere, in ragione del concreto pericolo che il fermato potesse darsi alla fuga nonché per prevenire il concreto rischio di inquinamento di prove dichiarative, riferibile sia al materiale probatorio già raccolto che all'evoluzione delle investigazioni, che proseguono ancora con il massimo impegno".

Interrogatorio per l'indagato Fini Ore davanti ai pm, cosa non gli ha detto

Riciclaggio, Gianfranco Fini interrogato dai pm di Roma



Un lungo interrogatorio, corroborato da una corposa memoria preparata dagli avvocati Francesco Caroleo Grimaldi e Michele Sarno. L’ex presidente della Camera Gianfranco Fini, sotto inchiesta per concorso in riciclaggio con la famiglia Tulliani, ha negato ogni coinvolgimento. Ai magistrati della Procura di Roma che lo hanno sentito in una sede diversa dal palazzo di giustizia, l’ex leader di An ha detto di respingere tutte le accuse e spiegato di non aver avuto alcun ruolo nella vicenda che ha portato il 14 febbraio scorso al sequestro di beni per cinque milioni di euro riconducibili a Sergio Tulliani e ai figli Giancarlo ed Elisabetta, a sua volta compagna dell’esponente politico. Intanto oggi i difensori di Giancarlo, dichiarato latitante dopo la mancata esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere in quanto residente a Dubai, hanno rinunciato a discutere il ricorso
davanti al tribunale del riesame contro la misura restrittiva.