Fermato dai carabinieri Michel Fortuna: "Su di lui gravi indizi di colpevolezza"
Terzo fermo per l’omicidio di Emanuele Morganti, il giovane deceduto per le conseguenze di a un feroce pestaggio di cui è stato vittima davanti a una discoteca di Alatri, nel frusinate, il 26 marzo scorso. In manette, è finito Michel Fortuna, 24 anni. A eseguire il decreto di fermo emesso nei suoi confronti dalla procura, i carabinieri, che hanno bloccato il giovane a Frosinone, a casa di un parente.
A carico di Fortuna, "al pari di quanto già evidenziato nei confronti degli altri due soggetti sottoposti a fermo nei giorni scorsi - si sottolinea in una nota -, sono emersi, nel corso di articolata e complessa attività investigativa espletata dai militari del Comando Provinciale Carabinieri di Frosinone e diretta dai Pubblici Ministeri assegnatari dell’inchiesta, gravi indizi di colpevolezza circa il suo attivo coinvolgimento nel violento delitto".
Gli investigatori sottolineano inoltre che il decreto di fermo si è reso necessario "alla luce della rilevantissima pericolosità desumibile dal comportamento gravissimo posto in essere, in ragione del concreto pericolo che il fermato potesse darsi alla fuga nonché per prevenire il concreto rischio di inquinamento di prove dichiarative, riferibile sia al materiale probatorio già raccolto che all'evoluzione delle investigazioni, che proseguono ancora con il massimo impegno".
A carico di Fortuna, "al pari di quanto già evidenziato nei confronti degli altri due soggetti sottoposti a fermo nei giorni scorsi - si sottolinea in una nota -, sono emersi, nel corso di articolata e complessa attività investigativa espletata dai militari del Comando Provinciale Carabinieri di Frosinone e diretta dai Pubblici Ministeri assegnatari dell’inchiesta, gravi indizi di colpevolezza circa il suo attivo coinvolgimento nel violento delitto".
Gli investigatori sottolineano inoltre che il decreto di fermo si è reso necessario "alla luce della rilevantissima pericolosità desumibile dal comportamento gravissimo posto in essere, in ragione del concreto pericolo che il fermato potesse darsi alla fuga nonché per prevenire il concreto rischio di inquinamento di prove dichiarative, riferibile sia al materiale probatorio già raccolto che all'evoluzione delle investigazioni, che proseguono ancora con il massimo impegno".
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