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venerdì 7 aprile 2017

"Sappiamo chi è stato a usare il gas" Trump è pronto all'attacco in Siria

Siria, Donald Trump pensa all'azione militare




Il presidente americano Donald Trump è rimasto così sconvolto dall'attacco con gas nella provincia di Idlib che ha causato 86 morti, di cui ritiene responsabile il regime di Bashar Assad, che sta valutando concretamente l'ipotesi di un intervento militare in Siria, oltre ai raid aerei già condotti dalla colazione internazionale in da oltre due anni. Lo riferisce la Cnn citando una fonte militare secondo il quale Trump ne avrebbe parlato con alcuni membri del Congresso.

L'azione militare - Trump, specifica Cnn, non ha ancora deciso di procedere, ma ne sta discutendo con il ministro della Difesa, il generale in congedo James Mattis, del cui giudizio si fida ciecamente. Tra le ipotesi quella di bombardare il restante arsenale di armi chimiche di Assad (che in teoria Damasco avrebbe ceduto tutte nel 2013 per scongiurare i raid aerei minacciati da Barack Obama). Secondo i media Usa, il Pentagono nelle ultime ore ha presentato al presidente i piani per l'intervento militare.

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Italiana, 29 anni, verso la galera:  il traffico con gli "amici" immigrati

Francesca Peirotti, traffico di immigrati tra l'Italia e la Francia: rischia la galera



Francesca Peirotti, 29 anni, originaria della provincia di Cuneo, è sotto processo in Francia per aver facilitato l’ingresso, il soggiorno e la circolazione di migranti irregolari tra Ventimiglia e il paese transalpino. Non è la sola: c’è anche Herrou, un contadino di Breil-sur-Roya, rappresentate dei migranti che hanno bisogno di aiuto nella valle tra le montagne di Francia e Italia. Alla sbarra, insieme.

Francesca è stata arrestata l’8 novembre sulla A8, all'altezza di Mentone, mentre stava trasportando sette eritrei e un cittadino del Ciad su un furgoncino bianco. Quando martedì si è presentata in tribunale a Nizza aveva una sola idea: non parlare. Ma non è riuscita a tacere quando, di fronte alle obiezioni del suo avvocato sull'emergenza umanitaria, il procuratore ha alzato le spalle: "Io non vedo la frontiera perché non esiste e quindi non c’è nessuna illegalità in quel che faccio - ha tuonato Francesca -. Quand'ero piccola ci passavo sempre d’estate con la mia famiglia e nessuno mi ha mai fermata. Quello è solo un filtro ingiusto e disumano per le persone di colore, così almeno diciamo le cose come stanno". La passionaria, insomma, vuole l'abolizione dei confini. L'emergenza terrorismo e i flussi incontrollati di migranti sarebbero "dettagli" da trascurare. Risultato? Il procuratore ha chiesto per Francesca otto mesi di carcere più due anni di interdizione dalla Francia, mentre Herrou se l'è cavata con una multa.

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Alfano caccia dal partito il ribelle:  la mossa per salvare Gentiloni


Caso Torrisi, Angelino Alfano lo espelle dal partito




Fino a 48 ore fa il suo non era certo uno dei nomi più conosciuti della politica italiana. Anzi. Ma da ieri, Salvatore Torrisi è diventato il caso per autonomasia nei palazzi del potere. Perchè su di lui sono arrivati i voti di tutti i partiti (eccezion fatta per il Pd e Ap) nella scelta del presidente della commissione Affari costituzionali. Per la cronaca: quella da cui dovrà passare la riforma della legge elettorale. E dove non doveva finire Torrisi, ma uno del Pd.

Fuoco e fiamme, del partito di Renzi, appelli a Gentiloni e Mattarella, minacce di crisi. Perchè Torrisi, appena eletto, ha fatto sapere che lui col cavolo che si sarebbe dimesso. Angelino Alfano, il capo di Ap (ex Ncd), ha cercato di trarsi d'impaccio minacciando Torrisi di espulsione dal partito. E oggi, di fronte alle "spallucce" del ribelle, ha annunciato che Torrisi non fa più parte del suo partito. "Prendo atto della scelta del senatore Torrisi. Amen. Ha scelto la sua strada. La nostra è diversa: il senatore Torrisi non rappresenta Ap al vertice della commissione Affari costituzionali" ha spiegato il ministro degli Esteri. "Sono preoccupato per Alfano. Manco il partito comunista sovietico faceva queste cose - ha aggiunto - Se mi fossi dimesso ieri, oggi non saremmo riusciti a chiudere la discussione generale sul decreto sicurezza e a fissare il termine per gli emendamenti. Io lavoro per le istituzioni".


QUESTIONI DI STATO Toh, il figlio di Mattarella:  sapete che nuovo lavoro farà?

Sergio Mattarella, al figlio Giorgio un incarico dalla British American Tobacco



La British American Tobacco ha commissionato a Bernardo Giorgio Mattarella, figlio del Presidente della Repubblica, un parere legale spedito al ministero del Tesoro. Da diversi giorni, riporta il Fatto quotidiano, i tecnici di Pier Carlo Padoan stanno lavorando per definire l'eventuale aumento di accise sulle sigarette, uno dei provvedimenti immaginati dal governo per la manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro chiesta da Bruxelles.

La relazione di Mattarella Jr è datata 5 ottobre, appena tre giorni dopo aver lasciato il ministero della Funzione pubblica di Marianna Madia dove era stato capo dell'ufficio legislativo. Dal 4 ottobre è stato consulente di quel ministero fino a marzo e a titolo gratuito.

Mattarella Jr ha prodotto il parere come "Ordinario di Diritto amministrativo alla Luiss" richiesto dalla Bat per interpretare alcuni commi del decreto legislativo 188 del 2014. Quel testo ha regolamentato la disciplina fiscale dei tabacchi, fissando tre imposte: una uguale per tutti, il carico fiscale minimo e due proporzionali al prezzo, l'accisa e l'aliquota. Il nodo che interessa la Bat riguarda più la quota fissa che, se alzata andrebbe a colpire più i propri prodotti, rispetto agli altri di fascia alta. Secondo il decreto, il ministero potrebbe impostare le tariffe senza limiti e come meglio crede. Secondo invece il parere prodotto da Mattarella Jr, valgono i limiti di 5 euro al chilo, se poi il ministero vuole aumentare le imposte, deve ricorrere a una legge ad hoc, complicando la procedura.

Quel che apre dubbi sull'incarico da 3500 euro (che comprende una consulenza più ampia) al figlio maggiore del Presidente è la cronologia degli eventi. Secondo la Bat, riporta il Fatto, l'incarico per il professor Mattarella è stato conferito il 28 settembre "a valersi con efficacia dal primo ottobre", quando ancora ricopriva il suo ruolo al ministero

Ratzinger, bomba del fedelissimo:  "Il Papa e il suo segreto sull'islam"

L'esperto speciale di Ratzinger sull'islam: "Il papa non sa niente di musulmani"



In tanti dentro e fuori il Vaticano hanno sollevato dubbi sull'opportunità del prossimo viaggio di Papa Francesco in Egitto. In pochi però possono parlare liberamente e con grande conoscenza del mondo islamico come padre Samir Khalil Samir, nato al Cairo, islamologo, gesuita, docente al pontificio istituto orientale e già consigliere speciale di Benedetto XVI sull'Islam. Ed è proprio lui a bacchettare il Papa che "non conosce l'Islam".

A più riprese Bergoglio ha sostenuto quanto l'islamismo sia una religione di pace, sul Giorno padre Samir ribadisce quanto il Papa si sbagli: "Questo è un errore, sicuramente in molti musulmani c'è volontà di pace, ma non posso leggere il Corano e pretendere che sia un libro il cui orientamento è la pace. E neppure la Sunna, il libro dei detti e delle gesta di Maometto".

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Nel suo viaggio al Cairo, Bergoglio incontrerà l'imam di Al-Azhar, una università confessionale che è anche il più grande centro teologico dell'islam sunnita. Non un posto a caso e non un uomo qualunque, ricorda padre Samir: "Quell'imam aveva interroto il dialogo con il Vaticano per sei anni con motivazioni ridicole. Per due volte emissari della Santa Sede non erano stati neanche ricevuti. Grazie all'atteggiamento aperto di Bergoglio, l'imam ha cambiato le sue posizioni e ore è pronto ad accoglierlo al Cairo".

Padre Samir non nega che il dovere del Papa sia cercare il dialogo con il mondo islamico. È anche vero però che parlare con l'imam di al-Azhar non servirà a moltissimo: "Il grande problema oggi dell'islam è proprio la divisione tra sunniti e sciiti. Inoltre al-Azhar non è un'università generalista, ma un centro teologico e di diritto islamico con un insegnamento che si limita alla lettera dei testi senza analisi critica e un'interpretazione aggiornata. Su molte cose è ferma a concetti medievali".

Papa Francesco e padre Samir hanno anche avuto un breve faccia a faccia, Bergoglio ha provato a spiegare le sure ragioni: "dovute alla riconciliazione con lui dopo la rottura dei rapporti innescata dal discorso sull'islam a Ratisbona di Joseph Ratzinger. Questo è necessario - dice padre Samir - è vero ma penso anche che lui non sa molto dell'islam né di al-Azhar e proietta su di loro dei buoni intenti".

giovedì 6 aprile 2017

L'Avvocato Risponde: "Condominio senza tabelle millesimali, quote non necessariamente uniformi"

L'Avvocato Mario Setola risponde: "Condominio senza tabelle millesimali, quote non necessariamente uniformi"


Esclusiva il Notiziario



Avvocato Mario Setola

Egregio avvocato, grazie per questa Rubrica che quasi settimanalmente ci offre attraverso il blog d'informazione il Notiziario sul web. Mi chiamo Veronica e scrivo da Aversa, abito in un condominio composto da otto unità abitative ed abbiamo deciso di nominare un amministratore. Le chiedo: sono obbligatorie le tabelle millesimali? Ed inoltre, io abito al piano terra, devo pagare la stessa quota di chi abita al terzo piano pur avendo casa più piccola e posizione che usufruisce meno dei servizi? 

Gentile Veronica, partiamo da una certezza: Le tabelle millesimali non sono obbligatorie. I condomini, infatti, possono gestire in via di fatto la ripartizione delle spese condominiali. Lo ha precisato la Cassazione in una recente sentenza. Le tabelle millesimali sono uno strumento di supporto nel calcolo degli oneri spettanti a ciascun condomino e possono esistere o non esistere indipendentemente dal regolamento condominiale, che immagino abbiate redatto ed approvato. In mancanza è strettamente necessario farlo ed inserirvi le varie caratteristiche delle unità abitative onde poterne stabilire le quote condominiali. È quindi valido, e le consiglio di farlo redigere, un regolamento condominiale che non abbia tabelle allegate. Per la ripartizione delle spese infatti, non è necessaria l’approvazione formale di una tabella scritta; i condomini sono liberi di stabilire un criterio di ripartizione, di comune accordo e nel rispetto della legge e dell’eventuale regolamento condominiale. Ciò che conta, e vengo a rispondere alla tua legittima domanda sulla necessaria diversificazione delle quote,  è che tale criterio non violi quanto disposto dalla legge, secondo cui la divisione delle spese deve tener conto della differenza tra parti comuni dell’edificio, parti utilizzate dai condomini in misura diversa e parti da cui solo alcuni condomini traggono utilità (scale, cortili, pulizia delle scale, illuminazione delle scale e condominiale ecc). Con particolare riferimento alle parti comuni dell’edificio, la legge detta il criterio della proporzionalità: i condomini, cioè, sono tenuti al pagamento delle spese in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno. Tale criterio può essere derogato tramite regolamento condominiale contrattuale (quello, cioè, approvato da tutti i condomini in sede di acquisto dell’immobile) oppure con delibera assembleare approvata all’unanimità. Ciascun condomino può impugnare la ripartizione delle spese quando questa non rispetti i criteri dettati dalla legge o dal regolamento condominiale. Causa frequente di impugnazione è quella della non corrispondenza fra la quota di spesa condominiale e il valore dell’immobile di proprietà. Quindi, cara Veronica, se l’uniformità delle quote pensi ti penalizzi in virtù delle discriminanti appena enunciate, non pagare la quota ed invia una lettera raccomandata A/R all’amministratore nella quale lo inviti alla redazione di un regolamento di condominio da cui scaturiscano quote condominiali eque, e non uguali per tutti! 

Cordiali Saluti 

Avv. Mario Setola – Civilista-  Esperto in Diritto di Famiglia 
Studio: Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145
Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero

Napoli: Centro Storico, un'occasione mancata Venerdì 7 Aprile 2017, ore 18,30 Hotel Caraccioli


Centro Storico, un’occasione mancata

Venerdì 7 aprile 2017 alle 18.30 nella sala convegni dell’Hotel Caracciolo di via Carbonara sarà presentata alla stampa e ai cittadini l’associazione civica già attiva sul territorio




Venerdì 7 aprile, alle ore 18.30 nella sala convegni dell’Hotel Caracciolo (via Carbonara 112, Napoli) sarà presentata ufficialmente ai cittadini ed alla stampa l’associazione Napoli in Sinergia del presidente Armando Coppola. L’incontro sarà l’occasione per illustrare le finalità, i risultati finora conseguiti e i programmi futuri dell’associazione composta da professionisti, negozianti, artigiani e semplici appassionati di politica.

Nel corso del convegno sarà proiettato una video-denuncia circa la situazione del Centro Storico della città, con particolare attenzione ai temi della sicurezza, della vivibilità e del degrado urbano.

Non solo denuncia ma, soprattutto, proposta. Napoli in Sinergia si propone come un soggetto alternativo alla vecchia concezione politica sempre più lontana dai problemi reali dei cittadini e del territorio.

All’evento interverrà la Deputata e Consigliera comunale Mara Carfagna, il Parlamentare Paolo Russo, il Vice-presidente del Consiglio Regionale della Campania Ermanno Russo ed il Consigliere regionale della Campania Armando Cesaro. Previsto intermezzo musicale del rapper Hello’s’punk.

«Il nostro programma - spiega il presidente di Napoli in Sinergia Armando Coppola - prevede una serie di proposte per una reale valorizzazione e riqualificazione della città di Napoli partendo dal Centro Storico, la nostra risorsa più importante. Mentre de Magistris afferma che è merito suo se oggi ci sono turisti a Napoli, studi internazionali e indipendenti lo smentiscono categoricamente. È risaputo, infatti, che se oggi i turisti vengono a Napoli è per una fortunata congiuntura internazionale che favorisce l’Italia intera. I turisti oggi presenti - prosegue Coppola - devono essere una risorsa a lungo termine, non ci si può soffermare a numeri che oggi ci sono e domani potrebbero non esserci. In quest’ottica - prosegue ancora Armando Coppola - riteniamo che sia di fondamentale importanza affrontare in maniera decisa i problemi della città, a cominciare dalla sicurezza dei cittadini passando per i temi della vivibilità e del decoro urbano. La nota vicenda dei fondi Unesco – conclude il numero uno di Napoli in Sinergia - la dice lunga su quanta sciatteria amministrativa ci sia oggi dalle parti di palazzo San Giacomo».