Caso Torrisi, Angelino Alfano lo espelle dal partito
Fino a 48 ore fa il suo non era certo uno dei nomi più conosciuti della politica italiana. Anzi. Ma da ieri, Salvatore Torrisi è diventato il caso per autonomasia nei palazzi del potere. Perchè su di lui sono arrivati i voti di tutti i partiti (eccezion fatta per il Pd e Ap) nella scelta del presidente della commissione Affari costituzionali. Per la cronaca: quella da cui dovrà passare la riforma della legge elettorale. E dove non doveva finire Torrisi, ma uno del Pd.
Fuoco e fiamme, del partito di Renzi, appelli a Gentiloni e Mattarella, minacce di crisi. Perchè Torrisi, appena eletto, ha fatto sapere che lui col cavolo che si sarebbe dimesso. Angelino Alfano, il capo di Ap (ex Ncd), ha cercato di trarsi d'impaccio minacciando Torrisi di espulsione dal partito. E oggi, di fronte alle "spallucce" del ribelle, ha annunciato che Torrisi non fa più parte del suo partito. "Prendo atto della scelta del senatore Torrisi. Amen. Ha scelto la sua strada. La nostra è diversa: il senatore Torrisi non rappresenta Ap al vertice della commissione Affari costituzionali" ha spiegato il ministro degli Esteri. "Sono preoccupato per Alfano. Manco il partito comunista sovietico faceva queste cose - ha aggiunto - Se mi fossi dimesso ieri, oggi non saremmo riusciti a chiudere la discussione generale sul decreto sicurezza e a fissare il termine per gli emendamenti. Io lavoro per le istituzioni".
Fuoco e fiamme, del partito di Renzi, appelli a Gentiloni e Mattarella, minacce di crisi. Perchè Torrisi, appena eletto, ha fatto sapere che lui col cavolo che si sarebbe dimesso. Angelino Alfano, il capo di Ap (ex Ncd), ha cercato di trarsi d'impaccio minacciando Torrisi di espulsione dal partito. E oggi, di fronte alle "spallucce" del ribelle, ha annunciato che Torrisi non fa più parte del suo partito. "Prendo atto della scelta del senatore Torrisi. Amen. Ha scelto la sua strada. La nostra è diversa: il senatore Torrisi non rappresenta Ap al vertice della commissione Affari costituzionali" ha spiegato il ministro degli Esteri. "Sono preoccupato per Alfano. Manco il partito comunista sovietico faceva queste cose - ha aggiunto - Se mi fossi dimesso ieri, oggi non saremmo riusciti a chiudere la discussione generale sul decreto sicurezza e a fissare il termine per gli emendamenti. Io lavoro per le istituzioni".
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