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giovedì 6 aprile 2017

Un ‘bacio della morte’ neutralizza le cellule maligne della leucemia

Un ‘bacio della morte’ neutralizza  le cellule maligne della leucemia



di Martina Bossi




Arriva anche in Italia in regime di rimborsabilità una strategia terapeutica rivoluzionaria per il trattamento dei pazienti affetti da Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA), patologia per la quale fino a oggi le opzioni terapeutiche sono state molto limitate: si chiama blinatumomab ed è il primo e unico anticorpo monoclonale bi-specifico, che si avvale della tecnologia BiTE (Bispecific T-cell Engager) sviluppata da Amgen. Gli anticorpi bi specifici BiTE hanno un rivoluzionario meccanismo d’azione e agiscono legandosi a due bersagli contemporaneamente: da una parte le cellule T del sistema immunitario e dall’altra le cellule B maligne. Le cellule T sono globuli bianchi speciali che rivestono un ruolo centrale nel sistema immunitario, essendo deputate a riconoscere e annientare le cellule tumorali iniettando al loro interno tossine che ne causano la morte. Le cellule tumorali, però, possono eludere il sistema immunitario evitando di essere attaccate e distrutte. Blinatumomab crea un ponte tra il CD3, recettore espresso sulla superficie delle cellule T, e il CD19, recettore presente sulla superficie delle cellule B. In questo modo stimola il sistema immunitario a riconoscere le cellule maligne e combatterle. Numerosi sono gli studi di Fase I e II condotti nel corso degli anni che hanno restituito risultati talmente incoraggianti da aver spinto FDA e EMA a concedere a blinatumomab una revisione accelerata e un’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata. Di recente, FDA, integrando i risultati dello studio TOWER, ha convertito l’autorizzazione da condizionata a totale. Il TOWER è uno studio di Fase III, il primo trial clinico condotto su un’immunoterapia che ha dimostrato un beneficio in termini di sopravvivenza globale quasi raddoppiandola: dai 4 mesi con la terapia standard ai 7,7 mesi con blinatumomab.
«La terapia con blinatumomab è una forma di immunoterapia: viene attivato il sistema immunitario del paziente a riconoscere le cellule malate e quindi a cercare di eliminarle. È il primo anticorpo bispecifico approvato in oncologia e rappresenta una strategia terapeutica rivoluzionaria per una patologia molto grave – afferma Robin Foà, direttore dell’Ematologia del Policlinico Umberto I, Sapienza Università di Roma – i risultati dello studio TOWER sono stati rilevanti perché hanno dimostrato che, rispetto alla terapia convenzionale, blinatumomab ha permesso di ottenere percentuali di remissione completa di malattia significativamente più elevate e ha praticamente raddoppiato la sopravvivenza globale, rispetto alla chemioterapia standard. Risultati mai osservati con un singolo farmaco e recentemente pubblicati sulla più prestigiosa rivista di medicina, il New England Journal of Medicine». Il farmaco è approvato per il trattamento di adulti affetti da Leucemia Linfoblastica Acuta da precursori delle cellule B recidivante o refrattaria negativa per il cromosoma Philadelphia. Si tratta di una patologia estremamente rara e molto aggressiva.

«Nei pazienti adulti si registrano circa 7-10 nuovi casi all’anno per milione di abitanti; per questo motivo la leucemia acuta linfoblastica dell’adulto è da considerare una malattia rara. Negli Stati Uniti, per esempio, nel corso del 2015 il numero di casi stimati è stato di circa 6 mila. In Europa e in Italia i dati di incidenza sono del tutto analoghi e quindi la stima di nuovi casi di pazienti adulti nel nostro paese è di circa 300 nuovi casi all’anno – dichiara Alessandro Rambaldi, direttore dell’Unità Strutturale Complessa di Ematologia, Azienda ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo – questa leucemia insorge nel midollo osseo all’interno del compartimento delle cellule staminali emopoietiche. In particolare, il processo di trasformazione tumorale colpisce un progenitore preposto alla produzione di cellule linfatiche (i linfociti B o T). La trasformazione tumorale di queste cellule avviene di solito in modo rapido ed è dovuta allo sviluppo di alterazioni acquisite del DNA che provocano un blocco della normale maturazione della cellula midollare. Per questa ragione queste cellule trasformate non sono più in grado di dare origine a linfociti maturi e progressivamente si accumulano nel midollo osseo, portando ad una destrutturazione di tutta la sua funzione».

Blinatumomab e la piattaforma BiTE rappresentano una nuova area nella ricerca oncologica e una nuova sfida per l’impegno nella Ricerca & Sviluppo di Amgen, azienda che può contare su una consolidata esperienza in onco-ematologia. «Blinatumomab è un anticorpo bidirezionale capace di attirare le cellule T e le cellule affette da leucemia linfoblastica acuta in un ‘bacio mortale’ – dichiara Francesco Di Marco, AD di Amgen Italia – Oggi blinatumomab è l’unica alternativa alla chemioterapia per i pazienti affetti da LLA e come Azienda abbiamo compiuto un grande sforzo per fare in modo che i pazienti potessero beneficiarne anche prima della conclusione dell’iter registrativo, sia attraverso la sperimentazione clinica arruolando 45 pazienti in 13 Centri solo per lo studio TOWER, sia avviando un programma di uso compassionevole grazie al quale in un anno siamo riusciti a dare il farmaco in maniera gratuita a 67 pazienti. Blinatumomab è soltanto il primo a sfruttare la nuova tecnologiaBiTE. Amgen è proprietaria di questa nuova piattaforma sulla quale sta sperimentando ben tre nuove molecole per il trattamento di patologie come la leucemia mieloide cronica e il mieloma multiplo».

Clamorosa invasione a Napoli, occhio alla scritta dietro il tifoso: l'insulto che fa sbroccare gli juventini / Guarda

Coppa Italia, Napoli vince 3 a 2 ma non basta Invasione pacifica di Mario Ferri: dietro la tshirt ha la scritta "Juve merda"




Dopo appena quattro minuti di gioco tra Napoli e Juve ha fatto irruzione in campo Mario Ferri, già famoso per diverse imprese simili. Anche stavolta Ferri è riuscito clamorosamente a eludere la sicurezza del San Paolo e ha percorso diversi metri indossando la tradizionale maglia azzurra con il logo di Superman. In ogni sua performance, Ferri sceglie di mandare un messaggio con alcune scritte sulla t-shirt. E questa volta non ha fatto eccezione: davanti aveva la scritta: "Ciro vive", in ricordo del tifoso napoletano morto a Roma prima della finale di Coppa Italia di tre anni fa contro la Fiorentina. Sul retro però la vera sorpresa: Ferri ha attraversato quasi tutto il terreno di gioco mostrando la scritta: "Juve merda". La partita termina 3 a 2, ma non basta al Napoli. Passa il turno la Juve.

Quanto vale Tesoro sott'acqua al largo dell'Italia Attenti, chi c'ha messo su le mani

Eni, nuovo giacimento di gas scoperto di fronte alla Libia



Eni ha effettuato una nuova scoperta a gas e condensati nel prospetto esplorativo Gamma, nell’area contrattuale D, a 140 chilometri al largo di Tripoli, nell’offshore della Libia. La scoperta è stata effettuata attraverso il pozzo esplorativo B1 16/3, situato a 15 chilometri a sud ovest del campo di Bouri e 5 chilometri a nord ovest del campo di Bahr Essalam. La perforazione del prospect Gamma è frutto della strategia di esplorazione near field di Eni che, in caso di successo, permette di sfruttare le sinergie con le infrastrutture produttive esistenti riducendo il tempo di messa in produzione della scoperta e permettendo di fornire nuova produzione di gas destinata al mercato locale e all’export.

Il pozzo, perforato in 150 metri d’acqua, ha raggiunto la profondità totale di 2.981 metri (9.780 piedi), incontrando una mineralizzazione a gas e condensati nella formazione Metlaoui di età Eocenica. Il pozzo ha la capacità di erogare, in configurazione di produzione, oltre 7.000 barili di olio equivalente al giorno. La scoperta di Gamma è un’ulteriore scoperta effettuata da Eni in Libia nell’area contrattuale D, dopo quelle del 2015. Eni, attraverso la sua consociata Eni North Africa BV, è operatore dell’area contrattuale D con un interesse partecipativo del 100% nella fase esplorativa. Eni è presente in Libia dal 1959 e attualmente ha una produzione equity di 350.000 barili di olio equivalenti al giorno.

Attacco chimico, l'allarme in Europa Dove può accadere (e in che giorni)

Armi chimiche, l'esperto israeliano: "Anche l'Europa in pericolo"



Le immagini della strage chimica provenienti dalla Siria hanno scosso il mondo. In merito all'atrocità a cui si è assistito nel territorio siriano è intervenuto Arnit Zarouk, portavoce e consigliere politico dell'Ambasciata d'Israele, sul blog dell'Huffington Post. "Come rappresentante delle Stato d'Israele, ma sopratutto come ebreo, a 72 anni dalla fine dell'Olocausto, non posso far altro che constatare come il più volte invocato ammonimento mai più sia stato nuovamente disatteso con la stessa facilità con cui sono stati gasati quei bambini in Siria. Malgrado sia difficile andare oltre lo stupore e la tristezza di quelle immagini strazianti è doveroso provare a trarre alcune considerazioni politiche da tramutare al più presto in azione.

Nella giornata di martedì il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva parlato di zero scuse "per gli attacchi intenzionali rivolti nei confronti dei civili, in particolare se condotti attraverso l'utilizzo di armi chimiche", facendo appello alla comunità internazionale di onorare gli impegni sottoscritti nel 2013 nel rimuovere finalmente queste orribili armi dalla Siria. Zarouk non nasconde il suo sconcerto di fronte al continuo far finta di niente da parte dell'occidente. "La storia recente infatti ha dimostrato più e più volte come i crimini perpetrati regolarmente in quelle terre finisco poi inesorabilmente per arrivare e colpire anche qui in Europa". Nonostante questo, però non accennano a ridursi attentati ed esplosioni da lui definite come "il frutto di quel processo scellerato di normalizzazione ed esportazione made in Middle East".

Il suo invito è quello di correre subito ai ripari, elaborando un piano strategico per combattere il temibile nemico. Nel frattempo il terrore cresce soprattutto in prossimità della Pasqua ebraica: il Mossad ha lanciato l'allerta massima per il periodo pasquale dal 9 al 19 aprile.

Vittorio Feltri contro Rai3: "Stufi delle lezioni di chi non sa"

Vittorio Feltri contro Rai3: "Stufi delle lezioni di chi non sa"


di Vittorio Feltri



Ieri mattina su Rai 3 è andato in onda, come sempre nei giorni feriali, un programma denominato pomposamente Agorà, termine sconosciuto a chi non abbia appreso almeno i rudimenti del greco antico. Vuol dire piazza.

Poi c'è un vocabolo composto, agorafobia, che significa timore degli spazi ampi. Già questo fa capire quale sia la mentalità dei colleghi che lavorano, anche bene, per il canale televisivo nato apposta per soddisfare la presunzione della sinistra politica. La quale ama il popolo ma detesta la popolazione, da cui cerca di rimanere distante. Niente di grave, molto ridicolo.

Nella stagione in corso, il conduttore è Gerardo Greco, persona civile, garbata benché imbevuta di pregiudizi e un po' superficiale. Ve lo dimostriamo.


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Sintetizzo. Nella puntata di martedì 4 aprile, egli ha affrontato vari temi, tra i quali la violenza, abbastanza di attualità e soprattutto sfruttata dai media per allarmare oltre misura gli italiani. Commentando uno degli ultimi fatti di cronaca nera, Greco si è lanciato in una considerazione talmente sciocca da aver stupito perfino me, avvezzo da mezzo secolo e oltre a udire in tivù e a scrivere, di fretta, cose non perfettamente verificate. Questa: se la brutalità avanza nel nostro Paese e scorre abbondante il sangue degli innocenti, ciò è dovuto anche a titoli di quotidiani improntati ad aggressività quanto quelli di Libero, il giornale da me fondato 17 anni orsono, di cui il bravo conduttore ha mostrato prontamente la prima pagina. A caratteri cubitali vi si leggeva: "Voglia di sparare", riferito al vistoso aumento delle richieste in parecchie regioni di porto d'armi, 150 mila di più rispetto agli anni passati. Una semplice statistica elevata a notizia, non banale, visto che si sta discutendo a livello parlamentare di cambiare la legge relativa alla legittima difesa, oggi lacunosa, favorevole ai criminali e punitiva nei confronti delle vittime di grassazioni.

Ma Greco, poveraccio, impegnato a dirigere l'orchestra dei pifferai, non aveva letto il testo dell'articolo - troppa fatica - e neppure l'occhiello e il sommario, pertanto non poteva aver afferrato il concetto sopra esposto. Come i bambini e i vecchi presbiti senza occhiali si era limitato a leggere le parole grandi, e ha pensato che la nostra redazione al completo sia animata dal desiderio di premere il grilletto. Cosicché, da alunno negligente, quindi da bocciare, anziché fare una chiosa sulla aumentata voglia di sparare degli italiani ai delinquenti, egli si è messo di buona lena a sparare su Libero. Nei suoi panni andrei a nascondermi, invece lui stamane sarà ancora lì in studio a concionare e a spargere cazzate urbi et orbi, in ossequio al principio che bisogna dare addosso a chi fa informazione corretta, come noi, e non si inginocchia con ipocrisia al politicamente corretto, cioè il vizio di edulcorare il linguaggio senza badare al significato che esso esprime.

Lo stesso vizio d'altronde caratterizza l'Ordine inutile dei giornalisti che processa il direttore responsabile di Libero, Senaldi, e me, dato che mi chiamo Feltri e non Pinco Pallino, per un titolo innocuo dedicato alla vicenda del Campidoglio, ossia: "Patata bollente". Che non è piaciuto al Colonnello, ma è stato gradito ai caporali. Sissignore, signor Colonnello. Siamo ai suoi piedi. Fuoco.

Vedete quest'uomo? Ci fa votare ora Addio Gentiloni, perchè è tutto finito

Senato, Affari costituzionali: Renzi battuto, a rischio la maggioranza


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Terremoto nella maggioranza al Senato: l’elezione a presidente della Commissione Affari Costituzionali di Salvatore Torrisi, senatore di Alleanza Popolare, è suonata come uno schiaffo al Partito Democratico che aveva avanzato il nome di Pier Giorgio Pagliari e come un avvertimento al governo guidato da Paolo Gentiloni. Immediata la reazione del Nazareno i cui vertici si apprestano a chiedere un incontro con il presidente del Consiglio, e con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una mossa che suona come l’inizio di una crisi politica, visto che quanto accaduto in Commissione Affari Costituzionali del Senato, luogo dal quale dovrà passare la nuova legge elettorale, evidenzia il momento di tensione che vive la maggioranza e la scarsità dei numeri su cui può contare il Partito Democratico. La seconda conseguenza di quanto accaduto in Senato è lo scambio di accuse tra le forze politiche alla ricerca del responsabile di quello che i dem chiamano già un tradimento. Il Movimento 5 Stelle sottolinea che Pagliari è stato "impallinato" da un terzo dei voti della maggioranza, 5 su 16. "Noi non abbiamo rotto nessun patto", avvertono alcuni senatori di Alleanza Popolare: "Non c’è stato alcun accordo, e anche con la presenza di Ala Pagliari non sarebbe passato. È una questione interna al Pd e a quella parte della maggioranza che non ha voluto votare Pagliari", aggiungono.

Fonti parlamentari dem sottolineano che "con questa mossa, nei fatti, si blocca la legge elettorale", il più importante dei temi su cui il governo Gentiloni ha ottenuto la fiducia in Parlamento. Le stesse fonti sottolineano come ci si trovi davanti a un "grande accordo di Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Ncd e scissionisti" che ha "fatto a pezzi l’accordo di maggioranza eleggendo Torrisi, uomo di Alfano, contro il candidato Pagliari. Secondo fonti parlamentari, oltre a due senatori di Ala che non hanno partecipato al voto e ad una scheda bianca, sarebbero stati due senatori dem a votare contro l’indicazione del partito. "Oggi sono nate larghe intese in Senato per non fare la legge elettorale", conferma il senatore renziano Andrea Marcucci: "Mdp, Forza Italia, M5S ed i centristi hanno eletto il loro presidente nella commissione affari costituzionali, con l’obiettivo di consegnare l’Italia al proporzionale". A tirare direttamente in ballo gli scissionisti di Mdp è la senatrice dem Francesca Puglisi: "Erano talmente contrari al Patto del Nazareno che al Senato hanno votato il candidato di Alfano, a braccetto con Berlusconi e Grillo".

La legge elettorale riemerge come tema incandescente al Senato, e non a caso ha avuto un impatto nell’elezione del centrista Salvatore Torrisi alla presidenza della prima commissione del Senato, chiamata ad occuparsene quando sarà stata licenziata da Montecitorio. E se nella maggioranza le fibrillazioni sono particolarmente intense, come si vede nel confronto a distanza soprattutto tra Pd e Mdp, nemmeno Forza Italia è immune da qualche scossone. Secondo quanto apprende l’Adnkronos da fonti di palazzo Madama, infatti, starebbe circolando un documento aperto alla firma dei senatori azzurri e volto a raccomandare al capogruppo Paolo Romani di mantenere ben ferma la barra sulla proposta proporzionalista di Forza Italia, quale formalizzata alla Camera. Al momento sarebbero una trentina i senatori di Forza Italia firmatari del documento, preoccupati dalla possibilità che il gruppo a palazzo Madama rischi di sbilanciarsi sulla proposta Pd di ritorno al sistema elettorale del Mattarellum.

"Se perdo io..." Renzi, la frase suicida Il mistero, scoppia il caos dentro il Pd

Matteo Renzi ci ricasca, il giallo dell'intervista: "Se perdo me ne vado"


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Perdo? Me ne vado. Possibile che Matteo Renzi ci sia cascato di nuovo? La frase, pronunciata mesi e mesi prima del referendum dello scorso 4 dicembre, quando ancora veleggiava sull'onda dei precedenti successi, gli è di fatto costata la presidenza del Consiglio. Non pago, Renzi l'avrebbe sparata di nuovo in una intervista concessa a Panorama che sarà in edicola il 6 aprile.

Dopo le anticipazioni che sono uscite online, l'ex premier è andato al contrattacco: "Con tutta l'amicizia per Andrea Marcenaro, non ho mai detto ciò che Panorama ha riportato. Non l'ho detto e stavolta non l'ho nemmeno pensato. Gli ho spiegato a pranzo per un'ora perché non ho mollato e a questo punto non mollerò mai". L'autore dell'intervista, da parte sua, ribadisce di aver fedelmente riportato il colloquio con l'ex capo del governo: "Questa volta sarei tornato alla politica solo con i voti". Senza voti niente impegno politico? "Mi pare evidente". A me pareva scontato. Non vedo dove sia la notizia, né lo scandalo". Il tormentone pare appena iniziato. Per Renzi, l'incubo del 4 dicembre pare davvero non finire mai.

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