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martedì 21 febbraio 2017

"Ministro, perché quella laurea falsa?": processo in diretta tv alla Fedeli / Guarda

"Ministro, perché la laurea falsa?": Panico per la Fedeli



"È tornata a trovarci dopo molto tempo, un weekend di passione e sofferenza perché lei è rossa non solo di capelli". Myrta Merlino usa la carota per accogliere a L'aria che tira su La7 la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli, del Pd. Poi però arriva subito il colpo di bastone: "Ha accettato un ruolo difficile, quello da ministro, e la sua nuova avventura è incominciata con un incidente. Perché una donna come lei, con un percorso così forte, ha avuto bisogno di scrivere una informazione falsa sulla laurea? Non era più giusto rivendicare la sua esperienza?". 

Domanda tosta e diretta, a cui la Fedeli risponde così: "Una leggerezza, ho subito detto scusate. Non l'ho scaricato sul mio staff. Posso dire che anche questo è un punto di dignità e di responsabilità?", è l'esordio orgoglioso della ministra. "Il mio titolo di studio è dal 1990 equiparato a laurea. Dal 1976 facevo la sindacalista e per questo non ho nemmeno pensato di fare la domanda per l'equiparazione del mio diploma di laurea di assistente sociale - scende nel dettaglio -. Di fronte a una leggerezza, si deve dichiarare e chiedere scusa. Da ora spero di essere misurata su come esercito la responsabilità che mi hanno dato. Se c'è un rimpianto in quelle ore, è che mi attaccavano perché sindacalista. Fare la sindacalista significa studiare, non solo fare manifestazioni". 

lunedì 20 febbraio 2017

Addio a libretto e certificato di proprietà Auto, cambia tutto: ecco quanto risparmi

Libretto certificato di proprietà: cambia tutto


Potete dire addio al libretto di circolazione e al certificato di proprietà dell'auto. Dalla fusione di Pra (Pubblico registro automobilistico) gestito dall'Aci e della Motorizzazione prevista dalla riforma della Pubblica Amministrazione, nascerà infatti una agenzia unica presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ergo: ci sarà "un solo documento per l'auto al posto dei due attuali".

"Avevo preso questo impegno due anni fa. Mantenuto", dice Riccardo Nencini, vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. "Un solo documento per l'auto al posto dei due attuali e un risparmio di 39 euro per i cittadini". In sostanza, per ogni pratica di immatricolazione o passaggio di proprietà si pagheranno 61 euro contro gli attuali 100.

L'integrazione tra i due enti, oltre che ridurre i costi correlati alla gestione dei dati, riporta ansa.it metterebbe fine anche ad una anomalia tutta italiana. Infatti, se la carta di circolazione emessa (Motorizzazione) è l'unico documento valido per la circolazione dei veicoli in tutti i Paesi, per l'ordinamento italiano c'è anche la necessità di iscrivere il veicolo al Pra affinché l'intestatario del veicolo diventi proprietario. 

Caos a Bruxelles, Juncker fatto fuori? L'indiscrezione: chi gli ruba la poltrona

Terremoto Bruxelles, Juncker pronto a mollare



Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, potrebbe lasciare l’incarico nelle prossime quattro settimane. È quanto riporta il quotidiano la Repubblica citando "autorevoli fonti europee", secondo cui "la partita si giocherà a marzo, mese cruciale per il futuro dell’Unione e periodo durante il quale l’ex primo ministro del Lussemburgo deciderà se rimanere a Bruxelles oppure dimettersi". Secondo quanto spiega il giornale, Juncker sarebbe "contrariato dalla scarsa ambizione dei governi sull’Unione" ed è dunque davanti a un bivio di fronte al quale dovrà decidere se "riuscire a dare la propria impronta ad una Unione desiderosa di guardare al futuro con ambizione o rifiutarsi di gestire il declino europeo lasciando la seconda metà del mandato ad uno dei suoi vicepresidenti, con il popolare finlandese Jyrki Katainen favorito rispetto al socialista olandese Frans Timmermans". Nodo importante della riflessione pare essere il fatto che l’8 marzo la Commissione Ue dovrebbe pubblicare il suo ’Libro biancò con un progetto di rilancio dopo la Brexit, ma da Olanda e Germania, che affronteranno elezioni politiche a breve (l’Olanda a marzo e la Germania a settembre), sarebbero stati recapitati a Juncker messaggi riservati che "hanno fatto capire a Juncker che sarebbe meglio che il suo White book rimanesse nel cassetto". Lo scorso 11 febbraio, in un’intervista all’emittente Deutschlandfunk, Juncker aveva annunciato che non si sarebbe candidato per un secondo mandato. Juncker, 62 anni, ex premier del Lussemburgo, ha assunto la presidenza della Commissione nel 2014 e il mandato dura cinque anni.

FINALE DA BARZELLETTA Addio Pd, Letta piange Da Bersani altro schiaffo

Psicodramma Pd, Enrico Letta: "Non può finire così". Ma da Bersani schiaffo a Renzi: non andrà in Direzione




"Niente è ancora consumato" ma i segnali che arrivano dalla minoranza Pd continuano a indicare la via della scissione. Il deputato bersaniano Nico Stumpo annuncia che gli otto componenti della sua area non parteciperanno alla Direzione del partito di domani, anche se poi bolla come "prematura ogni considerazione" sulla formazione di nuovi gruppi parlamentari.

A un giorno dalle dimissioni di Matteo Renzi e a meno di 24 ore dalla Direzione, le possibilità che la guerra tra maggioranza e minoranza possa ricomporsi sembrano ridotte al lumicino. E se Michele Emiliano, Roberto Speranza e Enrico Rossi proseguono sulla loro strada, Andrea Orlando cerca una intesa con altri esponenti del partito per presentare una candidatura alternativa a quella di Renzi e lancia contemporaneamente l'ennesimo appello all'unità: "Le responsabilità le abbiamo tutti. La scissione è sbagliata e aiuterebbe la destra", dice il Guardasigilli che non esclude poi la possibilità di candidarsi se questo servisse per impedire fughe dal partito e precisa di non lavorare per "riorganizzare nuove correnti di cui non si sente il bisogno".

Anche Cesare Damiano, dopo le dure parole usate ieri in assemblea nei confronti di Renzi e del gruppo dirigente, cerca di convincere i colleghi di partito a non lasciare "la ditta" e a proseguire la battaglia dall'interno per "coagulare un campo di forze progressiste e riformiste che si riconoscono nei valori del socialismo". Dall'esterno Enrico Letta guarda intanto "attonito al cupio dissolvi del Pd". "Mi dico - scrive su Facebook l'ex presidente del Consiglio mandando agli ex compagni di partito un invito alla "generosità e alla ragionevolezza" - che non può finire così. Non deve finire così".

Parole al vento, almeno per ora. Perchè il governatore toscano Rossi conferma le sue intenzioni. "Stavo pensando di rispedire la tessera alla mia sezione - afferma - perché in questo partito considerate le parole pronunciate ieri da Renzi non c'è spazio". L'ultima mediazione la tenta Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera. Domani in direzione, spiega, "abbiamo l'ultima possibilità di salvare il Pd, Renzi non butti via tutto, faccia un gesto di umiltà, tolga anche lui ogni alibi per una scissione che farebbe male solo alla comunità democratica. Mi aspetto una risposta chiara e definitiva" perché, conclude, "il Pd è nato come progetto politico plurale, se perde questa caratteristica non è più il Partito Democratico ma una brutta copia della Casaleggio Associati".

Il documento sparito, Gentiloni trema: perché il governo adesso può crollare

Scissione Pd, sparito il documento a sostegno del governo



La faccia quasi sempre contrita di Paolo Gentiloni, seduto al tavolo della presidenza ieri all'Assemblea Pd, parlava più di mille discorsi. Il presidente del Consiglio è stato forse l'unico ad avere presto la consapevolezza che i disastri portati dalla scissione del partito non avrebbero risparmiato il suo governo.

Le ragioni della spaccatura tra renziane e minoranza sono inevitabilmente legati alle sorti dell'esecutivo, non foss'altro perché il Pd ne è il sostegno di maggioranza relativa: "Non si può segare la gamba su cui si tiene il governo - ha rivendicato Dario Franceschini - ovvero il Pd". Sarà, ma nel marasma dell'Assemblea si è perso anche un documento, proposto proprio dalla minoranza, che voleva sostenere il governo Gentiloni fino a fine legislatura, cioè fino al 2018. Di firme in calce a quel foglio non ce n'è stata neanche una, visto che Renzi non ha nessuna intenzione di farsi dettare le date del calendario.

Dopo otto ore di veleni, è arrivata la dichiarazione congiunta degli scissionisti Michele Emiliano, Roberto Speranza ed Enrico Rossi a far capire a Gentiloni che la fine potrebbe essere molto vicina. Finché i tre erano organici al Pd, le critiche potevano passare come riflessioni interne utili al dibattito. Ora che sono sempre più fuori, gli attacchi di Speranza al Jobs Act o quelli di Emiliano alle politiche economiche sulle banche di marca renziana hanno più il sapore del cianuro. E peggio va se si pensa ai possibili alleati che gli scissionisti stanno corteggiando, cioè i rinati comunisti di Sinistra italiana. Dal congresso di Rimini, Nicola Fratoianni l'ha detto chiaro e tondo: non si tratta con chi sostiene il governo tenuto in piedi da Renzi, Alfano e Verdini. Per Gentiloni cominciano lunghe notti insonni.

"Mi vergogno". Mps, D'Alema crolla:  clamorosa confessione sui bidonisti

D'Alema si vergogna del Pd: "Ha salvato i bidonisti Mps"



di Gianluigi Paragone



La lista dei bidonisti entra nelle beghe del pd. A presentare il conto è un sempre più battagliero Massimo D’Alema. Ecco cos’ha detto a un seminario di formazione: «Il parlamento ha votato per non pubblicare le liste dei debitori, dei ricchi signori che hanno preso i soldi e non li hanno restituiti. Anche il mio partito, di cui ho la tessera in tasca, ha votato. E lo dico con un certo sentimento di vergogna».

A conti fatti, dunque, le beghe della finanza italiana tornano a galla e con esse riemergono anche i silenzi e gli stop di una buona parte del Palazzo. Partito democratico in testa. Tra Renzi e Gentiloni assistiamo alla stessa incomprensibile liturgia di una copertura del potere a svantaggio dei cittadini. I quali stanno pagando a loro insaputa - e finalmente possiamo utilizzare l’espressione a ragion veduta - manovre che odorano di palazzo.

Perché mai il parlamento non ha voluto rivelare i nomi dei debitori bidonisti? Perché le trame che hanno retto una parte delle relazioni tra partiti, società civile e banche, non possono essere svelate? Perché i cittadini devono sempre rimbalzare contro quel muro di gomma che presidia il Palazzo? Non solo non è giusto, ma è profondamente diseducativo. Sotto le insegne del banche si sono consumate delle fregature colossali: possiamo conoscere i protagonisti di questa mangiatoia? Il parlamento risponde picche. Esattamente come sta prendendo tempo sulla commissione d’inchiesta riguardante le banche zompate in aria.

Massimo D’Alema oggi dice di vergognarsi per i silenzi sui debitori vip di Mps e così facendo si leva dalle ombre create da chi era pronto a rinfacciargli amicizie chiacchierate legate a Montepaschi. Il Lider Massimo sta giocando la partita politica che più gli riesce meglio; dalla campagna referendaria ad oggi, Baffino gioca al gatto col topo con un Renzi impallidito e senza più lucidità. Il fu Re Rottamatore si è messo da solo all’angolo e sta prendendo un sacco di botte. Per fare lo sbruffone abbassa spesso la guardia, come a dire che è tutto sotto controllo. Con la scissione si beccherà un altro uno-due e allora a quel punto il ko non sarà lontano. Con il sistema proporzionale, la scissione regala alla minoranza un peso nelle trattative che vale doppio. Per questo da giorni sono convinto che la scissione prenderà corpo: perché dovrebbero restare minoranza quando possono rendersi protagonisti e interlocutori indispensabili? Renzi è un giocatore nato nel leaderismo del maggioritario; è il Cesare Borgia che dice o me o il nulla. L’ex premier non conosce le rotondità del proporzionale e sarà costretto a trattare fino a che non gli salteranno i nervi.

Se poi a questa debolezza interna al partito si aggiunge una frattura con il fronte degli under 40 sarà difficile per Renzi giocare da protagonista. Il suo affanno proprio sulla questione delle banche e i pessimi risultati sul campo del lavoro sono ferite che difficilmente si rimarginano. Non bastano i colpi di teatro né le frasi a effetto con cui conquistò la cima. Lui e i suoi del Giglio magico sono come i pifferi della montagna: partirono per suonare e furono suonati.

La gente vuole sapere per conto di quali debitori vip sta pagando il conto. I risparmiatori truffati vogliono sapere la verità sulle banche fallite. E tutti noi vorremmo sapere quando finiranno di prenderci per i fondelli. Ma questa è una vecchia canzone.

Diocesi di Aversa Il lavoro svolto da #ChiesadiAversaNews / Video

Diocesi di Aversa Le News 2017 



di don Francesco Riccio
a cura di Gaetano Daniele


Mons. Angelo Spinillo

Tante notizie, riflessioni e interviste nel secondo appuntamento di #ChiesadiAversaNews, il nuovo format ideato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali per raccontare periodicamente la vita della diocesi di Aversa. Il video pubblicato venerdì 17 febbraio 2017 si apre sul Convegno “Giovani e lavoro” organizzato dalle Chiese del Sud Italia e tenutosi a Napoli l’8 e il 9 febbraio. Sabato 11 febbraio, nella ricorrenza delle apparizioni della Madonna a Lourdes,  si è celebrata la Giornata Mondiale del Malato: le immagini aiutano a comprendere il clima di preghiera e di raccoglimento respirato nella Cattedrale “San Paolo”. Domenica 12 febbraio, poi,  alcuni giovani della diocesi si sono ritrovati al Seminario Vescovile per una giornata di preghiera e riflessione in compagnia di Don Armando Matteo, autore del libro “La prima generazione incredula”. Giovedì 16 febbraio, infine,  il Vescovo Mons Angelo Spinillo, in collaborazione con la Pastorale Giovanile, la Pastorale Scolastica e la Pastorale Familiare, ha invitato in Episcopio i giovani fidanzati della diocesi per un momento di confronto e di festa.