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lunedì 13 febbraio 2017

Sanremo, è l'ora della rivoluzione Ordine partito: la Rai sposta il Festival

Sanremo, la Rai vuole un Palafestival per le prossime edizioni della kermesse



Il prossimo Festival di Sanremo potrebbe non essere più trasmesso dal mitico teatro Ariston. Gli emissari della Rai incaricati di rinnovare la convenzione con il Comune ligure per le prossime edizioni hanno rilanciato quello che in città è noto ormai come un tormentone: il PalaFestival. Da anni, racconta il Secolo XIX, viale Mazzini lamenta l'inadeguatezza del teatro Ariston per le esigenze televisive. Quarant'anni fa il Festival aveva abbandonato il salone del Casinò per passare all'Ariston, con una breve parentesi al mercato dei fiori di Valle Armea. Le ultime tre edizioni sono state un enorme successo riconosciuto dalla stessa giunta comunale, che adesso ha tutto l'interesse di rinnovare la convenzione assecondando gli eventuali capricci della Rai.

E uno di questi capricci potrebbe essere spostare il Festival in una nuova struttura, la cui collocazione sarebbe ancora tutta da definire. Non ne sarebbero felicissimi ristoratori e albergatori, che ancora ricordano le ferite sulla loro pelle dell'esperimento al mercato dei fiori. Come ricorda però il quotidiano ligure, negli ultimi mesi si è riacceso il dibattito locale sulla riorganizzazione del zona del porto vecchio, magari con un finanziamento misto tra pubblico e privato.

Patata bollente, tanti saluti Boldrini La Palombelli con Feltri: cosa dice

Patata bollente, Palombelli sta con Feltri e Libero: tanti saluti a Laura Boldrini



Non si è mai accodata al luogocomunismo, Barbara Palombelli. E anche su un tema delicato come la "patata bollente" la conduttrice di Forum e moglie di Francesco Rutelli va controcorrente, schierandosi con Vittorio Feltri e Libero. Su Facebook, pur non nascondendo qualche perplessità, scrive: "Per me Vittorio Feltri è un grande, anche quando esagera un pochino!". Con tanti saluti a Laura Boldrini, a Beppe Grillo, alle donne e agli uomini scandalizzati per il presunto "sessismo" del titolo del nostro quotidiano su Virginia Raggi. Un po' più di ironia, un po' meno moralismo. 

Dopo la patata la Raggi perde la brocca: la frase pazzesca con cui si auto-umilia

Berdini la copre di fango e la Raggi anzichè cacciarlo: "Pensi a lavorare di più"



Virginia Raggi ha una capacità che nessuno può disconoscerle. Ogni volta che apre bocca riesce a darsi la zappa sui piedi. Qualche giorno fa, richiesta di commentare le dichiarazioni del suo assessore all'urbanistica che la definiva "inadeguata" e "impreparata", la sindaca di Roma rispose che "Berdini ha detto quelle cose ma non le pensa".

Poi, di Berdini, è stato reso pubblico un secondo audio nel quale diceva a un cronista che "Raggi e Romeo erano amanti". Ora, uno che parla in questi termini con un giornalista del suo sindaco andrebbe dal sindaco suddetto cacciato a badilate fuori dalla giunta. Sempre ammettendo la buona fede del sindaco, ovviamente. E, invece, oggi, Virginia Raggi che fa? Invita il suo assessore a parlare meno e a lavorare di più: "Continuo a leggere interviste e  dichiarazioni. Sinceramente non so dove trovi il tempo, c’è da  lavorare e c’è da lavorare tanto. Noi lavoriamo anche fino a notte  fonda. Lui sa bene che ci sono dei dossier da portare avanti e per senso di responsabilità nei confronti di Roma e dei cittadini dovrebbe farlo".

Quindi, a completare l'effetto comico, aggiunge: "Vi dico, la pazienza delle persone ha un limite". Oggi, comunque, in Campidoglio è previsto un vertice di maggioranza nel corso del quale si dovrebbe discutere proprio del caso dell’assessore Berdini.

DIREZIONE PD RENZI BRUTALE "Datevi una regolata": la battuta su D'Alema

Renzi brutale: "Dopo il referendum siamo tornati indietro, datevi una regolata"



"Parliamo con franchezza e chiarezza. Dal giorno dopo il referendum la politica italiana ha messo le lancette indietro: è tornata a riti che avevamo dimenticato. Sono tornati i caminetti e la domanda è stata quanto dura la legislatura e quando si fa il congresso e non cosa proponiamo al Paese. Siamo tutti responsabili di questo". Matteo Renzi inizia così la direzione Pd che doveva decretare le sue dimissioni. Rinviate, a quanto pare. Almeno fino a sabato all'Assemblea democratica, per accelerare sul congresso (entro due mesi, ad aprile) e tenere aperta la strada alle elezioni anticipate, magari già entro giugno.

"Se si va su google si digita resa dei conti - ha polemizzato con la minoranza interna -. Basta. Diamoci una regolata tutti insieme. Non è immaginabile che tutto rivenga messo in discussione". "Qualcuno pensa che il congresso del Pd dovrebbe servire per creare un'alternativa al renzismo. Io credo che dovrebbe servire a trovare un'alternativa al trumpismo, al lepenismo, al grillismo. Amici e compagni della minoranza, voi non sarete mai i nostri avversarsi. I nostri avversari sono fuori da questa stanza".

Europa: accesso più equo alle cure con Health Technology Assessment

Europa: accesso più equo alle cure con Health Technology Assessment


di Martina Bossi



In Europa il 18% della spesa sanitaria pubblica è costituita da prodotti medicali, non solo farmaci ma anche dispositivi e terapie. È sempre più importante, quindi, poter misurare in maniera efficiente l’impatto economico e sociale delle tecnologie sanitarie. Anche perché da una valutazione corretta dei nuovi prodotti che accedono al mercato dipendono le sorti di decine di milioni di pazienti in tutto il continente. Questo è il tema di cui si è discusso nel convegno dell’Istituto per la Competitività (I-Com) dedicato al futuro dell’Health Technology Assessment (Hta) nell’Ue, in cui il think tank europeo, con sedi a Roma e a Bruxelles, ha analizzato l’atteggiamento dell’Europa nei confronti di questo strumento, con un focus sull’Italia. Per Hta si intende un approccio multidimensionale di analisi delle implicazioni medico-cliniche, organizzative, economiche, etiche e legali di una tecnologia medicale attraverso la valutazione di criteri quali: efficacia, sicurezza, costi e impatto sociale.

Secondo lo studio di I-Com, allo stato attuale in Europa, non esistono chiare linee guida sulla metodologia per la conduzione dell’Hta e questo crea difformità nei risultati nel momento in cui si valuta la possibilità di accesso dei pazienti alla stessa tecnologia sanitaria in paesi diversi. Per l’Europa il tema è di grande importanza per riuscire a garantire un equo accesso alle cure ai cittadini degli Stati membri, rispettando gli stringenti vincoli di bilancio pubblico ed evitando di far lievitare la spesa privata per le cure stesse. Si tratta di trovare uno strumento comunitario in grado di supportare un’efficiente distribuzione delle risorse. “Bisogna creare una coalizione di chi ha un interesse legittimo che l’Hta sia condotto da Stoccolma a Roma secondo una metodologia e una governance comuni, mettendo insieme i pazienti/cittadini, che avrebbero garantito un accesso più rapido alle cure più innovative, l’industria, che potrebbe avere maggiori certezze sulle decisioni di investimento in R&S da sviluppare nel tempo, e i decision maker che potrebbero essere supportati da valutazioni scientifiche rigorose nello svolgimento del loro compito”, ha dichiarato il presidente di I-Com Stefano da Empoli.

Nel report di I-Com emerge che nei Paesi più ‘all’avanguardia’ (Svezia, Olanda, Francia ma anche Spagna e Polonia), l’Hta fa parte del processo decisionale sull’accesso alle cure, la definizione del prezzo e la possibilità di rimborso da parte dello Stato (o delle assicurazioni obbligatorie) dei farmaci e dei dispositivi medici e gli esiti di questa valutazione, sebbene non vincolanti, sono necessari. In altri Stati, invece, l’Hta è condotto volontariamente, o, come in Italia, a livello regionale e da singole aziende ospedaliere. In alcune regioni l’Hta non è neanche previsto come step per poter valutare l’introduzione di una tecnologia sul mercato e nella copertura fornita dal nostro Servizio Sanitario Nazionale. In Italia non esistono linee guida uniformi sull’uso di questo strumento. Nel 2009 è stata creata la Rete Italiana Hta (Rihta) con lo scopo di sviluppare progetti e supportare iniziative per la diffusione dell’Hta ma, nonostante ciò, l’Hta non ha nessun ruolo nelle decisioni relative all’accesso al mercato o alla definizione del prezzo o delle caratteristiche di rimborsabilità di farmaci, dispositivi medici o altre tecnologie.

Secondo I-Com, molti passi sono stati fatti, a partire dalla creazione di un network Ue per la cooperazione tra gli Stati Membri sull’Hta, che ha portato alla nascita di strumenti a supporto dell’armonizzazione e della condivisione dei risultati di queste valutazioni tra i diversi paesi. “Tuttavia è necessario trovare un’opzione perseguibile a partire dal 2020, anno in cui terminerà il finanziamento europeo a supporto di tale progetto - ha affermato Davide Integlia, direttore Area Innovazione di I-Com - Andrebbe almeno armonizzata la parte clinico-medica della valutazione (cosiddetta Rea), lasciando agli Stati Membri libertà per quanto riguarda le valutazioni di impatto socio-economico. Ogni Stato, inoltre, dovrebbe poter designare un organismo indipendente per la conduzione dell’Hta a livello nazionale per garantire un più rapido accesso alle tecnologie più innovative”. 

Infezioni respiratorie ricorrenti un problema per molti bambini

Infezioni respiratorie ricorrenti un problema per molti bambini



di Matilde Scuderi




Le malattie del sistema respiratorio, e in particolare quelle che ne colpiscono la parte superiore, sono frequentissime nei pazienti in età pediatrica. Si tratta di una classe di patologie varia che va dal banale raffreddore alla rino-sinusite fino alle infezioni respiratorie correnti o ancora alle forme allergiche. “Dal punto di vista epidemiologico, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), le infezioni respiratorie sono la maggior causa di malattia nel mondo e sono responsabili del 18 per cento dei casi di morte nei bambini con meno di 5 anni - spiega Michele Miraglia Del Giudice, pediatra e allergologo presso la Seconda università di Napoli - In Italia rappresentano circa l’80 per cento delle visite pediatriche: infatti il 25 per cento dei bambini entro il primo anno di vita e il 18 per cento di quelli con età compresa fra 1 e 4 anni sono affetti da infezioni respiratorie ricorrenti (irr) che sono generalmente non gravi ma presentano un elevato impatto sulla qualità di vita del bambino e dei genitori che si ritrovano a fare i conti con assenze da scuola e dal lavoro fino a 10-12 volte l’anno, quasi una volta al mese. Si calcola inoltre che il 10 per cento dei bambini soffra di rinite allergica ed è opinione diffusa che i pazienti allergici possano presentare una maggiore suscettibilità a contrarre infezioni respiratorie rispetto ai bambini non allergici, generando un circolo vizioso. Possiamo infine dire che un terzo della popolazione pediatrica ha problemi alle alte vie respiratorie più o meno cronici”.

“Che si parli di raffreddore, influenza, sinusiti o allergie il naso è sempre coinvolto - precisa Matteo Gelardi, otorinolaringoiatra del Policlinico universitario di Bari - in particolare la mucosa nasale, chiamata così proprio perché produce il muco che rappresenta la prima barriera di difesa dagli agenti esterni quali batteri, virus, particolato atmosferico e pollini. La principale causa delle infezioni delle vie aeree è rappresentata dalla fisiologica immaturità immunologica del bambino. Nei primi 3 anni di vita esiste una difficoltà nella produzione anticorpale, soprattutto verso antigeni polisaccaridici. Questa scarsa efficienza delle risposte anticorpali è responsabile anche di una incompleta memoria immunologica con rischio di recidività della stessa infezione. Di fronte ad un’infezione delle alte vie aeree il primo quesito che si pone è sulla sua origine: sarà batterica o virale? È un circolo vizioso, conclude l’esperto, perché un’infezione virale determina modificazioni che favoriscono l’infezione batterica e può volgere a batterica se non trattata appropriatamente”. “I virus sono i principali microorganismi coinvolti nelle infezioni respiratorie - continua Paola Mastromarino, microbiologa e virologa presso il dipartimento sanità pubblica e malattie infettive dell'università 'La Sapienza' di Roma - In particolare in più del 60 per cento dei casi di rhinovirus ne sono la causa e sono associati ad almeno il 60 per cento degli episodi di esacerbazione dell’asma. I principali agenti eziologici delle infezioni delle alte vie respiratorie oltre ai rhinovirus sono il virus respiratorio sinciziale (Vrs), gli adenovirus, i virus influenzali e parainfluenzali. Tuttavia è possibile che queste infezioni virali possano favorire la successiva insorgenza di una infezione batterica originando quadri clinici di maggiore gravità. Solo per il virus dell’influenza è disponibile un vaccino che previene l’infezione, in generale, poche infezioni virali possono essere curate con farmaci antivirali specifici. Recenti pubblicazioni scientifiche hanno dimostrato che il resveratrolo - un polifenolo naturale presente in vari tipi di frutta e verdura particolarmente abbondante nella buccia dell’uva - ha l’effetto di inibire la replicazione di rhinovirus, virus dell’influenza e virus respiratorio sinciziale. Il resveratrolo, inoltre, riduce drasticamente la sintesi di molecole pro-infiammatorie indotte dall’infezione, che sono le principali responsabili dei sintomi associati alle infezioni virali delle alte vie respiratorie. L’utilizzo del resveratrolo nella pratica medica è stato limitato dalla sua scarsa solubilità e stabilità in soluzione acquosa ma, recentemente, è stata messa a punto una formulazione acquosa in combinazione con il carbossimetilglucano che conferisce solubilità e stabilità al resveratrolo, ritardandone la naturale degradazione e aumentando anche la sua biodisponibilità, velocità di assorbimento e idratazione mucosale, senza condizionare la sua attività biologica”.

“Se la causa di un’infezione virale delle alte vie respiratorie - aggiunge Lorenzo Drago, microbiologo presso l'Università di Milano - le cellule ciliate del naso non riescono ad espletare al meglio il proprio lavoro, si possono instaurare delle sovrainfezioni batteriche che tendono a formare dei biofilm, un insieme di cellule batteriche adese in maniera tenace ad una superficie ed incluse in una matrice extracellulare composta essenzialmente da polisaccaridi e proteine. I biofilm costituiscono una modalità di crescita protetta che consente ai batteri di sopravvivere in un ambiente ostile e li rende in grado di resistere sia all’azione del sistema immunitario che agli antibiotici che, incapaci di penetrarlo, risultano inefficienti. Per questi motivi i biofilm sembrano essere coinvolti in un’altissima percentuale di infezioni croniche o recidivanti a carico di diversi apparati e questo è uno dei motivi principali per il quale si stanno cercando strategie alternative e sinergiche: da una parte demolire il biofilm e dall’altra superare il fenomeno della resistenza batterica dovuta ad un uso smodato e incontrollato degli antibiotici non solo negli ospedali e nelle comunità, ma anche nell’agricoltura e in particolare negli animali da allevamento”. Ma anche nelle forme allergiche, il complesso di resveratrolo e carbossimetilbetaglucano in spray nasale, brevettato da Nóos, ha dimostrato di essere efficace. Studi condotti in bambini affetti da rinite allergica persistente e infezioni respiratorie ricorrenti hanno evidenziato che la somministrazione intranasale topica di questo complesso riduce significativamente sia i sintomi nasali come prurito, starnuti, rinorrea, tosse e ostruzione, sia l’insorgenza di nuove infezioni respiratorie, e conseguentemente anche i giorni di febbre, le assenze da scuola e il numero di visite pediatriche. Tra gli effetti biologici del resveratrolo vanno sicuramente annoverati quelli antivirali e antiossidanti, quelli sul sistema immunitario - protezione dall'infezione ed aumentata difesa anti effettiva - antiallergica, sul sistema cardiovascolare. “Rispetto ad altre soluzioni terapeutiche testate sull’adulto e 'adattate' al bambino, il complesso di resveratrolo e carbossimetilbetaglucano ha dimostrato le sue proprietà con studi effettuati su pazienti in età pediatrica”, conclude Mastromarino. 

Ha vinto Sanremo, ma chi è davvero? Francesco Gabbani, semi sconosciuto di (grande) successo

Francesco Gabbani, chi è il vincitore di Sanremo 2017



Francesco Gabbani, il vincitore della 67esima edizione del Festival di Sanremo, è un cantautore e polistrumentista toscano. Classe 1982, di Carrara, si avvicina al mondo della musica da piccolissimo complice anche il fatto che la sua famiglia possiede l'unico negozio di strumenti musicali della città. All'età di 4 anni - si legge sul sito della Rai dedicato al Festival - inizia a battere i primi colpi di batteria, a 9 incomincia a studiare la chitarra e trascorre poi l’adolescenza in un vortice emozionale che gli fa capire che esprimersi con la musica è la sua ragione di vita.

A 18 anni firma il suo primo contratto discografico che lo porta, con il progetto Trikobalto, a registrare un album prodotto da Alex Neri e Marco Baroni dei Planet Funk. I video dei due singoli estratti dal disco entrano in rotazione sulle principali Tv Musicali ( MTV, All Music, RockTV...) e portano i Trikobalto a suonare nei più importanti festival italiani tra i quali l’Heineken jammin festival, a partecipare alle serate targate RockTV e anche ad aprire, al BlueNote di Milano, l’unica data italiana degli Oasis.

Nel 2010, sulla scia del successo del primo disco, arriva per i Trikobalto il secondo album. Il disco è prodotto da Marco Patrignani. All’uscita del disco segue un tour in Francia e la realizzazione del video di “Preghiera Maledetta”.

Nell'estate 2011, esce il singolo "Estate" e, in autunno, il videoclip di "maledetto amore " brano tratto dalla colonna sonora del film “L'amore fa male" di Mirca Viola. Nel 2013, esce il suo primo album ufficiale “Greitist iz” , dal quale vengono estratti i singoli “I dischi non si suonano” e “Clandestino”. Nel 2015, Francesco inizia a collaborare con BMG.

Selezionato dalla giuria di Sanremo Giovani, Francesco supera le selezioni del 27 novembre, in diretta su Rai1, ed è ufficialmente tra gli 8 artisti che partecipano all’edizione 2016 del Festival di Sanremo, nella categoria Nuove Proposte. Il 12 febbraio Francesco Gabbani vince la 67° edizione del Festival di Sanremo, il Premio della Critica Mia Martini nella sezione Nuove Proposte e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo con “Amen”. Brano scritto a quattro mani con Fabio Ilacqua, “Amen”rappresenta appieno il mondo musicale di Gabbani. Dietro ad una semplice freschezza melodica si cela infatti una sarcastica intenzione a sollecitare riflessioni sul modo di vivere dei nostri tempi.