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lunedì 16 gennaio 2017

La ministra Fedeli è senza vergogna Laurea falsa? Accusa la Raggi / Guarda

Valeria Fedeli contro Virginia Raggi: "Manifesti-sfottò sulla mia laurea, perché il Comune di Roma tollera l'illegalità?"



Il via libera alle deleghe della Buona scuola è stato accolto con ovvia soddisfazione dalla ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli. Intervistata dal Corriere della Sera, ha modo di recriminare però con Virginia Raggi. Si parla della sua "falsa laurea", con tanto di polemica che dai social è rimbalzata fin sui cartelloni pubblicitari affissi a Roma. "Per fare il professore ci vogliono laurea, abilitazione e concorso - si legge sul manifesto-sfottò -. Per fare il ministro dell'Istruzione terza media, amicizie e molte bugie". "Sono manifesti anonimi - risponde la Fedeli all'unica domanda del Corsera sul tema -, perché chi li ha fatti non ha neppure il coraggio di firmarsi. Poi vorrei chiedere al Comune di Roma com'è che tollera l'illegalità nelle sue strade".

Paragone svela il piano diabolico di Mario Monti: aiuto, torna il prof e ci "eurotassa"

Paragone: Mario Monti ci fregherà ancora, con l'eurotassa


di Gianluigi Paragone



Cosa sta facendo Mario Monti? Il senatore a vita? Ah ah ah… Mentre noi dibattiamo su come arginare lo strapotere dell’Europa tecnocratica, Bruxelles va avanti imperterrita, non curante di Brexit, di Trump, dell’avanzare di nuovi sentimenti nazionali e anche un po’ nazionalistici. Va avanti e sta mettendo a bersaglio un progetto nato nel febbraio del 2014 per costruire un’autonomia impositiva a favore dell’Unione europea. Gli unici che se ne sono accorti sono i tedeschi: hanno capito che se finora avevano la golden share dell’Europa, con l’autonomia di bilancio il loro potere sarà ridotto.

A Bruxelles lo chiamano così: un Gruppo di alto livello che dovrà studiare come fornire la Ue di risorse proprie nel suo bilancio. Siccome, tanto più in questo momento, se testi i cittadini sul loro sentimento europeista costoro ti mandano bellamente a quel Paese (e vorrei ben vedere!), Monti e soci si sono affrettati a precisare che «Non è una maniera per mettere nuove tasse ma per trovare nuovi concetti per finanziare le istituzioni». Una bella frase che messa in controluce odora del solito eurolessico, cioè di fregatura.

Questi, le eurotasse, le metteranno eccome. Perché il progetto vero prevede un vero e proprio ministero del Tesoro, una autonomia fiscale tout court e un ulteriore ingabbiamento dei governi così da neutralizzare eventuali spinte anti-Ue dopo il successo della Brexit. Un successo, si badi bene, che sta smentendo le cassandre. Ricordate no? In caso di uscita dall’euro - dicevano - l’economia di Londra subirà perdita di posti di lavoro, la nostra economia subirà un disastro e balle di questo tenore. Alla fine resta solo il mea culpa del capo degli economisti della Banca d’Inghilterra, Andrew Haldane: «Ormai non siamo più credibili. È dal 2008 che sbagliamo previsioni. Siamo come i metereologi». E pure l’ammissione del capo del Labour Party, Jeremy Corbyn: «Con la Brexit staremo meglio».

Insomma le chiacchiere stanno a zero, l’Europa si sta sfaldando sotto l’evidenza dei primi dati reali legati all’opzione «exit». I quindici anni all’insegna dell’austerità non hanno portato a nulla di buono, tanto che pure in Germania non è più un tabù mettere in discussione la rigidità di bilancio se poi la ricaduta è «portare la Le Pen o Farage alla vittoria». Il 2017 sarà un anno cruciale da un punto di vista elettorale: voteranno la Francia, la Germania, l’Olanda, forse l’Italia; in America Trump userà la luna di miele per mostrare il proprio passo e in Gran Bretagna la Brexit entrerà nel vivo del suo procedimento burocratico. Insomma Bruxelles teme fortemente che anche a livello politico vi sia lo stesso raffreddamento di consenso già in corso tra i cittadini; questo rovinerebbe i piani delle lobby e dei tecnocrati che ad esse rispondono.

Per questo il 2017 sarà anche l’anno cruciale del progetto «Un fisco autonomo per l’Europa», in grado di superare la fase attuale per cui sono i singoli Stati a conferire indirettamente l’obolo a Bruxelles. L’idea di avere un vero e proprio Bilancio europeo dunque costituirebbe un ulteriore stretta sulla sovranità dei Paesi membri. Le tasse europee, al di là dei giri di parole di oggi, arriveranno e Bruxelles si comporterà coi governi centrali usando le stesse parole con cui oggi i governi centrali giustificano i tagli agli enti locali e al welfare: tagliate, gli sprechi sono sotto gli occhi di tutti. I giornali continueranno con le loro campagne di denuncia degli sprechi locali (siamo in pochi a guardare anche nelle schifezze che combinano le banche e Bruxelles) e la gente si convincerà che in fondo a Bruxelles hanno ragione.  Così ci ritroveremo a pagare, cioè a mantenere, sia Roma che il baraccone europeo. Non fatevi fregare e tenete gli occhi aperti.

La volontaria di sinistra si innamora e l'immigrato ragazzino la frega / Foto

Sesso e tradimento tra gli immigrati: la volontaria di sinistra si innamora del toyboy tunisino, lui la frega


di Nicholas Farrell



Clare Moseley è una donna matura di sinistra che vuole salvare i «profughi» di Calais nonostante un dato di fatto significativo: per quanto mi risulta questa città francese sulla Manica non è una zona di guerra. Non importa. La signora inglese ha abbandonato marito e figlio nel Wirral, vicino a Liverpool, per andare a Calais ad aiutare le migliaia di «profughi» della baraccopoli chiamata la Giungla a fuggire dal depresso terzo mondo, ovvero la Francia, per raggiungere un Paese civile, ovvero la Gran Bretagna. A Calais ha fondato un'organizzazione benefica, Care4Calais, che è diventata famosa; poi, naturalmente, Clare si è innamorata di uno dei «profughi», un certo Mohamed Bajjar, di provenienza tunisina. Lei ha 46 anni e lui 27.

Un mese fa, però, Mrs Moseley ha dovuto porre fine alla sua storia d'amore multi-culturalista perché è saltato fuori che l'amante musulmano è un ladro. Rubava soprattutto - secondo il quotidiano inglese The Sun - a lei. Diverse migliaia di sterline e persino un cellulare. Secondo amici di lei citati dal tabloid il tunisino ha anche minacciato di informare il marito di lei della loro storia e di spedirgli delle foto compromettenti dei due amanti.

Quando ha fondato la sua organizzazione nel 2015 Mrs Moseley si piazzava nella Giungla di Calais davanti alle telecamera circondata da migranti e piangeva. «Dobbiamo aiutare questa povera gente», singhiozzava. In realtà, i migranti di Calais non sono di solito veri e perciò dovrebbero essere espulsi dalla Francia e dall'Europa.

Ovviamente, la verità non conta molto per una signora di sinistra come Mrs Moseley. Ha deciso di fare di tutto per convincere il mondo che la Giungla esiste per colpa del governo inglese che non fa entrare in Inghilterra i poveri profughi. E così, ha scelto il tunisino Bajjar, detto «Kimo», come guardia del corpo e interprete. La sua storia d'amore è cominciata poco dopo.

Come qualsiasi altra organizzazione benefica la sua - Care4Calais - ha una regola sacra: niente rapporti fra volontari e profughi. «Era cotta per Kimo e adesso finirà che perderà la guida dell'organizzazione», dice una delle fonti al Sun. «Tutti nell'accampamento sapevano di loro. I migranti pensavano fossero marito e moglie». Ora, Mrs Moseley ha accusato Bajjar di truffa e il 6 gennaio lui è stato arrestato con l'accusa del furto del sopracitato cellulare.

È tornata a casa in Inghilterra - in una villa che vale secondo The Sun 700 mila sterline - per spiegare tutto al marito Benjamin, che ha 38 anni, ma non ci è rimasta molto perché è già tornata di nuovo sulla costa francese e ora abita in una casa in affitto. Il suo ormai «ex» tunisino è stato rilasciato e abita ancora nella Giungla perché l'accampamento, che era stato smantellato dalla polizia nello scorso ottobre, si è già riempito di occupanti. «Lei è tornata a casa per salvare il matrimonio», dice la fonte del Sun. «Ma Kimo vuole continuare con lei».

Nello scorso settembre, alcuni volontari avevano rivelato sui social network che la Giungla era un inferno di prostituzione e sesso minorile, con certi volontari (e soprattutto volontarie) che collezionavano i partner fra i migranti. La Moseley condannava pubblicamente questi comportamenti e insisteva che la regola di Care4Calais era «tolleranza zero» in fatto di sesso coi profughi.

Secondo The Sun, Bajjar aveva già truffato una inglese sei anni fa prima di lasciare la Tunisia quando si era spacciato per profugo siriano. Le aveva chiesto di sposarlo e dargli 1.500 sterline per il visto di uscita dalla Tunisia. Ma alla fine lei aveva rifiutato. L'anno scorso Bajjar appariva in un documentario inglese in cui si spacciava per profugo in fuga dall' Isis.

Mi chiedo: ma dopo questa esperienza romantica, la Moseley avrà cambiato qualche idea sulla necessità di salvare gente come Mohamed Bajjar?

M5S primo? Cacciari gela Grillo: perché i 5 Stelle devono tremare

Cacciari gela Grillo: "Dopo il referendum doveva guadagnare di più"



"Con la vittoria del No il Movimento 5 Stelle avrebbe dovuto passare all'incasso e crescere elettoralmente. Invece tutto rimane fermo per il demerito di tutti". Va controcorrente, Massimo Cacciari. Intervistato dal Fatto quotidiano, il filosofo e politologo ex sindaco di Venezia col centrosinistra e noto per le posizioni da bastian contrario smorza gli entusiasmi di grillini e filo-grillini. In una pagina che vorrebbe esaltare il volo del M5s nei sondaggi, Cacciari spicca così per la nota stonata. "Che l'M5s sia ancora il primo partito non mi stupisce affatto - esordisce -: perché mai un loro elettore dovrebbe passare a sostenere il Pd o il centrodestra? Nessuna forza politica si sta dimostrando in grado di risolvere le drammatiche esigenze del Paese. L'unica cosa che può cambiare è l'aumento degli indecisi, ma non i passaggi di voti tra i partiti. L'unica uscita di voti al momento attuale è verso il non voto". E qui si arriva alla critica diretta a Beppe Grillo: "Avrebbe potuto aumentare i suoi consensi e invece gli ultimi episodi hanno dimostrato i loro limiti, a partire dal pasticcio con l'Alde a livello europeo. Se dall'altra parte ci fosse un Pd decente, i voti grillini avrebbero già iniziato a calare".

Esclusiva / I vip non ridanno i soldi, e Mps... come umilia i poveri cristi / Foto

I vip non ridanno i soldi a Mps e la banca sputtana i "poveri cristi"


di Sandro Iacometti



Una villetta in provincia di Roma, un appartamento a Taranto, un bilocale a Mantova, una casetta ad Acireale. Tra i milioni di contribuenti italiani che dovranno farsi carico del salvataggio di Mps ce ne sono tanti che ancora non si spiegano come abbia fatto la banca ad accumulare quei 47 miliardi di crediti in sofferenza. Altro che rinegoziazioni, ristrutturazioni, dilazioni e rinvii, come è accaduto puntualmente per tutti i finanziamenti non onorati dai grandi gruppi imprenditoriali e finanziari. A loro dopo qualche rata di mutuo non pagata è arrivata la comunicazione dell' ufficiale giudiziario. Altro che prestiti facili, strette di mano e impegni sulla parola. A loro la banca ha fatto firmare mille carte e ha preteso garanzie reali in cambio del finanziamento.

Garanzie che sono state aggredite senza scrupoli al momento dell' insolvenza. Già, perché nelle filiali di Mps mentre una mano stringeva quella dell' amico imprenditore a caccia di liquidità, l' altra firmava la procedura esecutiva per pignorare la casa ad una famiglia strozzata dalla crisi. Un doppio binario che non ha portato a grandi risultati sui conti della banca, se è vero che il 70% delle sofferenze è costituito dai debiti dei grandi gruppi e che il 20% degli incagli lordi, come ha spiegato lo stesso ex ad Fabrizio Viola nell' assemblea ordinaria dello scorso aprile, è dovuto a «posizioni con esposizione fino a 250mila euro».

Il pugno di ferro nei confronti dei piccoli creditori ha, però, avuto effetti devastanti su migliaia di cittadini, che da un giorno all' altro si sono trovati senza casa. Non si tratta di ricchi possidenti o spregiudicati immobiliaristi. Ma di persone comuni, con abitazioni nella maggior parte dei casi di modesto valore. Basta scorrere la lista che si può recuperare sul sito di Mps per avere un' idea. Dei circa 450 immobili messi in vendita in seguito a procedure espropriative, 150 hanno una base d' asta inferiore a 50mila euro e 200 restano sotto i 70mila.

Alzando l' asticella ai 100mila euro si arriva a 250 immobili, più della metà del totale. Ma l' elenco è solo la punta dell' iceberg. Si tratta, infatti, nella maggior parte dei casi di procedure chiuse o scadute. Ce ne sono altre centinaia in corso, come gli esempi che pubblichiamo oggi, sparpagliate per i tribunali di mezza Italia ed individuabili attraverso i siti specializzati in aste giudiziarie. La sostanza non cambia: appartamenti medio piccoli situati prevalentemente al Sud, dove la recessione si è fatta sentire con più violenza.

A peggiorare il quadro ci si è messo lo scorso anno pure il governo, lo stesso che ora ha messo sul piatto 20 miliardi pubblici per salvare Mps.

Per aiutare le banche (e l' istituto senese non è ovviamente l' unico ad espropriare gli immobili) a rientrare dei crediti, prima è stato fissato in 18 il numero di rate del mutuo non pagate sufficiente a far scattare l' insolvenza, poi è stato deciso che alla quarta asta il giudice può abbassare il prezzo del 50%. Così il malcapitato si ritrova senza casa, ma con il debito ancora da pagare. «Sfortunato», commenterebbe il ministro dell' Economia, Per Carlo Padoan, come ha fatto con i risparmiatori bidonati da Mps.




domenica 15 gennaio 2017

In zona Champions vincono tutte: Roma, Napoli e Lazio sono in volo

Serie A, vincono tutte in zona Champions: Roma, Napoli e Lazio in volo



Là davanti non sbaglia nessuno, e la corsa Champions resta incertissima. Nella 20esima giornata di Serie A vince la Roma, che passa 1-0 sul campo dell'Udinese con Nainggolan nonostante un clamoroso errore di Dzeko su rigore. Vince anche il Napoli, 3-1 in casa al Pescara (Tonelli, Hamsik e Mertens prima del rigore di Caprari in chiusura) e non molla la Lazio, che batte l'Atalanta 2-1 in rimonta (a Petagna rispondono Milinkovic-Savic e Immobile). Con la Juve a 45 punti (e due partite in meno), la Roma ora è a -1, il Napoli a -4 e la Lazio a -5. Le milanesi sono a un passo: Milan (due partite in meno) e Inter a 36 punti. In coda importante la vittoria del Sassuolo, 4-1 al Palermo sempre più disastrato e ora a -8 dalla quart'ultima, l'Empoli (0-0 con la Sampdoria).

Teatro "Caivano Arte" Concerto di beneficenza a sostegno delle fasce deboli

Il 28 Gennaio 2017, ore 18.00, al Teatro "Caivano Arte" il Maestro "Dilillo Francesco Saverio" dirigerà il Concerto di Beneficenza


di Gaetano Daniele



CAIVANO - Grande attesa per il 28 Gennaio 2017, ore 18.00, per il Concerto di Musica Lirica all'insegna della "Solidarietà" e della "Beneficenza". L'evento storico, organizzato dal Prof. Dott. Pasquale Salzillo e dall'imprenditore caivanese, Antonio Licito, punta non solo a valorizzare un territorio come Caivano, più volte alla ribalta per fatti di cronaca nera, ma appunto alla "Solidarietà" e alla "Beneficenza". 

L'evento sarà seguito dall'Orchestra "Francesco Busacca" diretta dal Maestro Dilillo Francesco Saverio. Solisti principali: Francesco Malapena, Enzo Errico, Giacomo Mosca, Gloria Vardaci e Carmine Durante. 

"La cultura e la musica in particolar modo, sono straordinari strumenti per veicolare solidarietà e sensibilizzazione rispetto a temi di grande rilievo. Pensiamo che il dono sia il risultato di un processo di condivisione e coinvolgimento della collettività attorno a un progetto reale che restituisce socialmente qualcosa al proprio territorio". Così ai nostri microfoni l'organizzatore dell'evento, Antonio Licito.