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martedì 3 gennaio 2017

PADOAN SULL'EURO La sua frase clamorosa: così mai detta in pubblico

Padoan sull'euro. La sua frase clamorosa: non l'ha mai detta in pubblico



Oggi l'euro compie 15 anni di vita, ma rischia di non arrivare alla maggiore età per evidente inadeguatezza. Anche coloro che lo hanno fortemente voluto si sono accorti che non regge e che serve solo a tedeschi e banchieri. In edicola dal 2 gennaio i 101 pentiti dell'euro, tra loro anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

No, non è uno scherzo. Sono mesi che Piercarlo Padoan conduce quasi in solitaria una battaglia dentro l’Ue affinché sia istituito a livello sovranazionale un sussidio continentale contro la disoccupazione. Beh, direte, e cosa c’entra tutto questo con l’essere euroscettici? Non è tanto la battaglia in sé ma la motivazione di Padoan a non lasciare dubbi. Una nota del ministero da lui presieduto il 27 giugno del 2016 dopo lo shock della Brexit recita che questo sussidio condiviso «potrebbe consolidare sia la crescita nel medio termine sia mitigare le necessità di aggiustamento nel caso soprattutto di un’Unione monetaria dove, a causa dell’assenza di un tasso di cambio, i costi di aggiustamento sono particolarmente pesanti sul mercato del lavoro». Categoria: o svaluti la moneta o svaluti il lavoro.

lunedì 2 gennaio 2017

Cardito (Na): Facciamo un Goal per la beneficenza: "Venerdì 6 Gennaio ore 09.30 Stadio Comunale V. Papa"

Cardito (Na): Facciamo un Goal per la beneficenza: "Venerdì 6 Gennaio ore 09.30 Stadio Comunale V. Papa"


di Gaetano Daniele



Si svolgerà il 6 Gennaio, allo stadio comunale V. Papa di Cardito (Na), "Facciamo un Goal per la beneficenza", evento di solidarietà per sostenere i bambini dell'Ospedale Santobono Pausilipon. Probabile la presenza di Gigi De Canio. Il Papa lo ripete sempre: "la pace si costruisce attraverso l'unità, facendo della cultura dell'incontro una realtà". Noi stiamo cominciando ora a Cardito, quest'esperienza nata con la collaborazione di diversi amici come Luigi Imperatore, Giorgio Marruzzella, Alfonso Mormile. Un grazie di cuore anche alle Forze dell'Ordine, agli avvocati presenti e a tutti i giornalisti che hanno collaborato affinchè questo evento prendesse forma. Cosi ai nostri microfoni, il direttore responsabile del Minformo, Stefano Andreone. E nota: "Il Papa ci dice che il calcio insegna a lavorare in gruppo. Per questo la partita vedrà protagoniste diverse istituzioni che ci hanno appoggiato. In questo momento è importante soprattutto per i tanti bimbi meno fortunati degli altri. Insieme si può". Tra i calciatori storici che hanno aderito, figura l'ex calciatore del Napoli, Beppe Bruscolotti. 

Montecarlo, Fini è in grossi guai: "Né allocco né c... Sapeva tutto"

Montecarlo, Fini è in grossi guai: "Né allocco né c... Sapeva tutto"



"Non è un allocco, né il coglione che vuol far credere. Gianfranco Fini su Montecarlo e la casa pagata da Corallo sapeva tutto". A parlare è Amedeo Laboccetta, ex deputato del Pdl tornato in libertà dopo essere finito in carcere lo scorso 13 dicembre con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla sottrazione fraudolenta del pagamento delle imposte. Insieme a lui proprio il magnate Francesco Corallo, il "re delle slot machines" in Italia. Al Tempo Laboccetta racconta la sua verità sull'ex leader di Alleanza nazionale e quei 739mila euro della vendita della casa sul conto di Elisabetta Tulliani, la compagna di Fini.

"Non sono assolutamente sorpreso - dice -. Conosco da una vita Fini. Vuol far credere di essere un allocco o un coglione, come lui stesso si è definito. Ma ritengo che non lo sia affatto, almeno in certi tipi di rapporti. Sul piano politico è stato un grande sprovveduto, un ingenuo, che si è fatto illudere da Giorgio Napolitano. Ma su altri piani non è quello che è riuscito per tanto tempo a camuffare con gli italiani. È un'altra persona Fini, tutto da scoprire".

Sulle eventuali pressioni esercitate da Fini, allora presidente della Camera, sui suoi parlamentari per far approvare una legge che favoriva Corallo Laboccetta è sibillino: "Fini si muove in maniera indiretta, utilizzando forse altri esponenti, in questo caso non saprei dirle chi. È una perso na che si muove con passi felpati, cerca di non apparire. È un subacqueo, viaggia molto sott'acqua". Durissimo il suo giudizio politico sull'ex delfino di Almirante: "È stato molto fortunato, ha avuto una grande carriera. Poi, a distanza di tempo, si è rivelato per come ormai gli italiani lo conoscono: incapace, oltre che una persona inaffidabile".

Al centro di tutto c'è però la casa di Montecarlo: "Che la famiglia Tulliani avesse sempre avuto l'aspirazione di acquistare una casa a Montecarlo mi era noto. Melo dicevano nei vari incontri a casa sua, ai quali ho partecipato. Sapevo di questo progetto, ma non sapevo che le loro mire fossero sull'appartamento di proprietà del nostro ex partito. Evidentemente Fini avrà suggerito ai suoi familiari che c'era questa opportunità e allora è scattato questo secondo piano, che poi si è realizzato". Fini sapeva che Corallo aveva pagato l'appartamento ai Tulliani? "Lo sapeva perfettamente. Fini sa tutto di questa storia - assicura Laboccetta -. Deve confessare, deve raccontare la verità. Inutile che fa ancora questi atti di ridicola resistenza. Spiegasse questo grave errore della sua vita. Visto che la sua storia politica è finita, racconti tutto oramai". C'è un altro particolare imbarazzante: "Fini, tentò di convincermi ad acquistare, per conto di Corallo, un immobile a Roma che mi veniva proposto dalla società di suo cognato. Io non l'ho fatto perché era un immobile che non aveva le condizioni di presentabilità e Fini se n'è pesantemente risentito. Tra l'altro me l'aveva presentato durante un pranzo al circolo Antico Tiro al Volo dicendomi che era un amico. Poi scoprii io, dopo qualche giorno, che era il cognato".

Pessima la qualità dell'aria in Italia “Noi pneumologi siamo preoccupati”

Pessima la qualità dell'aria in Italia “Noi pneumologi siamo preoccupati”


di Eugenia Sermonti



Il dodicesimo ‘Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano’ redatto dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e reso noto pochi giorni fa ha confermato, sia pure sulla base di dati di previsione, che il problema della qualità dell’aria nel nostro Paese è rimasto pressoché invariato rispetto al passato. E si contano circa 90mila morti, in tutta Italia, correlate all'inquinamento. Ancora una volta, le città della Valle Padana l’hanno fatta da padrona in termini di giorni di superamento dei limiti consentiti per le emissioni di PM10 ed altri inquinanti, anche se questa volta risultano accompagnate da numerosi altri capoluoghi di provincia, fra i quali Napoli, Terni, Frosinone e molti altri. E proprio Verona è sede del congresso specialistico di pneumologia con la più lunga tradizione in Italia. Il XX Congresso Asma Bronchiale e Bpco: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie è in programma dal 18 al 20 gennaio 2017 al Centro Congressi Hotel Leopardi.

Limiti pm10 traguardo irraggiungibile. "La cosa drammatica - sottolinea il professor Roberto W. Dal Negro, responsabile del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria (Cesfar) con sede a Verona - è che nel nostro Paese, per quanto attiene per esempio alle PM10, anche rispettare il limite previsto dalla legislazione vigente (non più di 35 superamenti in un anno) è tuttora un traguardo irraggiungibile su tutto il territorio nazionale. E’ ormai perfino troppo evidente che da noi il ‘controllo delle emissioni’ di fatto, non interessa concretamente i decisori, o non conviene: nella migliore delle ipotesi, infatti, le misure si limitano anche per quest’anno a provvedimenti emergenziali ed estemporanei, di rilevanza tale che spesso sfiorano il grottesco a livello locale".

Nessun provvedimento strutturale e strategico. "In pratica, nessun provvedimento strutturale e strategico - prosegue il professor Dal Negro - è stato mai programmato su ampia scala negli ultimi decenni, e tantomeno in maniera sinergica fra le varie istituzioni coinvolte. E ciò, nonostante sia arcinoto che il principale determinante è rappresentato dal consumo di energia, in particolare quella che proviene da fonti fossili (petrolio, gas naturale, carbone). In altri termini, trasporti, usi domestici, industria: tutti argomenti che richiederebbero un interessamento fattivo e capillare delle istituzioni preposte. E’ sotto gli occhi di tutti la realtà del trasporto merci, di fatto quasi esclusivamente su gomma e con direttrici stradali e autostradali iperaffollate ed ingolfate; la situazione del traffico veicolare privato, caotico ed in continua crescita, a fronte di trasporti pubblici carenti (se non carenti) e male organizzati in molte città italiane, anche metropolitane; del riscaldamento domestico, dove la verifica di conformità degli impianti e delle emissioni è tuttora episodica e ‘a macchia di leopardo’, pur esistendo sulla carta numerosi provvedimenti specifici, troppo spesso trasformati nella vita reale in inutili ‘grida manzoniane’, facilmente eludubili". 

Disturbi dissociativi e ‘stalking’: ecco come nasce un femminicidio

Disturbi dissociativi e ‘stalking’: ecco come nasce un femminicidio


di Eugenia Sermonti 



Un uomo afflitto da un disturbo di personalità si trova a dialogare con il suo alter-ego allo specchio per cercare di ricostruire l’omicidio della sua fidanzata misteriosamente assassinata. In questo duello tra le sue due personalità emergono ricordi, in forma di flashback, sepolti nel suo inconscio che lentamente vanno a svelare la vicenda in un crescendo emotivo e di tensione. È questa la trama del film formazione ‘Echoes’, cortometraggio diretto da Andrea La Mendola e già vincitore di numerosi premi in prestigiose rassegne internazionali come il ‘Santa Monica Film Festival’ e i ‘Los Angeles Movie Awards’. La pellicola è online sul sito www.corsi-ecm-fad.it, messo a disposizione dal provider Ecm 2506 Sanità in-Formazione, in partnership con Consulcesi Club. Il cortometraggio è collegato al corso di Formazione a Distanza (Fad) destinato al personale medico dal titolo ‘Disturbo dissociativo dell'identità e situazioni di rischio’. In un contesto che vede l’Italia protagonista di un’autentica strage di donne (117 casi di femminicidio solo nel 2016), e dove il fenomeno dello stalking ha assunto dimensioni da vero e proprio allarme sociale (3,5 milioni di vittime secondo l’Istat), il corso non solo aiuta i medici a diagnosticare efficacemente la complessa casistica dei disturbi dissociativi, ma ribadisce il ruolo strategico dei camici bianchi nell’individuare e prevenire sintomi e segnali di un pericoloso stato patologico che può sfociare in feroci atti di violenza.

Il corso, articolato in cinque lezioni, offre una panoramica esaustiva sui disturbi dissociativi (a partire dal disturbo dissociativo dell’identità), illustrandone le manifestazioni più pericolose - quali, ad esempio, lo stalking - ed evidenziando le necessarie strategie di colloquio psichiatrico nonché le possibili terapie. Responsabile scientifico il professor Vincenzo Mastronardi, psichiatra e criminologo clinico, titolare della cattedra di Psicopatologia Forense presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Roma ‘La Sapienza’. ‘Echoes’ si aggiunge a una lista di produzioni che hanno già riscosso enorme successo tra i camici bianchi grazie a film selezionati in prestigiosi festival cinematografici, contribuendo a rendere Sanità in-Formazione il primo provider Ecm Fad in Italia, come ha di recente decretato il prestigioso Annuario della Sanità con la sua classifica ‘The Best Provider 2015 Ecm’.

Fermi tutti: la foto della scrittrice censurata perché pornografica / Guarda

Facebook censura la foto di una scrittrice di Bologna: "pornografica"




Vietato pubblicare su Facebook la foto del Nettuno, la popolare statua nella principale piazza di Bologna. Motivo? Nudo e dunque pornografico. E pazienza se si tratta di un'opera d'arte, come il David in piazza della Signoria a Firenze. A denunciarlo è Elisa Barbari, scrittrice bolognese che voleva pubblicizzare la propria pagina sul social network ma che si è vista bloccare l'inserzione per "contenuti sessuali espliciti" in "violazione delle linee guida sulle pubblicità di Facebook". 

Euro killer, ci ha rovinato la vita Quindici anni buttati: ecco perché

Euro killer, ci ha rovinato la vita: ecco perché


di Giuliano Zulin



Con l'euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più, disse Romano Prodi nel 1999. Sono passati quasi 15 anni dall'introduzione della moneta unica e la frase del Professore sembra che sia stata pronunciata a Zelig. È successo il contrario. O meglio, molti lavorano settimane o mesi in meno per colpa della crisi, ma non guadagnano di più.

Anzi. Chi ha un posto praticamente porta a casa a fine mese uno stipendio paragonabile a quello del 2001. Con l'aggravante di aver perso anche potere d'acquisto: in quel gennaio-febbraio 2002 i prezzi dei prodotti più diffusi, dal caffè alla pasta, dall'abbigliamento fino al gelato, subirono un rincaro pazzesco, fuori dal normale, che nessuno fu in grado di fermare e analizzare. I consumatori dovettero affrontare aumenti fino al 200%. E in quei due mesi è iniziato il declino dell' Italia.

Sappiamo tutti che gran parte delle colpe sono da imputare ai tedeschi, che imposero un cambio lira-euro troppo alto in modo da non avere rivali nelle esportazioni. Sappiamo anche che Prodi e Ciampi commisero l'errore di accettare il diktat tedesco per avere un posto al sole, previa introduzione di un'eurotassa, per entrare nella moneta unica, restituita solo in minima parte. Ma quello che ancora non sappiamo è perché il governo Berlusconi si voltò dall'altra parte durante i primi mesi di vita dell'euro. Solo nell'estate 2002 si creò un osservatorio sui prezzi, ma la frittata era già stata fatta. Ovvio, imprenditori e venditori italiani arrotondarono le mille lire all'euro per recuperare un po' di soldi e rimanere competitivi con i partner europei. Legittimo. L'esecutivo però avrebbe dovuto fare uno sforzo sui contratti dei dipendenti e sulle pensioni. Sarebbe stato utile varare aumenti di stipendio, una tantum ed extra-inflazione, per mettere a pari i lavoratori con i produttori. Magari con interventi fiscali, tipo taglio di tasse.

Sfruttando, per l'occasione, il calo dei tassi d'interesse sul debito pubblico proprio grazie all'introduzione dell'euro. Niente di tutto questo fu realizzato. Gli italiani si sentirono più poveri e iniziarono così a diminuire i loro consumi.

Il circolo negativo era appena all'inizio. La crisi del 2008 e, successivamente, quella dello spread nel 2011, diedero la mazzata finale al nostro Paese. Il doppio effetto, calo del potere d'acquisto e sfiducia, innescarono il crollo delle vendite al dettaglio e degli acquisti immobiliari. Di conseguenza le aziende hanno iniziato prima a tagliare le spese superflue, poi gli investimenti, quindi a licenziare, fino a chiudere. Non a caso sono sette-otto anni che il Pil è asfittico. Le imprese, anche quelle sane, hanno così cominciato a perdere valore, perché operano in un mercato debole. Un affare per gli stranieri che hanno messo nel mirino le nostre società, marchi famosi compresi.

Fanno ridere quelli che dicono che l'euro non è la causa dei mali italiani. In quel prezzo del gelato schizzato del 200% c' è tutto il nostro male. Uno autentico strozzinaggio. Spiace che nessun politico abbia chiesto scusa agli italiani. Nemmeno i grandi tifosi della moneta unica. Ma di quelli parleranno Paolo Becchi e Fabio Dragoni lunedì, con la carica dei 101 contro l'euro.