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sabato 10 dicembre 2016

Ecco chi ci porta i profughi a domicilio. Chi sono e cosa fanno nel Mediterraneo

Ecco chi ci porta i profughi a domicilio. Chi sono e cosa fanno nel Mediterraneo



di Paolo Becchi e 
Cesare Sacchetti




Una sorprendente inchiesta realizzata dall'Istituto Gefira e pubblicata in questi giorni, rivela la filiera organizzativa dell' immigrazione clandestina tra la Libia e l'Italia. Attraverso l'uso di marinetraffic.com, un sito che monitora il traffico marittimo mondiale è emerso che nei soli mesi di ottobre e novembre sono stati trasportati illegalmente sulle coste italiane più di 39.000 migranti africani. La storia è ben diversa dai resoconti ufficiali forniti dai media: i trafficanti dell' immigrazione clandestina non si spingono affatto ad attraversare il tratto di mare che separa le coste libiche da quelle del Canale di Sicilia, ma avvertono direttamente le Organizzazioni Non Governative per essere trasportati verso i porti italiani dalle coste libiche.

Il traffico marittimo monitorato nel mese di novembre rivela che sono 15 le navi delle ong che hanno partecipato direttamente nel trasporto dei migranti sulle coste siciliane. Tra queste navi ci sono la Phoenix, di proprietà del MOAS, una ong maltese e questo di certo spiega perché il carico dei migranti non approdi mai a Malta, nonostante sia più vicina alla Libia rispetto alla Sicilia. Le altre navi sono la Topaz Responder, utilizzata dal MOAS e da Médecins sans frontières, ONG con sede in Svizzera, la Iuventa, di proprietà della ONG tedesca Jugend Rettlet, la Golfo Azzurro della ong olandese «Boat Refugee Foundation» e la Vos Hestia noleggiata da Save the Children, ong inglese.

Il meccanismo è il seguente. I trafficanti di esseri umani in Libia lanciano la richiesta di soccorso in mare, dopo entrano in scena le ONG che mandano le loro navi dai porti italiani sulle coste libiche e tornano indietro cariche di migranti.

Il coordinamento delle navi delle ong è diretto dalla guardia costiera italiana, e su questo c'è una diretta conferma nel recupero di un gommone carico di 113 migranti a circa 8 miglia marine dalle coste libiche, avvenuto il 12 ottobre.

Nella giornata del 12 ottobre la guardia costiera avverte alle 8 di mattina la Golfo Azzurro per mandarla sul luogo del recupero, a circa 8 miglia marine dalle coste di Mellitah in acque territoriali libiche, e farà lo stesso con la Phoenix, ma questa verrà avvertita solamente alle 19:00. Nel frattempo vengono mandate sul posto anche la Astral e la Juventa.

Sembra alquanto inusuale che la guardia costiera avverta una nave alle otto di mattina e un'altra alle sette di sera, e lasci passare tutto questo per lanciare un'operazione di salvataggio che avverrà solamente dopo le 9 di sera. Il Malta Today descrive le fasi che hanno portato al recupero dei 113 migranti: «Verso le 19:00 del 12 ottobre, il Centro di Coordinamento del Soccorso Marino di Roma ha contattato la Phoenix. Solamente alle 21:20 è stato avvistato il gommone dei migranti attraverso l'uso di droni a bordo della Phoenix. In cooperazione con altre navi ONG presenti sull'area interessata, è stata lanciata un' operazione di recupero».

Ma ancora più strano durante quella notte è il comportamento del rimorchiatore italiano Megrez. Come si vede nella mappa della zona in questione, il Megrez ha lasciato il porto di Mellitah alle 20:00, si porta a due sole miglia marine dal luogo del recupero verso le 20:40 e torna indietro al porto di provenienza alle 21:17. Possibile che il Megrez non abbia avvistato il gommone dei migranti? Il rimorchiatore italiano arriva nella zona del recupero solamente quaranta minuti prima che arrivino le navi delle ong. Secondo Marine Traffic, il Megrez non si ferma nemmeno un istante nella zona, procede dritto, arriva a poca distanza da dove si trova il gommone dei migranti e torna immediatamente indietro. Forse il suo compito era solo quello di liberarsi di un «carico»? Ad ogni modo restano molte domande senza risposta. Non si comprende perché mai la guardia costiera italiana debba partecipare in operazioni di recupero marittimo in acque territoriali straniere e debba farlo servendosi di navi di ong straniere.

Se l'interesse del governo italiano è quello di salvaguardare le vite umane, allora i migranti andavano accompagnati al porto di Zarzis in Tunisia, distante solamente 60 miglia nautiche dal luogo del recupero, mentre sono stati portati dalle navi delle ong a Pozzallo in Sicilia, lontano 275 miglia nautiche. Cosa ottengono queste ong dalla partecipazione a un traffico di migranti clandestini e perché il governo italiano difatti favorisce i trafficanti di esseri umani?

Champions, rivoluzione totale: chi è già qualificato (e perché gode la serie A)

Champions, rivoluzione totale: chi è già qualificato (e perché gode la serie A)



Il Comitato esecutivo dell’Uefa ha approvato la riforma della Champions League per il triennio 2018-2021. Tra le novità più importanti quella che saranno garantiti quattro posti nella più importante competizione europea per club alle prime quattro nazioni del ranking Uefa. Ottima notizia per le società italiane che si trovano proprio al 4° posto in classifica.

Poste, occhio alle tariffe da gennaio Multe e raccomandate: cosa cambia

Poste, occhio alle tariffe da gennaio. Multe e raccomandate: cosa cambia



A partire del prossimo 10 gennaio, Poste italiane aumenterà il costo per le raccomandate e le assicurate spedite in Italia e all'estero. Come annunciato in un avviso sul sito delle Poste, gli aumenti delle tariffe riguarderanno tutti gli scaglioni di peso: per una raccomandata fino a 20 grammi, per esempio, il costo passerà da 4,50 euro a 5. Sale anche il prezzo per la raccomandata internazionale che per la Zona 1, cioè Europa e Mediterraneo, varierà da 5,95 euro a 6,60. Salgono anche le tariffe per gli atti giudiziari, in salita a partire da quelle fino a 20 grammi da 6,60 euro a 6,80.

Aumentano i costi anche per le assicurate. Ad esempio gli invii per un valore fino a 50 euro di peso da 20 a 50 grammi passerà da 6,90 euro a 7,25.

PARLA L'ECONOMISTA "Nuovo premier? Ecco cosa deve fare. Solo così possiamo evitare il disastro

Cosa non deve fare il prossimo premier: la ricetta salva-Italia dell'economista



Ogni giorno che l'Italia passa senza un governo stabile aumenta sempre di più il rischio di assistere al tracollo dell'intero sistema bancario. L'allarme è partito dall'economista Giulio Sapelli che, in un'intervista al Giorno, mette in guardia sui pericoli a cui il Paese si sta esponendo con questa nuova crisi di governo: "il nostro sistema bancario è sull'orlo del baratro, servono almeno 30 miliardi". Un tesoretto che solo un governo può concretizzare: "uno qualunque, politico, tecnico o balneare, che risolva il nodo banche" per poi tornare al voto in primavera.

Secondo la ricetta di Sapelli, il prossimo premier dovrebbe innanzitutto evitare uno degli errori commessi da Matteo Renzi proprio nell'ultima campagna elettorale: "La sua condotta, che voleva dimettersi immediatamente, non aiuta a rassicurare gli investitori - ha detto il professore - troppo dominato da se stesso per avere senso di responsabilità giuridico-morale verso la Patria. Ora non faccia gesti inconsulti: serve un governo, qualunque, che entro Natale faccia il decreto sulle Popolari, poi si occupi dei dossier Mps e Unicredit, solo per queste due banche servono 30 miliardi".

Banche, immigrazione, Europa e Italicum Che cosa ha detto la Meloni a Mattarella

Banche, immigrazione, Europa e Italicum. La Meloni a Mattarella



"Noi faremo la nostra parte in termini di responsabilità come lo chiediamo agli altri, abbiamo la nostra proposta, che non è quella che preferiamo, che parte dall’Italicum per fare veloce. Su questa proposta continuiamo a chiedere un tavolo in primis con le altre forze di centro destra per fare una proposta unica alla maggioranza e al partito democratico". Lo ha detto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ribadendo la richiesta di "elezioni a data certa", al massimo entro marzo. "Poi - ha aggiunto - porteremo questa proposta, che tra le altre cose prevede l’introduzione delle primarie per legge come richiesto in particolare ds Forza Italia. Su queste base andremo a dialogare volentieri con il Pd, con la maggioranza per cercare una soluzione che possa essere quanto più possibile condivisa. In ogni caso non diamo la nostra disponibilità a governi nati per fare la legge elettorale e nion gli interessi degli Italiani perché i governi non si fanno per fare la legge elettorale ma si fanno per affrontare i problemi della genete. Un governo nato per fare la legge elettorale - ha concluso - rischia di perdere mesi e mesi di tempo mentre ci sono i problemi del Monte Paschi di Siena, delle banche, della povertà, dell’immigrazione fuori controllo, dei rapporti con l’Europa e di tutti quei problemi dei quali gli italiano vorrebbero che ci occupassimo".

Hai capito il figlio di Sergio Mattarella? Soffiata: quale super-poltrona si prende

Bernardo Mattarella, il figlio del presidente verso la presidenza della Sna



Nei giorni frenetici delle consultazioni per trovare un nuovo governo piovono notizie "trasversali" su Sergio Mattarella. A darne conto è affaritaliani.it, secondo cui Bernardo Mattarella, il figlio del presidente della Repubblica, sarebbe il principale favorito per la presidenza della Sna, la Scuola nazionale di alta amministrazione il cui fine è selezionare funzionari e dirigenti per il settore e provvedere alla loro formazione. Non molto conosciuta tra il grande pubblico, la Sna rappresenta una grande occasione per il figlio dell'inquilino del Colle.

venerdì 9 dicembre 2016

Imu e Tasi, occhio alla scadenze: chi deve pagare (e chi è esente)

Imu e Tasi, occhio alla scadenze. Chi deve pagare (e chi è esente)



Entro il 16 dicembre 2016 va pagato il saldo di Imu e Tasi. Ricorda il Corriere della Sera che se si posseggono immobili per cui non siano cambiate durante l’anno le condizioni di titolarità l’incombenza si risolve replicando il bollettino postale o il modello F24 presentati per la rata di acconto di giugno specificando che si tratta del saldo.

L'Imu (e la Tasi dove è prevista) è dovuta per il possesso di: 1) immobili residenziali delle categorie catastali “di lusso” A/1, A/8 e A/9, in questo caso le aliquote variano a seconda che si tratti di abitazioni principali o meno; 2) immobili diversi dall’abitazione principale, o assimilata, e dalle sue pertinenze. Per quanto riguarda queste ultime, l’esenzione si applica solo a un’unità per tipo: se ad esempio ci sono due box, il primo (ovviamente quello con la rendita catastale maggiore) può essere esentato, sul secondo si paga. Qualora sull’immobile vi sia un diritto di usufrutto o di abitazione (come quello che detiene il coniuge superstite sull’abitazione coniugale) l’Imu, se dovuta (ma il caso è raro), è a carico di chi abita la casa e non da chi la possiede.

Per abitazione principale si intende l’immobile in cui il proprietario ha sia la residenza fiscale sia la dimora abituale. Vi sono però alcuni casi in cui è possibile derogare a questo requisito: 1) gli immobili posseduti da personale delle forze dell’ordine, delle forze armate, della protezione civile e delle prefetture trasferiti per motivi di lavoro, purché l’immobile di cui sono titolari non risulti locato; 2) gli immobili occupati dal coniuge separato a cui il Tribunale abbia assegnato l’abitazione anche se la titolarità è in capo all’altro coniuge; 3) le case popolari, le abitazioni di housing sociale e quelle assegnate dalle cooperative indivise ai soci o agli studenti; 4) le case possedute da soggetti ricoverati in permanenza in casa di cura purché l’immobile non risulti locato e solo se la delibera comunale prevede espressamente l’assimilazione all’abitazione principale.

Per effettuare il calcolo delle imposte bisogna innanzitutto conoscere la rendita catastale dell’immobile. Imu e Tasi dovute poi si ottengono aumentando la rendita del 5% e applicando il coefficiente moltiplicatore previsto per ogni tipologia; per citare solo i più comuni: 160 per gli alloggi e i box; 80 per gli uffici; 55 per i negozi. Così si ottiene l’imponibile su cui applicare l’aliquota.