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venerdì 9 dicembre 2016

Ennio Doris ha scelto il premier: "Ecco chi voglio. Altrimenti il caos"

Ennio Doris: "Padoan premier per trattare con l'Europa. Altrimenti il sistema bancario rischia"



Presidente di Mediolanum, fedelissimo di Silvio Berlusconi e presenza fissa sui media italiani, Ennio Doris non si esime dal dare il suo contributo alla risoluzione della crisi di governo. "Non mi faccia parlare di politica, non ho nessuna voglia di ragionare su governi di coalizione o cosa debba fare questo o quell'altro protagonista", premette in un'intervista a Il Giorno. Poi, però, tradisce le sue intenzioni e di politica ne parla, eccome. Ci arriva disquisendo di banche e del timore che otto istituti stiano per fallire: "Il credito - spiega - ha pagato più degli altri la catena di fallimenti di piccole e medie imprese, che ha provocato l'80% delle perdite". Gli aumenti di capitale, continua, non sono bastati "perché si è continuato a buttare denaro, senza tappare la falla". Dunque, ora, "servono le promesse del tesoro, la decisione che, se gli aumenti non andassero a buon fine, ci sarà la mano pubblica a salvare tutto. Come hanno fatto in Germania. È l'extrema ratio".

Quando gli si chiede se l'Europa accetterà l'eventuale intervento del Tesoro, in primis su Mps, Doris profetizza: "Alla fine non potrà che accettare. L'Italia non è la Grecia, il sistema bancario è la spina dorsale che regge la terza economia della Ue. Ed è solido perché così la pensano i risparmiatori". Ed è al termine del ragionamento sulle banche, già piuttosto politico di suo, che il fidatissimo del Cavaliere si sbottona su quella che ritiene la migliore opzione possibile in questo momento politico. Gli si chiede quale governo dovrebbe trattare ora con l'Europa e Doris risponde: "Il ministro Padoan può farcela, anche in veste di premier. Dovrà solo ribadire che la crisi del sistema bancario italiano va evitata per tutelare l'Europa. Bisogna ricostruire il capitale di fiducia verso le banche, non solo il capitale denaro. Sono convinto - conclude - che anche la Ue farà tutto il possibile prima di far fallire una banca".

Monte dei Paschi affondata dall'Europa Il disastro, ora è a un passo dal bail in

MPS affondata dall'Europa. Il disastro, ora è a un passo dal bail in



La Bce avrebbe respinto la richiesta avanzata da Mps di una proroga al 20 gennaio per il completamento dell’aumento di capitale privato fissato a fine. Lo si apprende da fonti finanziarie. Appena è rimbalzata la notizia, il titolo in Borsa è arrivato a perdere fino al meno due per cento poi è risalito a meno 1,5% infine ha perso oltre il 4 per cento ed è stato sospeso.

A questo punto l'intervento pubblico che Matteo Renzi aveva voluto evitare diventa l'unica strada percorribile. Tecnicamente possiamo parlare di bail.in: lo Stato subentra al consorzio di garanzia e si azzerano i bond subordinati ma con il ristoro della clientela retail esposta per circa 2 miliardi. 

Presi due scafisti, i giudici li scarcerano Il motivo? Roba da matti (e li paghiamo)

Arrestati due scafisti, i giudici li scarcerano. Il motivo? Da matti (e li paghiamo)



Non basta essere scafisti per restare in carcere. Almeno non a Catania, dove i giudici del Tribunale del riesame, la presidente Maria Grazia Vagliasindi e i colleghi a latere Paolo Corda e Claudia Ferlito, hanno accolto scarcerando due uomini del Nord Africa arrestati il mese scorso nel porto di Pozzallo. In quell'occasione erano state soccorse 230 persone e diverse testimonianze avevano indicato i due come gli scafisti di quella disperata traversata che aveva portato il barcone fino alle coste della Sicilia.

Secondo i giudici però non c'è prova che i due facciano gli scafisti per mestiere, ritenendogli quindi solo occasionali trafficanti di persone. I due dovranno presentarsi per due volte a settimana in caserma dai carabinieri per l'obbligo di firma, ma nel frattempo saranno ospiti del Cara di Mineo, naturalmente a spese dello Stato.

L'ultimo capolavoro di Saviano: un premio per un libro mai scritto

A Roberto Saviano un premio per un libro che non esiste


di Francesco Specchia



Philip Marlowe, oggi, ne avrebbe a che dire: una bile così senza smozzicare una parola. Poggerebbe, sospirando, il revolver sulla scrivania. Si accenderebbe, con gesto nervoso, una Marlboro nella penombra dell'ufficio trafitto dalla luce a singhiozzo del neon; e si attaccherebbe, rassegnato, a una bottiglia di bourbon.

Probabilmente sarebbe questa la reazione dell'investigatore privato creato da Raymond Chandler alla notizia che la nuova edizione lombarda del Noir in Festival (tra Como e Milano, 8/14 dicembre) assegna il suo premio prestigioso, il Raymond Chandler Award -l'Oscar del romanzo noir- appunto a Roberto Saviano che di noir veri, in vita sua, non ne ha mai scritti. E, diamine, sarebbe una stizza comprensibile.

Durissimo, per Chandler il re dell'hard boiled dell'Illinois, vedere il proprio nome accumunato a Saviano, un napoletano che s' è sempre occupato di camorra sfumata nell'omicidio e nella cocaina; uno, per di più, col pallino della denuncia sociale, astemio e non fumatore.

Ora, la motivazione del premio a Saviano è la seguente: «A uno scrittore italiano che, nonostante la sua giovane età, ha profondamente segnato con la sua opera la letteratura e la vita culturale italiana in questo ultimo decennio, e per la potenza della sua scrittura è stato apprezzato in tutto il mondo». La qual cosa è assolutamente vera, Saviano sarà pure «un narratore della realtà, un visionario che si nutre della speranza di sradicare il male, descrivendolo»(auguri!). Com' è vero anche che l'ultima fatica di Saviano, La paranza dei bambini (Feltrinelli) sia un ottimo reportage increspato d' incubo nel ventre della criminalità giovanile napoletana.

Ma, scusate, con Chandler e col noir, non c'entra una cippa. Mi ricordo esattamente (perché ero presente: anni 1988 e '89) quando la prima e seconda edizione del Chandler la vinsero Graham Greene e Leonardo Sciascia al MystFest di Cattolica diretto da Felice Laudadio; o di quando Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, inaugurando il Noir in Festival, la kermesse di settore più ricca d' Europa prima a Viareggio e poi a Courmaeyur, non ebbero dubbi nell' assegnare il premio a mostri del settore: P.D. James, John le Carré, John Grisham, Elmore Leonard, Mickey Spillane, Scott Turow, Michael Connelly, Andrea Camilleri (per via di Montalbano), Don Winslow, Henning Mankell, fino a Joe Lansdale, l'anno scorso. E c'ero anche quando, nella liturgia della premiazione si palesò a noi cronisti d' allora, una prima incomprensibile eccezione: il Chandler a Farley Granger, attore feticcio di Hitchcock, che lo ritirò per conto del maestro nel centenario della nascita, dato che Hitch era già salma da tempo.

Le stesse eccezioni si riproposero per Quentin Tarantino assieme a Vàzquez Montalbàn (aveva appena diretto il noirissimo Le iene) e Chris Carter sceneggiatore di X Files, con Ed McBain. Ma diamine, masticavano tutti il genere; per ognuno di loro il noir è sempre stato tabacco letterario.

Erano tutti giganti del genere. Genere inteso, ovviamente, in tutti i suoi sottogeneri, in ogni sua sfumatura cromatica e narrativa: thriller, legal, poliziesco italiano, hard boiled, metropolitano, mediterraneo (alla Izzo, diciamo), ecc... Il noir (in francese «nero, misterioso, cupo») - o «romanzo nero» è una variante del poliziesco, e più specificatamente del sottogenere hard-boiled, nato negli Usa alla fine degli anni Venti del XX secolo, soprattutto col pulp e Dashiell Hammett. Perfino Osvaldo Soriano, che concepiva il gioco della scrittura come un colpo di tacco, scrisse noir.

Perfino, tra i «generalisti», Carofiglio e De Cataldo, in Italia, si esaltano sul tema. Saviano, scusate, no. Saviano è un talentuoso reportagista che estrae le viscere del reale e le rende materia letteraria: Gomorra -a cui l' ombra del plagio non ha tolto allure- rimane un capolavoro, ZeroZeroZero resta l'emblema del romanzo-saggio, o del romanzo-inchiesta. Ma fa soltanto un lavoro di cucina, non s'infila nelle pieghe del racconto, non respira il crimine col diaframma, non ne subisce la fascinazione romanzesca. Piuttosto ne diventa quasi protagonista, supportato ogni volta dal plauso della «società civile» e da un marketing strombazzante. Caro Gosetti, ce n'erano una caterva da premiare. Senza citare gli italiani, tra gli stranieri, quelli che quest'anno hanno toccato vette siderali sono: Michel Bussi, Santiago Gamboa, Jo Nesbo (a cui il Festival dedica la lettura pubblica di Sole di mezzanotte), Paula Hawkins per il suo strabiliante La ragazza del treno. Ma Saviano, via. La prossima volta toccherà a Fabio Volo...

Cancellavano le multe ai big della serie A C'è pure un presidente: la truffa dei vigili

Lo scandalo a Roma: così i vigili cancellavano le multe ai calciatori



La procura penale e contabile sta conducendo una maxi-indagine sull'operato di cinque dipendenti fra dirigenti e funzionari dell'Ufficio contravvenzioni del Comune di Roma, protagonisti di una truffa milionaria originata dalla cancellazione di contravvenzioni dal 2008 al 2013. L'ammontare del danno erariale è di almeno sei milioni di euro, i protagonisti di questi piaceri sono i più vari: dal ristoratore del centro di Roma e dall'attrice, fino a un magistrato e ad alcuni calciatori del Lazio e della Roma. Infatti dalle indagini della magistratura risulterebbero anche persone e mezzi riconducibili indirettamente al presidente del Lazio, Claudio Lolito (il presidente non è indagato date le misure cautelari grazie alle quali viaggia solo con auto blindate sotto scorta, escluso quindi dalle multe per i passaggi in zona Ztl). La truffa in sè è molto banale: un semplice clic e tutte le infrazione stradali sparivano: passaggio con il semaforo rosso, violazione zona di traffico limitato e divieti di ogni tipo. Dai numerosi accertamenti e dal controllo dei tabulati telefonici degli indagati è emerso come una semplice giustificazione a parole o la richiesta di un semplice favore fosse abbastanza per cancellare totalmente l'infrazione. Spudorato è il caso di un singolo soggetto per cui sono state cancellate multe che ammonterebbero alla modica cifra di 600 mila euro. Per questo "scherzetto" gli indagati del comune di Roma rischiano pene da un abuso di ufficio fino a truffa e falso, per ora esclusa (per assenza di prove) la corruzione.

Cifre Vergogna Immigrazione, beffa (enorme) per l'Italia: l'Europa confessa le cifre imbarazzanti

Immigrazione, la beffa (enorme): l'Europa confessa la verità sui clandestini



Chiusura della procedura di infrazione per Italia e Grecia sulla raccolta delle impronte digitali Eurodac per i migranti. Completare entro settembre 2017 i ricollocamenti dei richedenti asilo. Graduale ripresa del trasferimento di migranti in Grecia da altri Stati membri dell’Ue a partire dal 15 marzo. La Commissione europea oggi ha fatto il punto sulla situazione della crisi migratoria, e in particolare sui progressi effettuati nel piano di ricollocamento deciso l’anno scorso da Bruxelles e criticato da molti Stati membri soprattutto dell’Est.

CHIUSURA PROCEDURA SU IMPRONTE DIGITALI
"Sia l’Italia sia la Grecia hanno compiuto sforzi da Ercole negli ultimi mesi nella gestione della crisi dei rifugiati. Il fatto che oggi si chiuda la procedura di infrazione per la raccolta delle impronte digitali ne è la prova", ha annunciato il commissario Ue alla Migrazione e Affari interni Dimitris Avramopoulos durante una conferenza stampa a Bruxelles. "In entrambi gli Stati il tasso di rilevamento delle impronte digitali è ora vicino al 100%", ha aggiunto Avramopoulos. Eurodac è una banca dati dell’Ue per le impronte digitali dei richiedenti asilo per agevolare l’applicazione del regolamento di Dublino, che determina lo Stato membro competente per l’esame di una domanda di asilo presentata nell’Ue.

L’80% DEGLI ARRIVI IN ITALIA SONO DI IRREGOLARI
"Se confrontiamo Italia e Grecia - ha spiegato Avramopoulos - vediamo che fino all’80% dei migranti che attraversano il Mar Egeo sono profughi, mentre la maggioranza di quelli che arrivano in Italia dal Mediterraneo centrale, anche in questo caso l’80%, sono irregolari. Non intendiamo cambiare i criteri" delle nazionalità da ricollocare.

ACCELERARE SU RICOLLOCAMENTI
Gli Stati membri devono costruire intensificare ulteriormente i trasferimenti accogliendo almeno 3mila rifugiati al mese da Italia (un migliaio) e Grecia (2mila), che dovranno aumentare a 4.500 (3mila dalla Grecia e 1.500 dall’Italia) a partire da aprile. Secondo Avramopoulos, obiettivo dell’Ue "è quello di spostare tutti coloro le cui richieste sono ammissibili da Italia e Grecia entro il prossimo anno". In una nota della Commissione europea si precisa infatti che a a novembre vi sono state circa 1.406 delocalizzazioni, il più alto numero mensile fino ad ora, a conferma di un trend positivo che sta continuando, precisa Bruxelles, con il trasferimento dalla Grecia di circa mille persone al mese e un incremento significativo dall’Italia. In totale, 8.162 persone sono state trasferite finora, 6.212 dalla Grecia e 1.950 dall’Italia. La Commissione ritiene di dover trasferire tutti i richiedenti le cui domande siano ammissibili da Grecia e Italia in altri Stati membri entro settembre 2017. Per raggiungere questo obiettivo, gli Stati dovrebbero d’ora in poi effettuare almeno 2mila delocalizzazioni al mese dalla Grecia e mille dall’Italia. A partire dall’aprile 2017, il numero mensile di trasferimenti dalla Grecia deve essere di almeno 3mila e 1.500 dall’Italia.

RIPRESA TRASFERIMENTI IN GRECIA
La Commissione europea ha proposto una graduale ripresa del trasferimento di migranti in Grecia da altri Stati membri dell’Ue a partire dal 15 marzo, alla luce dei progressi compiuto da Atene nella gestione del fenomeno dei richiedenti asilo. Lo ha annunciato il commissario europeo per l’Immigrazione, Dmitris Avramopoulos, durante una conferenza stampa, ammettendo che la Grecia continua a sopportare un’alta pressione migratoria e che persistono ancora alcune carenze nel sistema di asilo. Nello specifico la Grecia ha "notevolmente aumentato" la propria capacità complessiva di accoglienza sia per i migranti irregolari sua per coloro che possono chiedere protezione internazionale. La Grecia ha anche aumentato gli alloggi per i migranti vulnerabili, come i minori non accompagnati, ha accresciuto la capacità del servizio di asilo greco e "sono stati notati anche miglioramenti sostanziali per quanto riguarda la costituzione degli Uffici regionali di asilo". Ma molte azioni restano ancora da fare. Per questo, i trasferimenti potranno riprendere dal 15 marzo solo "in condizioni precisa" e per "alcune categorie di migranti", ha precisato Avrampolous.

L’ACCORDO CON TURCHIA
L’attuazione dell’accordo UE-Turchia per la gestione dei flussi migratori ha confermato il trend positivo. Dal mese di marzo, da quando è stata chiusa la rotta balcanica, gli arrivi in Europa sono stati in media 90 al giorno, rispetto ai 10mila in un solo giorno nel mese di ottobre dello scorso anno, prima che fosse siglato l’accordo. Le operazioni di rimpatrio hanno continuato a essere effettuate portando il numero totale di persone a 1.187. Tuttavia, "permangono carenze notevoli, in particolare per quanto riguarda il ritmo ancora troppo lento dei ritorni dalla Grecia alla Turchia", uno degli elementi dell’accordo. La situazione, secondo la Commissione, merita non solo un attento monitoraggio ma, cosa ancora più importante, ulteriori sforzi per migliorare la situazione nelle isole greche.

Segnate questa data: 16 settembre 2017 Chi (e perché) non vuol farci votare prima

Segnate questa data: 16 settembre 2017. Chi non vuole farci votare prima



C'è una paura che serpeggia tra i corridoi di Montecitorio e Palazzo Madama da quando Matteo Renzi ha rassegnato le dimissioni al Quirinale. Se i parlamentari sono in fibrillazione non è tanto per l'ansia di ridare un governo al Paese e difendere l'economia nazionale dalle speculazioni dei mercati, ma quanto per la lontananza di una data che da tempo avevano cerchiato in rosso sul proprio calendario: il 16 settembre 2017. Proprio quel giorno, più di 600 onorevoli potranno festeggiare i quattro anni, sei mesi e un giorno dall'esordio in Parlamento. Non un traguardo qualunque, ma anzi il periodo minimo indispensabile per far scattare i requisiti di accesso al vitalizio.

Il rischio di aver trascorso qualche anno in aula e di tornare a casa a mani vuote colpirebbe tutti i parlamentari alla prima legislatura. Ogni mese ognuno di loro versa l'8,8% dell'indennità parlamentare lorda, quindi circa 1000 euro mensili. Se non vengono raggiunti i requisiti temporali minimi, quei contributi non possono essere nè ricongiunti ad altri profili previdenziali nè riscattati, non essendo soddisfatto il requisito minimo della continuità dei versamenti per il periodo previsto.