Visualizzazioni totali

domenica 4 dicembre 2016

Tra Vettel e Ferrari finisce in disgrazia Sfregio del tedesco: chiama gli avvocati

Vettel scatena gli avvocati per scaricare la Ferrari e andare in Mercedes



Poche ore dopo il clamoroso ritiro di Nico Rosberg dalla Formula 1 ha iniziato a prendere consistenza una voce: in Mercedes ci finirà l'altrettanto tedesco Sebastian Vettel, pronto a dire addio alla Ferrari dopo due anni di alterne fortune. Il punto, certo, è che Seb ha un altro anno di contratto con la rossa. Altrettanto certo, per la Mercedes è proprio lui la prima opzione. Ed è in questo contesto che, secondo Repubblica, Vettel avrebbe elaborato una strategia per scaricare la Ferrari. Secondo le indiscrezioni, il pilota avrebbe dato mandato ai suoi avvocati di studiare approfonditamente il contratto che lo lega alla Ferrari, alla ricerca di clausole e cavilli che gli permettano di svincolarsi.

Ma - ancor più clamoroso - gli avvocati avrebbero già trovato questi cavilli: Maranello, infatti, sarebbe inadempiente rispetto a molti dei punti esplicitamente previsti nel contratto siglato più di due anni fa. Nel dettaglio, gli avvocati sottolineano come il team italiano si era impegnato a ricevere e considerare le opinioni del pilota nella scelta in entrata e in uscita dei tecnici, oltre al fatto che la scuderia si era impegnata a garantire standard di sviluppo vettura e organizzazione interna almeno pari a quelli della Red Bull. Nessuna di queste condizioni si sarebbe verificata: per gli avvocati di Vettel, queste circostanze potrebbero avere un forte rilievo nell'eventuale trattativa che porterebbe alla rottura.

Comunque vada a finire, la mossa di Seb ha probabilmente incrinato per sempre i suoi rapporti con il Cavallino, tanto che l'idea che la Ferrari lo lasci andar via (certo, trovando il modo di fargli pagare il prezzo più alto possibile) non è più così peregrina.

"DEI BROGLI PAZZESCHI" La furia di Salvini al seggio: la "prova" della truffa / Foto

Referendum, la denuncia di Piero Pelù: "Matita cancellabile". E Matteo Salvini: "Brogli pazzeschi"






L'ombra dei brogli sul referendum. La bomba la sgancia Piero Pelù sulla sua pagina Facebook, dove posta la foto della denuncia sporta dopo aver votato. Il cantante, infatti, afferma che "la matita che ho usato per votare era cancellabile. Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato ho denunciato la cosa al presidente del mio seggio". Dunque, nella nota a verbale postata online si legge: "Il votante PieTro Pelù tessera elettorale n. 078449246 ha posto il problema che la matita per la votazione data in dotazione facendo una prova su un foglio risulta NON-INDELEBILE". A Pelù, online, si è fatto notare che la matita è cancellabile su carta normale e non sulla scheda elettorale. Chi però ha subito azzannato è stato Matteo Salvini: "Pazzesco! Cominciano ad arrivare segnalazioni (le prime da Roma e Mantova) di matite elettorali che si possono cancellare con una semplice gomma!", ha commentato il leader della Lega Nord. Protesta, per inciso, cavalcata anche dai grillini, scatenati su Twitter. In seguito, in numerosi seggi, è scoppiata la protesta: i cittadini provavano le matite e si rifiutavano di votare.

Piero Pelù ha aggiunto 3 nuove foto.
3 ore fa · 

LA MATITA CHE HO USATO PER VOTARE ERA CANCELLABILE. 

Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato ho denunciato la cosa al presidente del mio seggio.
Fatelo pure voi è un vostro diritto!
#DavideConGolia
#Eutòpia

Crolla il calcio: Juve, Milan, Inter... "Scoperto un fiume di milioni in nero"

Football Leaks, soldi in nero: le rivelazioni su Juve, Milan, Inter, Roma e Napoli



Conti offshore e soldi in nero. Fiumi di milioni evasi. Un terremoto scuote il calcio mondiale con l'inchiesta Football Laeaks. Le prime rivelazioni hanno riguardato Cristiano Ronaldo e Josè Mourinho. Il primo tra il 2009 e il 2014 avrebbe trasferito oltre 70 milioni di euro nei conti di una società registrata nel paradiso fiscale delle British Virgiin Island. E ancora, CR7 avrebbe incassato altri 74 milioni versati su un conto svizzero per i diritti di immagine. Dunque Mourinho. Secondo L'Espresso, che pubblica l'inchiesta, "la sua società personale, come svelano le carte di Football Leaks, si chiama Koper Services ed è stata registrata allo stesso indirizzo di quella di Ronaldo. Entrambe hanno sede in una palazzina di due piani a Vanterpool Plaza, nella cittadina di Road Town, sull’isola di Tortola".

Il punto però è che lo scandalo sarebbe endemico. Internazionale. Anche i maggiori club italiani sarebbero coinvolti. L'Espresso infatti, a partire da oggi, annuncia che rivelerà in una serie di articoli le malefatte del pallone. Sul sito del settimanale si legge: "Il racconto va a incrociare i grandi club europei, compresi alcuni italiani, come Juventus, Inter, Milan, Roma, Napoli, Torino. Descriveremo nei particolari le clausole segrete dei contratti di decine di calciatori, compresi alcuni grandi nomi che militano nel nostro campionato. E infine, seguendo le tracce del denaro, siamo riusciti ad alzare il velo sui risvolti finanziari, fin qui inediti, di alcuni clamorosi colpi di calciomercato". Uno scandalo che potrebbe avere conseguenze devastanti per il nostro pallone.

Vip e politici al voto, show di Berlusconi Occhio, come si presenta la Raggi / Foto

Le foto di vip e politici alle urne: Berlusconi con la Pascale e Renzi con Agnese


Silvio Berlusconi

Matteo Renzi


Coniugi Renzi


Virginia Raggi


Luigi Zanda


Piero Grasso

Debora Serracchiani

Luigi De Magistris


Nel giorno del referendum, vip e politici sfilano alle urne. In questa gallery, vi proponiamo tutti i loro volti. C'è Silvio Berlusconi, che vota a Roma insieme a Francesca Pascale: il Cav è tutto sorrisi e, come sempre, si intrattiene anche con scrutatori e persone impegnate per le elezioni. Dunque Matteo Renzi a Pontassieve, in tenuta sportiva e rigorosamente in compagnia della moglie Agnese Landini. Dunque a Roma ecco la sindaca Virginia Raggi, avvolta in un maglione grigio e con un paio di jeans. Poi il presidente del Senato, Piero Grasso, il capogruppo del Pd Luigi Zanda, la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e, a Napoli, il primo cittadino Luigi De Magistris.

"Schiavo della coca. Una volta con la polizia...". Clamorosa confessione della super-star della musica italiana / Guarda

J-Ax: "Ero schiavo della cocaina. Quella volta in cui mi fermò la polizia e cantai per tutta la stradale"



"Avevo avuto un successo incredibile", premette il rapper J-Ax in un'intervista al Corriere della Sera in cui parla del suo passato, dei suoi demoni e di droga. Ma poi, "quando è iniziata la discesa, mi sono ritratto nell'alcol e nella cocaina. Sono diventato un drogato. E drogarsi è come chiedere un po' di pace alla morte". Al secolo Alessandro Aleotti, milanese classe 1972 ed ex leader degli Articolo 31, ad Aldo Cazzullo spiega che "a 29 anni mi sentivo vecchio. E mi devastavo. Un cocktail, una botta. Facevo cose folli".

E una di queste follie la racconta: "Stavo con un' ex Miss Italia. La accompagno a Salsomaggiore, dove lei è in giuria per eleggere la nuova Miss. Ma resto senza bamba. Così parto per Milano, guidando come un matto, con l' idea di fare scorta e rientrare subito, ma in autostrada trovo una macchina che mi rallenta. Faccio i fari, suono il clacson; niente. Erano poliziotti". In quel caso J-Ax se la cavò in un modo particolare: "Mi hanno fatto cantare nella loro radio un pezzo rap, per tutta la stradale; e mi hanno lasciato andare. Ho capito che sui poliziotti aveva ragione Pasolini. Odiarli tutti è da fascisti".

Quando gli viene chiesto come è uscito dal tunnel della droga racconta: "Grazie all'incontro con la donna che ora è mia moglie. Lei è americana ma ci siamo conosciuti a Milano, a una cena. Ho cominciato a uscire solo per vederla. Abbiamo cercato emozioni lontano dalla droga". Dunque ammette che oggi "fumo un po' d'erba ogni tanto". Sempre droga è, gli si fa notare. E lui: "Ma no. Non è vero che si passa dalle canne agli stupefacenti. Alla cocaina e all' eroina si arriva attraverso l'alcol. Infatti non bevo più".

Referendum, bomba a urne aperte Il sondaggista: "Chi vince" / Guarda

Il sondaggista Roberto Weber di Ixé: "Scommetterei sulla vittoria del Sì"



Nel giorno del referendum, tra gli osservati speciali ci sono i sondaggisti. Già, perché la categoria è reduce da parecchi flop, soprattutto a livello internazionale: si pensi alla Brexit nel Regno Unito o alla vittoria di Donald Trump negli Usa. E anche in Italia, il ricordo delle previsioni steccate alle politiche del 2013 è ancora limpido. E così La Stampa si è presa la briga di interpellarli, i nostri sondaggisti, proprio nel giorno del voto. Il primo a parlare è Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing: "Se abbiamo paura? È come chiedere a un chirurgo se ha paura di entrare in sala operatoria. Per favore, non aumentiamo la sfiga. L'unico dato certo - chiosa - è che tutti ci tifano contro". Dunque, sugli indecisi - fattore chiave per l'esito del referendum - sottolinea che "un 4 percento forma il suo giudizio a ridosso dall'apertura dei seggi".

Poi le parole di Roberto Weber, presidente dell'Istituto Ixè, che si sbilancia in modo piuttosto clamoroso: "Gli errori sono una componente del nostro mestiere che ho sempre temuto - premette -. (...) Comunque se dovessi scommettere dei soldi li punterei sul Sì". Il che è come una mezza ammissione: stando alle sue ultime rivelazioni, non divulgabili, è lecito ipotizzare che il Sì avrebbe più chance. Alessandra Ghisleri di Euromedia Research si mostra garibaldina: "Paura di cosa? Faccio un lavoro normale, non ho la palla di cristallo, deve semplicemente raccontare come stanno evolvendo le cose". Più netto e fiducioso Maurizio Pessato di Swg: "Certo, quello che diciamo non è il giudizio di Dio, ma allo stesso tempo penso che non sbaglieremo. Abbiamo registrato una certa distribuzione. C'è solo una possibilità su cinque che possa andare in maniera diversa da come diciamo". Tra poche ore, dunque, la soluzione del giallo. Una soluzione che come fa notare sempre Weber sarà scritta anche dall'affluenza: "Ci possono essere delle sorprese, provenienti soprattutto dal sud, dove questa volta si potrebbe registrare un'affluenza mai vista".

TEMPI CUPI Lapo tenuto sotto chiave e punito: famiglia Agnelli, il rimedio drastico

Lapo Elkann, pugno di ferro della famiglia: "Tenuto sotto chiave, feste vietate. È stato scaricato"



La proverbiale ultima goccia ha fatto traboccare il vaso: la famiglia, con il rampollo Lapo Elkann, ora userà il pugno di ferro. Esasperata dalle sue continue sregolatezze e dai problemi con la cocaina, la famiglia ha deciso di punire il rampollo vizioso (il cui processo a New York per il finto rapimento si aprirà il prossimo 25 gennaio). E del pugno di ferro ne dà conto un amico degli Elkann, citato da Il Giorno, il quale spiega: "Dopo fatti del genere, la famiglia lo mette sempre sotto chiave". Anche quando si sarà sgonfiata la vicenda, dunque, Lapo sarà tenuto sotto strettissimo controllo.

Ovviamente, dopo lo scandalo della scorsa settimana, Lapo non ha preso parte a un party glamour a Miami, dove la sua Italia Indipendent ha promosso l'ultima linea di occhiali da sole. Scelta sua, ma scelta anche del suo entourage e della famiglia, che vuole mettere Lapo "sotto chiave", vietandogli party e vita mondana. Esasperata dall'atteggiamento di Lapo, la famiglia inoltre avrebbe dato incarico agli avvocati newyorkesi del gruppo FCA di occuparsi della vicenda e di collaborare con la polizia. Insomma, gli Agnelli non sono più disponibili a coprire Lapo, anzi. Stando a una fonte della polizia della Grande Mela citata dal New York Post, "Lapo non è più sostenuto dalla famiglia per il suo stile di vita, le droghe, le prostitute e tutto il resto"