Visualizzazioni totali

sabato 3 dicembre 2016

Vergogna a Udine: non porta il velo e sua mamma la massacra di botte

Udine, picchiata dalla madre perché non portava il velo a scuola



Una studentessa di origini nordafricane, da anni residente in Italia, voleva adeguarsi agli usi e costumi occidentali ma la madre non riesce ad accettarlo e la picchia selvaggiamente. La ragazzina si recava ogni giorno a scuola, un istituto superiore di Udine, con il velo, salvo poi toglierselo una volta arrivata in classe. Tutti i giorni, la stessa identica routine per salvare le apparenze con i genitori, finché la madre, martedì, arrivata prima a scuola, la scorge senza velo. Pretendendo la sua uscita in anticipo, la porta subito a casa dove la percuote e, avvisando subito il padre fuori città, la minaccia di future ripercussioni.

La giovane spaventata, l'indomani, si reca a scuola e si confida con il preside e gli insegnanti, temendo il prossimo arrivo del padre. La scuola, allarmata dalle evidenti contusioni (ferita al labbro e altre "ammaccature" fortunatamente guaribili) ha subito allertato la Squadra Mobile che ha provveduto prontamente all'allontanamento del minore dal tetto di casa. La madre, ora indagata sia dalla Procura di Udine sia dalla Procura dei minori, ha ammesso di aver alzato le mani sulla figlia ma di averlo fatto per i suoi comportamenti erronei, non certo per motivi religiosi.

Truffe e raggiri in autostrada, la mappa: le 10 stazioni di servizio più pericolose

Truffe e raggiri La mappa: le 10 stazioni di servizio più pericolose



Pacchi con l'elenco telefonico venduto al posto dell'ultimo modello di computer", furti d'auto, truffe di vario genere. Sono circa 9 mila le vittime ogni anno dei raggiri che hanno luogo nelle aeree di servizio in autostrada. Il dato è stato stimato dal quotidiano Il Giornale che ha incrociato i dati delle denunce raccolte ogni anno da Polstrada. E ha stilato una lista delle dieci stazioni dove con più frequenza sono stati registrate truffe e raggiri. Eccolo:

A4 Fratta Nord

A4 Arino Ovest

A13 San Pelagio Ovest

A 13 Po Ovest

A 14 Sillaro Ovest

A 14 Canne della Battipaglia Ovest

A10 Bordighera Sud

A 10 Valle Chiappe sud

A 12 Riviera Sud

A 12 Versilia Ovest

A1 La Macchia Ovest

A1 Teano Ovest

A3 Salerno Ovest

PANICO TRA I RENZIANI La gaffe in diretta a Raitre: Delrio ha inguaiato Matteo

Delrio, la gaffe in diretta dalla Berlinguer: panico nel Pd



Renzi si dimette. Forse: un grosso guaio, in diretta. E se a combinarlo è Graziano Delrio, renziano noto per la sua prudenza, il fatto è clamoroso. Il ministro delle infrastrutture e Trasporti ieri sera era ospite di Bianca Berlinguer a #cartabianca su Raitre. Quando gli chiedono cosa succederà se vince il No al referendum, lui risponde pacifico: "Credo che in quel caso Renzi andrà dal Capo dello Stato a rassegnare le sue dimissioni". Appena sentite queste parole, nel Pd inizia l'agitazione: la parola d'ordine, tra i renziani, era evitare commenti sul "dopo" nelle ultime ore, perché in fondo sarà una partita da giocare solo dopo il voto, in base alle proporzioni dell'eventuale sconfitta, e con l'ultima parola che spetterà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Un grave imbarazzo, dunque. Non a caso dopo qualche minuto è lo stesso Delrio a cercare di porre rimedio alle sue incaute parole: "Se perdiamo perdiamo, prendiamo atto che non siamo riusciti a convincere gli italiani. Credo che Renzi appunto come ha già detto più volte andrà dal Capo dello Stato a consegnare la sua disponibilità". Non dimissioni, dunque, ma disponibilità "a valutare il percorso". Tradotto: Renzi potrebbe tornare alla Camere per una sfiducia formale o intavolare la trattativa per un suo reincarico. 

La salute della donna in Italia ‘Foto’ di Onda e Farmindustria

La salute della donna in Italia ‘Foto’ di Onda e Farmindustria


di Matilde Scuderi



Le donne italiane hanno un'aspettativa di vita di 85 anni, contro gli 80,3 degli uomini; quelle che un tempo erano ritenute malattie a prevalenza maschile come le malattie cardiovascolari, obesità, carcinoma polmonare, sono ora fra le principali cause di morte per le donne. Rispetto agli uomini consumano più farmaci, con una prevalenza d'uso del 67,5% contro il 58,9% negli uomini, fumano di meno - il 14,8% di donne dichiara di fumare sigarette rispetto al 24,5% degli uomini - e fanno meno uso di alcol -  le consumatrici a rischio sono l'8,2% rispetto al 22,7% dei consumatori. Nonostante le donne in sovrappeso siano meno degli uomini (28,2% contro 44,8%), sono loro a praticare meno sport e a essere più sedentarie: solo il 10,3% fa attività sportiva con continuità e il 44,1% è sedentaria, contro rispettivamente il 27,1% e il 35,5% degli uomini. A fare il punto sulla salute della donna è il Libro bianco di Onda, l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna,  grazie alla collaborazione con Farmindustria, presentato Roma. Giunto alla quinta edizione, il Libro bianco sulla salute della donna, che tradizionalmente fotografa lo stato di salute delle donne italiane, viene quest'anno realizzato in concomitanza del decennale di Onda, Osservatorio costituito nel 2006 con l'intento di unire le forze e le competenze per promuovere in Italia la medicina di genere e richiamare l'attenzione delle Istituzioni, del mondo scientifico-accademico e sanitario-assistenziale nonché della popolazione, sulla salute della donna.

Inoltre, quest'anno si è deciso di inserire nel volume uno spazio dedicato al welfare femminile che affronta temi quali le politiche di conciliazione, il welfare contrattuale, le pensioni e i loro riflessi sulla salute femminile, nonché un'analisi del welfare aziendale in particolare nel settore farmaceutico, dove vi sono molte donne in posizioni apicali e dove vige una grande attenzione alle lavoratrici. "Tutti aspetti che offrono importanti spunti di interesse e riflessioni e che Onda vuole impegnarsi ad approfondire, con l'obiettivo di offrire una sempre maggiore attenzione ala salute della donna" chiarisce Francesca Merzagora, presidente di Onda. Emerge ad esempio quanto le donne italiane siano sottoposte a peggiori condizioni lavorative rispetto agli uomini, fattore questo che le espone a maggiori rischi di stress con ripercussioni sulla salute. Migliori condizioni si riscontrano nelle aziende farmaceutiche, dove il gender gap è molto inferiore alla media, perché le mansioni delle donne sono di primo livello e sono molte le iniziative per rendere il luogo e il tempo di lavoro più compatibili con le esigenze di vita privata. Oltre al welfare, gli argomenti del volume spaziano dalla sicurezza dei punti nascita alla tutela della fertilità, dalla prevenzione cardiovascolare declinata al femminile alla depressione nei cicli vitali della donna, dallo stato dell'arte della ricerca oncologica in rosa alle problematiche associate a sovrappeso e obesità femminili, dal dolore cronico all'impatto delle malattie autoimmuni reumatiche sull'essere 'donna', dalle demenze alla condizione della donna anziana alla violenza in genere.

"La nostra è una sfida intrapresa con idee e con slancio, convinti che si possa dare un contributo per modificare l'impostazione androcentrica della medicina che, sin dalle sue origini, relegava gli interessi per la salute femminile ai soli aspetti correlati alla riproduzione - spiega Merzagora - Il volume rinnova il nostro impegno volto a rendere l'approccio di genere uno strumento di programmazione sanitaria e di pratica clinica, a garanzia di una medicina sempre più personalizzata e basata sulla centralità del paziente, cosiddetta genere-specifica. Come da tradizione consolidata, dal 2007 ogni due anni, nella realizzazione del Libro bianco abbiamo al nostro fianco Farmindustria e per questa edizione, nel decennale dell'Osservatorio, abbiamo deciso di sviluppare un'impostazione differente del volume per dare uno spazio di approfondimento alle tematiche contemplate dal primo Manifesto sulla salute della donna, presentato in EXPO 2015. Abbiamo voluto anche considerare due aspetti, quello del welfare al femminile e della farmacologia di genere, su cui è necessario sempre più investire, considerato l'impatto sulla salute delle donne e sulla loro qualità di vita".

"Dieci anni di Onda ed edizione numero cinque del Libro bianco sulla salute della donna: traguardi importanti - afferma il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi - per continuare a camminare insieme e mettere in evidenza il legame strettissimo tra donne e imprese del farmaco, In Italia infatti l'occupazione femminile è del 43%, una quota che supera addirittura il 50% nella R&S. E per le donne molte imprese hanno da tempo sviluppato un welfare che favorisce il bilanciamento tra carriera, famiglia e vita privata. Senza dimenticare di prendersi cura della loro salute: nel mondo sono 850 i farmaci in sviluppo per le malattie tipiche dell'universo rosa. Le imprese del farmaco hanno puntato sulle donne perché il loro successo è parte del successo dell'industria farmaceutica nel cambiare in meglio la vita di milioni di persone".

"Strumenti quali la conciliazione dei tempi di vita e lavoro hanno lo scopo di unire - mettere d'accordo - le diverse esigenze delle donne con il mondo del lavoro - afferma Rossana Dettori, dirigente CGIL Nazionale - Nascono quindi, come strumenti positivi necessari per rendere libere le donne, libere di scegliere sul proprio corpo, sulla propria vita lavorativa e familiare. In questi anni le politiche nazionali ed europee hanno spesso prodotto vincoli negativi per le donne costringendole a scegliere tra famiglia e lavoro o ad accettare condizioni di lavoro capestro con ripercussioni sulla loro salute psico/fisica. Credo sia oggi indispensabile che governo, sindacati, associazioni e datori di lavoro pubblici e privati, collaborando insieme, rimettano al centro la conciliazione vita/lavoro, riconsegnando alle donne la loro libertà". "La legge di stabilità 2016 conferma la volontà del Governo di favorire il ricorso al welfare aziendale, o meglio contrattuale, anche nell'ambito dell'erogazione della parte variabile del salario legata alla produttività - sostiene Giovanna Ventura, segretaria confederale CISL, Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori - Le donne sono una risorsa strategica per un welfare contrattuale che insieme concilia una risposta ai (nuovi) bisogni di sicurezza sociale e di salute e crescita del paese e della sua economia".

"Ancora oggi sussistono troppi alibi che impediscono di superare davvero le differenze tra donne e uomini - ribadisce Tiziana Bocchi, segretaria confederale UIL, Unione Italiana del Lavoro - In quest'ottica crediamo che la ricerca dedicata alla medicina di genere possa essere di fondamentale importanza. Basti pensare che una delle conseguenze del conclamato reddito più basso delle lavoratrici è la loro minore capacità rispetto agli uomini, di provvedere efficacemente alla propria salute. È necessario, quindi, un vero cambiamento culturale che, attraverso una maggiore attenzione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sappia approdare a una vera 'condivisione' delle opportunità, dei diritti e dei doveri tra i due generi: perché entrambi devono farsi carico anche di quel 'lavoro di cura' che la Costituzione affida, purtroppo, a uno solo dei due". 

‘Breath’ Tumore del Polmone La sfida del futuro: ecco il punto sulle infezioni polmonari

‘Breath’ La sfida del futuro: ecco il punto sulle infezioni polmonari


di Matilde Scuderi



Tumore del polmone e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) sono state responsabili, nel 2008, di 9.5 milioni di decessi con un trend in crescita, secondo gli esperti, anche nei prossimi anni.

Su una cosa gli esperti sono d’accordo: tumore del polmone e BPCO rappresentano gravi condizioni patologiche e sono tra le principali cause di morbilità e mortalità, con un trend in crescita nei prossimi anni. Ma i dati a disposizione della comunità scientifica sono corretti? Sono interpretati in modo corretto? Questa è la provocazione di Jack Kreindler, fondatore di Sentrian Inc. Remote Patient Intelligence, lanciata nel suo intervento durante il “Breath - La sfida del futuro: nuovi scenari della pneumologia”, l’evento di approfondimento e aggiornamento sulle malattie dell’apparato respiratorio, realizzato con il contributo incondizionato di Teva Italia all’Auditorium Maxxi di Roma. Durante il primo giorno, il professor Kriendler ha spiegato la sua teoria sull’uso dei Big Data. In questo quadro generale, emerge sempre più evidente quanto sia importante per lo specialista abbandonare classificazioni troppo generiche della patologia per approcciarsi in modo personalizzato al paziente seguendo le sue caratteristiche personali. Non solo, per un’assistenza sanitaria ottimale, la prevenzione rimane l’arma principale, oltre a una diagnosi precoce e a cure tempestive e appropriate. Per fare tutto questo c’è la medicina di precisione.

In questo contesto, l’evento si pone come appuntamento di riferimento per lo specialista permettendo l’approfondimento di temi complessi, l’aggiornamento sulle novità in campo respiratorio oltre a riservare uno spazio istituzionale per una visione diversificata della patologia e dei suoi percorsi di cura. L’evento è il primo incontro di un progetto multidisciplinare che vede diverse aree terapeutiche coinvolte ma con al centro sempre e comunque le patologie respiratorie. “In Italia le patologie respiratorie rappresentano la terza causa di morte, dopo quelle cardiovascolari e neoplastiche, e, anche in considerazione dell'invecchiamento della popolazione, la loro prevalenza è destinata ad aumentare con costi diretti e indiretti davvero elevati - ha detto il professor Walter G. Canonica, Clinica di Medicina Personalizzata: Asma e Allergia, Clinica e Centro di ricerca Humanitas, Dipartimento di Scienze Biomedicali Humanitas University, Rozzano-Milano - Sebbene, oltre alle futuribili terapie biologiche, esistano trattamenti efficaci, sovente questi non risultano adeguati ed efficaci perché, uno dei principali problemi, è la scarsa aderenza alla terapia da parte dei pazienti”.

“Il nostro team di Ricerca & Sviluppo lavora quotidianamente per offrire ai nostri pazienti farmaci respiratori innovativi e di alta qualità. Grazie a questo portfolio noi ci posizioniamo in un alto livello di mercato nell’area respiratoria - soggiunge Carlo Capo, Senior Manager BU Branded di Teva Italia - Breath rispecchia la sfida di Teva contro tutte le malattie respiratorie: da quelle più rare, come l’ipertensione polmonare, fino ai tumori e alle infezioni, senza dimenticare asma e fibrosi cistica. Intendiamo proporre soluzioni centrate sui bisogni dei pazienti, uniche e innovative. La nostra presenza qui a Breath è il segno che vogliamo davvero restituire più vita e qualità alla vita e alle cure. La ricerca è continua e ci evolviamo in ambito respiratorio, sia in termini di piattaforme innovative sia di pipeline. Siamo solo all’inizio dei nostri programmi in quest’area terapeutica”.

Rai. tutta la verità su Merlo, l'uomo che ha imbarazzato Campo Dall'Orto

Tutta la verità su Francesco Merlo, l'uomo che ha imbarazzato Campo Dall'Orto


di Enrico Paoli


Francesco Merlo

Magari ha solo aperto l'ombrello prima che piova. In tanti, e tutti di alto livello, nei chiacchiericci a braccetto nei corridoi della Rai dicono che l'audit interno, una sorta di commissione d'inchiesta aziendale che viene attivata per i casi relativi di fughe di notizie e roba simile, aveva già acceso i riflettori su Francesco Merlo. Secondo i maligni sarebbe stato lui, l'editorialista di Repubblica, a passare al settimanale L'Espresso (lo stesso giornale che una settimana prima aveva intervistato il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto) la bozza contenente il piano di riforma dell'informazione Rai. Piano che doveva restare segreto non essendo ancora stato discusso dai vertici aziendali con Carlo Verdelli, direttore dell'offerta informativa della Rai.

"Una brutta storia", sussurrano dirigenti e manager tenendoti sotto braccio. Come si fa nei paesi quando si passeggia nel corso principale. Oppure no. Oppure Merlo ha semplicemente deciso di scendere dal Cavallo di viale Mazzini perché era entrato in rotta di collisione con tutti, a partire dal direttore generale, con il quale avrebbe avuto un duro scontro all'indomani del servizio apparso su Repubblica, con tanto di video, dedicato all'ultimo terremoto. Certo, Merlo non aveva un contratto di esclusiva con l'emittente di Stato, ma aveva accettato una clausola ben precisa: continua pure a scrivere per il tuo ex giornale ma non occuparti di politica televisiva e televisione. Cosa che Merlo non ha assolutamente fatto. Da qui l'irritazione del capo azienda. Le dimissioni del giornalista, consegnate giovedì sera al settimo piano di Viale Mazzini e ufficializzate ieri mattina sul quotidiano La Repubblica - "una caduta di stile", affermano in Rai - sono solo il naturale sipario di una commedia degli errori e degli equivoci e non il gesto di ribellione di un rivoluzionario, nonostante il duro attacco mosso alla politica . Anche perché al pensionato Merlo, collaboratore del giornale per il quale lavorava, la Tv di Stato aveva concesso un contratto di collaborazione da 240mila euro.

Cifra aveva creato non pochi malumori all'interno del consiglio di amministrazione, dato che alcuni consiglieri lavorano gratis. "Le dimissioni di Merlo sono frutto di una scelta privata, non può essere tutto strumentalizzato come ha fatto lui, ergendosi a vittima della politica", sostiene Franco Siddi, “non mi risulta che ci sia stata una politica che abbia voluto imporgli qualche cosa. Il suo contratto", spiega il consigliere di amministrazione, "è stato in discussione sul merito sin dall'inizio. Non c'è mai stato, da parte nostra, alcun pregiudizio professionale, ma l’evidenza di una serie di incompatibilità che via via, anziché essere fugate, si sono rafforzate". Insomma, la politica stavolta non c'entra. C'entra, invece, il merito della questione. "In un'azienda normale non si può verificare che un collaboratore guadagni quanto il direttore generale. Con le dimissioni di Merlo si sana un'anomalia", afferma Arturo Diaconale, membro del board. "In questa faccenda la politica non c'entra assolutamente nulla", spiega l'amministratore, "c'è semmai un problema che nessun consigliere d'amministrazione potrebbe mai votare bilanci con disparità e anomalie così macroscopiche. Con le sue dimissioni Merlo sana un'anomalia, avrebbe potuto pure concordare un compenso minore. Anche perché nessuno ha saputo e sa cosa faceva in una struttura organizzativa come quella di Verdelli". Un dubbio, quello di Diaconale, che trova sponda nelle parole del collega Guelfo Guelfi. Solo che la mancanza di conoscenza delle mansioni di Merlo offre a Michele Anzaldi l'occasione per mettere tutta la Rai di fronte alle proprie responsabilità. "Guelfi dice di aver chiesto cinque mesi fa chiarimenti sull'incarico di Merlo, ma di non aver saputo nulla. E ancora oggi dice di non sapere quale fosse il ruolo del giornalista in Rai. Ma allora che ci sta a fare?", afferma il deputato Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai, "è singolare che un consigliere nominato dal parlamento si rivolga a un parlamentare chiamandolo ragazzo. Non sono un ragazzo, ma un parlamentare componente della commissione di Vigilanza". Insomma, il problema non è Merlo ma la stessa Rai. Che alla politica piace così…

Lapo, in famiglia finisce in disgrazia: ecco chi è la donna che lo massacra

Caso Lapo, la famiglia Elkann spaccata: Lavinia Borromeo la più furiosa



Dopo l'arresto di Lapo a New York per finto rapimento (dopo una notte di sesso, droga e trans) la famiglia Elkann-Agnelli-Borromeo è spaccata. Secondo Dagospia, la più furiosa è Lavinia Borromeo, moglie di John, fratello di Lapo. "Si narra che la più invelenita con il povero ex dio della comunicazione sia Donna Lavinia Elkann", si legge sul sito, "lei proprio non tollera che la famiglia faccia queste figure di m...a per colpa dei vizietti. Tanto che ne ha fin sopra i capelli anche di quelli di casa propria. Stavolta a fare le spese di questa ennesima caduta di stile potrebbe essere la pierre che anni fa è stata inutilmente pilotata al seguito del ram-pollo".