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domenica 6 novembre 2016

Terremotati senza pace, nuova sciagura cosa sta succedendo nelle zone colpite

Terremotati senza pace, l'ultima sciagura: cosa succede nelle zone colpite



Dopo il terremoto e l'abbandono delle case, adesso ci si mette anche il maltempo e la pioggia fitta. E il fango. In Umbria e in particolare a Norcia piove da ore. I campi dove sono state allestite le tende si trasformano in un pantano dove è difficile vivere.

Sono circa quattromila gli sfollati in Umbria. C'è chi ha accettato sistemazioni negli alberghi, chi dorme in macchina, mentre altri hanno un posto o attendono un posto nelle tende. Chi ci ha dormito ha cercato di chiudere tutto, per evitare l'umidità di questi giorni. Le previsioni dicono che la pioggia tornerà sulla zona di Norcia per tutta la giornata di oggi. Con possibile tempo perturbato fino a mercoledì compreso. Intanto in tutta l'Umbria le scuole resteranno chiuse.  

Lascia o Raddoppia? Nuovo obrobbrio del prete del delirio: cosa ha "aggiunto" sul terremoto

Don Giovanni: "Non chiedo scusa a nessuno. La mia sospensione sbagliata"


di Gaetano Daniele



Come da Fabio Fazio, lascia o raddoppia? raddoppia. Il protagonista è Giovanni Cavalcoli, il prete sospeso da Radio Maria per aver affermato in diretta che il terremoto è stato un "castigo divino per le unioni civili". Frasi inaccettabili, deliranti. Insomma, è come se un qualsiasi cronista uscisse domani a gamba tesa dichiarando che il terremoto è stato un "castigo divino" per i troppi scandali all'interno della Chiesa. Inverosimile. Eppure, come detto, il prelato - intercettato dal quotidiano Il Tempo - non molla di un millimetro: "Mi scusi - premette al telefono -, ma il mio ordine mi ha chiesto di non parlare più di questo argomento". Eppure, poi, il frate domenicano qualcosa si lascia sfuggire: "La sospensione della trasmissione? Non è giusta". Dunque riattacca la cornetta. Ma sempre Il Tempo ha raccolto altre testimonianze, quelle di chi con Cavalcoli ha parlato dopo la sospensione. E il prete avrebbe affermato: "Dal momento che sono stato frainteso nelle mie argomentazioni non ho da chiedere scusa a nessuno". Dunque, ciò che ha affermato a La Zanzara di Radio 24: "Confermo tutto, i terremoti sono provocati da peccati dell'uomo come le unioni civili. Il Vaticano? Ripassi il catechismo". Amen.

La soffiata del banchiere Ennio Doris: "Cosa succede dopo il 4 dicembre"

Ennio Doris: "Vi dico cosa succede dopo il 4 dicembre"



Ennio Doris, il fondatore di Banca Mediolanum da tutti considerato "il banchiere di Berlusconi" (il quale ha il 30% delle quote della sua banca), non scopre le carte su dove metterà la croce il prossimo 4 dicembre. "Il mio ruolo impone che io resti neutrale al riguardo" spiega in una intervista al quotidiano Il Giorno nella quale peraltro svela apertamente che il presidente di Mediaset fedele Confalonieri sceglierà il sì.

Ma sul Corriere della Sera tratteggia quali potranno essere le conseguenze in caso di vittoria del "sì" o del "no". Da banchiere garantisce ai clienti che, "vinca il Sì o vinca il No, non ci saranno effetti catastrofici: se prevarrà il Sì gli investimenti si sbloccheranno presto, perché sarà percepita la stabilità. Altrimenti servirà più tempo per capire quali equilibri politici si troveranno a Roma. Anche se a Madrid l'economia è andata bene nonostante per mesi non ci sia stato un governo. Ma credo anche che ogni situazione di ribasso sia un'occasione per investire". Certo, prosegue, servirebbe un clima politico diverso, quel clima che il patto del Nazareno a suo giudizio stava producendo: "Il dialogo tra Berlusconi e Renzi era una storia positiva per il Paese, aveva cambiato la visione dei rapporti tra leader di schieramenti diversi, non più nemici ma avversari, pronti a collaborare nell'interesse nazionale. Peccato ci sia stata la rottura".

Il "suicidio perfetto" di Fabrizio Corona: soldi in nero, cosa ha detto al giudice

Fabrizio Corona al giudice: "Quasi tutto si paga in nero"



Il suicidio perfetto di Fabrizio Corona, davanti a un giudice. Il Corriere della Sera ha riportato ampi stralci del colloquio tra l'ex re dei paparazzi e il gip Paolo Guidi, colloquio avvenuto il 13 ottobre, tre giorni dopo l'arresto di Corona. E si scopre che nel faccia a faccia, Corona, si è dato del "cretino" e ha sostenuto che ha "solo" evaso le tasse, e dunque di non essere un criminale. Tra le altre perle, frasi come "due milioni di euro non è una cifra esorbitante, sono capace di guadagnare anche 100mila euro al giorno". E ancora, spiega che di fatto sarebbe normale farsi pagare in nero: "L'80% dei clienti paga in nero", "io ho fatto una marea di nero". Non pago, chiosa: "Mi faccio un culo così, sono una macchina da soldi, non vivo e produco tutti i giorni denaro pulito e onesto, ma non ho mai fatto un euro illegalmente". Divertente anche quando afferma che "non spendo un euro. L'unico lusso che mi permetto è la cameriera, il personal trainer e la macchina, 2mila euro al leasing di leasing. Spenderò 5mila euro al mese". Noccioline, insomma...

Anarchici-No Tav, guerra a Firenze: vogliono sprangare Renzi & soci

Firenze, scontro tra anarchici e polizia: vogliono raggiungere la Leopolda



Guerriglia a Firenze. Il cosiddetto "popolo del No" - anarchici, No Tav, centri sociali e la solita brodaglia - scatena il caos nel capoluogo Toscano, in occasione della Leopolda 7, la kermesse di Matteo Renzi. Decine di persone incappucciate ed armate di pietre, fumogeni e bastoni si sono radunata in piazza San Marco per contestare l'incontro organizzato dal premier, cercando di raggiungere la location della Leopolda al grido "il popolo del No contro la Leopolda del sì" (chiaro il riferimento al referendum del 4 dicembre). La polizia, dunque, ha dovuto caricare il corteo non autorizzato.

Scontri inevitabili, dopo che alla vigilia la questura aveva vietato il corteo, autorizzando soltanto un presidio in piazza Santissima Annunziata: una misura di sicurezza presa proprio per prevenire i probabili scontri, dovuti alla presenza in città di Renzi e, tra gli altri, dei ministri Maria Elena Boschi e Marianna Madia. Il corteo, composto da qualche centinaio di persone, aveva iniziato la sua marcia in modo pacifico: gli scontri sono iniziati dopo il tentativo di forzare il cordone di polizia.

Ecco quanto paghi per gli immigrati Il conto: che fine fanno i tuoi risparmi

Immigrazione, una tassa da 4 miliardi l'anno


di Fausto Carioti



Ne arriveranno sempre di più, ci costeranno sempre di più. Ogni tanto tra le promesse del governo Renzi spunta uno sprazzo di realismo, di solito ad opera di Pier Carlo Padoan, a dimostrazione che a 66 anni la metamorfosi da ministro tecnico a politico non è cosa semplice. Il responsabile dell’Economia, ieri in versione Bocca della verità, ha dato numeri sulle presenze future degli immigrati che smorzano tutti gli entusiasmi del premier e dei suoi colleghi e cancellano la speranza che il 2016 sia un’eccezione, un annus horribilis passato il quale le cose miglioreranno. No, il 2017 sarà peggio.

Padoan lo ha spiegato alla commissione Bilancio della Camera, dove riferiva sulla manovra. Renzi due giorni fa aveva detto che sull’immigrazione «adesso l’Italia si fa rispettare» e aveva assicurato che la Ue avrebbe finalmente cambiato rotta, minacciando in caso contrario di mettere il veto sul bilancio europeo. Un irrigidimento doveroso, ma dal quale lo stesso governo non pensa di ricavare molto, se è vero che lo stesso Padoan, ieri, ha detto che ci sono «rischi concreti che il fenomeno dell’immigrazione veda una dinamica crescente nel 2017». L’esecutivo infatti sta mettendo in conto una spesa per la gestione degli immigrati superiore di quasi un miliardo rispetto a quella dell’anno in corso: «È stata di 3,3 miliardi nel 2016 e salirebbe a 4 miliardi nel 2017», superando così lo 0,2% del Pil. È la conferma del trend infernale iniziato tre anni fa: «Dal 2014 sono arrivate ogni anno più di 150mila persone, più del triplo di quanto registrato nel 2013, superando di gran lunga le tendenze dell’ultimo ventennio», ha ricordato il ministro. Il leghista Paolo Grimoldi prende la calcolatrice e tira le somme: «Da quando al governo c’è Renzi, l’Italia è stata invasa da mezzo milione di immigrati che sono costati oltre 10 miliardi di euro».

Le stime diffuse da Padoan sono al netto del contributo fornito dalla Ue e confermano come, nel giro di pochi giorni, le previsioni dell’esecutivo si siano fatte più fosche. Nella lettera inviata ai commissari europei Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, lo stesso Padoan puntava sulla realizzazione del cosiddetto «scenario stabile», cioè sull’arrivo di un numero di immigrati più o meno in linea con il 2016, che avrebbe comportato comunque una spesa in crescita, pari a 3,8 miliardi. Le nuove stime, come visto, veleggiano invece attorno a quota 4 miliardi: il governo, in altre parole, inizia a rassegnarsi e a dare per probabile lo scenario peggiore. Per fare un raffronto, allo scopo di affrontare le spese di ricostruzione e messa in sicurezza necessarie dopo il terremoto, nel 2017 l’esecutivo intende mettere sul piatto 6 miliardi, ma ci sono volute le scosse del 26 e del 30 ottobre perché questa cifra superasse quella stanziata per gli immigrati.

Almeno i soldi servissero ad aiutare chi scappa dalle guerre: nella gran parte dei casi non sarà così. Ieri Paolo Gentiloni ha ammesso che, degli immigrati che giungono da noi, due terzi sono illegali e che solo «poco più di un terzo è potenzialmente titolare di diritto d’asilo». In realtà lo status di rifugiato vero e proprio è concesso a una quota molto più piccola. I numeri del Viminale dicono che a settembre ha ottenuto questo riconoscimento appena il 6% di coloro che lo hanno richiesto. È solo con altri tipi di protezione garantiti dallo Stato italiano - quella sussidiaria e quella umanitaria - che si arriva al 42% di domande in qualche modo accolte. Resta un 58% di immigrati che non hanno diritto di stare nel nostro Paese.

sabato 5 novembre 2016

Libia, liberati i tecnici italiani La farnesina: "Sono già atterrati"

Libia, liberati i due ostaggi italiani



La Farnesina conferma che i due tecnici italiani della società Conicos, Danilo Calonego e Bruno Cacace, e il cittadino canadese Frank Poccia, rapiti a settembre, sono stati liberati nel sud della Libia e hanno fatto rientro in Italia nelle prime ore di questa mattina 5 novembre con un volo dedicato.

La vicenda si è conclusa grazie alla efficace collaborazione delle autorità locali libiche. Calonego, Cacace e Poccia erano stati sequestrati a Ghat il 19 settembre scorso nei pressi del cantiere dove lavoravano da un gruppo armato che aveva bloccato la vettura sulla quale viaggiavano.