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domenica 6 novembre 2016

Ecco quanto paghi per gli immigrati Il conto: che fine fanno i tuoi risparmi

Immigrazione, una tassa da 4 miliardi l'anno


di Fausto Carioti



Ne arriveranno sempre di più, ci costeranno sempre di più. Ogni tanto tra le promesse del governo Renzi spunta uno sprazzo di realismo, di solito ad opera di Pier Carlo Padoan, a dimostrazione che a 66 anni la metamorfosi da ministro tecnico a politico non è cosa semplice. Il responsabile dell’Economia, ieri in versione Bocca della verità, ha dato numeri sulle presenze future degli immigrati che smorzano tutti gli entusiasmi del premier e dei suoi colleghi e cancellano la speranza che il 2016 sia un’eccezione, un annus horribilis passato il quale le cose miglioreranno. No, il 2017 sarà peggio.

Padoan lo ha spiegato alla commissione Bilancio della Camera, dove riferiva sulla manovra. Renzi due giorni fa aveva detto che sull’immigrazione «adesso l’Italia si fa rispettare» e aveva assicurato che la Ue avrebbe finalmente cambiato rotta, minacciando in caso contrario di mettere il veto sul bilancio europeo. Un irrigidimento doveroso, ma dal quale lo stesso governo non pensa di ricavare molto, se è vero che lo stesso Padoan, ieri, ha detto che ci sono «rischi concreti che il fenomeno dell’immigrazione veda una dinamica crescente nel 2017». L’esecutivo infatti sta mettendo in conto una spesa per la gestione degli immigrati superiore di quasi un miliardo rispetto a quella dell’anno in corso: «È stata di 3,3 miliardi nel 2016 e salirebbe a 4 miliardi nel 2017», superando così lo 0,2% del Pil. È la conferma del trend infernale iniziato tre anni fa: «Dal 2014 sono arrivate ogni anno più di 150mila persone, più del triplo di quanto registrato nel 2013, superando di gran lunga le tendenze dell’ultimo ventennio», ha ricordato il ministro. Il leghista Paolo Grimoldi prende la calcolatrice e tira le somme: «Da quando al governo c’è Renzi, l’Italia è stata invasa da mezzo milione di immigrati che sono costati oltre 10 miliardi di euro».

Le stime diffuse da Padoan sono al netto del contributo fornito dalla Ue e confermano come, nel giro di pochi giorni, le previsioni dell’esecutivo si siano fatte più fosche. Nella lettera inviata ai commissari europei Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, lo stesso Padoan puntava sulla realizzazione del cosiddetto «scenario stabile», cioè sull’arrivo di un numero di immigrati più o meno in linea con il 2016, che avrebbe comportato comunque una spesa in crescita, pari a 3,8 miliardi. Le nuove stime, come visto, veleggiano invece attorno a quota 4 miliardi: il governo, in altre parole, inizia a rassegnarsi e a dare per probabile lo scenario peggiore. Per fare un raffronto, allo scopo di affrontare le spese di ricostruzione e messa in sicurezza necessarie dopo il terremoto, nel 2017 l’esecutivo intende mettere sul piatto 6 miliardi, ma ci sono volute le scosse del 26 e del 30 ottobre perché questa cifra superasse quella stanziata per gli immigrati.

Almeno i soldi servissero ad aiutare chi scappa dalle guerre: nella gran parte dei casi non sarà così. Ieri Paolo Gentiloni ha ammesso che, degli immigrati che giungono da noi, due terzi sono illegali e che solo «poco più di un terzo è potenzialmente titolare di diritto d’asilo». In realtà lo status di rifugiato vero e proprio è concesso a una quota molto più piccola. I numeri del Viminale dicono che a settembre ha ottenuto questo riconoscimento appena il 6% di coloro che lo hanno richiesto. È solo con altri tipi di protezione garantiti dallo Stato italiano - quella sussidiaria e quella umanitaria - che si arriva al 42% di domande in qualche modo accolte. Resta un 58% di immigrati che non hanno diritto di stare nel nostro Paese.

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