Visualizzazioni totali

giovedì 27 ottobre 2016

USSITA COME AMATRICE Le zone colpite dal terremoto: "Paese finito", "Terra aperta"

Ussita e Visso come Amatrice e Accumoli. Le zone colpite dal terremoto e il bilancio: paura, danni, sfollati



Due scosse, fortissime, nella Val Nerina, l'Appennino tra Marche e Umbria. Piccoli centri storici distrutti dal terremoto, proprio come due mesi fa, giusto qualche chilometro più a sud. Stavolta nessuna vittima ma una manciata di feriti, perché il sisma ha colpito prima alle 19.10 (magnitudo 5,4, epicentro a Castelsantangelo sul Nera, Macerata) e poi alle 21.18 (stesso epicentro, magnitudo 5.9), e "l'antipasto" ha di fatto svuotato le case con la gente fuggita in strada. È il beffardo lato positivo della paura. Resta il bilancio, pesantissimo: 60 scosse fino alle 5.23 di giovedì mattina, "molte centinaia", probabilmente "migliaia di sfollati" nelle Marche, come dichiarato da Cesare Spuri, direttore della Protezione Civile delle Marche. Resta ora la triste, eterna geografia dell'Italia martoriata, con i nuovi nomi da imparare a memoria: Ussita e Visso, dopo Accumoli e Amatrice.

"Ussita non c'è più" - Uno dei Comuni più colpiti dal terremoto di ieri sera è Ussita (Macerata). Al momento non ci sono vittime ma "il paese è finito. Penso che almeno l'80% degli edifici sia stato colpito, aspettiamo la luce per capire cosa è successo davvero", spiega Marco Rinaldi, sindaco di Ussita, intervistato dal Giornale Radio Rai. Particolarmente difficile è avere notizia dalle frazioni, alcune delle quali lontane dal comune vero e proprio. Ussita ha un'organizzazione urbanistica molto particolare, con case "spalmate su un territorio di montagna", e questo rende difficile muoversi da una frazione all'altra. Nonostante questo, "nel giro di un'ora, ieri, è arrivata la protezione civile, l'organizzazione è encomiabile, di questo dobbiamo rendere atto".

"A Visso terra spaccata" - Anche nella vicinissima Visso "due terzi del patrimonio immobiliare sono inagibili". È una delle prime stime del sindaco Giuliano Pazzaglini dopo le nuove scosse di terremoto che stanno interessando da ieri sera molti comuni del Maceratese e dell'Umbria. 

Zona rossa a Camerino - Il Comune più rilevante colpito dal sisma è Camerino, importante polo universitario. "È una situazione drammatica, fortunatamente non abbiamo vittime ma il centro storico è stato dichiarato zona rossa, gli sfollati sono molte centinaia", spiega il sindaco Gianluca Pasqui. Nella notte è stato evacuato anche il carcere e una quarantina di detenuti sono stati trasferiti nel penitenziario romani di Rebibbia. Il sindaco fa un primo bilancio dei danni, che sono ingenti: "Il centro storico è distrutto, non è raso al suolo ma ci sono stati alcuni crolli. Tutti gli edifici hanno lesioni importantissime. Siamo in grande difficoltà - conclude Pasqui - stiamo cercando di organizzare le prossime ore".

Otto feriti a Fabriano - Sono 8 i feriti a Fabriano, di cui 6 dimessi e due trattenuti, registrati a Fabriano, in provincia di Ancona, dopo il terremoto che ha scosso nuovamente il centro Italia. Lo riferisce il sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola. I sei - continua il sindaco - si sono feriti nella fuga dalle case in preda alla paura. Molte famiglie dormono fuori casa e per ospitarli è stato allestito il palazzetto dello sport.

Paura in Italia: "Aperta nuova faglia" L'esperto avverte: sarà un disastro

Paura in Italia: "Aperta nuova faglia". L'esperto avverte: il rischio del disastro



È stata la secondo delle tre scosse di terremoto che hanno colpito il Centro Italia a indicare che qualcosa di nuovo stava accadendo in quella zona già tanto martoriata negli ultimi 60 giorni. Le caratteristiche di quest'ultimo sisma dimostrano che si è creata una nuova faglia, rispetto a quella che ha scatenato il terremoto del 24 agosto nell'area di Amatrice. Una scarica di energia dal sottosuolo che, secondo gli esperti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, potrebbe creare nuove fratture con nuove scosse significative.

In generale quel che sta facendo tremare di nuovo la terra in quella parte di Appennino è sempre il fenomeno di spinta della placca africana verso quella euroasiatica. Era solo una questione di tempo che dal sisma terribile di Amatrice ne arrivassero altri di altrettanta potenza: "Replica tanto forti - ha detto Massimiliano Cocco dell'Ingv al Corriere della sera - non le avevamo escluse e ora si sono verificate".

Negli ultimi due mesi, i sismografi hanno registrato ventimila replica in un'area di 40 chilometri quadrati. Di queste, 15 di magnitudo tra 4 e 5 e 250 tra 3 e 4. Poi i tre "botti" di ieri, il primo con epicentro a tre chilometri da Castelsantangelo sul Nera, a dieci chilometri a sud di Norcia, tra Marche e Umbria. Il secondo e il terzo poco più a nord. Scosse registrate di 5.4, 5.9 e 4.6 tutte profonde tra gli 8-9 chilometri.

Alle tre scosse principale, ne sono seguite altre di entità minore. Gli esperti insistono, come da anni siamo tristemente abituati a sentire, che non si può parlare di scosse di assestamento, ma di repliche che lanciano un nuovo atroce segnale: "Ora si è aperta una nuova zona di fratture più a nord - ha aggiunto Cocco - che potrebbe innescare ulteriori movimenti".

Intolleranza al glutine non celiaca Per la SIGE “Pericoloso il fai da te”

Intolleranza al glutine non celiaca: “Pericoloso il fai da te”


di Martina Bossi



Ormai sembra un fatto assodato: molti di quelli che si auto-diagnosticano una NCGS sono in realtà dei veri celiaci e come tali vanno inquadrati e seguiti da uno specialista. Ecco perchè i gastroenterologi della SIGE lanciano l’allarme ‘intolleranza al glutine’ o meglio ‘sensibilità al glutine non celiaca’ (NCGS). La cosiddetta intolleranza al glutine o ‘sensibilità al glutine non celiaca’ (NCGS), condizione dai contorni assai sfumati e poco definiti, è finita da qualche tempo sotto la luce dei riflettori ma il suo significato evolve continuamente. Si allarga sempre più ad esempio la rosa delle potenziali proteine alimentari ‘colpevoli’ di quei disturbi simili a quelli della sindrome dell’intestino irritabile (pancia gonfia, dolori addominali, diarrea alternata a stipsi), molto frequenti tra la popolazione generale, in particolare tra le donne. Sintomi ai quali si accompagna spesso anche stanchezza, malessere generale, cefalea, difficoltà di concentrazione, eczemi, dolori articolari. Se finora l’indice è stato puntato solo contro il glutine, più di recente sul banco degli imputati sono comparse anche altre proteine del grano.

“In un mondo sempre più dominato da mitologie dietetiche fomentate da una informazione ad alto flusso, di facile accesso ma non controllata e non sempre attendibile - sottolinea il professor Antonio Craxì, presidente della SIGE - il ruolo di una società scientifica é quello di fornire al pubblico la visione più aggiornata, comprensibile e nel contempo bilanciata su quanto la ricerca scientifica ma anche le mode del momento pongono all'attenzione di tutti. In questo senso la SIGE, che raccoglie il maggior numero dei clinici e dei ricercatori italiani attivi nel campo delle malattie digestive, si pone come interlocutore attento e consapevole dei bisogni di salute, ma anche delle incertezze che derivano da una informazione spesso improntata a soddisfare esigenze commerciali più che a sostenere il benessere individuale”. Le ultime in ordine di tempo, protagoniste anche di uno studio presentato di recente a Vienna alla UEG Week 2016, sono gli inibitori dell’amilasi-tripsina o ATI, che rappresentano il 4% appena di tutte le proteine del frumento. Secondo gli autori di questo studio, le ATI sarebbero in grado di ‘accendere’ l’infiammazione a livello dell’intestino, da dove si diffonderebbe ad una serie di tessuti quali linfonodi, reni, milza e addirittura al cervello. “Si tratta di osservazioni preliminari - afferma la professoressa Carolina Ciacci, ordinario di Gastroenterologia dell’Università di Salerno - che andranno valutate e validate attraverso studi clinici nell’uomo.

Le ATI sono piccoli frammenti di proteine antigeniche, contenute nel frumento insieme al glutine, che inducono una risposta immunologica nella quale si producono soprattutto citochine (molecole infiammatorie) e questo segna l’inizio di una microinfiammazione che non siamo ancora in grado di misurare ma che induce malessere. Questi pazienti non sono celiaci ed hanno sintomi gastrointestinali o talora molto vaghi come cefalea, difficoltà di concentrazione, senso di testa vuota anche a distanza di minuti dopo aver consumato cibi contenenti frumento. Anche per questo ci si sta orientando  in tutto il mondo a parlare non più o non solo di ‘intolleranza al glutine’, ma di ‘intolleranza al grano’, proprio perché responsabili dei disturbi attribuiti al glutine potrebbero in realtà essere indotti da altre proteine del grano come le ATI.

Disturbi ‘di moda’ o problemi reali? In principio era la celiachia, patologia ben caratterizzata per la verità solo intorno agli anni ’50 ma della quale si sa ormai veramente tutto. Le stime dicono che interessa almeno un italiano su 100 (come in tutto il mondo occidentale), anche se i soggetti geneticamente predisposti a questa condizione sono circa il 30% della popolazione, cioè quasi una persona su tre. “La celiachia - spiega la professoressa Ciacci - è un’intolleranza al glutine, un complesso di proteine presenti nel grano e in altri cereali (orzo, segale, ecc) che attiva una risposta immunologica in persone geneticamente predisposte”. La predisposizione genetica è conferita dalla presenza dei geni HLA-DQ2 e/o HLA DQ8. Negli individui portatori dei geni predisponenti, il glutine può scatenare una reazione immunitaria con conseguente produzione di auto-anticorpi e di molecole infiammatorie  (citochine) che vanno a danneggiare la mucosa intestinale (atrofia dei villi, infiltrazione della mucosa con cellule infiammatorie), alterando la permeabilità dell’intestino. La diagnosi si basa proprio su queste caratteristiche: presenza nel sangue (il prelievo va fatto mentre il soggetto segue una dieta contenete glutine) di elevati livelli di anticorpi (anti-transglutaminasi IgA e anti-endomisio); appiattimento dei villi intestinali rilevato alla biopsia della seconda porzione del duodeno effettuata durante una gastroscopia.

“Nel sospetto clinico di celiachia e mentre il soggetto sta facendo una dieta contenente glutine - spiega la professoressa Ciacci - va effettuata la ricerca di anticorpi anti-transglutaminasi IgA nel sangue e il dosaggio delle immunoglobuline IgA totali. Se il test risulta positivo si fa un secondo prelievo per gli anticorpi anti-endomisio IgA. Per avere un’ulteriore certezza si possono fare anche i test genetici. La positività di questi esami in un bambino sintomatico è sufficiente per fare diagnosi di celiachia. Nell’adulto invece si deve necessariamente fare la biopsia dei villi della seconda porzione del duodeno per fare diagnosi di celiachia. Il 40% delle persone colpite da celiachia - continua la professoressa Ciacci - presentano i classici sintomi gastro-intestinali (diarrea, gonfiore, malassorbimento, perdita di peso, proteine e calcio basso nel sangue, astenia, facile affaticabilità). Il restante presenta una forma subclinica perché la sintomatologia, come sintomo riferito è molto vaga, mentre sono presenti dei segni di laboratorio come l’anemia da carenza di ferro, presente nell’80% di questi soggetti. Infine c’è circa un 10 % di soggetti ‘celiaci silenti’, completamente asintomatici nonostante la positività degli anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio e il danno a carico della mucosa del duodeno; questi pazienti vengono scoperti quando si fanno gli screening familiari.

Quando ad una persona viene diagnosticata la celiachia, il servizio sanitario nazionale garantisce la gratuità di alcuni esami per questa condizione ai familiari di primo grado (il 10% dei familiari di un paziente con celiachia è teoricamente affetto da questa condizione). ”Va infine ricordato che nel 20-25% dei soggetti con celiachia è presente anche una tiroidite autoimmune, in particolare tra le donne, che va dunque ricercata col dosaggio degli ormoni tiroidei e degli anticorpi anti-tiroide”. La terapia della celiachia consiste nel seguire per tutta la vita una dieta priva di glutine. Sono attualmente allo studio, come possibili terapie della celiachia, un vaccino e alcuni enzimi da assumere insieme ai cibi contenenti glutine, che lo predigeriscono prima che arrivi al duodeno.

La diagnosi di ‘sensibilità al glutine non celiaca’ (NCGS).  Mentre per la celiachia i criteri diagnostici sono chiari e non lasciano adito a dubbi, molto più controversa è la diagnosi di ‘sensibilità al glutine non celiaca’ (NCGS), ormai una moda fuori controllo in alcuni paesi, come gli Stati Uniti. “Quando non ci sono gli elementi per far diagnosi di celiachia - afferma la professoressa Ciacci - ma la persona riferisce che i suoi sintomi sono alleviati o scompaiono a dieta senza glutine, questa persona si auto-definisce - perché questa non è una diagnosi medica - ‘intollerante’ al glutine o affetto da ‘sensibilità al glutine di tipo non celiaco’ (o gluten sensitivity)”. Sono stati proposti diversi protocolli per la diagnosi di questa condizione, ma in assenza di un biomarcatori e o di alterazioni istologiche tipiche, la diagnosi può essere solo di esclusione. In linea di massima gli esperti concordano che, se dopo 6 settimane di dieta priva di glutine, non si osservano miglioramenti sui sintomi addominale, la diagnosi di NCGS può essere esclusa con ragionevole certezza. Fino ad oggi anche i protocolli cosiddetti placebo-gluten challenge, che consistono nel sottoporre i pazienti ad una dieta priva di glutine per un periodo di qualche settimana, andando poi a somministrare una compressa di placebo o una contenente glutine registrando la comparsa e l’intensità dei sintomi, hanno dato dei risultati non conclusivi per vari motivi. Infatti in molti si è registrato un forte effetto nocebo. Le persone sottoposte al test,  in altre parole, pensando di assumere una compressa di ‘veleno’-glutine, riferiscono di sentirsi male, anche quando hanno assunto una compressa di placebo. Questo effetto sfuma nel tempo quindi i periodi di osservazione devono essere più lunghi. Talora invece si è usato quantità di glutine insufficienti e/0 per periodi troppo brevi. In altri ancora l’effetto maggiore si è avuto togliendo non solo il glutine ma anche altri cibi (frutta e verdura, legumi) che notoriamente possono causare sintomi gastrointestinali.  Resta il fatto che una percentuale di questi pazienti, circa il 10-15 % di quelli sottoposti al gluten challenge, reagiscono in maniera chiara alla presenza di glutine nella dieta

La terapia. Per la celiachia al momento l’unica terapia realmente efficace è la dieta priva di glutine (gluten free diet, o GFD), che rappresenta l’unico modo certificato per portare ad una progressiva normalizzazione degli anticorpi e dei danni della mucosa intestinale. Naturalmente ci sono molte linee di ricerca che stanno cercando di valutare la fattibilità e l’efficacia di trattamenti alternativi, vista l’evidente difficoltà del seguire un regime alimentare del tutti privo di glutine vita natural durante. La stessa terapia, ovvero una dieta priva di glutine, si applica ai pazienti con intolleranza al grano, anche se nel loro caso le proteine implicate possono essere diverse, come visto, dal glutine. Sul fronte della NCGS, non esistendo una diagnosi di certezza non è possibile dare indicazioni specifiche neppure nel campo della terapia. Molti di questi soggetti finiscono con l’adottare spontaneamente una GFD, che in alcuni contesti, come gli Stati Uniti, dove la moda della NCGS impazza, è stata adottata spontaneamente da un americano su 4 portando letteralmente a far esplodere il mercato dei prodotti gluten-free che lo scorso anno ha battuto cassa per 11,6 miliardi di dollari e presenta un trend di crescita inarrestabile.

Un secolo di Giro d'Italia: ecco tutte le prossime tappe

Un secolo di Giro d'Italia: ecco tutte le prossime tappe



Cent’anni e non sentirli per il Giro d’Italia. Il 5 maggio la partenza dalla Sardegna con rientro sulla terraferma dopo due tappe in Sicilia. Il 28 l’arrivo finale a Milano per la 76/a volta. Prima le due isole con la prima scalata sull’Etna, il 9 maggio, e poi un viaggio attraverso lo Stivale. Omaggio a tanti campioni (Bartali, Coppi, Pantani per citarne alcuni) durante la corsa rosa. In programma sei tappe per velocisti, otto di media difficoltà, cinque di alta difficoltà e due a cronometro (67,2 chilometri totali) compresa quella che chiuderà il Giro, dall’Autodromo di Monza al Duomo di Milano. Lo Stelvio sarà la Cima Coppi. Oggi la presentazione al Palazzo del Ghiaccio, in via Piranesi. In platea, tra gli altri, tanti vincitori del Giro, oltre al presidente dell’Uci, Brian Cookson. Ad aprire la presentazione il saluto di Urbano Cairo, presidente e ad di Rcs. Dalla Sardegna a Milano attraverso città, luoghi e persone che hanno fatto la storia dell’Italia e della corsa rosa. Il Giro d’Italia edizione 100 - organizzato da Rcs Sport/’La Gazzetta dello Sport’ - ha anche un’anima solidale con iniziative a favore delle popolazioni colpite dal terremoto del 24 agosto scorso. ’Amore infinitò è il nuovo claim che guiderà tutte le iniziative di comunicazione del Giro.

Il percorso - Si parte il 5 maggio dalla Sardegna con tre tappe in linea adatte alle ruote veloci del gruppo e ai velocisti. È la terza volta dopo quelle del 1991 e del 2007. Trasferimento in Sicilia con il primo giorno di riposo, lunedì 8 maggio. Martedì 9 ecco il primo arrivo in salita sull’Etna, con partenza da Cefalù. Mercoledì altra tappa adatta ai velocisti con traguardo a Messina, città natale di Vincenzo Nibali, con il via da Pedara alle falde dell’Etna. Tre tappe tra Calabria e Puglia. Si comincia con la Reggio Calabria - Terme Luigiane per proseguire con la Castrovillari - Alberobello (la cittadina dei trulli. E ancora: ripartenza da Molfetta e arrivo a Peschici attraverso la strada panoramica del Gargano. La Montenero di Bisacce - Blockhaus (secondo arrivo in salita della corsa) chiude il secondo finesettimana del Giro.

La prima crono e le montagne - La prima tappa a tempo individuale, tra i vigneti del Sagrantino, da Foligno a Montefalco di 39,2 km, è in programma martedì 16 maggio, preceduto da un giorno di riposo a Foligno, con iniziative ed eventi a favore delle zone colpite dal terremoto del 24 agosto scorso. Tappa molto insidiosa attraverso l’Appennino tosco-emiliano mercoledì 17, in ricordo di un’icona del ciclismo come Gino Bartali. La tappa al via da Firenze con il km 0 a Ponte a Ema, dove il grande campione è nato, proprio davanti al museo a lui dedicato, con direzione Bagno di Romagna. La Forlì-Reggio Emilia del giorno successivo evoca due ricordi, uno sportivo e l’altro storico. Poi ripartenza da Reggio Emilia per dirigersi in Piemonte con un arrivo e una partenza dedicate al campionissimo, Fausto Coppi, vincitore di cinque Giri. Il traguardo della 13/a tappa a Tortona, dove Coppi è morto il 2 gennaio 1960. L’indomani partenza da Castellania, città natale dell’Airone. Si potrebbe chiamarla tappa Coppi-Pantani la 14/a da Castellania al Santuario di Oropa. Poi l’arrivo della 15/a tappa a Bergamo, la città natale di Felice Gimondi (vincitore di tre Giri).

La settimana top - Poi l’ultima settimana da far venire le vertigini. Mortirolo, Passo dello Stelvio dal versante classico (Cima Coppi del Giro 2017 con i suoi 2.758 metri) e Umbrail Pass (2.502 m) - versante svizzero dello Stelvio - prima della picchiata finale su Bormio, antipasto del ’tapponè ad alta quota. La Tirano-Canazei del 24 maggio, 17/a tappa, sarà terreno fertile per fughe da lontano con Aprica, Tonale e Giovo prima del traguardo. E, ancora, il tappone dolomitico da Moena ad Ortisei con quattro passi (Pordoi, Valparola, Gardena e Pinei). Mentre la San Candido-Piancavallo del 26 maggio proporrà il quarto arrivo in salita della corsa rosa e prevede il Monte Croce Comelico e il Passo di Selva Chianzutan, prima dell’arrivo in quota. Quindi, la Pordenone - Altopiano di Asiago sarà una tappa nella prima parte pianeggiante ma con un finale tutto in salita. Il Monte Grappa (che verrà scalato dal versante Nord dopo tantissimi anni) porterà all’arrivo di Asiago, salendo dalla Valstagna.

Il gran finale - La cronometro finale di 28 chilometri, con partenza dall’Autodromo Nazionale di Monza e arrivo posto davanti al Duomo di Milano, potrebbe rimescolare le carte ma certamente incoronerà il vincitore di questa storica edizione. E sono cento quest’anno. Lo ’Squalò Vincenzo Nibali cederà lo scettro o si confermerà?

Bersani "uccide" Renzi con una parola: in tv lo chiama così (roba da rissa al bar)

Bersani "uccide" Renzi con una parola: lo chiama "questo"



"Questo Renzi cade sempre in piedi", dice Pierluigi Bersani di Matteo Renzi. Peccato che "questo" sia il presidente del consiglio nonché segretario del Pd, non il garzone della pizza. Ma Bersani parla come mangia, si sa. A fare notare la gaffe durante Otto e mezzo su La7 è stato l'irriverente programma radiofonico di Radio 1 Un giorno da pecora. 

Segnatevi questi 5 numeri di telefono Occhio, se li richiamate scatta il salasso

Segnatevi questi 5 numeri di telefono L'allarme della Polizia: se vi chiamano non richiamate



La Polizia di Stato segnala su Facebook la minaccia di una nuova truffa attraverso i cellulari. In pratica consiglia di non richiamare una serie di numeri nel caso di una chiamata ricevuta. La Polizia spiega così la truffa: "Il malcapitato riceve una telefonata da un numero che ha per prefisso 02 (Milano) che, però, appena viene accettata fa cadere la linea. Essendo costretto a richiamare perché potrebbe essere una telefonata importante, la vittima non riceve alcuna risposta dall’altra parte, bensì il suo credito inizia a diminuire in base al tempo trascorso in linea", spiega la polizia.

"Il principio che si nasconde dietro questo meccanismo si chiama “Spoofing” e consiste in un numero telefonico a pagamento gestito da un bot che, automaticamente, chiama persone a caso per poi prosciugare il loro credito telefonico, se richiamato. Certo le truffe potrebbero repentinamente cambiare modalità, in quanto sempre più persone stanno decidendo di non rispondere a numeri sconosciuti: se il numero da cui ricevete una telefonata non vi è familiare o è tra quelli sopra citati, non rispondete assolutamente".

Polizia di Stato consiglia che "per essere sicuri al 100%, invece, di non essere le ignare vittime di un truffatore telefonico, ci sono diverse applicazioni utili, quali ad Es. “TrueCaller”. Questa pratica app, una volta installata, permetterà di identificare qualsiasi chiamata che riceverete, di bloccare i numeri da cui non desiderate ricevere telefonate e scoprirà eventuali truffe cercando in un database di oltre 2 miliardi di numeri quello che vi sta chiamando. L’applicazione è disponibile per tutti gli smartphone iOS, Android eWindows Phone".

La lista dei numeri a rischio segnalati dalla Polizia:

+39 02 692927527
+39 02 22198700
+39 02 80887028
+39 02 80887589
+39 02 80886927

"No" di Mattarella, siluro contro Renzi: il premier scaricato pure dal Colle

Sergio Mattarella: "Troppe critiche all'Europa"



Ha duramente criticato chi critica l'Europa, Sergio Mattarella. A Trieste per le celebrazioni per il 62esimo anniversario del ritorno della città all'Italia, il presidente della Repubblica ha voluto sottolineare il successo dell'Ue, mandando così anche un messaggio al presidente del Consiglio Matteo Renzi: "Troppe volte nella dialettica interna e internazionale l'Unione europea viene criticata, le sue regole trattate come esempio di una burocrazia complessa e a volte oppressiva". L'Europa, ha continuato Mattarella, viene vissuta "come un limite rispetto a un passato esclusivamente nazionale, come se questo fosse un'età dell'oro". Ma "questo giudizio non rispecchia le straordinarie conquiste di un modello che è unico al mondo".

Al progetto europeo, ha sottolineato ancora Mattarella, "è legata la possibilità di essere protagonisti in un mondo nel quale la globalizzazione ha reso vicini anche problemi che un tempo erano considerati lontani". Quindi, "dobbiamo sempre tenere a mente che i risultati raggiunti finora non devono mai considerarsi scontati. Ce lo ricorda la cronaca di questi mesi, segnata dalle insistenze con le quali, altrove, si continuano a mettere in discussione i valori fondamentali dell’Unione e non solo le sue scelte, evocando la costruzione di nuove barriere". Al contrario, "il progetto è di grande valore e va coltivato quotidianamente anche per rimuovere le imperfezioni, le contraddizioni, per migliorarlo sulla base di una critica anche severa, ma costruttiva. Ad altezza dei tempi e della storia».