Visualizzazioni totali

domenica 2 ottobre 2016

I Tre Tenorini sono cresciuti: la Notte Magica del Volo sulle orme del mito Pavarotti

I Tre Tenorini sono cresciuti: la Notte Magica del Volo sulle orme del Maestro Pavarotti


di Alessandra Menzani



All'inizio erano i «Tre Tenorini». Quando vinsero Ti lascio una canzone erano dei quindicenni pieni di sogni e brufoletti. Per statura anagrafica e fisica, il diminutivo era inevitabile, come quel paragone con Placido Domingo, Luciano Pavarotti e José Carreras. Il leggendario concerto di Caracalla dei «Tre Tenori», nel 1990, sarebbe stato nel loro destino: all'epoca loro non erano ancora nati, ma quell'evento avrebbe condizionato le loro vite.

Ignazio Boschetto, Piero Barone e Gianluca Ginoble, i tre de Il Volo, sono cresciuti e hanno fatto grandi cose: scalato le classifiche Billboard e ITunes, volato in Usa, cantato con Quincy Jones e Barbra Straisand, urlato nei tempi della musica come il Radio City Music Hall e Madison Square Garden, conquistato l'America latina, sono stati ospitati da Ellen DeGeneres e, recentemente, alla finale di America's got talent. Si sono esibiti davanti a Bill Clinton e al Papa, hanno vinto Sanremo e rappresentato l'Italia all' Eurovision. Hanno macinato successi e simpatia, ma anche gossip ai confini dell' horror, come quello della camera d' albergo in Svizzera trasformata in un porcile.

I vocioni che poco c'azzeccano con la loro età, il Belcanto italico, lo stile tradizionale: questi tre giovani-vecchi adesso fanno il passo che mancava. Quando Michele Torpedine, il manager, ha proposto loro di rifare quella la notte dei Tre Tenori in una serata evento a Firenze, e poi i Cd e i Dvd, sono quasi caduti dai loro lettini mentre prendevano il sole a Taormina, la scorsa estate.

Anche se l' 80% di questi brani già faceva parte del loro repertorio, cantare Nessun Dorma, O' sole mio, Ave Maria, Tosca, La Traviata in stile operistico non era un' ambizione da poco, il rischio di imitazione era concreto. Ma il progetto (commercialmente perfetto) era irrinunciabile, hanno detto sì e hanno chiamato come testimonial lo stesso Placido Domingo, che ha cantato con loro. Il risultato, Notte Magica, benedetto anche da Nicoletta Mantovani, vedova di Pavarotti, è in vendita da ieri con l' etichetta Sony.

Li guardi, i tre del Volo, e ti convinci che muoiano dalla voglia di cantare pezzi più pop e adatti ai loro dati anagrafici: hanno vent' anni, dopotutto, sono carini e vestono alla moda, le qualità per misurarsi con uno stile di questo millennio le hanno tutte. Ma loro fanno quello che piace alla gente: quel canto armonioso e urlato che ha fatto conoscere e amare la musica italiana nel mondo.

Fanno quello che la gente cerca, inteneriscono, sono patriottici ed entusiasti, te ne innamori. Dopotutto, al momento, sono gli unici connazionali ad essere delle vere star all' estero. «Questo progetto ci fa fare il salto», ammette Gianluca, il bello dei tre, «non vogliamo assolutamente imitare quelli che per noi sono stati dei miti, ma abbiamo l' intenzione di avvicinare le giovani generazioni a questo genere». Annuisce Ignazio, la voce più pop. «Quel concerto di Caracalla è sempre stata la nostra ispirazione», prosegue Piero Barone, l' occhialuto, il più tenorile del trio, «ci abbiamo lavorato due mesi ed è nato Notte Magica, per noi è come un figlio». Nell'album anche una versione di My Way di Frank Sinatra.

Piero spiega: «Non vogliamo andare alla Scala o ai teatro dell'opera, ma in tour andremo nelle arene». Prima delle tappe in Italia, il tour sarà anticipato da una lunghissima cavalcata mondiale che avrà inizio il 4 marzo 2017 dal Radio City Music Hall di New York. Raddoppiano gli appuntamenti all'Arena di Verona: si aggiunge sabato 20 maggio al concerto già previsto venerdì 19. Saranno 3 i live al Teatro Antico di Taormina il prossimo giugno (1, 3 e 4). Il Volo annuncia anche che accompagnerà in tour Mariah Carey. «Il pop lo fanno tutti, noi facciamo questo genere diverso dagli altri e siamo unici», chiariscono. E comunque hanno 20 anni: c' è sempre tempo per diventare giovani.

Ritorna Casini, maxi-tour per l'Italia in venti tappe. A cosa punta Pierferdy

Ritorna Casini: tour per l'Italia a favore del "sì" al referendum del 4 dicembre (Controproducente?)


di Gaetano Daniele



Ritorna sempre. Senza contare che è pur sempre presidente della Commissione Esteri del Senato, Ferdinando Casini (uno dei pochi fortunati non trombati alle passate parlamentari) nelle prossime settimane sarà in tour per l'Italia nel nome di "Centristi per il sì", il comitato a favore del "sì" al referendum istituzionale nato su iniziativa di alcune associazioni di area moderata e del quale Casinoi è ispiratore e punto di riferimento. Taranto, Catania, Benevento, Napoli, Genova e Milano alcune delle tappe di Pierferdy da qui a metà novembre. venti appuntamenti, in tutto, prima del fatidico 4 dicembre. Insomma, Pier, con la sua discesa in campo per il Sì aiuta il NO, perchè molti suoi ex sostenitori oggi sono a favore del NO. In breve, per Renzi si mette male. 

Il sondaggio che fa male a Renzi Lui giù, gli altri da dietro... / I dati

Sondaggio Ixè, indice di gradimento: Renzi al 30%, Parisi al 20



L'unica cosa della quale può consolarsi (per modo di dire) è che l'indice di gradimento del suo governo è ancor più basso di quello personale: 27% contro 30%. Nel senso che Matteo Renzi potrà fare un po' di scaricabarile, qualora il 4 dicembre perdesse il referendum, mollando un po' di ministro per procedere a un rimpasto. Ma la realtà resta quella: molto meno di un terzo degli italiani ha ancora fiducia in lui, con l'indice di gradimento che, secondo il sondaggio Ixè per Agora (Rai3) riportato dal quotidiano Il Tempo, è calato di un punto in una sola settimana, appunto dal 31 al 30% rispetto alla precedente rilevazione del medesimo istituto demografico.

Renzi è 21 punti percentuali sotto il presidente Sergio Mattarella (51%) e 9 punti sopra i due pentastellati Luigi Di Maio e Beppe Grillo (21%). Al 20 c'è sorprendentemente Stefano Parisi. Sorprendentemente, perchè rispetto a Di Maio, Grillo e allo stesso Renzi, Parisi in tv non ci va quasi mai, non è un parlamentare nè è stato ministro. Ha dunque margini di miglioramento, qualora Forza Italia decida veramente di puntare su di lui, che lo porterebbero molto al di sopra dei due grillini e probabilmente vicino al 30" del presidente del Consiglio. Intanto, Salvini e meloni (19%) lio ha già staccati.

sabato 1 ottobre 2016

Grillo, imbarazzante confessione: "Anche io ho preso la tessera Pd"

Beppe Grillo in soccorso della Raggi: "Mazzillo? Anch'io avevo la tessera Partito Democratico"



"Anche io ho avuto la tessera del Pd. L'ho presa ad Arzachena...". Beppe Grillo in rapido soccorso di Virginia Raggi, al centro di nuove polemiche per aver scelto come assessore al Bilancio Andrea Mazzillo, ex attivista democratico e candidato ai tempi di Walter Veltroni. "Chiedete alla Raggi, decide lei", aggiunge incalzato dai cronisti durante una visita-lampo a Mirandola dove ha visitato una palestra, costruita anche con i fondi del Movimento 5 Stelle devoluti al territorio colpito dal terremoto nel 2012. "Siamo in Emilia, qui le cose si fanno".

Parole da leader di nuovo in campo, insomma. "Grillo lo vedrete più spesso - conferma Roberto Fico, deputato M5S e presidente della Commissione di Vigilanza Rai, nonché ormai ex membro del Direttorio e tra i più critici contro i vertici grillini -. È il garante del Movimento 5 stelle, è il capo politico e dopo la scomparsa di Casaleggio, lui sentiva il dovere in questa fase di rimanere". Inoltre "a breve ci saranno le elezioni nazionali - aggiunge -, abbiamo cominciato insieme questa storia e la finiremo tutti insieme". "Beppe è impegnato ormai da una vita per il movimento - conclude Fico -. Qui (alla palestra inaugurata a Mirandola) parliamo di un progetto del 2013, Beppe fu impegnato in prima persona in quella raccolta e portò l'assegno al sindaco di Mirandola, che ringraziamo per aver fatto così bene questa palestra".

"Quasi fallito": il grandissimo giornale che rischia di sparire dalle edicole

Il Sole 24 Ore è quasi fallito: si dimettono il presidente Squinzi e 4 del Consiglio di Amministrazione



"Alla luce dei risultati economici, finanziari e patrimoniali rilevati nel primo semestre 2016, si sono rese necessarie valutazioni da parte degli amministratori in merito alla sussistenza del presupposto di continuità aziendale". Così, ieri, il cda de Il Sole 24 Ore, il quotidiano di Confindustria. Tradotto: il consiglio d' amministrazione ha dovuto decidere se, alla luce dei conti presentati dall' amministratore delegato Gabriele Del Torchio, fosse necessario dichiarare fallimento.

Arrivato a metà giugno, Del Torchio si è trovato di fronte una situazione disastrosa, ereditata dalla precedente gestione (Donatella Treu amministratore delegato e Benito Benedini presidente). Di fronte alle pressioni confindustriali perché non esagerasse con la pulizia del bilancio ha reagito rilanciando. E ha portato in consiglio il calcolo della perdita dei primi sei mesi a 49,8 milioni.

Quando fu quotato in Borsa il 6 dicembre 2007 perse subito, il primo giorno, il 5 per cento del valore, e poi ha sempre chiuso i bilanci in rosso e perso il 90 per cento del valore di Borsa. Il patrimonio netto dell' azienda è sceso ieri a 28 milioni. Solo quattro anni fa era a 200 milioni.

Intanto, è notizia di oggi che Il presidente del Gruppo Sole 24 Ore, Giorgio Squinzi si è dimesso insieme ad altri 4 consiglieri: Carlo Pesenti, a.d. di Italmobiliare, Claudia Parzani, avvocato, Livia Pomodoro, ex presidente del tribunale di Milano e Mauro Chiassarini, a.d di Bayer Italia. Restano nel cda Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria, Luigi Abete, presidente di Bnl, Carlo Robiglio, presidente di Piccola Industria Piemonte, Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Federturismo e Nicolò Dubini, Ceo di Herabell, consigliere indipendente.

Papa Francesco, svolta islamica Sì, lo ha detto per davvero

Papa Francesco, la svolta: parla in arabo in visita ufficiale



Papa Francesco sta cambiando radicalmente la figura del papato. Se la sua sia una svolta definitiva, solo vedendo chi verrà dopo di lui lo si potrà dire. Ma fatto è certo che nel giro di brevissimo tempo, Bergoglio ha messo secoli tra se e i suoi predecessori, Ratzinger in particolare. Questione di gesti e scelte, ma anche di linguaggio. Che mai, da parte del numero uno della Chiesa cattolica, era stato tanto istintivo e colloquiale negli incontri con la gente e durante le visite (pur ufficiali) all'estero. Le immagini del Pontefice col presidente boliviano Evo Morales al momento dello scambio dei doni avevano fatto il giro del mondo.

In questi giorni, Francesco è nel Caucaso per una visita di tre giorni tra Georgia e Azerbaijan. Nel programma era incluso l'incontro con 12 vescovi caldei, reduci dal sinodo annuale appena celebrato e Erbil, in Iraq, guidati dal patriarca di Baghdad Louis Raphael I Sako. Il quale ha espresso la speranza che in futuro il Papa possa compiere una visita anche nella martoriata capitale irachena. "Abbiamo bisogno della vostra presenza, sel vostro sostegno e del vostro incoraggiamento" ha detto il patriarca. Augurio al quale Papa Francesco ha risposto con un disinvolto "Inshallah". se Dio (Allah) vuole.

"Basta balle, vi dico che uomo è davvero" Lady Sensi-choc: come massacra Totti

"Basta balle, vi dico che uomo è davvero": Maria Sensi-choc: come massacra Francesco Totti



Maria Sensi contro Francesco Totti. Sembra incredibile ma è cosi: Lady Sensi ai microfoni di Radio Radio si è scagliata contro il suo pupillo. La Sensi ha manifestato tutta la sua amarezza perché né lei né la figlia Rosella - anche lei in passato presidente della Roma - sono state invitate alla festa dei 40 anni del campione romanista. 

"Dividerei Totti in due persone. Come calciatore gli darei un Pallone d’oro tutti gli anni, ma come uomo mi ha deluso, deve assumersi le sue responsabilità e non sentire altri che impongono certe cose. La famiglia Sensi l’ha cresciuto per venti anni. Lui è stato bravissimo a restare a Roma, ma anche mio marito e mia figlia a tenerlo: lo hanno accontentato in tutto per farlo rimanere. Queste cose dovrebbero essere importanti". 

Lady Sensi non è arrabbiata soltanto per la questione compleanno ma anche per altri precedenti: "E’ il terzo o quarto errore che fa nei confronti della mia famiglia, non è venuto nemmeno quando l’associazione benefica di mia figlia lo ha invitato e lui non si è presentato: raccogliamo il sangue per chi ne ha bisogno, mi è dispiaciuto che non si sia presentato”.