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giovedì 22 settembre 2016

Italicum, altissima tensione nel Pd Bersani: "Renzi, farai questa fine qua"

Italicum, scontro durissimo nel Pd, Bersani: "Renzi? Farà questa fine qui..."



Via libera della Camera alla sola mozione di maggioranza. Bocciate, invece, le mozioni delle opposizioni (M5S, Sinistra italiana e centrodestra). Ma il Pd torna a spaccarsi sul tema della legge elettorale. In un dibattito in Aula privo di pathos e di incertezze sull’esito delle votazioni, a surriscaldare il clima è la minoranza dem, che boccia senza appello la mozione targata Pd-Ap: "Aria fritta". Del resto, sin da ieri la minoranza interna aveva avvertito i colleghi della maggioranza: nessuna mozione sarà presa in considerazione senza tempi certi e modifiche puntuali all’Italicum. Tuttavia, nonostante il pressing della minoranza e il tentativo degli alleati di Area popolare, alla fine il testo della mozione, frutto di diverse riunioni a Montecitorio tra ieri sera e questa mattina, resta sul generico e impegna solo la Camera "ad avviare nelle sedi competenti una discussione" sull’Italicum "al fine di consentire ai diversi gruppi parlamentari di esplicitare le proprie eventuali proposte di modifica della legge elettorale attualmente vigente e valutare la possibile convergenza sulle suddette proposte".

Se il tema legge elettorale torna a dividere il primo partito d igoverno, è invece occasione di ricompattamento per il centrodestra, che firma una mozione unitaria FI-Lega-FdI per rinviare qualsiasi discussione a dopo il referendum, anche se poi tra gli stessi deputati del centrodestra in pochi la sostengono: il testo incassa infatti solo 43 voti favorevoli. Ne incassa molti di più la mozione di Sel, votata da gran parte dei pentastellati. 

Nel Pd, invece, si consuma l’ennesima spaccatura, con Pierluigi Bersani che rilancia sulla necessità che sia il governo e, in particolare, il premier, a fare una proposta di modifica: Renzi "prima diceva che l’Italicum era una legge perfetta, ora che si può migliorare. Si decida, ammetta che ha fatto un errore, si apra un confronto vero". Anche perché, aggiunge l’ex segretario, "a tutto c’è un limite e voglio ricordare che le volpi finiscono in pellicceria...". Insomma, qualsiasi tentativo di evitare nuove divisioni, come l’appello rivolto dal capogruppo Rosato durante l’assemblea dei deputati, cade nel vuoto: "Oggi questa mozione, pur riconoscendo finalmente la non intangibilità dell’Italicum, non credo ci faccia fare concreti passi avanti. Occorre una nuova legge elettorale pienamente coerente con la forma di governo parlamentare", taglia corto Roberto Speranza.

E la minoranza dem conferma che non voterà la mozione. Alla fine in 42 nel Pd non votano il testo della maggioranza: per i vertici dem sono solo 24 "i non voti per ragioni politiche". Un conteggio che non trova assolutamente d’accordo la minoranza interna: i parlamentari della minoranza sono una quarantina, e quelli che non hanno partecipato al voto sono 32, tra non partecipanti al voto e in missione. In sette hanno, invece, partecipato con voto favorevole. Nessuno ha mai parlato di vincolo di appartenenza di gruppo alla mozione e troviamo stucchevole che i vertici del gruppo si siano precipitati a dare numeri sbagliati, oltre che faziosi", è la replica della minoranza. Delle divisioni interne al Pd approfitta il Movimento 5 Stelle, che va all’attacco: i dem "sono ipocriti senza pudore" è l’affondo di Alessandro Di Battista. "

COME SPENDERE MENO Come risparmiare il 50%: il trucco che cambia la vita

La spesa intelligente taglia i costi fino alla metà: ecco i trucchi per risparmiare al supermercato



Tempi di crisi, tempi di cinghia tirata. Le famiglie italiane approfittano sempre più volentieri di offerte, promozioni e sconti messi in atto dalle catene della grande distribuzione: con qualche accorgimento, infatti, lo scontrino alla cassa può segnare anche un 50% meno. Secondo un'inchiesta di Altroconsumo, in media una famiglia di quattro persone potrebbe passare da una spesa media di 8.500 euro a una di 4.600, mentre un single da 4000 euro potrebbe scendere a 2.200. Come? Puntando sui prodotti smarcati.

Come riporta La Repubblica, abbracciando la filosofia dell'hard discount, cioè comprando i prodotti più economici e di marche meno note, (da discount, appunto) il risparmio sarebbe massimo. Ma se si vuole essere certi della qualità del prodotto senza rinunciare a un vantaggio economico, allora meglio puntare sulle marche commerciali, cioè i prodotti della catena in cui si fa la spesa. Conad, Esselunga, Carrefour, Coop (per citare le più capillari in Italia), smerciano prodotti a marchio proprio, garantendo al cliente la stessa qualità dei brand più noti ma ad un prezzo più conveniente. "Nella grande distribuzione il fenomeno delle marche commerciali sta emergendo come arma fondamentale per attirare i clienti in un determinato punto vendita garantendo anche la qualità" ha detto Marco Bulfon, curatore della ricerca Altroconsumo. 

Il risparmio, comunque, è un'operazione che ha bisogno di molta attenzione. La cosa migliore sarebbe poter dedicare tempo al confronto delle etichette, non lasciandosi solo attirare dal prezzo esposto ma valutando il costo al chilo. Quest'ultimo inoltre può subire variazioni clamorose nel tempo (in base alle promozioni attive e alla stagionalità dei prodotti) e nello spazio (al Nord è arcinoto che sia più costoso vivere: la stessa passata può costare un euro a Catanzaro e 2,70 euro a Venezia).

mercoledì 21 settembre 2016

"Basta, non vi voglio più vedere" Grillo sbrocca, Dibba-Di Maio puniti

"Basta, non vi voglio più vedere": Grillo sbrocca, Dibba-Di Maio puniti dal leader 



Giorni tostissimi per il M5s, alle prese con il caso-Raggi e con la fuga di notizie sull'ultima lite tra Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, poco prima della morte di quest'ultimo. Notizie che fanno disperare l'ufficio comunicazione del Movimento, così come disperano parlamentari e staff guardando in diretta streaming il consiglio comunale a Roma: "Questa ci rovina tutti", dicono su Virginia Raggi. Ed in questo contesto, esplosivo, il M5s può contare soltanto su una pedina, quella più pesante: Grillo, appunto. Tanto che, secondo Repubblica, i vertici grillini avrebbero preso una decisione piuttosto clamorosa: la festa di Palermo prevista nel weekend la chiuderà proprio Grillo, senza lasciare il palco né ad Alessandro Di Battista né a Luigi Di Maio, come invece era successo a Roma ed Imola. Uno stop che serve a placare la rivolta interna contro il direttorio e i vertici. Uno stop che però non si limita al palco: ai due, infatti, è stata vietata la televisione fino a nuovo ordine. Una decisione maturata dopo la comparsata in tandem di martedì scorso a Otto e Mezzo e Politics. Per ora, meglio tenere "in casa" tutti i dubbi sui problemi romani.

Tutto pronto all’hotel “Novotel” di Caserta per l’unica tappa campana della prima edizione dell’Area Sanremo Tour

Tutto pronto all’hotel “Novotel” di Caserta per l’unica tappa campana della prima edizione dell’Area Sanremo Tour

Organizzato in collaborazione con il Village Music Academy


di Antonio Parrella


A sx il Maestro Vincenzo Capasso
con l'Avv. Concetta Petti


CASERTA - Semaforo verde per l’unica tappa campana della prima edizione dell’Area Sanremo Tour 2016, un’iniziativa messa a punto da Anteros Produzioni S.r.l. (partner del concorso Area Sanremo Edizione 2016-2017),  che vede impegnata una commissione tecnica in giro per l’Italia per incontrare le migliori realtà musicali locali. Dunque una vera e propria vetrina sulla musica leggera italiana. L’attesissimo evento musciale, organizzato in collaborazione con il Village Music Academy, si svolgerà sabato prossimo, 24 settembre, presso l'hotel Novotel di Caserta sud con audizioni e stage. Il Village Music Academy (consultabile anche sull’apposita pagina  fb come ACADEMY...Noi del Village con Voi per crescere insieme!) rappresenta oramai un’enorme opportunità in termini di inserimento nel mondo della musica e dello spettacolo, grazie allo straordinario impegno senza soluzione di continuità dei suoi due pilastri-fondatori della società: la presidente Concetta Petti, che ha saputo in breve tempo conquistare l’attenzione di numerosi docenti e produttori discografici di fama nazionale, e il direttore artistico Vincenzo Capasso, noto autore di testi e talent scout. L’Area Sanremo Tour offre, quindi, agli artisti emergenti, in possesso dei requisiti validi per l’iscrizione al concorso Area Sanremo 2016 (vedi bando www.areasanremo.it), l’opportunità di usufruire di uno stage gratuito, nel proprio territorio od in zone limitrofe, e di accedere ad un’audizione completamente gratuita con alcuni tra i migliori professionisti del mondo dello spettacolo. “Il nostro intento - sottolineano l'avvocata  Petti ed il maestro Capasso - è quello di portare i talenti nostrani ad un livello tale da potersi confrontare con una realtà tra le più temute come quella di Sanremo, che rappresenta la vetrina per antonomasia per tutti i più grandi artisti della musica leggera italiana. L’appuntamento, da non perdere, sarà  un momento di grossa crescita per i nostri giovani talenti”. Alla grande kermesse casertana, oltre agli stessi Petti e Capasso, saranno presenti tra gli altri anche noti professionisti e discografici del settore. Oltre al concorso, per gli iscritti ad Area Sanremo è previsto anche un percorso di studi con alcuni tra i migliori professionisti del mondo dello spettacolo (discografici, arrangiatori, direttori d’orchestra, foniatri) e importanti artisti della scena musicale italiana. Per informazioni è attivo anche il numero telefonico 08119004555. 

Puniti i giornalisti di Semprini Bignardi feroce, caos a Rai Tre

Puniti i giornalisti di Semprini: Bignardi feroce, caos a Rai Tre



Diktat dopo diktat, Daria Bignardi ambisce sempre più al titolo di (nuova) "zarina" di Rai3, dove stando alle indiscrezioni la tensione sarebbe alle stelle. Già, perché dopo le polemiche - pubbliche - di Maurizio Mannoni per gli sforamenti di Politics, Mi manda Rai3 e Chi l'ha visto ai danni di Linea Notte, esplode il malumore dei giornalisti di altri programmi.

Secondo le indiscrezioni rilanciate da Blogo, infatti, la direttrice di rete Bignardi avrebbe chiesto ai cronisti - a quanto pare con un ordine non scritto - di limitare la presenza in video degli inviati nei servizi. Il provvedimento, in particolare, riguarderebbe proprio Politics (il nuovo format di Gianluca Semprini, alle prese con ascolti tutt'altro che spettacolari) e Mi manda Rai3 di Salvo Sottile.

Con questa richiesta, la Bignardi vorrebbe rendere più "cinematografico" il racconto giornalistico ed evitare protagonismi inutili. D'ora in poi, agli inviati di Rai3 sarebbe concesso di andare in video soltanto se la scelta è funzionale al racconto. Una decisione che avrebbe provocato profondi - anzi profondissimi - malumori nelle redazioni dei programmi.

Raggi si piega a Grillo, No alle Olimpiadi e Malagò la sfida: "Dimmelo in streaming"

"Niente Olimpiadi a Roma nel 2024": Raggi si piega a Grillo



Virginia Raggi si piega a Beppe Grillo, almeno secondo l'agenzia di stampa Adnkronos: sarebbe già pronta la mozione per dire no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi nel 2024, che verrà presentata in assemblea dopo l'incontro in agenda tra la sindaca e il numero uno del Coni, Giovanni Malagò. Viene così annullata la delibera precedente, datata giugno 2015 e risalente all'era Marino, con la quale la Capitale venne candidata ai giochi olimpici. Secondo le indiscrezioni, è questo l'iter che seguirà il M5s per uscire dal "guado olimpico".

Secondo le indiscrezioni di queste ultime, turbolente, settimane, la Raggi avrebbe voluto avallare i giochi olimpici. Netto, invece, il rifiuto di Grillo e del direttorio del M5s, che avrebbe minacciato la sindaca di sottrarle il simbolo in caso di "niet" alle Olimpiadi. Dunque, stando alle indiscrezioni - e come, in parte, previsto -, avrebbe prevalso la linea di Grillo.

La Raggi ha respinto la la sfida lanciata da Malagò e Luca Pancalli chiedendole di trasmettere l'incontro a Palazzo Senatorio in diretta streaming in nome di quella trasparenza da sempre invocata dai pentastellati. "Sembra coerente poter documentare un momento importante per il futuro del paese e della città" ma lei ha declinato l'invito: "Nella conferenza stampa la sindaca parlerà pubblicamente ai cittadini e alla stampa - così una fonte qualificata del Campidoglio a corriere.it- . Rincresce che un incontro privato voglia essere utilizzato per alimentare soltanto confusione nell'opinione pubblica proprio a ridosso dell'incontro con la stampa".

"TI SALVERAI SOLO COSÌ" Feltri mette Renzi all'angolo: cosa fare per non "morire"

"Ti puoi salvare solo così". Feltri mette Renzi all'angolo: cosa fare per non "morire"


di Vittorio Feltri



Matteo Renzi ha commesso molti errori. Il più grave dal punto di vista della politica interna è stato quello di attribuire al referendum confermativo una importanza vitale: se non lo vinco - disse - e non passano le riforme costituzionali mi dimetto. Cosicché il plebiscito non riguarda più i cambiamenti della Carta (discutibili almeno in parte) ma il premier in persona. In sostanza il popolo non voterà se sia o meno opportuno ridimensionare il Senato, abolendo il bicameralismo che rallenta la vita democratica, e togliere alle Regioni un potere che contrasta con quello centrale, bensì se confermare il premier oppure mandarlo a casa. Ma questo penso che ormai lo abbiano capito anche coloro che non capiscono nulla. In prospettiva, il problema è un altro: come si comporterà l’Italia in questa Europa illecitamente dominata dai tedeschi, dai banchieri e dagli speculatori che di tutto si preoccupano, specialmente delle loro tasche, e se ne infischiano dei popoli del continente? Renzi a Bratislava ha preso il cappello e se n’è andato via furibondo con la Merkel e con Hollande. Ma qualche giorno prima a Ventotene, dove nacque la idea sciagurata di costituire la Ue, egli si era dimostrato amico dei gestori del baraccone di Bruxelles.

A quale delle due facce del presidente del Consiglio dobbiamo dare credito? All’amicone della cancelliera e del suo compare oppure al contestatore determinato di entrambi, fautori di una politica comunitaria che ha ucciso la nostra economia riducendoci in miseria? Questo è il punto fondamentale. Se Renzi avesse il coraggio - e ne servirebbe molto - di rigettare gli accordi comunitari e avviare l’uscita dall’Europa nonché dall’euro, magari attraverso un referendum analogo a quello che si è recentemente svolto in Inghilterra, egli si potrebbe presentare ai connazionali come il salvatore della Patria. Se invece, per paura o eccesso di prudenza, dovesse nicchiare e non decidere quale via intraprendere, allora, in questo caso, non scommetteremmo sulla sua longevità istituzionale. Perché troppi partiti e troppi suoi compagni ce l’hanno con lui per questioni di potere. In altri termini, o Renzi è capace di agire in sintonia col popolo, che non ne può più dei diktat europei tendenti a immiserirci e a soffocarci a forza di immettere profughi sul nostro territorio, oppure sarà costretto a fare i conti non solo con un elettorato sfinito e privo di fiducia nei confronti di ogni leader politico, ma anche con avversari che gliela hanno giurata, come tutti ben sanno.

Noi abbiamo la sensazione amara che il premier punti a rimescolare le carte europee e a ricostruire una Ue meno germanocentrica e più attenta alla realtà drammatica di vari paesi che hanno adottato, loro malgrado, la moneta unica, fonte di sciagure inaudite. È proprio ciò che Renzi invece è obbligato a evitare se desidera uscire dalla infinita crisi di cui siamo vittime. È illusorio credere di poter raddrizzare le gambe ai cani. Nessuno ha la forza di modificare gli attuali disequilibri se non ricorrendo a uno strappo simile a quello inglese e a quello a cui si stanno predisponendo a compiere gli olandesi, gli austriaci, gli ungheresi e forse i danesi nauseati dalla inconcludenza di Bruxelles, in particolare nella gestione della massa invadente dei profughi. Tema questo che ha indotto la stessa Merkel a pentirsi: se tornassi indietro, ha detto, mi comporterei diversamente. Se Renzi tirasse fuori le unghie e proponesse un distacco dall’Unione avrebbe contro le élite ideologizzate che attualmente difendono a spada tratta l’Ue senza validi argomenti, ma sarebbe sostenuto dalla maggioranza degli italiani. Scelga: o sta con i fighetti autoproclamatisi intellettuali, e va a fondo, oppure sta con noaltri gente volgare, e si salva.