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mercoledì 24 agosto 2016

Mega-concorsone scuola, c'è la prova: un professore su tre è una "capra"

Scuola, una tragedia: un prof su tre non dovrebbe insegnare



Un'ecatombe al super concorsone per l'assunzione di oltre 60mila insegnanti. L'esito delle prime correzioni degli scritti è terrificante: un docente su tre, dalla scuola materna alle superiori, non dovrebbe proprio insegnare. Un'indiscrezione di Tuttoscuola, che da mesi ha messo al vaglio le prove pubbliche per accedere all'immissione in ruolo: paghe imbarazzanti per i commissari (50 centesimi a prova scritta), quesiti pensati apposta per decimare gli aspiranti prof, disparità di valutazione tra Nord e Sud.

Certo è che, stando al Corriere, non si riuscirà a correggere tutti i compiti entro settembre, tornando alla solita assunzione temporanea dei supplenti (che magari risulteranno poi da bocciare): solo il 62% delle prove scritte è stato valutato, e di queste il 55% non è all'altezza degli standard ministeriali. Nessun accesso dunque alla conseguente prova orale. La maggior parte dei bocciati è al Nord (specialmente in Lombardia), ma la regione meno selettiva è il Friuli. Se si continua così, la stima è che un insegnante su tre non potrà accedere al tanto sospirato posto fisso nel pubblico impiego. Un buco di 23 mila posti: troppo selettive le prove o non abbastanza preparati i candidati? Probabilmente le due cose insieme.

C'è da dire che di strafalcioni ne hanno fatti molto, questi docenti. Dagli errori di ortografia a non saper indicare la capitale della Svezia, all'ignoranza nella lingua inglese, a tremendi scivoloni sull'uso della lingua italiana, tali che gli esaminatori si sono chiesti se a sostenere la prova fossero stati candidati stranieri. E stiamo parlando di professori già abilitati all'insegnamento da percorsi post lauream come Tfa, Siss e Pas. La colpa è da ricercare sì nell'ignoranza dei docenti, ma anche a un certo atteggiamento politico che ha sempre ricercato l'appoggio della classe docente non tentando mai vie di valutazione più severe. Cioè sul vecchio adagio "Ti pago poco ma ti chiedo un po' meno".

Arriva la mazzata per gli spioni fiscali Che cosa rischiano i funzionari ficcanaso

Arriva la mazzata per gli spioni fiscali. Ecco che cosa rischiano i funzionari ficcanaso



Per i funzionari più curiosi dell'Agenzia delle Entrate è finita la pacchia. Troppi i casi che hanno pescato diversi dipendenti con le mani nella marmellata, mentre spiavano le situazioni fiscali di politici, attori, Vip di vario genere e soprattutto i propri superiori. In una circolare interna, l'Agenzia ha ricordato che l'accesso alle banche dati e l'uso delle informazioni che vi sono contenute devono servire solo per svolgere compiti d'ufficio assegnati. Una banalità che si è resa necessaria per tutelare la privacy dei contribuenti, con l'introduzione di un nuovo sistema di abilitazione per l'accesso dei servizi interni, come riporta Italia Oggi. Ogni accesso poi sarà tracciato, con la memorizzazione di ogni operazione e del soggetto che le ha fatte. A far scattare l'allarme saranno anche gli accessi fuori dall'orario di lavoro, sempre che non si tratti di un recupero del lavoro arretrato. E se qualche funzionario dovesse essere pescato più di una volta con le mani nel sacco, l'Agenzia ha garantito di applicare sanzioni molto elevate.

Così Parisi si prende Forza Italia: mossa decisiva, chi gli ha detto sì

Forza Italia, Stefano Parisi incassa l'appoggio di Caldoro



Stefano Parisi "sfonda" in una regione. E non una regione qualsiasi. Ma quella in cui alle ultime amministrative Forza Italia ha registrato i maggiori consensi: la Campania. Dalle pagine del quotidiano napoletano "Il Mattino", il già governatore Stefano Caldoro ha infatti pronunciato un vero e proprio endorsement a favore dell'ex candidato azzurro a sindaco di Milano: "Parisi ha le qualità per riorganizzare Forza Italia e uno dei temi ai quali dovrà lavorare è la grande questione meridionale, che manca nell'agenda del governo Renzi". Caldoro ha anche paragonato la sua corsa a sindaco di Napoli a quella di Parisi: "Entrambi siamo arrivati a due punti dal successo, nonostante partissimo nettamente sfavoriti".

A ruota di Caldoro, anche l'influente eurodeputato azzurro Fulvio Martusciello si è schierato con Parisi: "Quello che decide Berlusconi, per me è vangelo fin dal 1994 e per questa ragione siamo pronti a lavorare con Parisi per tornare a vincere con un progetto liberal-popolare". Da parte sua, Mara Carfagna che è campana, portavoce di FI alla Camera e neo-consigliera comunale a Napoli, non si è pronunciata. Ma l'uscita di Caldoro lascia intendere che il progetto Parisi la veda, quanto meno, non ostile.

Terremoto, crolla l'Italia centrale Umbria, Marche, Lazio: un disastro

Terremoto tra Umbria, Marche e Lazio, disastro: "Amatrice non c'è più". Due morti nell'Ascolano



Trema il centro Italia: terremoto di magnitudo 6.0 alle 3.36 con epicentro nel paesino di Accumuli, in provincia di Rieti e metà strada tra Norcia e Amatrice. Poi altre 17 scosse di varia intensità, lungo tutta la dorsale Appenninica. Il bilancio si aggrava di ora in ora: dopo tre morti accertati a Pescara del Tronto nelle Marche arriva la notizia di 6 morti ad Accumuli, mentre ad Amatrice testimoni parlano di diverse suore rimaste uccise nel crollo di un convento. Accumuli e Amatrice sono i Comuni più coinvolti, con il sindaco di Amatrice Sergio Perozzi che lancia l'allarme disperato: "Il paese non c'è più. C'è gente sotto le macerie, temo morti". Stessa situazione drammatica a Pescara del Tronto, nelle Marche.

Lo sciame sismico - Il sisma, che ha colpito principalmente zone montane a bassa densità abitativa ma di difficile raggiungimento, è stato avvertito da Napoli e Roma fino a Rimini. Lo sciame di 18 scosse complessive ha poi colpito duramente anche Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, Gualdo in Umbria e Mogliano nel Maceratese, con frane e crolli. 

venerdì 19 agosto 2016

Beach, notte azzurra un po' amara Lupo-Nicolai d'argento coi brasiliani

Troppo Brasile per gli azzurri: è argento per Lupo-Nicolai



L'esaltante favola di Daniele Lupo e Paolo Nicolai si esaurisce sul secondo gradino del podio. A Copacabana, il tempio del beach volley, e sotto la pioggia battente gli Azzurri si arrendono ai maestri brasiliani Alison-Bruno che riportano i verdeoro al titolo a cinque cerchi che mancava da Atene 2004. Un 2-0 (21-19, 21-17) giusto per la superiorità vista in campo anche se gli Azzurri, specie nel primo set, hanno potuto giocarsi le loro carte per tentare il colpaccio. Quelli di Lupo e Nicolai resta comunque un argento vivissimo arrivato al termine di una cavalcata storica che ha appassionato una nazione intera e pure il pubblico locale che, finale esclusa, li ha eletti a loro beniamini.

Il Brasile ha tutto da perdere, l'Italia niente. I verdeoro sono contratti mentre gli azzurri giocano a cuor leggero volando subito sul 5-1. I padroni di casa chiamano timeout e tornano in campo con tutt'altro piglio. Alison si fa sentire mentre dall'altra parte della rete i campioni del mondo cercano Lupo per evitare le schiacciate di Nicolai. Il pareggio arriva a quota 8 poi i brasiliani mettono la freccia fino al 13-10. Un vantaggio che è resiste fino al 17-14 poi è di nuovo Italia. Muro di Nicolai e doppio errore di Alison per la nuova parità (17-17). Il più quotato dei due verdeoro è anche il più falloso e gli azzurri mettono nuovamente la testa avanti 19-18. Sul più bello però qualcosa si inceppa. Nicolai sbaglia una schiacciata piuttosto agevole regalando il primo set point al Brasile (20-19). Lupo lo segue facendosi murare da un più attento Alison ed il primo set è brasiliano (21-19).

L'Italia subisce il colpo e fatica. Un'incomprensione in ricezione fra Lupo e Nicolai porta il Brasile sul 3-2 adi inizio secondo parziale ma gli Azzurri ci sono e rispondono da campioni ribaltando la situazione sul 6-4 prima ed 8-5 poi. Come nel primo set i verdeoro 'battezzano' Lupo come attaccante designato. Il ragazzo di Fregene però risponde presente mantenendo un piccolo vantaggio in favore dell'Italia (11-8). Nel momento del massimo sforzo azzurro Alison, dopo essere stato superato varie volte, prende le misure al romano in un duello rusticano uno contro uno che è il leit motiv della partita. Due muri consecutivi del brasiliano portano i padroni di casa al pareggio (11-11). Un diagonale stretto di Bruno consente ai brasiliani di mettere la testa avanti (15-14). Il muro seguente di Alison su Lupo di ampliare il vantaggio (16-14). E' l'allungo decisivo. Trascinati dall Torcida i brasiliano non si voltano più indietro. Doppio pallonetto di Bruno e massimo vantaggio (19-15) che è il preludio al 21-17 finale. Appalusi a scena aperta per tutti. Ai vincitori per il trionfo ma anche ai vinti, autori comunque di un'impresa storica. Oltre non si poteva andare

Renzi e il vertice segreto con l'ex nemico. La spifferata di Dago: dove li hanno beccati / Guarda

Renzi e il vertice segreto con l'ex nemico. La spifferata di Dago: dove li hanno beccati



Se lo avessero fatto in Italia probabilmente non se ne sarebbe accorto nessuno. E invece il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e l'imprenditore Diego Della Valle avrebbero scelto Parigi per un faccia a faccia riservatissimo. Secondo la spifferata di Alberto Dandolo su Dagospia, i due sarebbero stati visti incontrarsi lungo la Senna qualche settimana fa. L'incontro tra i due sarebbe durato un intero pomeriggio, durante il quale potrebbe essersi aggiunto qualcun altro, come sospetta l'autore della spifferata.

Quel "poverino" del colonnello Isis Chi sono gli italiani che lo difendono

Quel "poverino" del colonnello dell'Isis. Così i compagni italiani lo difendevano



C'è un filo nero che collega l'estremismo islamico e i militanti anarchici e neobrigatisti italiani. Un collegamento raccontato anche dalle lettere che il colonnello dell'Isis arrestato in Libia, Fezzani Moez Ben Abdelkader, detto anche Abu Nassim, scriveva agli "amici", i compagni anarchici attivi a Milano. Abu Nassim era stato arrestato a maggio 2010 e detenuto nel carcere di Rossano Calabro, in provincia di Cosenza. Il destinatario delle sue lettere era l'associazione Ampi orizzonti, che ha inserito le carte nel dossier "è Ora di Liberarsi dalle Galere", con il quale gli anarchici milanese fanno controinformazione sullo stato delle carceri.

I punti in comune tra le rinascenti Br e i terroristi islamici stanno tutti nella lotta all'imperialismo americano e contro la misura dell'isolamento nelle carceri. Per i compagni italiani, gli estremisti islamici sono "prigionieri di guerra arabi". Nel dossier "Guantanamo italiane - Dalle sezioni speciali per araboislamici" del 2014 c'è la rappresentazione plastica del legame tra i due mondi, considerando che il dossier porta le firme dei principali "prigionieri politici" rossi come Alfredo Davanzo e Claudio Latino. Dal carcere di Siano, in provincia di Catanzaro, scrivono: "Siamo solidali con la loro lotta contro il carcere dello Stato imperialista italiano".

Per far breccia nei cuori dei compagni italiani, Abu Nassim aveva raccontato il suo curriculum carcerario. Quegli ultimi sette anni passati a Bagram, in Afghanistan, prigioniero dell'esercito americano, lo hanno reso praticamente un martire: "Ero legato al muro con i ferri - racconta in una lettera agli amici italiani - come i gladiatori romani, ricoperto dal suono della musica rock 24 ore su 24... Non dovrei trovarmi in carcere perché ho diritto all'asilo politico, perché dopo 7 anni nell'inferno di Bagram sono stato considerato innocente". Quando è tornato in Italia, Abu Nassim è stato espulso nel 2013, prima della condanna. In Tunisia ha fatto carriera tra le fila dell'esercito del Califatto, fino a toccarne i vertici