Italia ai quarti, il capolavoro di Conte: cosa ci insegna la vittoria sulla Spagna
Un'impresa, per chi non conosce Antonio Conte. Una partita perfetta, per chi lo conosce. L'Italia batte 2-0 la Spagna bicampione uscente e approda ai quarti degli Europei: sabato sotto con la Germania mondiale, nella seconda tappa di quella che si spera una lunga striscia di sfide difficilissime e affascinanti nella parte destra del tabellone, quella "infernale". Siamo arrivati agli ottavi da "mezza sorpresa", approdiamo ai quarti con una consapevolezza nuova.
Perché dobbiamo crederci - Al 94' tutti gli azzurri - tutti - saltano e ballano, il coro è quello noto da 10 anni, il po-po-po, i sorrisi sono un po' meno increduli, la gioia inebriante ma per certi versi contenuta, già proiettata al prossimo avversario. Sotto questo punto di vista l'Italia di Conte ricorda di più quella di Lippi del 2006 che quella di Prandelli finalista a Euro 2012. Non significa ovviamente che arriveremo fino in fondo a questo Europeo, significa però che abbiamo dimostrato di possedere la forza interiore per giocarcela contro tutti, Germania, Inghilterra o Francia, senza temere di cedere di schianto sotto il peso dei nervi, come accaduto nella finale di Kiev, 4 anni fa proprio contro la Spagna
Intelligenza e sacrificio - A Saint-Denis va in scena una partita simile al debutto, bellissimo, contro il Belgio. Se possibile anche migliore, perché la Spagna ha esperienza infinitamente maggiore e storicamente, dal 2008 a oggi, ci ha sempre fatto male. Invece a fare male stavolta siamo noi, ogni volta che aggrediamo e puntiamo l'area presidiata da Piqué e Ramos. Il gol di Chiellini a metà primo tempo e la zampata finale di Pellè (quasi una fotocopia della rete contro i belgi) finiscono nel tabellino, le occasioni sprecate da Giaccherini ed Eder, l'intelligenza e il sacrificio degli attaccanti e dei centrocampisti, la sontuosa prestazione dei difensori e dei terzini no ma pesano forse di più.
Conte perfetto - Conte ha studiato le mosse al centimetro, ingabbiando i cervelli noti di Del Bosque (Iniesta, Silva e Fabregas, pervenuti solo a sprazzi) e quelli occulti (Ramos e Piqué, i primi a impostare e sempre soffocati dai commoventi Pellè ed Eder). Quando mette Motta per De Rossi mezza Italia trema, ma l'ex Inter rimedia con la furbizia agli evidenti limiti fisici e dinamici. E Insigne, dentro per Eder, dà il cambio di velocità che serviva. Un applauso per Buffon, che ha salvato tre volte il risultato. L'ultima poco prima del gol di Pellè, un tuffo su Piqué che forse entrerà nella sua ventennale e ricchissima storia. Di sicuro entrerà nella storia, azzurra, questa partita, comunque andrà con i tedeschi. Oggi era una rivincita per noi, sabato saranno Neuer e compagni a volersi vendicare del 2012. Sarà una gara di nervi e di cuore, ne siamo i maestri indiscussi. Ma occhio, perché oltre a soffrire sappiamo anche giocare, e bene.