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domenica 26 giugno 2016

Napoli, la scrittrice-avvocata Adriana Dell’Amico presenta il libro “Nessuno è nato libero”

Napoli, la scrittrice-avvocata Adriana Dell’Amico presenta il libro “Nessuno è nato libero”



di  Antonio Parrella




NAPOLI. Prosegue il tour in Campania ed in tutt’Italia della scrittrice e avvocata Adriana Dell’Amico per la presentazione del suo libro dal titolo “Nessuno è nato libero”. Grande successo per questa interessantissima pubblicazione della scrittrice casertana e copie praticamente esaurite, tanto da dover richiedere subito la ristampa del libro. Oggi, domenica 26 giugno, l’autrice farà tappa a Napoli, presso la chiesa di San Gennaro all’Olmo (ore 18,30), in via San Biagio dei Librai. Al forum culturale, oltre all’autrice, interverrà tra gli altri anche Ernesto Di Mattia (responsabile settore cultura Comune di Lusciano). Interventi musicali e letture saranno curati dal cantante, musicista e attore Gianni Aversano. 

Adriana Dell'Amico
Avvocato-Scrittrice 
Dunque un appuntamento da non perdere per gli appassionati della lettura. L’avvocata casertana Dell’Amico, dopo i tantissimi consensi di pubblico e di critica delle precedenti presentazioni,  traccerà le linee del suo bellissimo testo, nel quale viene messo in primo piano “l’amore”. “Cos’è l’amore”. A questo interrogativo, che lascia spazio alle variegate risposte del lettore, la Dell’Amico darà la su personale interpretazione. “Prendete il vostro cuore - sottolinea la scrittrice - e custoditelocon un sogno prezioso. Non concedetelo a chiunque. Mai. Ma soltanto a colui che, a sua volta, ha un cuore simile al vostro”. Un pensiero sublime, questo, che contribuisce a rendere questo volume un’opera davvero straordinaria. Un libro da tenere sul proprio comodino. Un libro appassionante, coinvolgente. La Dell’Amico si rifà alla vita di un sacerdote. Don Nicola. Una vita quotidiana che farà riflettere profondamente il protagonista, fino a fargli ritenere che l’amore è degli angeli e noi uomini possiamo soltanto imitare quell’ombra platonica dell’amore divino, proiettato sul fondo della caverna in cui siamo  rinchiusi. Insomma un libro assolutamente da leggere. Tutto di un fiato.  

Meredith è morta, Rudy Guede è libero Il regalo dei giudici al condannato

Omicidio di Meredith, Rudy Guede libero. Regalo dei giudici: cosa hanno deciso



Trentasei ore di permesso premio per Rudy Guede, da oggi sabato dal 25 a domani domenica 26 giugno. Lo ha comunicato l'ufficio stampa del ragazzo, 29 anni, ivoriano, detenuto nel carcere di Viterbo, condannato in via definitiva a 16 anni per concorso nell'omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il 1 novembre 2007.

Rudy Guede trascorrerà le ore di permesso premio a Viterbo, in una struttura del Gavac, associazione di assistenti, volontari e animatori carcerari, seguito dal gruppo di lavoro creato dal Centro per gli Studi Criminologici a sostegno dell'innocenza di Guede. Finora Guede non ha mai usufruito di alcun permesso, ottenuto in tal caso alla prima richiesta e dopo aver scontato la metà della pena. Il giovane, che si dichiara innocente rispetto ai reati per cui è stato condannato in via definitiva, ha appena finito gli esami universitari e si laurerà molto probabilmente in luglio con una tesi sui mass media alla facoltà di Storia di Roma Tre.

Il permesso premio che è stato concesso a Guede, gli era stato revocato esattamente un mese fa per una questione burocratica legata alla fornitura dei suoi pasti. "Permesso premio - spiega Guede tramite il suo ufficio stampa - significa concepire finalmente uno spazio nuovo. Vedere altri al di fuori delle persone che vedi sempre. Permesso premio significa rientrare a contatto per un attimo con la spontaneità del mondo".

Stretta su ferie e malattia, ancora guai per gli statali

Stretta su ferie e malattia, ancora guai per gli statali



Tempi duri per i dipendenti della pubblica amministrazione. Dopo gli stipendi bloccati da anni e la pensione posticipata, è in arrivo un’altra batosta: ferie e permessi per malattia per gli statali funzionano solo a giornata e non ad ore. Non è quindi possibile utilizzarle come permessi per uscire prima o entrare dopo al lavoro. A fare il punto sulla questione è l'Aran, l'Agenzia che si occupa di pubblico impiego e che rappresenta il Governo nei tavoli con i sindacati. Nei mesi scorsi si era parlato della possibilità di spacchettare la “malattia” in ore, in modo da consentire le visite specialiste. Alla fine però non se ne è più fatto nulla: l’assenza deve durare tutto la giornata lavorativa è stata la decisione definitiva.

Anche per quanto riguarda le ferie, non ci sono buone notizie: l'amministrazione, se ne ha necessità, chiarisce l’Aran, può richiamare al lavoro il dipendente in villeggiatura, anche se deve rimborsargli il viaggio. Per sciogliere i dubbi ricorrenti tra i dipendenti pubblici, l’Aran ha confezionato una sorta di report dove, settore per settore, dai ministeriali agli insegnanti, indica tetti e vicoli in fatto di assenze.

L’argomento è sensibile. Il Governo è al lavoro per imprimere una stretta e cercare di rendere più difficile ai “furbetti” di fregare il sistema, come i furbetti del cartellino, i finti malati e l’utilizzo di altre scappatoie illecite. A farne le spese, però, rischiano di essere tutti i dipendenti statali, anche quelli onesti.

"Disintegrazione Ue irreversibile A lasciarci le penne sarà l'Italia"

Il guru Soros dopo la Brexit: "Disintegrazione Ue irreversibile, pagherà l'Italia"



"Lo scenario catastrofico che molti temevano si è materializzato, rendendo la disintegrazione dell'Unione Europea praticamente irreversibile". A dirlo è l'americano George Soros, 85 anni, tra i più potenti e famosi finanzieri al mondo. Come scrive Fubini sul Corriere della Sera, la sua "profezia" sulle conseguenze della Brexit, lanciata con un commento sul portale Project Syndicate, è tanto più inquietante perché lo stesso Soros nel 1992 aveva previsto la crisi di Lira e Sterlina. Le scorse settimane, intuendo una nuova fase si instabilità sui mercati finanziari, il suo fondo di investimento ha puntato tutto sul bene-rifugio dell'oro, vincendo. 

Italia anello debole - "I mercati finanziari in tutto il mondo resteranno probabilmente in agitazione fino a quando il complicato processo di divorzio politico ed economico dalla Ue non sarà negoziato. Le conseguenze per l'economia reale saranno comparabili solo alla crisi finanziaria del 2007-08", spiega. E le conseguenze peggiori saranno, giura, per l'area Euro e per uno dei suoi anelli deboli, l'Italia. "Le tensioni fra gli Stati membri hanno raggiunto il punto di rottura non solo sui rifugiati ma anche come risultato delle tensioni eccezionali tra Paesi debitori e creditori". "In Italia - conclude - la caduta del 10% del mercato azionario in seguito al voto sulla Brexit segnala chiaramente la vulnerabilità del Paese a una crisi bancaria conclamata, che potrebbe portare al potere il movimento populista 5 Stelle già l'anno prossimo". 

Le riforme impossibili - La salvezza? "Un serio programma di riforme dell'area euro, una reale unione bancaria, una limitata unione di bilancio e meccanismo molto più forti di delega e responsabilità democratiche. E il tempo non è dalla parte dell'UEuropa":

sabato 25 giugno 2016

Ecco i candidati al "Premio Stalin" "Vecchi", "ignoranti" e pure "nazisti"

I sette candidati al "Premio Stalin": "Vecchi", "ignoranti" e pure "nazisti"



Evviva la democrazia, ma mica sempre. Quanto è bello il referendum, ma soltanto se vince il Bene (o meglio, quello che per loro è il Bene). Già, perché se poi le urne dicono "Brexit", dall'elogio della democrazia si passa all'insulto del (presunto) colpevole. Il Regno Unito si stacca dalla Ue e l'intellighenzia tricolore (sinistrorsa, ma non solo) punta il dito: contro i "vecchi", gli "ignoranti", i "campagnoli" inglesi. Si leggono autorevoli commenti e si respira quell'odiosissima idea al caviale secondo la quale il diritto di voto dovrebbe essere esclusiva di chi è degno. E quelli degni, va da sé, sono loro. Mica il vecchio zotico e ignorantone di Peterbourough. Roba da dittatori (illuminati, direbbero loro). Roba da Stalin, per dirla pane al pane.

Ed è sulla base di queste brevi linee guida che, tra i vari, vi proponiamo i brani di alcune autorevoli riflessioni secondo le quali, in buona sostanza, la vittoria del "leave" è il frutto di una qualche forma di aberrazione: ignoranza, populismo, idiozia, vecchiaia (da intendersi nella più spregevole delle accezioni). A voi il compito di scegliere quale, tra questi estratti, debba essere insignito dal neonato - oggi, sabato 25 giugno - "Premio Stalin".

La rassegna comincia da quanto scritto da uno dei leader maximi del politicamente correttissimo, che curiosamente oggi si ritrova ad insultare la terza età (alla quale non appartiene, ma ancora per poco). Lui è Beppe Severgnini, che sul Corriere della Sera verga una paginata di raro livore nei confronti di chi ha detto Brexit. Scrive ciuffo bianco: "La Decrepita Alleanza ha vinto. Ha preferito il passato al futuro, i ricordi ai sogni, l'illusione al buon senso". Registriamo la definizione di "Decrepita Alleanza", ovvero la maggioranza del Regno Unito, bene ricordarlo, e chiudiamo qui l'analisi dell'articolo (si ricorda al lettore: per ogni articolo viene proposta soltanto una, emblematica, "sentenza").

Non poteva mancare Ezio Mauro, il fu direttore di Repubblica, il quale sempre su Repubblica ci spiega che "in un senso più generale, (il referendum, ndr) è un'altra prova di abdicazione della politica organizzata nella sua forma storica tradizionale, che oggi rinuncia ad assumersi i suoi rischi e ricorre al popolo per rincorrere in realtà il populismo che la sta mangiando a morsi e bocconi". Elegante, certo, il direttore. Ma la possibilità che ci siano valide ragioni dietro al leave, insomma, non lo sfiora neppure. Il Male è Male. E cosa sia il male lo decide lui.

Poi Eugenio Scalfari, che dalle colonne del medesimo quotidiano fa concorrenza a Mauro, mettendoci in guardia dai rischi. "Il Brexit è una bomba a orologeria: distrugge l'Inghilterra, mobilita i Paesi fuori dalla moneta unica a rivendicare la propria indipendenza, mobilita i populismi dovunque, eccetto lo scontro americano tra i repubblicani di Trump e i democratici della Clinton. Peggio di così era difficile immaginare". Barbapapà, se ne deduce, ha già scritto la storia: Inghilterra distrutta, assi transnazionali per combattere Bruxelles e - soprattutto - il dominio dell'onnipresente populismo, titillato, scatenato e portato nella stanza dei bottoni. Figuarsi: uscire dall'Europa, per Scalfari, può essere soltanto populismo.

A sorpresa, ammettiamolo, nella rassegna ci entra anche Alessandro Sallusti, il quale un po sprezzante scrive su Il Giornale: "I conti sono presto fatti: un milione di agricoltori e operai, probabilmente già in pensione, dalle campagne inglesi ha condizionato per sempre la vita di 600 milioni di cittadini europei e la storia di un continente". Maledetti agricoltori, maledetti operai, maledetti pensionati e maledetti campagnoli. O no?

Nel "dagli al vecchietto" si fa poi notare una delle prime frasi dell'editoriale di Sofia Ventura, su Il Giorno, la quale sorniona sottolinea: ""Probabilmente, pochi tra coloro che hanno votato per il leave saprebbero spiegare perché ora dovrebbero stare meglio, ma tutti probabilmente hanno avvertito che dentro l'Ue si è più esposti ai pericoli di un mondo globalizzato. Così pare abbiano pensato in particolare i più anziani". Sarà malizioso lo scrivente, ma sembra di subodorare un po' di malizia anche in questa scrittura, nello specifico quando si riflette sull'anziano. Povero vecchietto rimbambito: ha votato "leave" e neppure lui sa perché.

Ma il peggio "del caviale" deve ancora arrivare. Ed eccola, dunque, la prima parte di questo "peggio". Si parte da Roberto Saviano, che ha il tic del nazismo, e su Facebook si produce in questa intemerata fuori da ogni logica, confine e continenza. "Brexit: ha vinto il Popolo. Me lo ricordo il Popolo, nel 1938, acclamare Hitler e Mussolini a Roma affacciati insieme al balcone di Piazza Venezia. Me lo ricordo il Popolo inebriato, esaltato, per la dichiarazione di guerra"...e via dicendo, in un crescendo di "me lo ricordo" tutti nazismo e fascismo con i quali ci ricorda come il popolino tifò dittatura. Questa maledetta Brexit, per signor Gomorra, è roba quasi da nazisti. Il referendum esercizio democratico? No, imposizione fascistoide.

Infine, last but not the least, la seconda parte di questo "peggio". Non si vuole influenzare il lettore nell'assegnazione del Premio Stalin, ma questo peggio assomiglia assai al peggio del peggio: Massimo Gramellini, e chi sennò? Il trionfo del luogo comune è subito servito, in un discutibilissimo esercizio di superiorità morale: "Gli anziani, i meno istruiti e gli inglesi di provincia (hanno votato, ndr) per andarsene. La prova evidente che si è trattato di una scelta di paura, determinata da persone che, non avendo strumenti conoscitivi adeguati, hanno fatto prevalere la pancia sulla testa e la bile sul cuore". Quando si legge "strumenti conoscitivi" i peli si rizzano sulle braccia, vero? Ma d'altronde, Gramellini è così: anche lui il mondo lo divide tra chi è Bene e chi invece è Male, senza porsi dubbi, soltanto vergando insulti. E tra chi è il Male, per la firma de La Stampa, c'è "la vecchietta di Bristol" per la quale "l'Europa è il migrante nigeriano che attraversa la Manica per togliere il lavoro al figlio inglese della sua vicina". Povero lui. Poveri loro.

Ennio Doris, la Brexit e quella sua verità: "Cosa accadrà ai mercati tra pochi giorni"

Ennio Doris, la Brexit e una profezia... "Cosa accadrà ai mercati tra pochi giorni"



Ennio Doris non è stupito dal risultato sul referendum in Gran Bretagna e vede Brexit come una occasione. In una intervista a il Giornale, il patron di Mediolanum premette: "Noi abbiamo con i clienti una strategia di investimento di lungo termine, nella quale ogni fluttuazione dei mercati, più o meno violenta, viene assorbita e, anzi, diventa un opportunità. Così facciamo in modo che i fatti imprevisti come questo siano già contenuti nelle soluzioni che proponiamo".

E Brexit è meno grave di quel che sembra: "In questo referendum hanno esagerato tutti", spiega Doris, "Guardiamo le previsioni fatte quando il Regno Unito decise di stare fuori dall'euro", "si diceva che Londra avrebbe perso il primato sui mercati finanziari. Cosa è successo? Esattamente il contrario. Allora io dico che non solo le dichiarazioni sulle conseguenze della Brexit erano esagerate, ma che erano anche, in grandissima parte, sbagliate".

La Gran Bretagna seguirà "il modello Norvegia, Paese già oggi fuori da Ue e da euro, che però ha una serie di trattati con Bruxelles. Questo sarà il nuovo modello per i Paesi europei che non vogliono la Ue". "All'interno della Ue e dentro l'euro ci sono situazioni economiche diverse da quella tedesca" e "l'Europa dovrà mediare di più ed essere più attenta. Se lo farà, la Brexit, sarà servita a qualcosa. Viceversa il contagio sarà sempre più forte"

Diocesi di Aversa Parte l’Operazione per il recupero della Chiesa di San Domenico

Martedì 28 giugno, l’associazione “I Normann” presenta l’iniziativa per la riapertura del monumento a 36 anni dal terremoto


a cura di Gaetano Daniele



Parte l’Operazione San Domenico, l’ambizioso progetto di restituire alla città di Aversa la Chiesa di San Domenico a trentasei anni dalla sua chiusura, resa necessaria dal sisma del 1980.

L’iniziativa, a cura dell’associazione cittadina “I Normann”, sarà ufficialmente presentata martedì 28 giugno 2016 alle ore 17:00 presso la sala Guitmondo del Seminario Vescovile di Aversa. Prevista la presenza di S. E. Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa e tra i principali fautori  di questa iniziativa, unitamente a tutti coloro che stanno sostenendo questo ambizioso progetto. Interverranno inoltre Domenico De Cristofaro, Sindaco di Aversa; Mons. Ernesto Rascato, Delegato Regionale dei Beni Culturali Ecclesiastici; Mons. Clemente Petrillo, Parroco della Cattadrale e Padre Spirituale dell'Arciconfraternita del SS. Rosario in Aversa (che ha sede nella stessa Chiesa di San Domenico); l’Architetto Salvatore Buonomo, Soprintendente Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento. Saranno presenti Autorità Civili e Militari.

Questo progetto, che ha come fine il recupero di un monumento capolavoro del Barocco presente nella città di Aversa, viene condiviso da “I Normann” con altre realtà associative presenti nel territorio cittadino, come il Rotary Club Aversa Terra Normanna, il Lions Club Aversa Città Normanna, l’associazione Aversa Donna, la sezione Fidapa di Aversa. A queste realtà si aggiungeranno sicuramente altri importanti sodalizi socio-culturali aversani.