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sabato 7 maggio 2016

Europa spaccata in due: la secessione Ecco quando (e con chi andrà l'Italia)

La secessione: Europa divisa in due. Quando si spacca, con chi andremo


A Bruxelles la chiamano “Europa a più velocità” o “Unione politica”. Era un’idea già prospettata sedici anni fa dall’allora ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, e rispolverata ieri dalla cancelliera Angela Merkel in visita a Roma. In un’Unione Europea troppo disomogenea e sull’orlo della disintegrazione, il progetto per far decollare l’Europa passa attraverso un’unione politica che coinvolgerebbe solo un ristretto gruppo di Paesi, pronti a procedere verso una frontiera più avanzata sui migranti, sull’euro e su robuste istituzioni comuni.

L’idea è quella di selezionare un gruppo di Stati d’avanguardia, che portino l’integrazione europea a un livello più avanzato. Il nucleo sarà probabilmente costituito dai sei fondatori: Francia, Germania, Italia, Olanda, Belgio e Lussemburgo. A questi potrebbe aggiungersi qualunque altro Stato sia disposto a unirsi alle condizioni indicate sopra: Spagna e Portogallo, e, se lo vorranno, Austria e Finlandia.

A quasi sessant’anni dalla sua fondazione, l’Europa di oggi è colpita da una doppia recessione, politicamente divisa lungo il valico del Brennero, minacciata dal referendum sulla Brexit. La Spagna è senza governo da quasi sei mesi, in Francia il Front National di Marine Le Pen è in testa ai sondaggi, l’Italia non vuole farsi indicare il bilancio pubblico da Bruxelles, la Germania continua a frenare sull’unione bancaria perché teme di dover pagare per le fragilità degli altri, sottolinea il Corriere della Sera.

Ormai è chiaro che l’equilibrio attuale non può più tenere a lungo. Eppure, in una situazione di fragilità come questa, l’unione politica, l’”Europa a più velocità” sembra un’idea tanto improbabile quanto concreta. Il nuovo progetto potrebbe già partire con una prima fase di consultazione dei cittadini.

Londra, Allah salvi il nuovo sindaco Chi è l'islamico che si prende la città

Londra, Allah salvi il nuovo sindaco: chi è l'islamico che si prende la città



Ha 45 anni, di origine pakistana, musulmano, avvocato dei diritti umani e, da oggi, è il nuovo sindaco di Londra, Sadiq Khan, candidato laburista, ha battuto alle urne l’avversario conservatore Zac Goldsmith. E ora, figlio di un autista d’autobus e di una sarta, si trova in mano le chiavi di una delle più grandi, dinamiche e cosmopolite metropoli di Europa. Una grande sfida lo attende: è il primo sindaco musulmano di una capitale europea, proprio nel momento in cui l’Europa è presa d'assalto dai tanti giovani musulmani immigrati di seconda generazione che si rivolgono al terrorismo perché si sentono esclusi dalla società di adozione.

“Voglio che tutti i londinesi abbiano le stesse opportunità che la città ha dato a me - si legge nel suo manifesto politico - una casa che si possono permettere, un lavoro di buon livello con un buon salario, un sistema di trasporto che non sia solo moderno ma anche economico e, infine, un ambiente sicuro, pulito e salutare”.

Quinto di otto fratelli, si è laureato in legge all’University of North London. Nella sua carriera legale, è specializzato in azioni contro la polizia, diritto del lavoro ed in materia di discriminazione, recensioni giudiziarie, inchieste e criminalità. Londinese di nascita è d’azione, è entrato in Parlamento nel 2005 con il partito laburista ed è stato ministro dei Trasporti nel governo di Gordon Brown.

Nel 2013 ricevette minacce di morte per aver votato in favore della legge che estendeva il matrimonio alle coppie dello stesso stesso. Secondo quanto riportavano i tabloid del periodo, l’imam di Bradford aveva emanato una fatwa in cui scomunicava Sadiq come musulmano. È sposato con la collega avvocato Saadiya Ahmed dal 1994 e ha due figlie, Anisah e Ammarah, oggi adolescenti.

"Quest'uomo ha ammazzato Prince?" È un vip: di cosa (e da chi) è accusato

"Quest'uomo ha ammazzato Prince?". È un vip: di cosa (e da chi) è accusato


La morte di Prince fa ancora discutere. E scaldare gli animi. La cantante Sinead O'Connor, per cui Prince aveva scritto la meravigliosa Nothing Compares To You, accusa il noto comico Arsenio Hall, 60enne cabarettista, attore, conduttore televisivo, produttore televisivo. Qualcuno, forse, lo ricorda al fianco di Eddie Murphie nel film Il principe cerca moglie. La cantante sostiene di fatto che la colpa della  morte di Prince è sua perché avrebbe fornito a lungo droga alla popstar, suggerendo addirittura alla DEA di fare indagini sul suo conto.

"Chiunque immagini che Prince non sia stato per un lungo periodo di tempo tossicodipendente vive nel paese delle meraviglie…", scrive la cantante, "Arsenio, ti ho segnalato all’ufficio dello sceriffo di Carver County. Aspettateti la sua chiamata. Sono consapevoli del fatto che mi hai fatta ubriacare anni fa a casa di Eddie Murphy".

Parole pesantissime. Immediata la risposta di Hall, che ha dato mandato ai propri legali di denunciare per diffamazione la cantante, chiedendo 5 milioni di dollari di risarcimento.

Bollo abolito, stangata sulla benzina I calcoli: ecco chi viene massacrato

Bollo abolito, stangata sulla benzina. I calcoli: ecco chi viene massacrato


di Sandro Iacometti



Un altro taglio delle tasse a spese dei contribuenti. È questa la sostanza dell' annuncio fatto mercoledì da Matteo Renzi sulla possibile abolizione del bollo auto. L' idea non sarebbe il semplice azzeramento del poco amato balzello, ma lo spostamento del gettito da una voce all' altra del comparto tributario, nel caso specifica sull' accisa che grava sui carburanti. Come ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio, si tratta di «far pagare solo chi usa, consuma, inquina». Un concetto semplice, che diventa esplosivo se applicato alla realtà dei numeri e dei fatti. La massa da spostare è di 6 miliardi di euro e dovrebbe essere caricata su un gettito complessivo delle tasse sulla benzina che nel 2015 si è attestato a 35 miliardi. Per compensare le mancate entrate del bollo bisognerebbe aumentare l' accisa di 16 centesimi al litro.

Un balzello che si andrebbe ad aggiungere ad una selva di imposte (introdotte a partire dal 1935 e mai cancellate) che già paghiamo quando andiamo il distributore. Attualmente, compresa l' Iva, il peso del fisco è a quota 50 centesimi al litro.

Un salasso che non colpisce tutti nella stessa maniera. Al di là dell' inquinamento, infatti, c' è chi con l' auto ci lavora, come taxisti, autonoleggiatori, agenti di commercio e piccoli trasportatori. L' eliminazione del bollo non avvantaggerebbe queste categorie, così come non sarebbe conveniente per chi ha auto di piccola cilindrata. La Cgia di Mestre ha fatto due calcoli e ha scoperto che a guadagnare dalla mossa di Renzi sarebbero gli automobilisti che possiedono una vettura di grossa cilindrata e percorrono meno di 20mila chilometri l'anno. Tutti gli altri ci rimetteranno. Ma non è tutto. Invece di ridurre il peso del fisco sull' auto, che complessivamente nel 2014 ha pesato per 72 miliardi sulle tasche degli italiani, la mossa di Renzi potrebbe anche inasprire la tassazione. Il bollo, infatti, come ci spiega il Servizio politiche territoriali della Uil, costituisce l' 11,7% del gettito delle Regioni. E senza un' adeguata compensazione il rischio di un incremento dei balzelli locali è dietro l' angolo.

Per restare in tema, ieri il Mef ha diffuso i dati sulle entrate del primo trimestre, arrivate a quota 92,1 miliardi, con un balzo del 3,6% (3,2 miliardi) rispetto al 2015. E senza neanche gli incassi del canone.

Il Pd collassa sotto alle inchieste Renzi kaputt: sondaggio al tritolo

Il Pd collassa sotto alle inchieste. Renzi kaputt: sondaggio al tritolo per Renzi


Prima il caso dell'ex ministro Federica Guidi, poi l'iscrizione nel registro degli indagati del presidente del Pd in Campania e consigliere regionale, Stefano Graziano, infine l'arresto del sindaco di Lodi Simone Uggetti (braccio destro dell’attuale vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini).  

Una dietro l’altra le inchieste giudiziarie che si abbattono sul Pd fanno perdere terreno a Matteo Renzi. Le indagini dei magistrati hanno un grande effetto sui consensi politici, e a registrare questo spostamento è l'ultimo sondaggio Ixé realizzato per Agorà. Ormai il M5S è a un passo dal Pd. Nel frattempo guadagna anche Forza Italia. Secondo le rilevazioni dell'istituto Ixè, quindi, il distacco tra Pd e Movimento 5 Stelle si sarebbe ridotto a 2,4 punti percentuali. Il partito di Renzi è passato dal 30,9% al 30,5%, mentre il Movimento 5 Stelle ha guadagnato un punto percentuale passando dal 27,1 al 28,1%.

Gli altri partiti - L’istituto di sondaggi evidenzia che il Movimento Cinque Stelle ha raggiunto il maggior numero di consensi mai raggiunto prima. La Lega Nord si attesta al 14,8%, Forza Italia cresce all'11,6%. Non solo il partito, ma anche Matteo Renzi ha perso un altro pesantissimo punto nella fiducia personale. Ormai è sceso al 26%. I tempi d'oro delle Europee, quando il premier riscuoteva consensi e voti, sono ormai lontanissimi. 

venerdì 6 maggio 2016

Dal Papa anatema contro la Merkel Quelle parole senza precedenti

Papa Francesco, anatema contro la Merkel. Critica senza precedenti: "Nonna sterile"


"La capacità di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono all"anima dell'Europa". Papa Francesco, ricevendo il Premio Internazionale Carlo Magno 2016 alla presenza di numerose autorità europee, attacca l'Europa e invita tutti a "uno slancio nuovo e coraggioso per questo amato Continente".

Il Papa parla di Europa come "famiglia di popoli, lodevolmente diventata nel frattempo più ampia, in tempi recenti - denuncia - sembra sentire meno proprie le mura della casa comune, talvolta innalzate scostandosi dall'illuminato progetto architettato dai Padri. Quell'atmosfera di novità, quell'ardente desiderio di costruire l'unità paiono sempre più spenti; noi figli di quel sogno siamo tentati di cedere ai nostri egoismi, guardando al proprio utile  e pensando di costruire recinti particolari". Tuttavia, continua il Papa "sono convinto che la rassegnazione e la stanchezza non appartengono all'anima dell'Europa".

Bergoglio ricorda il suo intervento al Parlamento europeo: "Mi sono permesso di parlare di Europa nonna. Dicevo agli eurodeputati che da diverse parti cresceva l'impressione generale di un'Europa stanca e invecchiata, non fertile e vitale, dove i grandi ideali che hanno ispirato l'Europa sembrano aver perso forza attrattiva; un'Europa decaduta che sembra abbia perso la sua capacità generatrice e creatrice".

Il più devastante terremoto di sempre sta per colpire: ecco dove e quando

Il più devastante terremoto di sempre sta per colpire: ecco dove e quando


Il Big one, il terremoto devastante che si attende da anni in California, sta per arrivare. Il sisma di magnitudo 8 che potrebbe distruggere decine di città sembra più vicino, secondo gli ultimi studi sulla faglia di San Andreas. Riporta il sito 3bmeteo.it che l'annuncio è stato dato il 4 maggio durante una conferenza Nazionale sul pericolo terremoti che si è tenuta proprio a Long Beach.

Thomas Jordan, direttore del Southern California Earthquake Center, ha ventilato l'ipotesi che il Big one potrebbe partire dalla zona meridionale della faglia di San Andreas e propagarsi per centinaia di chilometri in direzione Nord-Ovest investendo anche Los Angeles. Questo perché l'ultimo grande terremoto del sud della California è avvenuto 326 anni fa a dispetto di un tempo di ritardo di 110 anni (terremoto di San Francisco del 1906) della zona settentrionale. In qualche modo ha detto Jordan, la faglia di San Andreas si è bloccata nella sua sezione più meridionale perché non si notano spostamenti apprezzabili che invece dovrebbero essere nell'ordine di circa 5 metri ogni 100 anni. Ciò indica un grave aumento della tensione.

Una valutazione preliminare parla di un sisma di almeno 7.8 gradi Richter della durata di due minuti in grado di causare oltre 1800 vittime e 50mila feriti con 200 miliardi di dollari di danni. Secondo Thomas Jordan le autorità devono sapere qual è il potenziale pericolo e cercare ove possibile di prevenire il disastro.