Berlusconi massacrato dagli esperti: profezia apocalittica su Forza Italia
Sembra tutto perduto per Silvio Berlusconi. Secondo i politologi la sua svolta al centro ora servirà a poco. Se infatti Forza Italia è ormai allo sbando, un partito diviso tra i nordisti che vogliono l'alleanza con Lega e Fratelli d'Italia e i "moderati" che non tollerano le uscite di Matteo Salvini, la riaffermazione della candidatura di Guido Bertolaso a Roma con "ri-svolta al centro" - "Noi non siamo la destra. Forza Italia è un partito moderato" - appare ai più, incluso il leader della Lega, come un Nazareno bis. "Quando dice faremo una legge sui diritti televisivi per il calcio, ci occuperemo di conflitto di interessi e faremo la riforma della Giustizia... se uno vuole pensar male pensa che Berlusconi non abbia convenienza a far la guerra a Renzi", afferma Salvini. Rincara l'ex azzurro Maurizio Bianconi: "Berlusconi non è scemo. La scelta di Bertolaso è per fare un favore a Renzi. Francesca Pascale non c'entra nulla".
Tant'è. Per i politologi la linea del Cavaliere non fermerà il disfacimento del partito. Roberto D'Alimonte, politologo, docente della Luiss, sostiene che anche se lo "spazio politico al centro c'è" il discorso berlusconiano è "astratto", "non fa i conti con le regole dell'Italicum. Il leader forzista crede che mollando Salvini e la Meloni e facendo una lista (non una coalizione) possa arrivare al ballottaggio?". E poi: Berlusconi "non è più credibile. I voti di centro? È più facile che se li prenda Matteo Renzi con la leva fiscale e il referendum costituzionale". Insomma: "La colla del Cavaliere non attacca più...".
Piero Ignazi offre un'ulteriore lettura: nel suo libro Vent'anni dopo (Il Mulino) spiega che l'elettorato di Forza Italia "non è mai stato moderato ed è sempre stato nutrito da temi mobilitanti per il mondo di destra: attacchi alla sinistra, all'Europa, ai poteri forti ecc". Ora "Berlusconi non rappresenta più nessuno. Però anche Renzi s'illude: resta percepito come di sinistra, perché il Pd è ancora considerato così". E il centro resta uno spazio vuoto.
Salvini vola negli Stati Uniti da Trump. La profezia di Donald: ecco chi diventerai
E' volato negli Stati Uniti Matteo Salvini, dove a Filadelfia, ha incontrato Donald Trump, candidato alle primarie repubblicane in previsione delle elezioni presidenziali americane del 2016.
"Un saluto dagli Stati Uniti, amici! Go, Donald, GO!", scrive su Twitter il leader della Lega postando una fotografia che lo ritrae in compagnia del miliardario americano. E ancora: "Renzi sceglie il buonismo disastroso di Obama e Merkel,io preferisco la legalità e la sicurezza proposte da Trump!".
Da parte sua, Trump, al termine dell'incontro durato circa venti minuti, lo ringrazia con una previsione incoraggiante: "Diventerai premier in Italia".
Un'altra bomba sul Pd di Renzi: il super-big indagato per camorra / Foto
Un'altro disastro in casa Pd: secondo quanto si è appreso, sarebbe indagato il presidente del Pd in Campania e consigliere regionale, Stefano Graziano. Il politico di spicco sarebbe finito nel mirino nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, che ha portato all'esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare: i carabinieri hanno disposto perquisizioni a Roma e Teverola, provincia di Caserta; tra i luoghi setacciati la casa di Stefano Graziano. Nell'indagine è coinvolgo anche l'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Di Muro.
Secondo le prime notizie, l'ipotesi di reato formulata nel decreto di perquisizione nei confronti di Graziano è quella di concorso esterno in associazione camorristica. Al vaglio degli inquirenti, tra l'altro, ci sarebbe il presunto appoggio alla sua elezione da parte dell'imprenditore della ristorazione Alessandro Zagaria, finito in manette oggi nell'ambito della medesima inchiesta. Insieme a Di Muro, finito in cella, i carabinieri e i finanzieri hanno arrestato anche Roberto Di Tommaso, funzionario del Comune casertano, per il quale il gip di Napoli ha disposto i domiciliari.
Nel dettaglio, l'inchiesta riguarda l’appalto per i lavori di consolidamento di Palazzo Teti, immobile situato in via Roberto D’Angiò confiscato al padre dello stesso primo cittadino, Di Muro. La gara, che negli anni ha subito vari rallentamenti, secondo l’ipotesi accusatoria della Dda di Napoli, sarebbe stata vinta da un raggruppamento di imprese ritenuto vicino al clan guidato da Michele Zagaria. Già nel luglio 2015 l’ex sindaco, in carica fino a pochi mesi fa, fu oggetto di una perquisizione. Nell'inchiesta, secondo le indiscrezioni, la figura chiave sarebbe proprio Alessandro Zagari: l'imprenditore è ritenuto l'anello di congiunzione tra l'amministrazione e il clan guidato dal boss dei casalesi, soltanto omonimo, Michele Zagaria.
Caivano (Na): 25 Aprile, Monopoli ricorda i caduti Le opposizioni gli ricordano Casa Pound E'scontro sul web
di Gaetano Daniele
Nessuna tregua neppure il 25 Aprile. E' scontro aperto tra il Sindaco Monopoli e le opposizioni. I democratici attaccano il primo cittadino accusandolo di essere fascista. Ma Monopoli non ci sta e replica alle giuste offese? Questo il Post "scintilla" pubblicato dal primo cittadino Monopoli sulla sua pagina Facebook: "25 aprile, festa della liberazione. Nel ricordo di italiani "caduti" a difesa della nostra terra. Anniversario della liberazione, festa dell'Italia unita. Un giorno fondamentale per la nostra storia". Di seguito le risposte di cittadini estranei alla politica e di consiglieri di opposizione:
Simone Monopoli: I miei valori li lascio alla mia storia e al mio spirito. Pur di non parlare di Caivano non vi resta altro che discutere di simulacri del passato e di ideologie alle quali non avete mai anteposto il bene della vostra città. D'altronde vi dite comunisti e votate un partito, il Pd, che sta replicando in tutto e per tutto il piano di rinascita democratica della P2 di Licio Gelli.
Anna Maria di Stasio: i suoi valori? sono quelli rappresentati dalle croci uncinate, simbolo del nazifacismo
Anna Maria di Stasio: che da sempre campeggiano nel suo studio? del busto di mussolini e di tutti i simboli della dittatura che ha portato l'Italia alla guerra e ha insanguinato per piu' di un ventennio la nostra nazione?Oggi dovrebbe avere la compiacenza di nascondersi e non farsi vedere in giro!Si vergogni!
Antonio Angelino (Consigliere comunale PD): Non sai cosa dire, hai dei valori che sono stati sanciti reati dalla costituzione che tanto ti affanni a dire di voler difendere, sei incoerente in tutto e per tutto, e solo per il gusto di qualche like scrivi uno stato che non c'entra nulla con la cultura politica e ideologica che rappresenti. Dici di essere sindaco e di rappresentare tutti ?? E allora smettila di parlare di passato e assumiti le responsabilità del fallimento politico, culturale e civile in cui stai portando il paese. Un'amministrazione improduttiva ed improvvisata, retta da una stampa di regime, capace di trasformare e mistificare il nulla cosmico in "governo del fare". In settimana ci sarà, finalmente un consiglio comunale, ma come al solito anche questa volta sarà mero strumento di ratifiche e prese d'atto, senza un provvedimento o un punto programmatico per la nostra città. D'altronde tutti i punti più importanti ad oggi sono stati proposti dall'opposizione che nonostante tutto prova a dare speranza ad un paese che con questa amministrazione ha raggiunto il punto più basso della sua storia.
Simone Monopoli: Le offese vi caratterizzano. Ancora una volta sottolineo che non potendo parlare di Caivano vi mettete a dare patenti politiche e di democrazia. Inutile sottolineare ancora la mancanza di cultura che certi commenti esprimono: dalle foibe ai gulag il sangue rosso di giovani innocenti si e' per decenni mischiato con il colore della bandiera sovietica. Oggi vi riscopro prive del fuoco di quegli ideali ma con la stessa arroganza e sete di potere. Mettevibl'anima in pace: le elezioni si vincono con i consensi dei cittadini e non sventolando le bandite di un passato del quale non dimostrare nemmeno di essere all'altezza. Lo dimostra il fatto che nessuno di voi oggi era in piazza con me a celebrare quell'Italia di cui vi fate scudo sui social. Rivoluzionari da tastiera.
Antonio Angelino: Appunto perché c'eri tu, la peggiore celebrazione della Liberazione. Un misto di incoerenza e di improvvisazione, di beffe ed ironie silenziose nascoste dalla finta commemorazione, non sei degno e non siete degni di scendere in piazza in un appuntamento così delicato e pieno di significato ideologico. Addirittura volevate evitare di far suonare "Bella Ciao" e solo grazie a qualche buon consiglio avete evitato ( in parte ) l'ennesima figuraccia nel vostro tipico stile. Vergognatevi
Gianluigi Prositto: C era una sola parte giusta e, mi dispiace sindaco, non era la sua...
Ogni regime ha il suo carico di nefandezze. Ma il fascismo italiano è solo vergogna, niente bagliori, nemmeno ideologici. Solo vergogna . Altri regimi non ne abbiamo avuto (per fortuna) e quindi non ci sono paragoni da fare . Da conoscere si, per evitare che si ripresentino (come leghismo, come casa pound, o altro). Su Caivano una sola osservazione. Come fa a imputare a un consigliere di vent'anni questioni politiche di venti anni fa ?! Questo è populismo ! Fa di un'erba un fascio, appunto.
Giovanni Aprovidolo: ma anche il profilo forza italia caivano è gestito dallo staffista? no perché ormai è consuetudine che scrive e si risponde con profili diversi.
Mario Abenante (Movimento Caivano): Ragazzi, aldilà delle ideologie che m, ahimè non campeggiano in nessuno di voi, ma chi ha il coraggio di dire che oggi Caivano non vive nel degrado e agli ordini e per volere del malaffare? Fate un piacere ai caivanesi, andatevene tutti a casa e restituite Caivano ai cittadini onesti. È un consiglio... Perchè fra poco vi manderemo noi a cas
Forza Italia, parla la gola profonda: chi ha voluto accoltellare Giorgia Meloni
"Il centrodestra è stato colto da una sorta di malattia, di virus, come accadde nel '98-99 alla sinistra, quando quelli che avevano vinto le elezioni si frantumarono. Evidentemente ci sono delle ondate cicliche di questo fenomeno". Maurizio Gasparri, sul Tempo affronta la questione della crisi del centrodestra, a partire dal caso Roma. "Sono stati fatti molti errori", ammette il senatore di Forza Italia, "e la colpa non è di una sola persona. C'è da dire che la Meloni ha cambiato cinque posizioni, ha detto no a Marchini, no a se stessa, quando le abbiamo chiesto di candidarsi. Poi ha tirato fuori la Dalla Chiesa che è stata fischiata anche dai suoi. Poi ha detto che andava bene Bertolaso, poi ci ha chiesto di anticipare le consultazioni e la sera che ne è uscito vincitore Bertolaso si è candidata lei. Io mi domando chi comprerebbe un'auto usata da Giorgia? Io no".
Di certo c'è stata una fase, durata fino a sabato 23 aprile, durante la quale sembrava che Forza Italia intendesse convergere proprio su Giorgia, "tanto che Silvio Berlusconi", rivela Gasparri, "ha chiamato Matteoli, responsabile del tavolo delle trattative, chiedendogli di contattare la Meloni per un'ipotesi con lei candidato sindaco e Bertolaso city manager. E c'erano dei margini di accordo" ma poi "nel pomeriggio c'è stata una riunione, alla quale non ho partecipato, durante la quale Berlusconi ha preso la decisione". Ma perché il Cav ha cambiato idea? Persone molto vicine a Berlusconi sostengono che sia stato "il cerchio magico a far fuori la Meloni". Aggiunge un azzurro: "Sono intervenuti alcuni personaggi, il famoso cerchio magico, che hanno fatto cambiare idea a Berlusconi. Gli hanno detto che la sua faccia veniva sfregiata, che lui è l'unico, il più bravo, che non ha bisogno di nessuno. Gli stessi che lo convinsero ad andare a Bologna, e fu un disastro, oggi non lo fanno accordare con la Meloni". Il rischio è che la Meloni "vada al ballottaggio". E senza Forza Italia.
Bechis scava nel passato di Virginia Raggi: il curriculum nascosto della grillina
di Franco Bechis
@FrancoBechis
Il curriculum di Virginia Raggi, candidato sindaco del Movimento 5 stelle a Roma (che tutti i sondaggi danno ampiamente in testa) è assai più ricco di quello che lei con modestia vuole fare apparire. C’è stata qualche polemica sui suoi inizi professionali con uno stage nello studio legale di Cesare Previti, ma come la Raggi stessa ha spiegato, raramente in un curriculum professionale si inseriscono gli stage iniziali, che non sono una vera e propria esperienza di lavoro. Qualche anno dopo però ha avuto una esperienza che raramente si tralascia di indicare, tanto più quando si è giovani e ancora in carriera. La Raggi infatti per poco più di un anno (fra l’aprile 2008 e il settembre 2009) è stata presidente del consiglio di amministrazione di una società, sia pure a responsabilità limitata. Si trattava della Hgr di Roma, nata nell’ottobre 2007 e oggi in liquidazione volontaria. Aveva 20 mila euro di capitale sociale e come oggetto «assunzione di partecipazioni». Quando la Raggi era presidente l’azionista di maggioranza (80%) nonché amministratore delegato della Hdr era una signora ben nota alle cronache dell’amministrazione del comune di Roma di quegli anni: Gloria Rojo. Bella donna, la Rojo è stata per lunghi anni l’assistente di fiducia di Franco Panzironi, braccio destro di Gianni Alemanno e fund raiser della sua fondazione politica, finito poi nei guai con Mafia Capitale. Ma la coppia Panzironi-Rojo era già diventata famosa nelle cronache capitoline per la celebre «Parentopoli» dell’era di Alemanno. La Rojo infatti era una delle 41 assunte di quell’epoca: andò in Ama, come assistente dello stesso Panzironi e per quel motivo dovette uscire da Hgr e interrompere il sodalizio con la Raggi. In Ama la Rojo è poi restata e si è occupata di recupero crediti. Era una esperienza professionale maturata proprio nel periodo con la Raggi. Hdr infatti oltre a controllare una società che gestiva una pizzeria in viale Regina Margherita, a due passi dai Parioli, aveva partecipazioni di minoranza in una serie di società specializzate nel recupero crediti nel settore privato: da Sistemia a una serie di srl regionali, le Creditrend Sicilia, Lombardia, Toscana, Campania ed Emilia Romagna. Facevano tutte un lavoro assai simile a quello di Equitalia. E proprio mentre Rojo e Raggi guidavano la Hdr, il fratello dell’ex assistente di Panzironi, Giuseppe Rojo, era ai vertici di Equitalia Giustizia.
L'agguato rosso in piazza contro Toti. Fischi e insulti: ecco cosa ha detto
Già da quando il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha preso la parola sul palco di Genova per i festeggiamenti del 25 aprile, la piazza di democraticissimi con bandiera rossa al seguito ha cominciato a borbottare. Poco importa se l'ex giornalista Mediaset sia un rappresentante delle istituzioni (quindi qualcuno lo avrà pur votato per essere lì), viene dalla parte sbagliata e per questo merita tutta la disapprovazione preventiva di piazza Matteotti. Ma la situazione è degenerata quando Toti, sul palco con la presidenta della Camera Laura Boldrini, ha toccato le corde più sgradite ad ex partigiani e loro eredi: ha citato il caso dei due marò, accusati dal 15 febbraio 2012 della morte di due pescatori indiani e vittime di un'infinita odissea giudiziaria. Così contro Toti sono partiti fischi e contestazioni. La razione del presidente è amara: "Una cristallina espressione di democrazia, magari non di educazione - ha detto Toti - Diciamo che rappresentano bene le idee. In manifestazioni come queste scivola sempre un pò la frizione. Quando la sinistra che mette la giacca delle istituzioni saprà riconoscere che non ci sono politici e politicanti, ma che le idee quando hanno il voto dei cittadini, hanno tutte una legittimità, allora saremo una grande democrazia e un grande Stato come altre realtà. In quanto ai fischi, ci stanno tutti. Quando si fischiano invece due marò, che sono i figli e i nipoti di quei ragazzi che dopo l’8 settembre hanno garantito la possibilità di essere in piazza oggi, ci si resta male".