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martedì 5 aprile 2016

Pensioni, i cinque più ricchi d'Italia: i vergognosi assegni da 90mila / I nomi

I cinque pensionati più ricchi d'Italia: L'assegno da 90mila, chi sono / I nomi



Il pensionato più fortunato d’Italia? Si chiama Mauro Sentinelli e ha un reddito mensile che nel 2013 ammontava a 91,337 euro al mese. Ingegnere elettronico della Telecom, Sentinelli ha visto anche aumentare le sue entrate da 9024 a 91.337 nei due anni precedenti. Il suo nome  è nella lista stilata da Il Sole 24 Ore e rilanciata dal quotidiano Il Tempo in edicola oggi.  Nessuna indicazione sul secondo più ricco, mentre al terzo posto, nella classifica c’è Mauro Gambaro: ex direttore generale di Interbanca e dell’Inter. La sua pensione? 52mila euro al mese. Al quarto posto Alberto De Petris, ex Infostrada ed ex Telecom, che incassa circa 51 mila euro di pensione al mese. Al quinto posto delle classifica dei super fortiuunati c’è il manager della componentistica elettronica e dei semiconduttori Germano Fanelli che incassa ogni mese poco meno di 51mila euro. La classifica continua ma non si hanno dati precisi. Spunta il nome di Vito Gamberale con una pensione poca sopra i 45mila euro al mese

Spie e veleni, soffiata sulla Boschi: "C'era sempre quell'uomo in giro..."

La deputata grillina: l'uomo del legislativo della Boschi era sempre in commissione



La grillina Mirella Liuzzi, deputata lucana, è stata la prima ad accorgersi dell'emendamento "Tempa Rossa". Intervistata dal quotidiano La Repubblica, la parlamentare 5 Stelle si dice arcisicura che il ministro Maria Elena Boschi fosse a conoscenza dell'emendamento: "Il capo del legislativo della Boschi era sempre in commissione, tanto che lo abbiamo anche fatto allontanare. L'ho detto quando lo hanno blindato all'interno della Legge di Stabilità: volevano fare un favore alla Total".

L'ULTIMO COLPACCIO Piersilvio ora gode: chi strappa alla Rai

L'ultimo colpaccio di Piersilvio Berlusconi Chi strappa alla Rai: tutti i dettagli



Si annuncia come l'evento della prossima stagione. Che Mediaset stesse puntando su Adriano Celentano si mormorava da tempo, ma adesso emergono i dettagli dell'accordo tra l'azienda di Piersilvio Berlusconi e il Molleggiato. Un ritorno in grande: tredici prima serate su Canale 5. L’accordo tra il Clan e Alessandro Salem, direttore generale dei Contenuti che ha carta bianca da Piersilvio Berlusconi, è ormai definito, scrive CaveVisioni, il sito di Maurizio Caverzan.

Restano da perfezionare solo pochi dettagli, ma quel che è certo è che Adrian, il travagliato fumetto autobiografico dal sapore ecologista-rock, in un primo tempo progettato per Sky e poi, dopo numerosi slittamenti, divenuto oggetto di causa legale tra la tv di Murdoch e lo stesso Clan, andrà in onda dal febbraio prossimo su Canale 5.

Ma la vera notizia è un'altra: Adriano non andrà in onda da solo, ma sarà accompagnato dal Molleggiato in carne e ossa. Per tredici serate, quanti sono gli episodi, Celentano realizzerà uno show inedito, all’interno del quale si svilupperà la storia del fumetto disegnato da Milo Manara (scritto con la collaborazione del grande Vincenzo Cerami) e musicato da Nicola Piovani. Insomma, i sermoni di Celentano, che hanno fatto registrare in Rai record assoluti di ascolti e di polemiche, potrebbero tornare in televisione dalla primavera del 2017. E questo, a tutti gli effetti, è un evento. Televisivo e non.

lunedì 4 aprile 2016

TERREMOTO NEL PD L'intervista - Confessione del big a Telese: l'accusa terribile a Renzi

Terremoto nel Pd, il big si ribella. Renzi e il petrolio, l'accusa terribile


intervista a cura di Luca Telese



Presidente, l'ha stupita l' intercettazione della Guidi?
«Per nulla».

Perché?

«Non è un episodio isolato o un frutto del caso. È una intercettazione che nasce da una scelta politica sbagliata».

Addirittura?

«Sì. Non a caso noi la combattiamo da mesi».

Perché?

«La mia tesi è facilmente dimostrabile mettendo in fila tutto quello che è accaduto».

E cosa è accaduto?

«C' è stato un regalone del governo ai signori del petrolio».

«Regalone ai petrolieri» è una frase che fa venire in mente le manette.

«Per nulla. Non parlo di fattispecie giudiziarie, non so e non voglio nemmeno sapere cosa c' è dentro l' inchiesta».

Su cosa si basa il suo giudizio, allora?

«Sulle scelte politiche compiute dal governo e messe nero su bianco con il decreto Sblocca italia, che io da ora per comodità chiamerei direttamente lo "sblocca-trivelle". Così almeno i cittadini capiscono a cosa serviva».

Michele Emiliano, governatore sulla Puglia, è un politico che ama dare battaglia. Ho iniziato a raccontare di lui quando, da magistrato, si candidó a sindaco di Bari. Di solito la politica triturava i non professionisti - soprattutto a sinistra - mentre lui riuscì ad essere eletto, portare a termine il secondo mandato, diventare segretario regionale del Pd e poi presidente di Regione. Mesi fa, quando nessuno lo considerava importante, Emiliano intuisce l' importanza dei quesiti No-triv e diventa uno degli animatori principali della campagna referendaria. Lavora in sordina, non ha timore di mettersi contro il governo che era espressione del suo stesso partito, costruisce la coalizione di nove regioni in cui ci sono i principali governatori di destra e di sinistra. Sfida il muro della noncuranza dei media, e adesso che lo inseguono testate di ogni segno e colore riscuote le cambiali del suo investimento politico. Tutti dicono che la scommessa lo incorona come oppositore di Renzi. Lui, come leggerete tra poco, nega. Ma in politica, negare, non sempre è una smentita. Nel suo j' accuse contro il governo, Emiliano accusa Renzi di essere al servizio delle lobby del petrolio. Nessuno, nel Pd, si era mai spinto così oltre.

Emiliano, cosa cambia dopo il Guidi-gate?

«C' è la possibilità di una presa di coscienza».

Cioè?

«Bisogna andare a votare tutti il 17 aprile».

Perché?

«È in ballo l' eliminazione di un regalo scandaloso ai petrolieri».

Lei sta facendo a Renzi un' accusa durissima.

«Una critica politica».

Essere lo strumento di lobbies economiche???

«Il Pd dovrebbe dare priorità alle esigenze dei cittadini».

I critici del referendum dicono che il quesito non decide nulla.

«Balle. Il referendum è stato uno strepitoso successo. I quesiti, che erano sei, hanno già vinto, perché hanno costretto Renzi a riscrivere la legge per disinnescarli».

Ne è rimasto solo uno.

«Però è di importanza vitale. Il governo Berlusconi, e poi Monti, avevano vietato le ricerche e le estrazioni entro le 12 miglia dalla costa».

E poi?

«È stata introdotta una deroga per le richieste già avanzate. Poi Il Mise, il ministero della Guidi, lavora su questa norma e tira fuori una mostruosità: solo in Puglia 12 richieste di estrazione al largo. Tra gli orrori che questa norma avrebbe partorito c' era una piattaforma al largo di Polignano a mare. Ma si rende conto? Come se mettessero una raffineria davanti a Copacabana».

E lei cosa ha fatto?

«Ho cercato il ministro. Ma la Guidi, su questo tema, si è rifiutata di incontrare sia me che gli altri governatori».

Non le ha mai risposto?

«Mai. Un comportamento di una gravità inaudita».

Lei parlava con qualcuno.

«Con la sottosegretaria Vicari. Un giorno ci lasciammo con un appuntamento: ci vediamo tra una settimana con il ministro. Sparita».

Continui il racconto.

«Lo Sblocca Italia è stato concepito nel ministero con la logica e i modi che ho illustrato, però - dal loro punto di vista - fanno un errore enorme».

Ossia?

«Il testo che avevano preparato non conteneva le norme per imporre le "opere connesse"».

Cioè?

«Si accorgono - per esempio - che a Tempa Rossa non possono fare quello che vogliono senza passare per le regioni. Le compagnie insorgono, non vogliono impicci».

È così che nasce l' andamento Guidi-Gemelli.

«Era un emendamento per fregare la Puglia. Fu concepito quella notte, in quel modo, e - giustamente - Vendola lo impugnó subito davanti alla Corte Costituzionale».

Così provate la via dei quesiti.

«Quando noi facciamo il referendum il governo cerca disperatamente di scongiurare il voto».

È diventato un massimalista ambientalista, Emiliano?

«Per nulla. Sono un pragmatico non ideologico che fa quello che ritiene il meglio per la sua regione». Cioè bloccare tutto?

«Bloccare quello che è sbagliato». Mi faccia un esempio.

«Provo a immaginare l' impatto ambientale del gasdotto che deve collegare Taranto a Viggiano».

È contrario al gasdotto?

«Non in linea di principio. Ma di certo se si pretende di farlo senza che la regione sappia né come, né dove né quando sarà costruito».

Ma in quale caso lei direbbe sì?

«Non sono un uomo che decide in nome delle ideologie. Ad esempio, se in cambio si pagasse la bonifica dei siti contaminati. Certo non gratis per aiutare i petrolieri».

Chi difende il decreto obietta che c' è un interesse strategico nazionale.

«L' attività estrattiva equivale al 10% del fabbisogno. La differenza di costo fra quello che compriamo all' estero e quello che compriamo in Italia non c' è. Il petrolio italiano lo paghiamo a prezzo di mercato. Però le compagnie pagano royalties moderate».

Bisognava alzare le tariffe?

«Io so che finché c' era la Guidi avevano una ministra che non ragiona come uno statista ma come una imprenditrice della Ducati energia».

È una sua impressione?

«No, è quello che lei stessa scrive al Corriere della sera, spiegando che le regioni sono solo impicci e seccature».

Lei voleva assecondare i no di principio?

«In Francia, non in Africa, per queste opere è prevista una procedura di dibattito pubblico sul territorio».

Quindi meglio che la Guidi non ci sia più?

«Dal punto di vista politico è un bene: adesso serve un' idea diversa».

E Renzi?

«Si è dovuto rimangiare le trivellazioni nelle 12 miglia».

E poi?

«Il titolo unico secondo cui il governo faceva questo altro favore ai lobbisti: se io ti do il permesso di ricerca ti devo dare automaticamente anche il permesso di estrazione se trovi il petrolio».

Dicono che chi investe tanto deve avere certezze.

«Se assumi il punto di vista del petroliere. Se hai quello dei cittadini, devi capire se era utile o dannoso, se costa tanto o poco. No?».

Come sono i rapporti col premier?

«Con Renzi non ho mai parlato da quando sono presidente della Regione».

Non ci credo.

«Giuro. Con tutti i ministri ho sempre avuto ottimi rapporti. Con lui da otto mesi silenzio».

Se lo sentisse stasera cosa gli direbbe?

«Bisognerebbe anzitutto lanciare una legge sulle modalità di partecipazione dei territori alle scelte strategiche».

Per farlo star male?

«Di fronte a questa ira di Dio che è stato lo Sblocca Italia serve un segnale».

Faccio un altro test. Il gasdotto Tap non lo vuole vero?

«Dipende. Se il gasdotto servisse a finanziare la bonifica della diossina dell' area dell' Ilva...».

Non lo vuole.

«Possiamo decidere dove deve arrivare? Discuterlo con chi lo fa? A che condizioni?».

Mi faccia un esempio.

«Vorrei avere una parte di fornitura a costo calmierato per riconvertire e sostenere le industrie. Sono cose che si fanno in tutto il mondo, dove non c' è subalternità agli interessi».

Pensa di perdere o vincere?

«Vinceremo in tutta Italia. Non so se raggiungerà il quorum. Spero di sì».

Dicono che questa battaglia Emiliano la fa per diventare leader.

«Non ho mai preso iniziative autonome. Sono stato avviato a questa vicenda dal presidente della Basilicata Pittella, Renziano doc».

Ha scelto lei?

«Ha votato il Consiglio regionale della Puglia all' unanimità».

Non è una sfida per la leadership del Pd?

«Sono l' unico tra quelli che hanno votato Renzi che in questo momento non ha una relazione politica con lui. Ma le istituzioni vengono prima delle ambizioni e delle beghe di partito».

Lei lo critica da quando ha disertato la Fiera del Levante per andare a vedere la Pennetta in America.

«Eravamo tutti contenti per quella finale, io ho solo detto che ero obbligato a stare in fiera. Vero, peraltro».

Non pensa che le sue critiche dispiacciano a Renzi?

«Non so se ci rimane male, ma non importa: l' articolo 97 della Costituzione che definisce il principio di imparzialità vale per me come per lui».

Il Pd ha un problema di rapporto col Sud?

«L' Italia ha un problema con il Sud».

Si sente un capopopolo?

«Mi circondo di bastian contrari che mi vogliono così bene da dirmi di no, quando non sono d'accordo. È una ricchezza».

Cosa pensa dell' alleanza con Verdini?

«Ringraziando Dio non ho il problema di Verdini».

Cosa la preoccupa di più?

«Se i petrolieri sono liberi di decidere loro quando chiudere i pozzi. Bisogna spendere decine di milioni di euro, e se non li obblighi loro non lo fanno».

Ma le pare normale che sei governatori del Pd siano contro il premier dello stesso partito.

«Questo fa parte della nostra tradizione. È una nostra ricchezza».

Sono le ore decisive per la Boschi Svolta nell'indagine: mossa dei pm

Rifiuti e petrolio, i pm di Potenza partiti per Roma: sentiranno Boschi e Guidi



Il programma originario della giornata prevedeva lo svolgimento dei primi interrogatori di garanzia relativi all'inchiesta su rifiuti e petrolio. Invece, il procuratore aggiunto Francesco Basentini e la pm Laura Tirassi stamattina hanno deciso di cambiare i loro piani. Non si sa se "solleticati" dall'intervento televisivo di ieri del premier Matteo Renzi o, comunque, per dare seguito immediato alle loro intenzioni e lasciare minor spazio possibile alle speculazioni politiche. Hanno chiamato le auto di servizio e dal tribunale di Potenza sono partiti per Roma, dove sentiranno, come annunciato, il ministro dei Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi e l'ex collega allo Sviluppo economico Federica Guidi. Le audizioni, che erano state annunciate per la settimana in corso, sono dunque state anticipate.

Caivano (Na): Esclusiva / Antonella Castricato: "Ci hanno lasciati soli, completamente abbandonati"

Caivano (Na): Esclusiva / Antonella Castricato: "Ci hanno lasciati soli, completamente abbandonati"


di Gaetano Daniele 


Antonella Castricato
Figlia di Pasquale Castricato
l'eroe di Via Puccini ancora ricoverato in Ospedale 

Ore 11.00 circa, riceviamo una telefonata da Antonella Castricato, la figlia di Pasquale, l'eroe di Via Puccini, da pochi giorni uscito dal Coma, ma ancora ricoverato in prognosi riservata all'Ospedale Bufalini di Cesena. La situazione è delicata. Dallo scoppio del 25 Marzo scorso, sono rimaste coinvolte diverse famiglie, oltre alle attività commerciali ubicate sotto lo stabile. Danni incalcolabili. Antonella Castricato è la figlia di Pasquale, una ragazza madre, e può contare solo sulle sue forze, e dopo l'accaduto, si è sentita cadere il mondo addosso, sperava in un aiuto da parte del Comune, del Sindaco Monopoli, non solo economico, ma anche psicologico, morale ed umano. Quello che secondo Antonella Castricato è venuto a mancare nettamente. 

Sig.ra Castricato, cos'è successo stamattina negli uffici comunali preposti? 

Come da appuntamento mi sono recata con mio zio dalla dott.ssa Damiano e dalla dott.ssa Ponticelli, perchè credevo di poter contare almeno su un aiuto psicologico, umano. Aldilà di un supporto economico, che dopo quanto accaduto poteva essere incisivo, anche nelle piccole spese ordinarie. 

Cosa le hanno detto?

Pensavo di trovare conforto ed una spalla, invece ho trovato completi estranei, a tratti anche agguerriti. 

Cioè?

Mi hanno detto che stavano cercando di contattare l'Ospedale Bufalini di Cesena per capire se avevano delle convenzioni dove mandare appunto i familiari che provenivano da Paesi lontani. Ma che da diversi giorni non trovavano sponda, e quindi non sono riusciti a sapere nulla. 

Continui. 

Sì, poi mi hanno detto che loro non potevano aiutarmi economicamente, nell'ufficio c'era anche una consigliera comunale, ora con precisione non ricordo bene il nome, pare la consigliera Fusco, o qualcosa del genere, e mi hanno detto che oltre ad un biglietto del treno di andata e ritorno non potevano darmi, e che io non dovevo speculare sull'accaduto. 

E' sicura di quello che dice? Ci sembra strano che una dirigente ed una consigliera, dopo quanto accaduto, invece di stare vicino alle famiglie coinvolte nel disastro, aldilà dell'aspetto economico, possano dire quanto. 

Sì, sono sicurissima, anzi, con me c'era anche mio Zio, gli animi si sono anche un pò accesi, siamo ancora scottati da questa situazione assurda, ma non finisce qui, addirittura alludevano a strane invenzioni da parte mia, come se quanto accaduto il 25 marzo fosse una mia invenzione, oppure il Coma di mio padre sia una cosa da nulla. Ma come faccio ad andare a Cesena a spese mie? Ho finalmente intascato dopo circa 3 mesi, 600 euro. Ho delle responsabilità, ho dei figli da crescere. Mia mamma è da me, cammina ancora male, ed è soprattutto ancora scossa da quanto accaduto. Non vede il marito dal 25 marzo scorso, io non vedo mio padre dal 25 marzo scorso. Vorremmo correre da lui, vederlo, capire come sta da vicino. Comprendo che i problemi sono di chi li ha, ma non si può dire quello che ho ascoltato io stamattina. L'unica cosa che possono fare è offrirmi solo un biglietto del treno. Solo uno. Mi sento sola. Gli unici che mi hanno aperto la porta sono Francesco Emione e Luigi Sirico, pur non avendoli mai conosciuti prima del disastro. E non posso non dirlo anche in una situazione del genere per paura che venga strumentalizzata dai media, purtroppo è la verità, e non posso non dirlo. Non so che fare. 

Il nome del dopo-Renzi? C'è già Bisignani: "Vi dico chi è e perchè"

Luigi Bisignani: "Sarà cantone a far fuori Renzi a Palazzo Chigi"



Si scalda Raffaele Cantone, alle spalle di Matteo Renzi. A dire che l'uomo-tuttofare contro la corruzione sia il prossimo inquilino di Palazzo Chigi, è Luigi Bisignani. Il faccendiere-scrittore, autore di best-seller come "L'uomo che sussurrava ai potenti", lo scrive in un editoriale che compare ieri 3 aprile sul quotidiano "Il Tempo". L'ascesa di cantone sarebbe l'inevitabile conseguenza, secondo Bisignani, di quel "'triangolo delle bermuda' tra politica magistratura e media che da oltre vent'anni è una anomalia solo italiana. Renzi ha avuto più di una occasione per cambiare le cose e nel caso-Guidi avrebbe dovuto dire basta alla gogna mediatica che guarda caso arriva sempre in momenti politicamente delicati" scrive Bisignani. "Sarebbe stata una svolta di civiltà, invece ha preferito giocare come sempre da furbetto e allora aspettiamoci il prossimo audio carpito, magari proprio con la sua voce, per avviarci, non sia mai, verso un governo dei giudici. Con un magistrato come Raffaele Cantone che si scalda già in panchina per una autentica repubblica a democrazia telefonica".