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martedì 31 gennaio 2017

Strage in Canada, sberla di Luttwak La lezione finale sul terrore islamico

Strage in Canada, sberla di Luttwak. La sua lezione sul terrore islamico



Donald Trump non sta facendo altro che rispettare le sue promesse elettorali. Sull'operatore del presidente americano Edward Luttwak non ha il minimo dubbio e anzi punta il dito contro l'indignazione che diversi capi di Stato hanno manifestato dopo la decisione degli Stati Uniti di bloccare alla frontiera gli immigrati di sette stati islamici. Il politologo se la prende con il premier canadese Trudeau, il francese Hollande, la Merkel e "i buonisti italiani" e attacca: "Cos'altro si aspettavano? Trump sta realizzando l'agenda per la quale è stato eletto".

Punto per punto, Trump sta smantellando la riforma sanitaria di Barack Obama e sta mettendo in atto la sua strategia contro la delocalizzazione dell'industria americana: "E già ha avuto il consenso dei tre giganti dell'automobile. In Michigan - ha ricordato al Giorno - sono stati recuperati decine di migliaia di posti di lavoro. Aveva detto che avrebbe ricostuito le infrastrutture, ponti, strade, energia, eccettera".

Le polemiche più violente si sono scatenate contro Trump sul tema dell'immigrazione, con il blocco per i Paesi arabi a rischio, negando però l'ingresso anche a chi aveva un visto valido: "Quei visti erano stati concessi da Obama e Trump in campagna elettorale l'aveva criticato per la mancanza o l'inadeguatezza dei controlli preventivi". Che ci fossero terroristi tra gli immigrati autorizzati non è possibile dirlo, ma Luttwak ha più di un dubbio: "Quel che so è che Barack Hussein Obama aveva addirittura autorizzato ponti aerei per portare migliaia di somali musulmani negli Stati Uniti".

Non c'è da sorprendersi per il comportamento di Trump, sostiene Lutwak, chi lo è semplicemente si aspettava che facesse come tutti i politici, rimangiandosi le promesse fatte: "Non è un politico, è stato eletto in nome dell'antipolitica. Dunque fa il contrario di quello che avrebbe fatto qualsiasi altro al suo posto. Voglio dire che un altro, dopo avere cavalcato la rabbia e la frustrazione della cosidetta pancia elettorale, si sarebbe riscoperto un volto moderato e dunque sarebbe sceso a compromessi".

La strategia di Trump si muoverebbe ora in quattro fasi, con lo spirito sempre vivo della campagna elettorale appena conclusa: "La prima fase è una rigorosa selezione dell'immigrazione dai Paesi del Medio Oriente. La seconda è la deportazione di 220 mila condannati per reati vari. La terza è la costruzione del muro. La quarta fase, una volta chiusa la frontiera a sud, è la legalizzazione dei clandestini già presenti in territorio americano. Di coloro che hanno pagato le tasse e la sociel security. Avranno la green card. Non meno di 10 milioni. Tutti pronti in futuro a votare per Trump".

Le proteste dei sindaci e le denunce internazionali non smuoveranno di un millimetro la marcia trumpiana, secondo Luttwak: "Non se ne cura. Non vuole che gli Usa facciano la fine dell'Europa. Ritiene difficile se non impossibile l'integrazione dei musulmani osservanti".

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