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venerdì 1 aprile 2016

ORA TOCCA A LEI? Dopo la Guidi, la Boschi? Perché può davvero saltare

Dopo la Guidi, tocca alla Boschi? Perché adesso il ministro può davvero saltare



Travolta da un'intercettazione telefonica, l'ormai ex ministro Federica Guidi, a tempo record, ha rassegnato le dimissioni. Lei parla di "buona fede", ma la "spintarella" all'emendamento che tanto serviva al suo fidanzato (ora indagato) nell'ambito del caso Tempa Rossa, almeno stando agli atti dell'inchiesta, pare troppo evidente per evitarle di capitolare. Ed è curioso notare come, subito dopo il passo indietro, nelle reazioni delle opposizioni in un qualche modo nel mirino ci finisca Maria Elena Boschi, lambita dal caso poiché citata nelle intercettazioni ("la Boschi è d'accordo") e, soprattutto, più che lambita dal recente caso di Banca Etruria, l'affare di famiglia per il quale, però, non ha mollato lo scranno al dicastero delle Riforme.

Per esempio, Giorgia Meloni attacca su Twitter, dove scrive: "Prendiamo atto delle dimissioni del ministro Guidi. Un gesto doveroso che dovrebbe servire da esempio a qualche altro esponente del governo". E chi ha orecchie per intendere, intenda. Dunque si fa sentire Gaetano Quagliariello, con un messaggio "criptico" piovuto sempre su Twitter. "Per la seconda volta: Renzi ricordi per quale motivo ha chiesto le dimissioni della Cancellieri e ha fatto dimettere Lupi. #statesereni", ha cinguettato il senatore. Dunque Raffaele Fitto: "Dimissioni Guidi inevitabili. Governo non pensi di cavarsela così. Vicende politicamente opache in più settori", e anche qui ogni riferimento non è puramente casuale.

Non poteva mancare il - durissimo - intervento di Beppe Grillo, secondo il quale "le dimissioni del ministro Guidi sono un’ammissione di colpa, dimostrano il coinvolgimento del ministro Boschi e del Bomba che fanno l’interesse esclusivo dei loro parenti, amici, delle lobby e mai dei cittadini. Devono seguire l’esempio della Guidi e dimettersi subito: la misura è colma. Che altro deve succedere perché si schiodino dalla poltrona questi abusivi non eletti da  nessuno? I cittadini vengono prima dei papà banchieri indagati e dei compagni petrolieri. Basta battute, basta supercazzole, basta balle", conclude Grillo sul suo blog.

Fendenti contro il governo arrivano anche da Arturo Scotto, capo dei deputati di Sinistra italiana: "Le dimissioni della ministra Guidi sono un atto dovuto. Ma un problema resta: il conflitto d'interessi è la cifra prevalente di questo governo. Serve un chiarimento parlamentare".

Riuscirà il ministro Boschi a resistere a questo nuovo assedio e al fatto che il suo nome sia stato tirato in ballo anche in questo "fattaccio"? Per inciso, anche secondo Dagospia, "lei è la prossima"...

giovedì 31 marzo 2016

Attico di Bertone, il Vaticano si muove: i due indagati (e la lettera del cardinale)

Attico di Bertone, il Vaticano si muove: i due indagati (e la lettera del cardinale)



Il "pasticciaccio" dei lavori di ristrutturazione dell’appartamento del cardinale Tarcisio Bertone, già segretario di Stato, avrà un risvolto giudiziario in Vaticano. La Sala Stampa della Santa Sede conferma quanto scritto dal settimanale L’Espresso: i giudici vaticani hanno aperto un’inchiesta sull’attico di Tarcisio Bertone, e hanno iscritto nel registro degli indagati due persone: Giuseppe Profiti, ex presidente del Bambin Gesù e manager vicinissimo al cardinale, e l’ex tesoriere Massimo Spina.

Secondo L’Espresso, "l’istruttoria penale è scaturita dalle rivelazioni del saggio Avarizia, di Emiliano Fittipaldi. I giudici, scrive il settimanale, "ipotizzano reati gravissimi: peculato, appropriazione e uso illecito di denaro". E avrebbero già trovato i riscontri documentali che dimostrano che i lavori di ristrutturazione dell’appartamento sono stati pagati dalla Fondazione dell’ospedale pediatrico "Bambin Gesù".

Ma c’è anche un altro risvolto inquietante: Bertone, nel carteggio, sostiene di aver pagato anche lui alcune fatture relative ai lavori. Se fosse vero bisognerebbe capire allora dove sono finiti i soldi dell’ospedale vaticano. È noto che il cardinale Bertone ha anche restituito una somma importante al Bambin Gesù sotto forma di donazione: 150 mila euro. 

Travolta dallo scandalo, si dimette Guidi addio: il governo è all'angolo

Travolta dallo scandalo, si dimette. Federica Guidi addio: il governo è all'angolo



Federica Guidi si è dimessa. Il ministro dello Sviluppo Economico, con una lettera inviata al premier Matteo Renzi e diffusa dal Mise, annuncia il passo indietro a tempo record. Solo poche ore fa era emersa un'intercettazione telefonica in cui l'ormai ex ministro rassicurava il fidanzato, Gianluca Gemelli, circa l'approvazione di un emendamento alla Legge di Stabilità con cui è stato dato il via al progetto di estrazione petrolifera Tempa Rossa. Un'opera contestatissima dalle associazioni ambientaliste e molto "utile" al fidanzato del ministro, che ora è indagato dalla procura di Potenza.

"Certa della buona fede"  - "Caro Matteo - ha scritto la Guidi -, sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati - si legge nella lettera - due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese".

La telefonata e la Boschi - Nell'ambito dell'inchiesta che coinvolge Gemelli sono state arrestate cinque persone: quest'ultimo, emerge dagli atti, era interessato a sbloccare l'operazione Tempa Rossa, gestita da Total. Secondo l'accusa, dopo l'ok all'operazione, le aziende di Gemelli avrebbero guadagnato circa 2,5 milioni di euro di subappalti. Della vicenda, l'uomo ne parlava al telefono con la Guidi, che lo rassicurava: "Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se... è d'accordo anche Mariaelena la... quell'emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte... Rimetterlo dentro alla legge... con l'emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa... ehm... dall'altra parte si muove tutto!". Il compagno le chiede se la cosa riguardasse i suoi amici e il ministro gli risponde: "Eh certo, capito? Per questo te l'ho detto".

Caivano (Na): Crollo di Via Puvccini le critiche all'amministrazione

Caivano (Na): Crollo di Via Puvccini le critiche all'amministrazione


di Angela Bechis

Gaetano Daniele
Amministratore il Notiziario sul web

Lo scorso 25 Marzo, alla vigilia di Pasqua, intorno alle 20.15, da cause ancora da accertare, pare per una fuga di gas, uno scoppio distrugge tutto il primo piano di un palazzo sito in Via Puccini angolo Corso Umberto I. Fortunatamente l'esito è di 4 feriti di cui uno ancora in prognosi riservata, dove appunto la comunità caivanese ha fatto quadrato e prega per Pasquale Castricato, ormai definito l'Eroe di Via Puccini, che attirato dalla voce di una donna anziana al primo piano, si è subito precipitato a soccorrerla, e dopo pochi minuti lo scoppio tremendo che lo ha preso in pieno. Poteva essere una strage. Il comune secondo Lei ha offerto la giusta collaborazione? 

Da una prima ricostruzione pare che il Sindaco Monopoli abbia messo a disposizione per gli sfollati l'Hotel il Roseto. 

Proprio in quei giorni ci sono state però anche delle lamentele, è vero? 

In effetti, le famiglie coinvolte anche quella dell'eroe Castrigato, pare non abbiano ricevuto la giusta vicinanza. Sì, è vero, il Sindaco ha messo a disposizione l'Hotel il Roseto, ma una situazione cosi grave e disagiata non la tappi solo con l'alloggio. 

Cioè?

Assistenza psicologia, sostegno morale, e perchè no, anche un aiuto economico affinchè le famiglie coinvolte ritornino alla normalità.  

Il Sindaco Monopoli sulla sua pagina Facebook annuncia di aver fatto tantissime cose. 

Il Sindaco Monopoli sulla sua pagina Facebook e sui giornali dei suoi amici può scrivere ciò che vuole, quello che conta sono i fatti, e al momento dicono il contrario. I proclami non servono a nulla. Restando in tema Facebook, anch'io ho letto che Julie News ha promosso Monopoli, ma lei sa chi è il direttore di Julie News? glielo dico io, Giovanni De Cicco. E sa chi è Giovanni De Cicco? e anche questo glielo dico io, il Capo di Staff di Monopoli. Ora secondo lei questa notizia è credibile? Un pò come se io scrivessi sul mio blog che Daniele è il più bello del mondo, secondo lei sarei credibile? 

La Giunta?

Ecco, la Giunta, se la Giunta fosse stata tutta di Caivano, soprattutto l'assessore alle politiche sociali, avrebbe sentito sulla sua pelle l'incidente accaduto in Via Puccini, viceversa, le famiglie in questione non hanno ancora visto l'assessore alle politiche sociali. Qualsiasi cosa succede a Caivano, si vede solo il Sindaco Monopoli, che ormai ha assunto il ruolo di prima donna, pur non avendo le capacità in ambito gestionale. 

Può essere mai nessun politico oltre al sindaco Monopoli si è fatto avanti?

Purtroppo la situazione è delicata, potrebbe essere fraintesa o addirittura strumentalizzata, ma corro il rischio, se proprio vuole sapere la verità, alcuni giorni fa vengo contattato dal Luigi Sirico PD, e da Francesco Emione (Liberi Cittadini), mi chiedono come arrivare alla famiglia Castricato, una delle famiglie più colpite dalla catastrofe 25 Marzo. Mi chiedono con riservatezza di far recapitare i loro numeri di cellulare alla moglie di Pasquale Castricato, e oltre ai numeri di telefono di riportare un messaggio forte e chiaro, e cioè di dire alla famiglia Castricato di telefonare in qualsiasi momento e per qualsiasi necessità, e di poter contare sul loro appoggio e sulla loro solidarietà, sempre, ma quello che ci tenevano a precisare, che sotto il profilo umano mi ha commosso, e che lo facevano non in quanto politici locali, ma come fatto umano nei confronti di una loro concittadina. Queste sono le risposte che la comunità caivanese vuole vedere. 

Lei è riuscito a far recapitare i numeri di telefono di Emione e Sirico alla famiglia Castricato?

Si!

Si sente di aggiungere altro? 

Più fatti e meno proclami su Facebook. 

ULTIM'ORA: Arrestato il sindaco di centrodestra

Arrestato il sindaco di Tagliacozzo




I carabinieri del Comando provinciale dell'Aquila hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare nei confronti del sindaco del Comune di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa (eletto nel 2011 con una lista civica di Centrodestra), di un amministratore di un tecnico e di un imprenditore. Dodici in tutto gli indagati. Il provvedimento e' stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avezzano, Maria Proia, a conclusione di una lunga ed articolata attivita' di indagine, in ordine ai reati di tentata concussione, turbata liberta' degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, falsita' ideologica commessa dal pubblico ufficiale ed altro. Oltre al sindaco i destinatari del provvedimento, richiesto dal pubblico ministero Roberto Savelli, sono il responsabile dell'ufficio tecnico del comune di Tagliacozzo, Gianpaolo Torrelli, di Celano, l'architetto Carlo Tellone e l'assessore alla Cultura Gabriele Venturini. Il primo cittadino e' stato rinchiuso nel carcere di Avezzano, mentre agli altri sono stati concessi i domiciliari. Gli altri indagati sono invece il vicesindaco Angelo Poggiogalle, l'assessore Antonio Amicucci, l'ex segretario comunale Giampiero Attili, Franco Pasquini concessionario dell'ippodromo, Anna Calzetta dell'ufficio urbanistica, Antonio Mastroddi e Luigi Mastroddi. Sottoposti a divieto di esercitare l'attivita' di impresa Angelo Di Marco, Giancarlo Bonifaci, Maurizio Palmeggiani, Alessandro Di Michele e Mauro Volpe di Barisciano. L'inchiesta della Procura di Avezzano riguarda appalti pubblci, gare, organizzazione e patrocini ad eventi. Tra queste il Festival di Mezza Estate e il raduno motociclistico in piazza dell'Obelisco. I carabinieri piu' volte avevano acquisito a Palazzo di citta' atti riguardanti queste tematiche. I carabinieri hanno depositato in Procura anche gli atti relativi alla scuola da realizzare "con urgenza" negli edifici dell'ex Pretura, e l'affidamento alla srl Carrera, che ha in gestione fino al 2035 l'ippodromo dei Marsi. E poi gli atti relativi all'affidamento dell'incarico di progettazione dei lavori della scuola elementare "Bevilacqua", quelli relativi all'affidamento dell'incarico di progettazione dei lavori di ampliamento del cimitero di Tremonti. Nella notte tra l'11 e il 12 febbraio scorsi sotto l'abitazione del sindaco erano state incendiate le sue tre auto di famiglia. L'episodio desto' molto scalpore anche tra la cittadinanza che partecipo' in massa ad una manifestazione pubblica indetta dallo stesso Comune. I dettagli dell'inchiesta saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa, tenuta dal Procuratore della Repubblica di Avezzano Andrea Padalino, che avra' luogo alle 11 al Comando Compagnia dei carabinieri di Tagliacozzo

Lo schiaffone dell'India all'Italia: cosa dovrà fare adesso Girone

L'India risponde picche all'Italia: il rientro di Girone "inammissibile"



La richiesta italiana di far rientrare Salvatore Girone dall’India è "inammissibile" e ha "carattere tendenzioso". Lo si legge nel lungo documento inviato dai rappresentanti di Nuova Delhi alla Corte d’arbitrato internazionale dell’Aja alla fine di febbraio, reso pubblico oggi.  A quella che Nuova Delhi definisce "inammissibilità" viene dedicato l’intero terzo capitolo del documento indiano, da pagina 26 a 46, che ripercorre nei dettagli la richiesta dell’Italia. Nel breve capitolo successivo, a pagina 47 e 48, si parla di "carattere tendenzioso" della domanda di Roma. Oggi è stata resa pubblica anche la richiesta italiana, firmata dall’ambasciatore Francesco Azzarello, che agisce in qualità di agente di Roma all’Aja: a pagina 33 di questo documento si chiede di "permettere il ritorno in Italia del sergente Girone, sotto la responsabilità delle autorità italiane".

Caso Regeni, spunta lettera anonima "Giulio è stato ucciso perché faceva..."

Lettera anonima all'ambasciata italiana: Regeni coinvolto in traffico di reperti archeologici


Depistaggi, false informazioni, ammissioni e smentite. C'è stato di tutto nella tristissima vicenda della morte al Cairo di Giulio Regeni. E ora pure una lettera anonima. E' quella che è arrivata nelle scorse ore presso l'ambasciata d'Italia nella capitale egiziana. C'è scritto, in quella lettera, che il ricercatore italiano scomparso e poi trovato morto era coinvolto in un traffico di reperti archeologici e che, dunque, sarebbe stato ucciso in relazione a questa sua attività illecita. Secondo gli inquirenti italiani, che precisano di non voler dare comunque seguito a segnalazioni anonime, il contenuto della lettera sarebbe privo di fondamento.