Si fondono Repubblica e La Stampa. Agnelli addio: chi prende il Corriere
Rivoluzione (annunciata) nell'editoria italiana: nasce ufficialmente l'alleanza tra le famiglie Agnelli, De Benedetti e Perrone, in una maxi-fusione che interessa i quotidiani Repubblica, La stampa e Il Secolo XIX. Il Gruppo Espresso, Fiat Chrysler e la Itedi della famiglia Perrone hanno infatti firmato un memorandum d’intesa "finalizzato alla creazione del gruppo leader editoriale italiano", dove una quota del 20% del mercato domestico, e "uno dei principali gruppi europei nel settore dell’informazione quotidiana e digitale" attraverso la fusione per incorporazione di Itedi nel gruppo Espresso. Questo è quanto si legge in un comunicato, dove si mette in evidenza come il Memorandum sia vincolante per entrambe le parti (si prevede che accordi definitivi relativi all'operazione vengano sottoscritti entro il 30 giugno 2016).
Cir manterrà il controllo del gruppo editoriale, che nascerà dalla fusione per incorporazione di Itedi, che è la società editoriale a cui fanno capo La Stampa e Il Secolo XIX, nel gruppo Espresso, proprietario di Repubblica. La holding dei De Benedetti avrà "una quota superiore al 40%" della società, che resterà quotata alla Borsa italiana. La fusione, si apprende, "avverrà sulla base di un concambio che sarà stabilito puntualmente negli accordi definitivi, subordinatamente alla due diligence e ad altre condizioni". Le testate che saranno riunite nel Gruppo Espresso dopo la fusione per incorporazione di Itedi, però, "manterranno piena indipendenza editoriale".
L'operazione, però, riguarda anche il Corriere della Sera, controllato da Rcs. Rispettando la volontà espressa da Sergio Marchionne di concentrarsi esclusivamente nelle attività automobilistiche, prima della fusione, FCA distribuirà ai propri soci l'intera partecipazione detenuta in RCS MediaGroup, pari al 16,7%: de facto, Marchionne "scarica" il Corriere della Sera (anche se la decisione è tutta di John Elkann). In una nota, FCA, scrive: "Con questa operazione giunge a compimento il ruolo svolto, prima da Fiat e poi da FCA, per senso di responsabilità nel corso di oltre quarant’anni, che ha permesso di salvare il gruppo editoriale in tre diverse occasioni, assicurando le risorse finanziarie necessarie a garantirne l’indipendenza e quindi a preservarne l’autorevolezza".
Ora, va da sé, si apre la partita per il controllo del Corriere della Sera, da sempre sotto l'ala della famiglia Angelli, ma ora non più. John Elkann ha scelto di uscire dal quotidiano di Via Solferino, ed in questo contesto l'ad del Pietro Scott Jovane non avrebbe intenzione di partecipare al possibile aumento di capitale, necessario da qui a un anno. Non è ancora chiaro se qualcuno degli altri soci sia interessato a rilevare la quota di controllo. Ora, il maggiore azionista, è Diego Della Valle, con il 7,325% del capitale (a seguire Mediobanca col 6,2% e il fondo Schroeder, con il 5,015%). C'è poi Urbano Cairo, socio con una quota pari al 4,616 per cento.
Della Valle e Cairo, che spesso hanno contestato la gestione del quotidiano, non avrebbero però intenzione di spendere quanto necessario per assicurarsi la quota di controllo. La rivoluzione copernicana, dunque, non riguarda soltanto il nuovo maxi-gruppo ma anche il Corsera, la cui partita per il controllo si apre proprio ora.