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giovedì 18 febbraio 2016

PARTITO DISINTEGRATO Il Pd verso la scissione Chi molla Renzi: i nomi

Pd disintegrato, verso la scissione. I big mollano Renzi: ecco i nomi di chi molla




C'è una vera e propria spaccatura nel Pd: alla vigilia del voto sul ddl Cirinnà su unioni gay e stepchild adoption, i cattolici della maggioranza, riporta in un retroscena il Giornale, sono tentati di dire addio a Matteo Renzi. Significativo, in questo senso lo striscione "Ci ricorderemo" al Family day e soprattutto le parole di Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo I Nostri Figli: "Renzi non si è fatto in alcun modo interprete delle nostre istanze" e "Solo chi avrà lottato per affermare la famiglia e per difendere i bambini potrà contare sul voto del nostro popolo".

L'orientamento dell'area cattolica è dunque questo: "Daremo il voto a chi si farà portavoce del messaggio emerso al Circo Massimo". E la tentazione è di scendere in campo come protagonista. Sarà sicuramente interessante vedere cosa emergerà dal convegno dal titolo Dal Family Day al Family Italia convocato a Roma il 2 marzo quando alla Società Dante Alighieri si ritroveranno alcuni protagonisti del Family Day: Filippo Savarese, Mario Adinolfi, Costanza Miriano, Simone Pillon, Toni Brandi, Gianfranco Amato. Il tema è proprio il futuro del movimento e il ruolo dei cattolici in politica.

Voci parlano dell'idea di presentare una lista civica già alle prossime Amministrative. Alfio Marchini sembra in pole position per questo progetto. Ma sicuramente anche Guido Bertolaso, cattolico dichiarato con un solido rapporto con il mondo del volontariato, potrebbe diventare un interlocutore credibile.

ACCUSA TERRIBILE Loris, anche il nonno indagato per omicidio

Loris, indagato per omicidio anche il nonno




Andrea Stival, nonno del piccolo Loris, è finito sul registro degli indagati della Procura di Ragusa, per omicidio e occultamento di cadavere. L'iscrizione nel registro degli indagati, come atto dovuto, nasce dalle dichiarazioni rese lo scorso gennaio nel carcere di Catania da Veronica Panarello a una psicologa: "Loris lo ha ucciso mio suocero Andrea Stival e ho ricordato tutto quando sono andato a trovarlo al cimitero, ma non l'ho detto prima perchè avevo paura che uccidesse anche il bimbo più piccolo. Lo ha fatto perché eravamo amanti". Loris Stival era stato assassinato il 29 novembre 2014 nella sua casa a Santa Croce Camerina.

Su treni e bus con il Pos in mano Attenti: è l'ultima truffa bancomat

Bancomat contactless, ecco come ti fregano i soldi sul treno




Un lampo da vero genio della truffa. Con la tecnologia contactless sempre più diffusa, era solo una questione di tempo. 

Cosa succede - Un post su Facebook mostra chiaramente un uomo che si sposta su un treno con lo stesso dispositivo che solitamente si trova nei negozi e permette al cliente di pagare senza strisciare il bancomat. Per lui è sufficiente appoggiarsi alle vittime per sottrarre denaro dal conto bancario senza che questi abbiano la possibilità di accorgersene o reagire. Questo strumento si chiama POS (dall'inglese Point of Sale) e deve essere abilitato per pagamenti senza contatto che possono spingersi fino a 25€ senza bisogno dell'inserimento del PIN. Sembra tutto troppo facile. 

La soluzione - Data il proliferare di questo genere di soluzioni, sono già in commercio portafogli in grado di schermare eventuali intrusioni e proteggere dati personali e sensibili, come può essere un bancomat contactless. 

mercoledì 17 febbraio 2016

Caivano (NA): L'amico degli amici

Caivano (NA): L'amico degli amici



di Gaetano Daniele 

Eugenia Carfora
La Preside "coraggio" che ha sfidato tutti

per tutelare i ragazzini del Parco Verde

Mandata via per questo?

Ai cittadini l'ardua sentenza

A Caivano accadono cose strane, quando si tratta di sparlare o di straparlare dei nemici politici tutti sono pronti, quando invece si tratta di riferire circa gli amici vige l'omertà. Accade proprio questo, nell'ambito delle formulazioni di nuovi criteri di accorpamento degli istituti scolastici. Difatti, c'è qualcuno che mette d'accordo tutti, la opposizione tace per comodo o per opportunità e la maggioranza convinta di accontentare tutti distrugge il lavoro di una bravissima dirigente scolastica come la Preside Eugenia Carfora, impegnata a garantire una opportunità per i giovani del Parco Verde. Ma cosa volete che contino i giovani del Parco Verde? neanche altri pastori si offrono di questo gregge smarrito, forse perchè non fa notizia?. 

Chi ne paga le conseguenze è sempre la città. E chi ne guadagna in nome di un pensiero unico è sempre l'inciucio. I cittadini sono chiamati a riflettere circa le roboanti quanto fasulle proclamazioni di efficacia rispetto al nulla quando non dannoso comportamento da parte dell'amministrazione pro tempore in carica. 

Sarebbe il caso che tutte le forze politiche aldilà delle convenienze, come nel caso della scuola Viviani, guardassero oltre al proprio naso, intanto, si sta verificando un silenzio assordante rispetto alla vicenda. Forse perchè si vuole sancire che nel Parco Verde non sia affar loro? Ai cittadini l'ardua sentenza. 

Roma: Bechis: Quando il mondo non mi vuole più mi candido con Berlù...

Roma: Bechis: Quando il mondo non mi vuole più mi candido con Berlù...



di Franco Bechis



Il centrodestra a Roma ne sta inanellando una migliore dell'altra. Dopo che Alfio Marchini ha rifutato per settimane di difenirsi di "centrodestra", hanno capito che se proprio non li voleva, era meglio cercare un altro candidato. Così è spuntata fuori Rita Dalla Chiesa, che nella prima intervista ha spiegato di essere renziana per la politica nazionale e di avere votato proprio Marchini al comune di Roma, però la proposta di candidarsi sindaco di centrodestra per 48 ore l'ha affascinata (poi ha detto no quando ha capito che non la volevano più). A quel punto Silvio Berlusconi ha lanciato come candidato Guido Bertolaso. Uno che avendo qualche problema giudiziario aveva deciso di tagliare i ponti con il potere e la politica andandosene in Africa come Valter Veltroni. E appunto come Veltroni eccolo qui a candidarsi sindaco a Roma. Per ringraziare il centro destra ha dato subito una bella intervista per dire che lui no, il centro destra non l'ha mai votato. Quando si è trattato di scegliere fra Berlusconi e Francesco Rutelli a palazzo Chigi, Bertolaso non solo ha votato, ma si vanta pure di avere fatto campagna elettorale per Rutelli. Quando alle comunali c'era da scegliere nel 2008 fra centrodestra e centrosinistra, lui ha scelto centrosinistra votando ancira una volta Rutelli. Quindi il centrodestra sceglie per Roma uno che piuttosto di votare centrodestra si sarebbe fatto monaco. E siccome il convento di centrosinistra non passa più altra minestra, allora ben venga la candidatura offerta da Berlusconi e Giorgia Meloni. Un tempo si sarebbe detto: quando il mondo non mi vuole più, mi darò a Gesù. Oggi quando il mondo non mi vuole più, mi candido con Berlù...

Caivano (Na): La replica dell'Avv. Domenico Acerra (Liberi Cittadini) al blog del dott. De Cicco

Caivano (Na): La replica dell'Avv. Domenico Acerra (Liberi Cittadini) al blog diretto dal dott. Giovanni De Cicco Capo di Staff del Sindaco dott. Simone Monopoli 



Avv. Domenico Acerra
(Liberi Cittadini)

Le Bugie e la realtà

Egregio Signor Direttore,
in relazione all’articolo titolato “le bufale di liberi cittadini. Città del fare tutti maschi: nessuna sorella di consigliera”, pubblicato sul sito on line napolimetropoli.it, da Lei diretto, Le invio, a titolo personale, a tutela della mia onorabilità e a difesa della verità dei fatti, le seguenti precisazioni. Ad un certo punto, nel predetto articolo, Ella afferma: “Domenico Acerra, che fino a qualche mese fa urlava dai palchi l’inconsistenza del centrosinistra ed esaltava le qualità di Monopoli (salvo poi abbandonarlo appena il sindaco rese pubblica la giunta)..”.

Innanzitutto, dal punto di vista stilistico e personale, non sono abituato a urlare; parlo, dialogo, ho fatto qualche comizio durante l’ultima campagna elettorale, ma non urlo. Le urla appartengono a persone che hanno un’indole e una cultura diverse dalla mia, più rozze, da trivio. Ma questa “caduta” giornalistica, questa volta, gliela concedo considerato che Lei non mi conosce. Quanto alla inconsistenza del centro sinistra, ribadisco ancora una volta che questa parte politica ha amministrato male il paese e le sue responsabilità sono ormai un dato storico inconfutabile.

È vero. Mi è capitato di sottolineare le qualità di Monopoli. Quando Monopoli parlava di discontinuità, rinnovamento, competenze, trasparenza, merito, gliene ho dato atto e gli ho tributato il mio plauso.

Ed è vero anche che successivamente alla vittoria ho abbandonato la coalizione che sosteneva Monopoli. Ma due giorni dopo la vittoria elettorale, non dopo il varo della giunta come Lei scrive in modo inesatto. Tuttavia, mi è gradita l’occasione per spiegare ancora una volta a tutti, spero definitivamente, i motivi del mio dissenso politico da Monopoli.

Monopoli, vinte le elezioni, grazie anche alla mobilitazione di tante donne e uomini che lo circondavano, all’indomani della sua elezione, avrebbe dovuto seguire un itinerario politico molto semplice. In primo luogo avrebbe dovuto coinvolgere i consiglieri eletti, come avviene in tutte le democrazie, perché essi sono i più titolati ad assumere i ruoli importanti nel governo del paese, soprattutto nell’esecutivo.

In secondo luogo, riscontrato l’eventuale rifiuto degli eletti, avrebbe dovuto attingere a tutte le risorse umane e professionali disponibili nella coalizione, al di là della loro appartenenza partitica, ma tenendo conto del contributo di idee, culturali e personali che questi sono in grado di offrire al paese. A questo proposito, ricordo ancora commosso lo straordinario impegno del mio amico ingegnere Giuseppe Peluso, che dopo avere condotto una campagna elettorale generosa, impegnandosi in prima persona come candidato al consiglio comunale, non è stato poi coinvolto nell’amministrazione cittadina pur avendo eccellenti qualità.

In terzo luogo, in assenza di personalità, risorse e disponibilità all’interno della coalizione uscita vincitrice dalle elezioni, avrebbe dovuto volgere lo sguardo alla società civile per individuare le giuste personalità e invitarle ad assumere il comito di amministrare il paese. Ma niente di tutto questo è stato fatto.

Monopoli, sorprendentemente, officiava invece il rito della spartizione, archiviato anche dalle peggiori giunte di sinistra che hanno amministrato Caivano. Egli, rispolverando quello che un giornalista locale chiamò il “manuale Cencelli”, nella composizione della giunta, accettava il criterio della spartizione tra partiti.

Questo errore metodologico, politico, etico, fu da me subito sottolineato in un post pubblicato su facebook, dove rimarcavo l’insensatezza e quasi l’immoralità del criterio di spartizione che si stava usando per la composizione della giunta, attirandomi i rimproveri di chi circondava il Monopoli: questi amici mi facevano notare che il sindaco l’avrebbe presa come una critica personale e in questo modo me lo sarei inimicato. In realtà non ho mai fatto ammenda delle mie parole, non ho mai ritrattato le mie posizioni, per diversi motivi: perché credo profondamente nel valore della coerenza; perché in quel modo pensavo di tutelare le migliaia di elettori ed elettrici che avevano creduto nel messaggio di rinnovamento di cui anche io mi ero fatto portatore; infine perché ritenevo monopoli un uomo intelligente e confidavo nella sua volontà di dialogo anche come momento di crescita umana e politica.

Tutto il resto è storia. Monopoli ha varato una giunta composta sulla base di criteri partitocratici, familistici, spartitori, lottizzatori, antimeritocratici. E ha imposto un presidente del consiglio comunale che, al di là del suo spessore personale, è tutt’altro che un uomo della discontinuità, anzi è la rappresentazione plastica del passato. Ai miei occhi questo è apparso avventurismo politico e l’ho considerato un tradimento politico.

I fatti, adesso, a distanza di otto mesi, purtroppo dicono che Monopoli ha sbagliato a nominare quella giunta, già dimezzata, tant’è che egli stesso la vuole rinnovare, varando una cosiddetta “fase due”.

Ancora. Lei mi definisce, nello stesso articolo, “ex fedelissimo di Monopoli”. Usa così una espressione, come dire, da rotocalco rosa. Trattandosi di vicende politiche, meglio si addice ad esse il concetto di coerenza a quello di fedeltà. In proposito, credo sia innegabile anche agli occhi del mio più acerrimo detrattore, resto ancorato saldamente alle idee di rinnovamento, discontinuità, merito, competenze, che poi sono i capisaldi del mio impegno civile. In concreto e in relazione alle vicende politiche a cui Lei si riferisce nell’articolo, senza dubbio ritengo di essere una persona coerente. Sono altre le persone che hanno abbandonato le idee e i capisaldi che tenevano insieme la comunità politica di cui facevo parte.

Infine il tema dell’organismo di valutazione. Anche qui, mi scusi l’affronto, ma Lei usa un linguaggio sbagliato, questa volta vagamente allusivo. Si spinge a dire che lo scrivente “potrebbe dire tanto, come disse tanto, proprio su questa vicenda”. Questa criptica sequenza di parole vuote, questo scorrere di inchiostro velenoso, mi ripugna. Tuttavia, non accetto quella che considero da parte Sua solo una provocazione e ne giro alla larga. Ma, ne sia certo, gli schizzi del Suo inchiostro non macchieranno mai la specchiata moralità della mia persona.

Certo che vorrà dare spazio alla mia lettera sul suo giornale, La saluto distintamente.

Caos alla Roma, Spalletti umilia Totti La frase con cui archivia il Capitano

Caos alla Roma, Spalletti umilia Totti La frase con cui archivia il Capitano




"Ho rispetto per Totti, ma non scelgo la formazione basandomi sulla storia di un giocatore. La priorità sono i risultati". Non usa mezzi termini Luciano Spalletti, in una intervista al quotidiano spagnolo As, ripresa dal sito dell'Adnkronos. Alla vigilia della sfida contro il Real Madrid nell'andata degli ottavi di Champions, l'allenatore della Roma dice: "Io alleno la Roma, non solo Totti. Il mio obiettivo primario sono i risultati e faccio le mie scelte in funzione di questo".

Lui e il Capitano hanno un rapporto "dal mio punto di vista è perfetto", ma da parte di Totti, non si sa. Di certo lui, "è un giocatore che illumina la fase offensiva, ma dipende anche dall'avversario se si possono utilizzare le sue qualità rinunciando a ciò che non può darti. Lui può mettere un pallone perfetto, ma se la squadra deve pressare per lui è più difficile retrocedere di 40 metri per farlo". Adesso, conclude Spalletti, bisogna "raschiare il fondo del barile. Solo così la Roma può tornare al livello che serve per cominciare a fare altri ragionamenti. Fino ad allora, non c'è spazio per i sentimenti: solo lavoro, forza e corsa". Non si sa se Totti capirà il discorso, "io faccio il mio lavoro" e "ho bisogno di risultati".