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martedì 5 gennaio 2016

"La rottura Belen-Stefano? Una farsa" La bomba: cosa c'è dietro al "divorzio"

"Il divorzio? Una farsa per promuovere un nuovo talent": la bomba sulla rottura tra Belen e Stefano



I riflettori si sono spenti sulla separazione tra Belen Rodriguez e Stefano De Martino? Niente affatto. L'ultima roboante indiscrezione viene rilanciata da Dagospia, sempre molto informato sull'affaire più chiacchierato delle ultime settimane. Si legge su Dago: "Vuoi vedere che come dago-sospettato la separazione tra Belin Belen e martino ballerino De Martino sia tutta una farsa mediatica per lanciare il programma (condotto da entrambi) Piccoli Giganti, prodotto dalla De Filippi?". Un'ipotesi alla quale diversi indizi fanno pensare. In primis proprio il fatto che condurranno insieme il talent Piccoli Giganti. Poi le parole di Maria De Filippi, produttrice del nuovo show, che ha recentemente difeso la coppia dal gossip. E ancora: Belen ha messo un "mi piace" (poi tolto) sul video postato da De Martino in un locale argentino che Belen spesso frequenta con la famiglia. Inoltre, Belen ha postato una foto con l'anello che lui le ha regalato all'inizio della storia, e De Martino ha fatto risaltare sui social il tatuaggio in cui risalta proprio il simbolo di quell'anello. Insomma, la telenovela continua, e come suggerisce Dagospia potrebbe presto trasformarsi in una vera e propria farsa.

Cala la mannaia su papà Boschi L'inchiesta: che cosa rischia ora

La mannaia sulla testa di Papà Boschi. L'inchiesta milionaria: quanto rischia


di Nino Sunseri



Una maxi-richiesta di risarcimento da trecento milioni di euro sta per abbattersi sul vecchio consiglio d' amministrazione di Banca Etruria di cui era vicepresidente Pier Luigi Boschi, papà del ministro della Funzione Pubblica Maria Elena. A promuovere la causa che, per dimensioni, non ha precedenti nel nostro sistema creditizio, sono i commissari liquidatori di quello che resta dell' istituto toscano dopo lo spezzatino che ha portato alla nascita di altre due compagnie: la cosiddetta bad bank (la discarica in cui sono confluiti i crediti marci) guidata dall' ex presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro e la Nuova Banca Etruria di cui ha assunto le gestione (così come per le altre tre banche salvate) l' ex direttore generale di Unicredit Roberto Nicastro.

A vegliare sul cadavere della vecchia banca adesso sono tre commissari: Antonio Pironti (presidente) Toni Atrigna e Andrea Guaccero. Sono loro che stanno preparando la causa il cui risultato è molto importante per gli obbligazionisti rimasti ingabbiati nel crac. Le risorse recuperate dalla liquidazione potranno essere utilizzate per il rimborso dei debiti della banca. Quindi qualcosa potrebbe arrivare anche ai risparmiatori.

In questo senso l' iniziativa della procedura commissariale si intreccia con l' indagine della magistratura condotta del Procuratore Roberto Rossi. Gli inquirenti puntano ad accertare gli eventuali finanziamenti concessi dalla banca in conflitto d' interessi. Prestiti cioè erogati a membri dello stesso consiglio d' amministrazione. Nel mirino, in particolare, quelli concessi al presidente Lorenzo Rosi e a Lorenzo Nataloni, ex membro del consiglio e presidente del Comitato di controllo. La domanda che si pone il magistrato è molto semplice: come mai gli altri amministratori, fra cui papà Boschi, non si sono accorti di nulla? Come mai non sono intervenuti per bloccare operazioni che configuravano una palese irregolarità? Tanto più che buona parte dei prestiti concessi a Nataloni non sono più stati restituiti. Né si tratta di cifre banali. Dalle carte emergono ben due scoperture: una da 5,6 milioni alla società Td Group e un' altra da 3,4 milioni per iniziative che, stando alle carte dell' accusa, non sono nemmeno state identificate con precisione.

Gran parte di questi soldi non sono stati restituiti e il buco è stato coperto con una delle emissioni obbligazionarie nella cui trappola sono finiti i risparmiatori traditi. La Procura nelle sue indagini si è appoggiata alle relazioni della Banca d' Italia da cui emerge che dentro la banca c' erano stati diversi segnali d' allarme per questi prestiti molto azzardati nel contenuto e nella forma. Tuttavia dai verbali del consiglio d' amministrazione non risultano obiezioni. I finanziamenti sono stati regolarmente erogati e mai più rimborsati.

È chiaro, comunque, che per i risparmiatori la causa più importante è quella che riguarda il risarcimento danni promosso dai commissari dell' Etruria. Si tratta di un' azione di responsabilità nei confronti dei vecchi amministratori che, nel caso di fallimento, rappresenta sostanzialmente un atto dovuto. Non a caso un ricorso del genere è già stato presentato dai liquidatori delle altre tre banche salvate: Cariferrara, Carichieti e Banca Marche.

Complessivamente sono stati chiesti quattrocento milioni che poi andranno a formare l' attivo della liquidazione. L' azione promossa contro gli amministratori dell' Etruria vale, da sola, quanto le altre tre messe insieme e fra i creditori da risarcire figurano anche gli obbligazionisti la cui presenza altrove è marginale quando non addirittura nulla.

Per questa ragione i riflettori sono accesi alla massima potenza: quanti più soldi i commissari dell' istituto aretino riusciranno a recuperare tanto maggiore sarà il ristoro per i risparmiatori da aggiungere alle assegnazioni che verranno fissate dall' autorithy guidata da Raffaele Cantone.

Certo l' operazione non sarà facile. Innanzitutto bisognerà individuare episodi specifici di cattiva gestione da attribuire ai consiglieri e in questo senso l' inchiesta della magistratura sul conflitto d' interesse assume una particolare rilevanza. Inoltre serve calibrare con attenzione i soggetti su cui promuovere l' azione di responsabilità. Sia perchè sono da accertare responsabilità specifiche sia perché bisogna individuare soggetti che abbiano un patrimonio sufficiente da colpire. Altrimenti diventa un' operazione inutile, come spesso accade nei fallimenti. Il compito di effettuare la selezione tocca alla Banca d' Italia che, secondo le indiscrezioni pubblicate dal Corriere della Sera, avrebbe puntato il dito su alcune personalità ben connotate: il presidente Lorenzo Rosi, i due vicepresidenti Pier Luigi Boschi e Alfredo Berni. Sospetti anche per il direttore generale Daniele Cabiati, subentrato nell' agosto 2014 a Luca Bronchi.

Fino all'anno scorso l' Etruria era stata guidata dal vecchio presidente Giuseppe Fornasari. Gli uomini di Visco hanno già appioppato ai consiglieri una multa da 2,5 milioni e ora sono pronti ad appoggiare i commissari nella loro maxi-richiesta da trecento milioni. Un particolare che potrà rivelarsi decisivo.

lunedì 4 gennaio 2016

Napoli: L'Ordine Militare di Santa Brigida di Svezia chiude il 2015 all'insegna della beneficenza

Napoli: L'Ordine Militare di Santa Brigida di Svezia chiude il 2015 all'insegna della beneficenza 


a cura di Gaetano Daniele





Con la presentazione del calendario 2016 e i pacchi dono alle famiglie bisognose, l’Ordine Militare di Santa Brigida saluta l’anno vecchio. Padre Tommaso Galasso: “i Cavalieri dell’ordine di Santa Brigida di Svezia a fine anno continuano a regalare un sorriso alle famiglie povere”. 

NAPOLI - L’Ordine Militare di Santa Brigida di Svezia chiude l’anno 2015 ancora all’insegna della beneficenza, regalando pacchi contenenti generi alimentari alle famiglie più bisognose individuate dalla Caritas presieduta dalla Signora Paolucci. L’attività benefica si è svolta domenica scorsa nella chiesa di Santa Brigida a Napoli, al termine della cerimonia eucaristica celebrata da Padre Tommaso Galasso, che nel ringraziare l’Ordine per la sua generosità, ha affermato: “i Cavalieri dell’ordine di Santa Brigida di Sveziaa fine anno continuano a regalare un sorriso alle famiglie povere”. 

La delegazione Campana dell’Ordine ha visto la partecipazione di diversi Cavalieri e Dame provenienti dalle varie province, tra cui il Luogotenente Generale Vicario Biagio Abbate, il Preside della Campania Pierluigi Scarpa, il Luogotenente d’Italia Giovanni Marciano, il conte Matteo Mazzola, la Dama Carla Tammaro, il Colonnello Gerardo Palmese e il Gran priore aggiunto Mons. Sebastiano Bonavolontà.

Oltre alla beneficenza, la serata ha visto anche la presentazione del calendario dell’Ordine 2016, dedicato ai Cardinali Gran Priori che hanno fatto parte dell’antica istituzione cavalleresca.

I Cardinali Corrado Ursi, Alfredo Ottaviani, Aloisio Lorscheider, raffigurati nel calendario, sono solo alcuni dei Principi della Chiesa che hanno fatto parte del glorioso Ordine di Santa Brigida, fondato nel 1366 dalla Santa e ricostituito nel 1859 dal Conte Vincenzo Abbate senior de Castello Orleans, autorizzato dal Re delle due Sicilie Francesco II di Borbone e con l’approvazione canonica di Papa Urbano V. Il ricavato della vendita del calendario, che tra l’altro, rappresenta per gli amanti del raffinato accessorio da ufficio, un vero e proprio pezzo da collezione, è andato ovviamente devoluto in beneficenza per sostenere i fini benefici dell’ordine: aiutare gli infermi e i bisognosi, le ragazze madri, gli orfani, gli ammalati, i poveri.

Parla Ilary, Totti smascherato La frase sul ritiro: un terremoto

La frase di Ilary inguaia Totti. Ecco quando si ritirerà il Pupune


La frase di Ilary inguaia Totti. Ecco quando si ritirerà il Pupune

Prima o poi la brutta notizia per i tifosi della Roma doveva arrivare. Era solo questione di tempo perché il capitano romanista Francesco Totti appendesse le scarpette al chiodo per sempre, visto che il Pupone ha spento da settembre scorso 39 candeline. "Finché il fisico regge vado avanti" aveva detto un paio di mesi fa, quando era già fermo per l'infortunio al bicipite femorale che lo ha tenuto lontano dal pallone per ben 100 giorni. Magari all'inizio di quell'ennesimo recupero non aveva ancora valutato quanto fosse difficile tornare alla forma sperata, sta di fatto che la frase della moglie Ilary Blasi al settimanale Oggi lasciano pochi dubbi: "Ritiro? Eh beh, ci siamo". Dalla colazione con il presidente Pallotta dello scorso dicembre non erano trapelate notizie ufficiali. Ma le parole della Blasi oggi fanno intuire che quel faccia a faccia avesse poco a che fare con il rinnovo di un anno da calciatore del Pupone, magari già pronto a un ruolo diverso all'interno della società, dopo 22 anni da professionista con la stessa maglia.

Il ritiro - È la stessa Blasi un po' sibillina a spiegare i motivi che avrebbero portato Totti a cambiare idea negli ultimi tre mesi: "Ma ha visto? - ha detto a Oggi - Ho dato l'addio prima io che lui, l'ho bruciato sul tempo. L'anno prossimo compie 40 anni. Dico che ogni stagione ha il suo melone e Francesco si è goduto tutto, al punto che ora penso abbia desiderio di altro. Ma rimarrà comunque nel mondo del pallone".

Inps fa ponte: niente pensioni Scoppia la furia agli sportelli

Pensioni non pagate la rivolta dei pensionati



Un inizio di anno faticoso per i pensionati che non hanno potuto incassare l'assegno il primo gennaio. L'Inps fa il ponte. E ha fatto sapere che il pagamento del rateo spettante a milioni di pensionati, non sarà erogato il primo giorno bancabile del mese, come sempre, ma sarà posticipato al secondo giorno bancabile. Il primo gennaio è caduto di venerdì e quindi con il fine settimana di mezzo si è arrivati al quattro del mese.  Per chi ha l'accredito bancario c'è da aspettare ancora un giorno. L'assegno potrà essere incassato solo domani, cinque gennaio.

La protesta - "Senza comunicazione alcuna – si legge in un comunicato dell’associazione Federconsumatori – ai diretti interessati l’Inps ha deciso di applicare la normativa contenuta nella Legge 109 del luglio scorso. Di conseguenza le Poste i soldi ai pensionati li daranno oggi, mentre le banche li metteranno a disposizione soltanto domani: cinque giorni dall’inizio del mese. Può darsi che per la maggioranza delle Persone non sia un problema insormontabile, può però essere un disagio notevole per chi aspetta soltanto i soldi della pensione per sopravvivere e onorare i propri impegni. Nella sostanza i pensionati sono stati defraudati per 4/5 giorni delle loro spettanze. Nella forma riteniamo molto scorretto che l’Inps non abbia provveduto per tempo a darne comunicazione".

"Il segreto del successo di Zalone?" Ora parla il suo regista (e amico intimo)

"Il segreto del successo di Checco Zalone?". Ora parla il suo regista (e amico intimo)


"Il segreto del successo di Checco Zalone?". Ora parla il suo regista (e amico intimo)

Quando è arrivata la notizia dei sette milioni di euro incassati nel solo primo giorno dal film Quo Vado? Il registra Gennaro Nunziante e Checco Zalone (Luca Medici) erano insieme in un cinema di Bari, la loro città: "Ci siamo straniti - ha raccontato Nunziante a Repubblica - anche se Checco era più ottimista perché sapeva che le prenotazioni erano state alte". Quel che è seguito alla notizia racconta molto come è fatto Luca Medici, oltre che Nunziante che alle spalle ha una lunga gavetta da autore nella comicità pugliese: "Luca è andato dalla sua bimba, io ho mangiato una piazza a mezzanotte, da solo". Come faccia Zalone a raccogliere questo tipo di successo, quindi, lo spiega benissimo il suo amico e regista: "Il pubblico lo ama perché lo percepisce come un artista vero, una persona vera. Non c'è nulla che si frappone tra lui e il pubblico: scatta un senso di identificazione e quindi di accettazione, nel bene e nel male. A volte - ha aggiunto - la battuta è amara. Così come poi nel finale c'è sempre un abbraccio fraterno col pubblico. Luca ti racconta, ti svela, ma non ha mai un atteggiamento di superiorità".

Acerra (Na): Il sindaco campano contro gli oppositori: "Sono femminielli" Bufera, si difende. Ma la spiegazione...

Acerra, il sindaco contro gli oppositori "femminielli": "Niente omofobia, intendevo travestiti politici"



"Non dobbiamo aver paura di qualche femminiello che scrive su Facebook". Le parole del sindaco di Acerra Raffaele Lettieri hanno provocato un piccolo caso, con il Meetup 5 Stelle locale che accusa il primo cittadino, eletto da una coalizione di centro, di "omofobia con la fascia tricolore" e il presidente Arcigay di Napoli Antonello Sannino che chiede un incontro. I "femminielli" (versione partenopea dei "travestiti", con lunga tradizione folkloristica e sociale) in questione sarebbero gli oppositori del sindaco, che si è sfogato qualche giorno fa al termine di una seduta della commissione Ambiente, in cui si era discusso degli sforamenti delle emissioni delle polveri sottili. Lettieri però, come riporta il Mattino, rigetta totalmente l'interpretazione omofobica: "L'affermazione fatta non ha alcunché di sessuale, ma anzi, basandoci sull'antica esperienza della cultura popolare partenopea ci si riferiva a coloro i quali prima si travestono da politici per costruire consenso con la demagogia, poi si travestono da contestatori per altri tipi di dichiarazioni, poi tornano a travestirsi da politici che partecipano a riunioni. Da parte nostra nulla di discriminatorio, stiano tutti sereni".